VALUTAZIONE DEL RISCHIO UNIVERSITÀ KORE DI ENNA D.LGS. 81/08 e modifiche successive BENESSERE ORGANIZZATIVO dichiarano l’obbligo di valutazione del rischio di stress lavorocorrelato ma non forniscono istruzioni sulla metodologia da adottare lez. 4 Indicazioni del dicembre 2010 Paola Magnano [email protected] ricevimento: martedì 10-13 c/o Studio 16, piano -1, Plesso di Psicologia - valutazione del rischio tramite indicatori oggettivi e verificabili - eventuale valutazione degli aspetti soggettivi !1 VALUTAZIONE DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO MODELLO 1. Individuazione nell’ambiente di lavoro di elementi potenzialmente pericolosi per la salute dei lavoratori ciò che viene misurato non è il “livello di stress” delle organizzazioni, ma il “rischio di stress”, quindi la probabilità di incorrere in condizioni patologiche con conseguenze sullo stato di salute individuale e organizzativo 2. Valutazione degli effetti per la salute del singolo lavoratore e per l’intera organizzazione 3. Identificazione dell’associazione tra pericoli e danni/effetti 4. Ricognizione delle attività di gestione e delle risorse disponibili nell’organizzazione, per sostenere le decisioni e i piani di cambiamento 5. Identificazione del rischio residuo, cioè di tutti quegli aspetti che rappresentano rischi di cui l’azienda non è in grado di farsi carico direttamente STRUMENTI DI STRUMENTI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Favretto, 1998 qualità oggettiva dell’ambiente di lavoro percezione soggettiva di tale qualità integrazione di informazioni provenienti da strumenti differenti Kompier, Kristensen, 2000 questionari, interviste, focus group, colloqui percezione condivisa di un potenziale fattore di rischio livello intersoggettivo, cioè di accordo all’interno di un gruppo di lavoratori METODOLOGIA DI METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Responsabile dei Servizi di Prevenzione e Protezione, datore di lavoro, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza valutazione oggettiva approccio tailor made viene effettuata di concerto con le figure professionali di riferimento ha l’obiettivo di “fotografare” la realtà organizzativa, così da fornire una prima mappatura delle dimensioni più problematiche utilizza prevalentemente check-list (es. ISPSEL, 2010) per verificare la presenza/ assenza di alcuni fattori potenzialmente nocivi relativi sia al contenuto che al contesto valutazione soggettiva comprende azioni di indagine della percezione soggettiva del rischio stress lavoro-correlato attraverso strumenti di valutazione delle dimensioni lavorative critiche percepite, delle risorse individuali/di gruppo, dei disturbi psicofisici stress lavoro-correlati Linee Guida interregionali METODOLOGIA DI METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO come si integrano le due tipologie di rilevazione? sequenzialità o è indispensabile coinvolgere tutti i lavoratori simultaneità? partire dalla valutazione oggettiva e poi estendere l’indagine con metodi soggettivi se il rischio non è basso è possibile procedere solo con la valutazione oggettiva se il numero di lavoratori è inferiore a 10 la valutazione soggettiva viene realizzata a valle di azioni correttive mirate a ridurre fonti di stress individuate con la valutazione preliminare/oggettiva nelle organizzazioni più piccole, le informazioni rilevate tramite questionari strutturati posso essere utilizzate come stimolo per avviare focus group è possibile integrare le informazioni rilevate con quelle derivanti da ricerche d’archivio (es. sulle politiche aziendali) e dall’osservazione diretta (sui cnv e sui processi) GLI ATTORI DEL PROCESSO consulente FASI DI INDAGINE PER LA RICERCA-INTERVENTO committente utente si consolida il piano della relazione tra committente e utente aumentano le probabilità che il processo sia portato a termine con successo il consulente ha la funzione di attivatore e gestore di questa relazione COINVOLGIMENTO DELLE PARTI E ANALISI PRELIMINARE DEL CONTESTO E primo contatto con la committenza: conoscenza reciproca, analisi delle aspettative e degli obiettivi ricognizione della realtà aziendale: delineare una prima mappa generale delle aree nelle quali si collocano le principali difficoltà definire un preciso piano di realtà: ciò che emergerà non sarà la soluzione dei problemi, ma l’inizio della consapevolezza su quanto c’è ancora da migliorare è una prima diagnosi di tipo qualitativo che guiderà la lettura dei dati quantitativi definire il confine tra la fase di diagnosi e la fase di intervento si avvale di strumenti tipici della rilevazione qualitativa strutturati (interviste), articolati (focus group, ricerche d’archivio) o destrutturati (osservazione, colloqui) DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PROGETTAZIONE ACCURATA DELLA RICERCA-INTERVENTO si predispongono le ipotesi operative per la raccolta dei dati tramite questionario VALUTAZIONE OGGETTIVA RACCOLTA DEI DATI vengono utilizzate modalità univoche per tutti i lavoratori si concordano le modalità di somministrazione del questionario nel corso dell’orario di lavoro la somministrazione avviene in modalità assistita in modo da ridurre al minimo il rischio di distorsioni si definiscono le variabili indipendenti che verranno rilevate attraverso una scheda socio-professionale con cui confrontare i vissuti e le percezioni e individuare eventuali categorie maggiormente a rischio il questionario va compilato durante l’orario di lavoro genere, anzianità di servizio, ruolo professionale, orario di lavoro, tipologia di contratto il questionario viene introdotto dal gruppo di lavoro che promuove l’iniziativa ANALISI DEI DATI E STESURA DI UN REPORT PROVVISORIO confronto dei risultati complessivi dell’organizzazione con i dati normativi dello strumento confronto dei risultati tra le parti organizzative definite mediante la scelta delle v.i. individuazione delle professionalità maggiormente a rischio individuazione dei punti di forza e delle aree di miglioramento STESURA DEL REPORT DEFINITIVO E DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI comprende la ricostruzione cronologica di tutte le fasi e i metodi d’indagine, gli obiettivi, gli strumenti, i risultati emersi e la loro interpretazione RESTITUZIONE DEI RISULTATI AI PARTECIPANTI è un passaggio obbligatorio della ricerca-azione soddisfa l’esigenza/diritto dei lavoratori di conoscere e comprendere la realtà in cui lavorano consente l’acquisizione di una coscienza collettiva sulle problematiche da loro stessi espresse, riconosciute e legittimate dai vertici aziendali occorre affiancare i risultati con ipotesi operative concrete, mantenendo aperto un confronto con i lavoratori STESURA DEL REPORT DEFINITIVO E DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI - LINEE GUIDA INTERREGIONALI criteri e metodi di valutazione figure aziendali coinvolte descrizione dell’azienda, dell’attività lavorativa e dell’organizzazione del lavoro (organigramma) analisi e classificazione del rischio (alto-medio-basso) individuazione dei lavoratori più esposti al rischio approfondimento sulle fonti sorveglianza sanitaria, se prevista e protocollo sanitario interventi di prevenzione e azioni di miglioramento piano attuativo dei suddetti interventi (indicazione delle persone coinvolte e dei tempi) monitoraggio nel tempo e aggiornamento dei dati