Susan Cattaneo, Brave And Wild, Susan Cattaneo Cresciuta nel New Jersey e poi arrivata a Boston via New York, Susan Cattaneo sembra aver sfidato tutti i santuari del songwriting della costa occidentale, suonando e provando nei luoghi resi mitici da altre e leggendarie performance. L’aria respirata su quei palchi (il Bitter End, per dirne uno) l’ha convinta a moltiplicare gli sforzi perché le sue canzoni non rimanessero imbrigliate nelle torsioni intimiste di una bella voce tenorile e della sua chitarra. Il suo esordio, Brave And Wild, convince e autorizza a ben sperare per il seguito (ormai in dirittura d’arrivo) proprio per l’equilibrio tra l’anima più elettrica e rock’n’roll di una “jersey girl” di carattere e la tensione di un songwriting minuzioso, scrupoloso, mai banale e sempre profondo. Una canzone dolorosa e toccante come Whiskey Into Tears che sa tenere per mano un tema lancinante (l’alcolismo) persino con una certa dolcezza non teme competizione o paragoni con figure già affermate come Lucinda Williams o Mary Gauthier. Una grande ballata che chiude in modo superbo l’alternarsi continuo con i rock’n’roll che è poi lo schema principale di Brave And Wild. Per niente rigido perché Susan Cattaneo sa dividersi tra Bonnie Raitt e Tom Petty in Wrecking Ball o la trascinante Red Right Kiss con tanto di sassonofo baritono, si accompagna con Mark Erelli in Get Back The Longing e con un po’ di modernità di Can’t Chase A Train. Consigliatissima.