Roma, Martedì 22 Luglio 2014 Caro Ministro, Da queste nostre

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Roma, Martedì 22 Luglio 2014
Caro Ministro,
Da queste nostre squallidissime parti, nulla di molto nuovo salvo l'assoluzione di
Berlusconi nel cosiddetto “Processo Ruby”. Il nostro era gongolante e ha perfino
trovato modo di pronunciare parole di elogio a favore della Magistratura!
Questo risultato lo ha rinforzato non solo all'interno del Centro-destra, ma anche visà-vis Renzi ed il Partito Democratico. Berlusconi vorrebbe adesso ricucire il centrodestra. La strada è però in salita dati i passati guasti nei rapporti personali, le tensioni
interne difficili da ricucire e gli equilibri di forze diversi. Giovedì è previsto un
incontro tra lui ed Alfano.
Interminabili e noiosissimi continuano i dibattiti sulla Legge Elettorale, la Riforma
del Senato e della Costituzione. Oramai siamo arrivati vicini agli 8.000 emendamenti.
Sia il Premier che Berlusconi hanno un bel da fare: spesso le contestazioni maggiori
provengono da elementi interni ai rispettivi blocchi politici.
La settimana scorsa vi è stato un incontro coi il M5 Stelle per cercare di estendere il
consenso alle riforme, ma il dialogo con quella parte, anche se aperto, resta sempre
difficile e bisognerà intanto trovare un compromesso sulle preferenze ed il doppio
turno. Problematici anche i rapporti con SEL e la Lega Nord di Salvini. Quest'ultimo,
sebbene in crescita nei sondaggi, ancora non si capisce bene cosa abbia in mente. Il
Premier Renzi fa sapere che è possibile migliorare il contenuto delle riforme, ma
serve l'accordo di tutti.
Il Paese avrebbe bisogno di ben altro che questo solito teatrino: i più vasti problemi
non vengono affrontati e non so fino a che punto possa durare la pazienza della gente,
degli imprenditori e degli investitori esteri. Il Ministro Padoan ha parlato di crescita
debole ed incerta. Renzi si era dato cento giorni per effettuare le riforme: ora i giorni
sono diventati mille.
I dati sul lavoro non migliorano. Il debito pubblico ha raggiunto livelli record, la
produzione industriale cala, i consumi sono fermi e la gente sta ancora pagando i
debiti accumulati. Le previsioni per l'anno prossimo non sono buone: JP Morgan
prevede per la Spagna una crescita del 1,5%, per il Portogallo del 1,2%, per l'Italia
siamo a zero, con un debito pubblico arrivato al 135% del PIL. Da noi il problema
della crescita è ancora fermo a livello di dibattito. Recenti sono stati gli appelli di
Draghi, Presidente della BCE, a liberalizzare le economie del continente. Egli stesso
è piuttosto seccato con l'Italia per la sua incapacità di fare le riforme richieste e per i
suoi continui appelli all'Europa di venire in soccorso alla nostra economia.
Meglio vanno le esportazioni ed è l'abbondantissimo nero che consente ancora a
molti di vivere in modo dignitoso e perciò fare a meno di scendere in piazza per
manifestare rabbia ed allarme.
Le cose dunque non vanno bene e penso che Renzi stia iniziando a preoccuparsi: non
ha molto tempo a disposizione, il suo periodo di grazia è vicino allo scadere. Questa
variabile si sta facendo dunque sempre più importante. Il nostro è un Paese di
vigliacchi: se le cose non andranno migliorando, le responsabilità verranno tutte
scaricate sul Premier. La crisi però è di tutti.
Purtroppo adesso devo scappare e mi scuso se questa mia lettera potrà apparirle
affrettata. Sarei curioso di avere le sue opinioni sulla proroga del negoziato sul
nucleare, sugli sviluppi in Iraq e su ciò che sta avvenendo a Gaza.
Con i miei più cordiali saluti,
EA.
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