Internet Marketing: Terminologia e definizioni La rete internet si è ormai definitivamente affermata come strumento essenziale per il commercio a livello globale e come straordinario mezzo di diffusione delle comunicazioni commerciali e pubblicitarie. Vi è un continuo trend di crescita del fenomeno pari ad un atteso 40% annuo e un volume d‟affari stimato attorno a 2 miliardi di euro. Anche se, come si è visto nelle lezioni precedenti, il concetto di marketing è molto più ampio del concetto di pubblicità, nel 2014 più del 40% dell‟intero budget pubblicitario è stato investito nella rete. Rispetto alla pubblicità tradizionale la pubblicità on line offre degli innegabili vantaggi in termini di flessibilità e dinamicità infatti la pubblicità on line sfrutta alcuni fattori insiti nelle caratteristiche del mezzo utilizzato che contribuiscono al suo successo, catalizzando l‟attenzione degli investitori. Tali fattori sono: 1 – la natura aperta della rete che prescinde da qualsiasi concetto di confine geografico 2 – la misurabilità, intesa come la possibilità di valutare il gradimento del pubblico verso i singoli messaggi e di tracciarne il percorso 3 – le potenzialità tecnologiche del mezzo che consentono di collegare il momento della comunicazione a quello dell‟eventuale acquisto del prodotto attraverso una relazione di quasi immediatezza 4 – l‟affermarsi di web che stanno rivoluzionando i modelli di business in rete garantendo nello stesso tempo agli utenti la possibilità di diventare parte attiva di un processo di continua ricerca e selezione delle informazioni piuttosto che subire passivamente tale processo. Dinanzi alle prospettive dell‟advertising on line non bisogna dimenticare le esigenze di tutela degli utenti, in particolare se consumatori, nei confronti di possibili abusi e scorrettezze e, parallelamente, quelle di certezza e chiarezza normativa delle aziende disposte ad investire nel settore. Vediamo ora alcune definizioni utili ad inquadrare il marketing come appaiono nell‟art. 4 del D.Lgs. 196/03 (Codice della privacy) che con le disposizioni contenute nel titolo X della parte II ha dato attuazione alla direttiva 2002/58/CE: 1 - COMUNICAZIONE ELETTRONICA: ogni informazione scambiata o trasmessa tra un numero finito di soggetti tramite un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico. Sono escluse le informazioni trasmesse al pubblico tramite una rete di comunicazione elettronica , come parte di nun servizio di radiodiffusione, salvo che le stesse informazioni siano collegate ad un abbonato o utente ricevente, identificato o identificabile 1 2–RETI DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA: i sistemi di trasmissione, le apparecchiature di commutazione o di instradamento e altre risorse che consentono di trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, incluse le reti satellitari, le reti terrestri mobili e fisse a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto compresa internet, le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi utilizzati per il trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui sono utilizzati per trasmettere i segnali, le reti televisive via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato 3 – RETE PUBBLICA DI COMUNICAZIONI: una rete di comunicazioni elettroniche utilizzata interamente e prevalentemente per fornire servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico 4 – SERVIZIO DI COMUNICAZIONE ELETTRONICA: consistenti esclusivamente o prevalentemente nella trasmissione di segnali su reti di comunicazioni elettroniche compresi i servizi di telecomunicazioni e i servizi di trasmissione nelle reti utilizzate per la diffusione circolare radiotelevisiva , nei limiti previsti dall‟artt. 2, lettera c) della direttiva 2002/21/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 marzo 2002 5 – ABBONATO: qualunque persona fisica, giuridica, ente o associazione parte di un contratto con un fornitore di servizi di comunicazione elettronica accessibili ai al pubblico per la fornitura di tali servizi, o comunque destinatario di tali servizi tramite schede prepagate 6 – POSTA ELETTRONICA: messaggi contenenti testi, voci, suoni o immagini trasmessi attraverso una rete pubblica di comunicazione che possono essere archiviati in rete o nell‟apparecchiatura terminale ricevente, fino a che il ricevente non ne ha preso conoscenza. In particolare la definizione di posta elettronica è abbastanza ampia da comprendere non soltanto i servizi di posta elettronica tradizionale, ma anche quelli di messaggistica breve (SMS), gli MMS, i messaggi recapitati nelle segreterie telefoniche, quelli locali relativi ai servizi mobili