LA VOCE DEL POPOLO 9 marzo 2017 CULTURA [email protected] Sabato 11 marzo, alle 11, alle 16 e alle 20, al Teatro Grande “Mantova Lectures” con Alessandro Baricco Mese Letterario: la vita e la bufera “I relatori riescono sempre a comunicare l’entusiasmo che hanno provato attraverso la lettura di un autore” Dal 20 aprile all’Auditorium Capretti, la rassegna letteraria proposta dalla Fondazione San Benedetto: Dylan, Foscolo, Virgilio e il cielo stellato Brescia DI ROMANO GUATTA CALDINI “Ci sono canzoni che mi danno un profondo senso di struggimento. Sono le canzoni che amo di più. ‘Tomorrow is a long time’, questo vecchio brano di Bob Dylan che tanti, immagino, non avranno mai sentito, è una di queste. ‘La bellezza salverà il mondo’, scrisse Dostoevskij, ‘la bellezza salverebbe me’, canta Dylan. Senza la bellezza e l’amore nulla ha volto, nulla ha significato”. Sono parole di Riro Maniscalco – pesarese trapiantato a New York, cantautore e scrittore – che il 20 aprile aprirà l’VIII edizione del Mese Letterario parlando proprio di Bob Dylan. Attesa. “In maniera sorprendente, al di là di ogni aspettativa, su questo evento c’è sempre una grande attesa” ha esordito il presidente della Fondazione San Benedetto Graziano Tarantini. A un giorno dall’an- nuncio dell’avvio di questa edizione erano, infatti, già 150 le iscrizioni. “Viaggiatori innamorati della bufera – La vita un viaggio duro, ma meraviglioso”, è il titolo della rassegna quest’anno ospitata all’Auditorium Capretti (Istituto Artigianelli – via B. Avogadro, Brescia). Il successo del Mese Letterario risiede nella capacità comunicativa dei relatori, nel saper testimoniare come l’incontro con un autore abbia cambiato loro la vita. Ne è convinto il presidente Tarantini: “I relatori sono sempre molto ‘originali’, questa originalità è data dal fatto che non sono necessariamente accademici, sono soprattutto persone che riescono a comunicare l’entusiasmo che hanno provato attraverso la lettura di un autore, di un libro”. si di Ugo Foscolo. La formula della passata edizione si ripete anche quest’anno: dopo la presentazione nel 2016 dell’ultimo volume di Luca Doninelli, quest’anno la kermesse ospiterà il docente di Astronomia e Astrofisica Marco Bersanelli, autore de “Il grande spettacolo del cie- 25 GRAZIANO TARANTINI lo”, atteso giovedì 4 maggio. Cosa c’entra uno scienziato con il Mese Letterario? “Ribadiamo sempre che la letteratura è il centro propulsore, non qualcosa di avulso dalla vita. Il fatto che uno scienziato faccia vedere come è stato guardato il cielo – ha sottolineato Tarantini – attra- EDOARDO RIALTI A UNA PASSATA EDIZIONE DELLA RASSEGNA verso l’arte, la letteratura, la poesia e la scienza, mostra il valore della conoscenza, del sapere”. In tal senso “ci ispiriamo all’intervento che papa Benedetto avrebbe dovuto pronunciare all’Università La Sapienza, in cui riprendeva il concetto di università medievale dove erano presenti tutte le discipline, ma tutte quante, in qualche modo, tendenti alla conoscenza della verità”. Non ha bisogno di presentazioni l’ultimo relatore. Ospite sin dalla prima edizione del Mese Letterario, giovedì 11 maggio, Edoardo Rialti – attraverso le parole di Virgilio, cantore del viaggio di Enea e guida d’eccezione nella Divina Commedia – chiuderà il ciclo di appuntamenti. Attrattiva. Bob Dylan, Ugo Foscolo, Virgilio e la volta celeste – con tutta l’attrattiva che quest’ultima ha sempre esercitato nei secoli sull’uomo – faranno da bussola per tutti i “viaggiatori” che, grazie al Mese Letterario, vorranno affrontare la bufera, metafora dell’esistenza: “Una delle funzioni