Un patto per la tregua tra Renzi e Letta: lealtà e

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Un patto per la tregua tra Renzi e Letta: lealtà e mosse condivise
"Corriere della Sera" del 17 maggio 2013
"Il futuro è dietro l'angolo e i cartomanti della politica non hanno dubbi, lo scontro tra Enrico Letta e
Matteo Renzi sarà inevitabile e senza esclusione di colpi..."
Un patto per la tregua tra Renzi e Letta:
lealtà e mosse condivise
E il sindaco vede Epifani: spazio ai suoi nel Pd
Un patto per la tregua tra Renzi e Letta: lealtà e mosse condivise
E il sindaco vede Epifani: spazio ai suoi nel Pd
Il futuro è dietro l'angolo e i cartomanti della politica non hanno dubbi, lo scontro tra Enrico Letta e Matteo
Renzi sarà inevitabile e senza esclusione di colpi. Ma il presente conferma che tra il presidente del Consiglio e
il sindaco di Firenze c'è un patto di non belligeranza o, per dirla con le parole del premier, «un asse molto forte
e consolidato». I duellanti naturali si sono visti ieri mattina e gli orologi di Palazzo Chigi hanno scandito
quaranta minuti di confronto «tra amici», a tutto campo: il governo, il Pd, Firenze. Nel Pd dipingono Renzi
come «rottamato» da Letta e il premier come «molto preoccupato» per le mosse del sindaco. Una lettura non
priva di fondamento visto come andò tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008, quando Enrico era sottosegretario
alla presidenza del Consiglio e Walter Veltroni vinse le primarie per la segreteria, terremotando in poche
settimane il governo di Romano Prodi. «Ma questa volta non accadrà - è la promessa che Renzi ha fatto a
Letta -. Io non ti tradirò, perché agli amici si deve lealtà». Il premier apprezza il sostegno che il sindaco ha
offerto al governo e non dubita che l'ex sfidante di Bersani manterrà i patti. «Anche io sarò leale con te Matteo
- è l'impegno che Letta ha preso con Renzi -. Le prossime scelte le faremo insieme». Dove le prossime scelte
riguarderanno la battaglia congressuale del Pd.
Solo il tempo dirà se l'accordo tra i due leader del centrosinistra reggerà all'onda d'urto del governo e della
ricostruzione del Pd, ma intanto l'asse sembra essere solido. I due si sentono spesso e mostrano di non curarsi
troppo di chi insiste nel dipingerli come destinati a incrociare le spade, in uno scontro per la premiership che si
annuncia cruento. «Non è così, nel modo più totale - assicura Renzi -. Io non farò nulla per sabotare il
governo, nessuno sgambetto e niente polemiche». Davvero Letta non teme che lei possa far saltare il banco,
come Veltroni con Prodi? «Non scherziamo... Perché mai il premier dovrebbe avere paura di me? Io ho detto
chiaramente che non farò il segretario del Pd. Enrico è uno dei miei amici più cari. Immaginare una rivalità tra
me e lui è pura follia, il nostro rapporto personale è più che ottimo...».
Eppure, a leggere tra le righe delle dichiarazioni, la rivalità è nelle cose e il sindaco involontariamente la
sottolinea: «Tra noi ci sono differenze anagrafiche e caratteriali. Lui è più saggio e riflessivo, io sono più
esuberante. E poi io ho dieci anni di meno». Quel che pensa del governo «di servizio», Renzi lo ha messo nero
su bianco nel libro che sta per uscire, «Oltre la rottamazione», dove racconta aneddoti che riguardano anche il
premier. Renzi sta mostrando un certo attivismo. Ha visto anche Dario Franceschini e oggi dovrebbe
incontrare Massimo D'Alema. Ieri invece ha pranzato con il segretario del Pd Guglielmo Epifani e il piatto
forte è stata la necessità di «sostenere convintamente» l'esecutivo. Ma sulla tavola imbandita è spuntata anche
un'altra pietanza: gli esponenti di fede renziana che entreranno nei nuovi organismi del partito.
Monica Guerzoni
2013-05-17
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