La rivoluzione russa L’Impero russo continuò la sua espansione territoriale per tutto l’Ottocento; così alla vigilia della prima guerra mondiale, la Russia era caratterizzata dalla convivenza di moltissime popolazioni. Inoltre, l’Impero russo aveva appena concluso una guerra contro il Giappone (1905) che portò una grave crisi in tutto il paese. La Russia non godeva certo di ottime condizioni, gran parte della popolazione viveva in povertà, non c’era stata nessuna rivoluzione industriale e fino al 1867 esisteva ancora la servitù della gleba. La forma di governo era la monarchia assoluta degli zar. A partire dal 1870 l’Impero russo si accorse di essere troppo arretrato, così chiese l’appoggio di capitali stranieri per costruire fabbriche in tutto lo Stato. Addirittura i russi chiesero alle aziende occidentali di mandare del personale qualificato che insegnasse il lavoro ai dirigenti e ai lavoratori. Questa situazione, così difficile, portò allo sviluppo di un’opposizione marxista al regime degli zar. Tanto che nel 1898 venne fondato il Partito Operaio Socialdemocratico Russo, anche se lo zar aveva vietato la nascita di partiti e sindacati. Ben presto, questo nuovo partito russo si scisse in due fazioni: BOLSCEVICHI MENSCEVICHI Lenin Martov ERANO LA Maggioranza Minoranza VOLEVANO Una rivoluzione degli operai e dei Creare un partito di massa che CAPEGGIATI DA lavoratori; l’obiettivo era creare potesse realizzare riforme sociali e una società comunista : - Abolizione proprietà privata - Abolizione delle classi sociali - Governo nato dal popolo politiche alleandosi con la borghesia. Successivamente, lo zar Nicola II capì che era necessario apportare dei cambiamenti al governo, così tra il 1906 e il 1907 concesse il Parlamento (detto Duma). In realtà, questo parlamento non aveva alcun peso politico, perciò le tensioni tra lo zar e i socialisti divennero sempre più forti. La condizione precipitò con l’entrata in guerra della Russia, durante la 1WW. Nel 1915, infatti, ci furono moltissimi scioperi nelle principali città russe. Il 27 febbraio 1917, a Pietrogrado (cioè Pietroburgo) iniziò la Rivoluzione di Febbraio, una manifestazione operaia appoggiata anche dall’esercito. Lo zar Nicola II fu costretto ad abdicare e nacque la Repubblica Russa. Ma il nuovo governo e la popolazione non riuscivano ad accordarsi sulle sorti della guerra: il governo voleva continuare la 1WW, il popolo no. Il 4 aprile 1917, rientrò in Russia Lenin (capo dei Bolscevichi), che era stato mandato in esilio in Svizzera. Egli scrisse le Tesi di Aprile, con cui proponeva di fare una nuova rivoluzione. All’inizio i Bolscevichi non erano convinti, ma successivamente organizzarono una loro forza militare, detta Guardia Rossa. Il 24 ottobre 1917 iniziò la Rivoluzione di Ottobre. La Rivoluzione ebbe successo e nacque un nuovo governo, detto Soviet dei Commissari del popolo, che prese subito due provvedimenti: - Abolì la proprietà privata e diede le fabbriche agli operai; - Avviò le trattative per la pace di Brest-Litovsk, così da poter uscire dalla 1WW. Nonostante tutto, in Russia iniziò una guerra civile: contro il governo di Lenin si schierarono i fedeli allo zar, detti Armate Bianche. Le Armate Bianche erano sostenute dagli stati europei che temevano il dilagare della rivolta in tutta Europa. Ciò non bastò a fermare la guerra, lo zar e la sua famiglia furono fucilati il 16 luglio del 1918. La guerra civile in Russia si concluse nel 1921 con la vittoria dell’Armata Rossa e la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Studia pag. 198 da “un nuovo piano economico (Nep) ridiede spazio alla…” – pag. 199 – pag. 200 – pag. 201 – pag. 202 – pag. 203.