più nobili della letteratura – ha sottolineato Giannantonio Sampognaro, uno dei tanti volontari impegnati nella preparazione della rassegna – è spronare le persone ad affrontare con coraggio quel grande percorso che è la vita, anche attraverso le asperità”. Tutte le serate iniziano alle 20.30. Per iscriversi consultare il sito www. fondazionesanbenedetto.it. Capasa. Il secondo appuntamento è in calendario giovedì 27 aprile con Valerio Capasa, docente di materie letterarie nei licei e critico letterario, che si cimenterà con i ver- “Una delle funzioni più nobili della letteratura è spronare le persone ad affrontare con coraggio quel grande percorso che è la vita” Psicologia e fede possono completarsi a vicenda Le due realtà possono trovare una sintesi efficace, superando molti dei pregiudizi esistenti Famiglia DI ROSELLA DE PERI “Forse che così facendo noi disprezziamo la scienza umana? No, assolutamente! Gesù guarisce, ma devo lasciare che lo psicologo faccia lo psicologo; sarebbe bello ascoltare la conoscenza che loro hanno come psicologi e poi la realtà più profonda e bella del Cristo. Si completano bene, perché tutto è bello nel mondo e tutto ciò che è autenticamente umano è anche divino.” È lo stralcio di un commento a Esodo 15,26: “Io sono il Signore, colui che ti guarisce!”, fatto da don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Credo che questo testo si commenti da sé. Una fonte autorevole nel campo cattolico (e non solo) esprime quella che è la parola chiave tra psicologia e fede: completamento. Spesso nel mondo cattolico si sentono critiche verso la psicologia tout court o, nel migliore dei casi, scetticismo. Molti rappresentanti del mondo cattolico vedono un’antitesi tra i due, un aut-aut e, non considerando un completamento le due realtà, si esprimono a favore di un percorso che escluda l’aiuto dello psicologo. A onor del vero, anche molti professionisti della psiche hanno dei pregiudizi verso il mondo cattolico. In certi casi, una persona potrebbe invece vivere meglio la dimensione spirituale se ricevesse anche un aiuto psicologico per problemi squisitamente psicologici. E la coltivazione della dimensione spirituale potrebbe essere un aiuto in più nell’affrontare un problema psicologico. Perché le due realtà devono escludersi a vicenda? Ciò non vuol dire fare un miscuglio delle due realtà: uno psicologo non deve improvvisarsi guida spirituale e un consacrato non deve fare lo psicologo. Semplicemente, una persona può affrontare i due percorsi, parallelamente o in sequenza. Non è nemmeno fondata la scelta per cui se un cattolico cerca uno psicologo, ne debba cercare uno cattolico. Cerchi piuttosto un professionista che abbia i requisiti formativi. Uno psicologo o uno psicoterapeuta segue una formazione che gli dà gli strumenti per essere d’aiuto psicologicamente indipendentemente dal suo credo religioso. Quindi, gli basta essere un professionista preparato per lavorare bene. Deve naturalmente, per deontologia professionale, astenersi da giudizi in merito al credo religioso del paziente o condizionarlo nelle scelte di valore etico. Lo psicologo , soprattutto se psicoterapeuta, ha molto potere nei confronti di un paziente che, per definizione, è il soggetto debole della relazione. Consapevole di ciò, non deve abusare di questo potere, attenendosi a quanto indicato in più articoli dal Codice deontologico degli psicologi. Vorrei inoltre sfatare un mito: l’essere cattolico non lo porta necessariamente ad essere bravo. Tutto questo per rassicurare chi sta cercando uno psicologo. E chi scrive è una psicologa… ed è una cattolica.