I trentanni del Negri con i giovani «Cari ragazzi, puntate alla luna» I ^ ^ ^ M «Giovani escienziati puntano sempre alla luna, anche quando hanno paura» dice agli studenti la scienziata Elena Cattaneo. «La differenza èche i giovani hanno più tempo per riprendersi dagli errori e rimediare. ..perciò siate ambiziosi, non andate su strade scontate, la ricerca vai la pena» risponde Giuseppe Remuzzi. Parte con questo duetto diretto da Ariela Benigni al Centro congressi Papa Giovanni il programma dell'Istituto Negri per festeggiare i 30 anni di attività a Bergamo. Stessa sede stasera alle 20,30 per l'incontro con Silvio Garattini su «Ricercae Salute» e la tavola rotonda con esperienze dei ricercatori del Negri. Elena Cattaneo, direttrice di Unistem, il laboratorio dell'Università di Milano che lavora con le staminali neurali, parla della malattia genetica Chorea di Huntington, ma non solo, ai 450 studenti arrivati da 16 licei della città e dellaprovincia «Nessuno saprima se la pista è quella giusta: io tengo la lista dei mieifallimenti, un sacco di volte sifinisce nel cestino. Poi esci e ricominci». E aggiunge: «Bastalamenti, abbiamo tutti ilbicchiere mezzo pieno perché qualcuno ha lottato prima di noi. Qui nessuno sale su una zattera in cerca di libertà, nessuna ragazza viene rapita per impedirle di studiare. Metà fati- ca ci è stata regalata. Studiare è l'unico modo per non farsi condizionare , avere competenze è l'unico modo per essere utili». Per mostrare che non sono parole d'occasione, ecco il video -testimonianza di Charles Sabine, inviato di guerra della Nbc in Iraq, Afghanistan, Bosnia, che oggi combatte per tutti gli Huntingtoniani, certo di avere, come il padre e il fratello, la malattia neurodegenerativa. In sala con i ragazzi c'è anche chi, per la Chorea, ha già perso un figlio. Cattaneo, che è anche senatrice a vita, spiega che cosa si può e che cosa non è possibile fare con le cellule staminali, che cosa è ipotesi, cosa realtà, cosa cialtroneria. In prima fila nella battaglia contro Stamina, racconta di essere unafarmacista e biotecnologa che ha avuto la tentazione di lasciare ilbancone di laboratorio e di rintanarsi in una farmacia, non fosse stato per un docente che le disse «lei non va da nessuna parte». «Le staminali non sono una promessa di cura - chiarisce - la scienza può promettere solo di cercare». Venerdì i ricercatori svedesi annunceranno i progressi fatti nella lotta al Parkinson, anticipa la scienziata, sottolineando che pubblicità e replicabilità sono i requisiti delle vere scoperte scientifiche: «Esistono i fatti e i metodi per accertarli. Il resto è finzione e manipolazione». Tocca a Giuseppe Remuzzi, nefrologo e coordinatore dell'Istituto Negri, ricercatore clinico, raccontare ai ragazzi come è cambiata la medicina a partire dagli anni Trenta del Novecento e come sono stati raggiunti traguardi obiettivamente fantastici, grazie alla ricerca chirurgica e farmacologica. I risultati italiani si chiamano rifampicina (tubercolosi) doxorubicina e, recentemente, il vaccino più promettente per la cura di Eboia, acquistato ora da GlaxoSmithKline. Il medico Remuzzi, citando un farmaco che cura una gravissima malattia renale pediatrica, ma che ha il costo astronomico di 330 mila euro l'anno per paziente, ha sottolineato che il Servizio sanitario italiano pubblico «è fra i migliori al mondo, da tenersi stretto, perché cura tutti e procura tutti i farmaci, anche quelli costosi. Altri servizi sanitari nazionali, Svezia compresa, offrono molto meno». La medicina è comunque fattapiù di sconfitte che di successi, il medico serio procede con umiltà, consapevole che preparazione e buonsenso sono le vere armi quando decidere è un rischio, ma non decidere, viltà. • S.P. Bhp annuncia sconti Ma la lariflàoraria aUtOoini Elena Cattaneo e Giuseppe Remuzzi con gli studenti