01/05/2010 In Palazzo Vecchio la cerimonia per il conferimento

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01/05/2010
In Palazzo Vecchio la cerimonia per il conferimento delle “Stelle del Lavoro―
Il sindaco Renzi: “Un riconoscimento che premia il merito, i vostri sogni e i vostri desideri―
“Parlare di stelle al merito significa parlare di realtà che debbano far luce. La stella serve di notte, nei
momenti difficili. Serve a orientare un cammino quando si perde la rotta, serve a dare un’indicazione agli altri.
La stella non serve solo a se stessi, perché è stella nella misura in cui riesce a dare un segnale agli altri”. Lo
ha detto il sindaco Matteo Renzi nel suo saluto alla cerimonia per il conferimento delle Stelle del lavoro che si
è svolta stamani nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, il
sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti, il prefetto Andrea De Martino, il vicesindaco
Dario Nardella, l’assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini, l’assessore provinciale Elisa Simoni.
Un altro aspetto sottolineato nel suo intervento dal sindaco Renzi riguarda il merito: “Non vi premiano per
sorteggio o per caso, ma perché il merito vi è riconosciuto da una commissione composta da varie istituzioni
a partire dal Governo. Per questo essere Stella è giustamente elemento che fa inorgoglire, ma credo che
debba responsabilizzare anche ciascuno di voi. Stelle al merito è un richiamo che vale per il nostro Paese.
Significa ricordare il primo maggio e che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, che affonda
tutte le volte che un lavoratore perde la vita. Che affonda tutte le volte che la rendita avviluppa il concetto di
impresa e tutte le volte in cui la passione e l’entusiasmo perdono la strada per essere punti di riferimento del
mondo del lavoro. E il merito non va in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione che parla di eguaglianza.
L’eguaglianza è il punto di partenza perché il merito in questa società possa esprimersi, significa dare a tutte
le stesse condizioni di partenza. Al lavoratore di colore, alle persone di 50 anni che perdono il lavoro,
all’artigiano che combatte con la burocrazia, col sistema di tassazione, contro un eccesso di mancanza di
attenzione da parte delle istituzioni”.
Sessanta i lavoratori nominati dal presidente della Repubblica “Maestri del lavoro”. Dei 61 premiati, 19 sono
della provincia di Firenze: Luciano Boreaniz, Giuseppe Borghi, Daniela Cammilli, Tonino Cannella, Franco
Cappelletti, Rosanna Francesca Carleo, Angiolo Chiti, Fabrizio Cresci, Giuliano Cioni, Giorgio Cleo D’Elia,
Maura Donatini, Francesco Fortino, Leyla Giannini, Antonio Marrone, Sergio Masi, Paolo Matteuzzi, Stefano
Meucci, Andrea Spicchi.
“Oggi – ha aggiunto il sindaco Renzi – vi ospita il Salone dei Cinquecento ed è interessante sottolineare che
in questa cornice oggi sia avvenuta una cosa che di per sé non ha a che fare con il lavoro, ma con quella
passione ed entusiasmo che ha caratterizzato il vostro modo di operare. Per tutta la notte fiorentini e non,
hanno affollato le strade e le piazze di Firenze e Palazzo Vecchio. E la cosa interessante è ciò che mi ha
detto stamani alle 5.30 un giovane che ho incontrato sul ‘Camminamento di Ronda’: ‘Oggi mi sono sentito a
casa mia in Palazzo Vecchio, perché penso che questa storia riguardi anche me’. Ecco, io vorrei dire a
ciascuno di voi come la vostra storia che riguarda voi, le vostre famiglie, le vostre imprese, in realtà riguarda
anche noi e la nostra città”. E per questo il sindaco ha citato di Kahlil Gibran, come elemento di
incoraggiamento e stimolo: “Preferisco essere sognatore fra i più umili, immaginando quel che avverrà,
piuttosto che essere signore fra coloro che non hanno sogni e desideri”. “Se i vostri nonni, babbi, i vostri
parenti oggi sono qui – ha concluso il sindaco Renzi – è perché hanno saputo carezzare e coltivare il proprio
sogno e il proprio desiderio. Che la città di Firenze, la Toscana, il nostro territorio siano in grado di dare un
futuro a questa storia continuando a inseguire i nostri sogni e i nostri desideri. Buon 1° maggio a tutti”.(fd)
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