ed anche le comunicazioni gestite tramite internet dirette ad un indirizzo IP. Vi sono poi i principi generali vigenti per l‟art. 130, commi 1 e 2 del D.Lgs. 196/03 intitolato alle comunicazioni indesiderate che riportano altre definizioni relative: - le comunicazioni tramite l‟utilizzo di posta elettronica; - le comunicazioni tramite l‟utilizzo degli SMS; - le comunicazioni tramite l‟utilizzo degli apparati telefax, teleselling, a comunicazione di servizi e di prodotti analoghi; - l‟acquisto di banche dati; - comunicazioni per conto terzi; - responsabilità e risarcimento dei danni. Concetto di pubblicità e problematica della legge applicabile: - liceità e riconoscibilità della pubblicità e tutela dei professionisti; 2 - la la le le le le la pubblicità ingannevole; pubblicità comparativa; pratiche commerciali sleali; azioni ingannevoli; omissioni ingannevoli; pratiche commerciali aggressive; tutela pubblicistica. Per maggior comprensione vediamo ora la terminologia più corrente in uso nel marketing. Di tali definizioni chiariamo solo i concetti di “Teleselling” e “Banche dati” , gli altri termini verranno ampiamente trattati in seguito. - Accettazione: misura l'accoglimento di un annuncio pubblicitario da parte del pubblico. - Account conflict: conflitto di interessi che si crea quando un'agenzia gestisce i budget di due aziende concorrenti. - Account director: la figura che in un'agenzia ha la responsabilità del servizio clienti. - Account executive: funzionario di un'agenzia di pubblicità che ha il compito di curare i rapporti con il cliente, di interpretarne le esigenze e di trasmetterle correttamente all'interno dell'agenzia affinché‚ il reparto creativo produca messaggi conformi agli obiettivi di comunicazione voluti. - Acorn: classificazione di aree residenziali in base alle tipologie di abitanti; è molto utilizzata nelle ricerche sui consumatori. - Acquisizione: acquisto di un'altra società o di una licenza di fabbricazione al fine di espandere la capacità produttiva di un‟impresa. - Acquisto d'impulso: acquisto non programmato da parte consumatore effettuato in seguito alla percezione di uno stimolo. - Address list: elenco di indirizzi utilizzato per le attività di direct marketing. - Advertisement: annuncio pubblicitario. - Advertiser: persona o impresa che investe in pubblicità. - Advertising manager: il manager che in azienda gestisce la pubblicità e tiene i rapporti con l'agenzia. del 3 - Advertising media: i mezzi di comunicazione classici della pubblicità (stampa, televisione, radio, affissioni, cinema). - Affissione: mezzo pubblicitario esterno, come manifesti, poster e cartelli in spazi esterni a loro riservati. - After sales service: servizio di assistenza post vendita. - Agenzia di pubblicità: agenzia che provvede a pubblicizzare prodotti o servizi per conto dei clienti. Fornisce di massima i seguenti servizi fondamentali: ideazione, progettazione e realizzazione dei messaggi; pianificazione dei mezzi; prenotazione di spazi e successivo controllo; attività di consulenza e altri servizi legati alla comunicazione e all'immagine del cliente e dei suoi prodotti. La retribuzione può avvenire in due forme: prezzo fisso prestabilito per i lavori che non prevedono l'uso di mezzi di comunicazione di massa (per esempio cataloghi e depliant), e a commissione per il direct marketing. - Analisi del consumatore: studia le caratteristiche del consumatore secondo diversi parametri sociodemografici (sesso, area di residenza, professione, reddito) e psicologici (gerarchia dei valori, stile di vita, caratteristiche della personalità, ecc. - Art: chi nel settore creativo di un'agenzia studia la creazione della parte visiva di un annuncio. - Audience: gruppo di persone raggiunte da un mezzo pubblicitario in un determinato periodo di tempo. - Below the line: forme di comunicazione diverse della pubblicità. Le principali sono: direct marketing, promozioni, sponsorizzazioni e pubbliche relazioni. - Benefit: vantaggio, beneficio. E' usato sia per identificare i vantaggi da proporre al consumatore, sia per indicare i vantaggi ottenuti od ottenibili dall'impresa mediante un'azione di marketing. - Blind test: test in cui diversi prodotti vengono presentati in forma anonima, cioè senza marca, ad un gruppo di potenziali consumatori che sono chiamati a esprimere le loro preferenze. Serve a valutare la capacità del consumatore di distinguere le caratteristiche proprie del prodotto senza essere influenzato dalla notorietà della marca. - Body copy: la parte scritta di un annuncio pubblicitario in cui sono descritte le caratteristiche dell'azienda e/o del prodotto presentato. 4 - Bozzetto: schizzo di un annuncio pubblicitario, sul quale compaiono, oltre le figure, gli ingombri del testo e, in genere, l'headline. Viene chiamato anche "rough". - Brain storming: metodo decisionale consistente in sessioni intensive di dibattito volte a stimolare proposte e a identificare la soluzione migliore. Le regole generali di una seduta di brain storming sono: esclusione di ogni giudizio critico; accettazione di ogni forma di proposta; produzione di un gran numero di idee; sintesi delle idee espresse. - Brand: marca. Brand awamness: capacità dei consumatori di riconoscere un marchio e di associarlo correttamente a un prodotto, a una linea di prodotti o a un'impresa. - Brand image: immagine del marchio. - Brand positioning: posizione e ruolo di un marchio in relazione ai bisogni che intende soddisfare. - Brand strategy: tutto ciò che concerne gli aspetti del marchio, dalla distribuzione al packaging, e che costituisce la base del piano di marketing. - Breve periodo: concetto, che indica un lasso di tempo indefinito ma comunque vicino al momento attuale. In economia corrisponde al tempo che trascorre prima che le imprese possano modificare la proprietà capacità produttiva. - Brief: documento che riassume gli obiettivi di una campagna pubblicitaria o di una ricerca di marketing, le caratteristiche del mercato potenziale ed eventualmente altre informazioni ritenute necessarie per definire in termini più precisi un'iniziativa. - Brochure: breve opuscolo pubblicitario, caratterizzato spesso da una rilegatura di prestigio. - Budget: bilancio di previsione; stima delle entrate e delle spese relative ad un periodo di esercizio o ad un esercizio intero. In esso sono indicati anche gli obiettivi da raggiungere. Nella comunicazione, oggi, con questo termine si intende semplicemente l'ammontare della spesa di una campagna pubblicitaria. - Budget flessibile: tecnica di previsione che contempla due o più piani alternativi in relazione all'andamento di variabili difficilmente quantificabili a priori. - Business to business: attività aziendale (in genere di comunicazione) rivolta a un'altra impresa e non al consumatore finale. 5 - Campagna di vendita: specifica azione di vendita condotta secondo un programma che sviluppa uno sforzo più intenso su un prodotto, su una zona del mercato o su un segmento di clientela. - Campione statistico: data una popolazione di unità, è una sua parte rappresentativa del tutto.Tre sono i tipi di campione più utilizzati: casuale, stratificato e per quote. Il campione casuale è un campione statistico i cui elementi sono scelti in modo casuale. Il campione stratificato è, invece un campione statistico estratto suddividendo l'universo in strati,cioè in sottogruppi omogenei quanto a caratteristiche prescelte. Il campione per quote, infine, viene formato fissando soltanto il numero di elementi e lasciando libero l'intervistato di scegliere le persone da intervistare purché esse rispondano a determinate caratteristiche (livello di istruzione, sesso e così via) rispetto alle quali sono state fissate le quote - Canale di distribuzione: sequenza di intermediari commerciali (persone o organizzazioni) che provvedono al passaggio dei beni dal produttore al consumatore. La sua funzione essenziale è il trasferimento di un bene. Non sempre gli intermediari commerciali si occupano del trasferimento fisico della merce, a questo scopo vengono infatti utilizzati dei fornitori di servizi specializzati come spedizionieri e trasportatori che non rientrano nel canale distributivo ma ne sono solo uno strumento (distribuzione fisica). Da un punto di vista economico il canale di distribuzione ha il compito di colmare i le distanze tra impresa e mercato. Con il commercio elettronico si possono superare soprattutto le distanze di tipo geografico. - Case history: spiegazione di un fatto, azione, fenomeno attraverso un esempio concreto; molto utilizzato nei corsi di formazione, soprattutto in quelli di marketing, per completare, anche attraverso un dibattito tra i partecipanti, l'acquisizione di concetti teorici. - Ciclo di vita del prodotto: descrive, basandosi sull'andamento delle vendite nel tempo, il passaggio di un prodotto attraverso quattro stadi successivi: introduzione, sviluppo, maturità, declino che corrispondono ad altrettante tipiche situazioni della domanda. - Claim: promessa principale fatta al consumatore in campagna di comunicazione. Comunicazione aziendale: nel marketing. E' l'insieme di tutti gli strumenti con cui l'azienda si presenta nel mercato; per esempio pubblicità, promozione, pubbliche relazioni, packaging, sponsorizzazioni e direct marketing. - Controllo di marketing: processo tendente a verificare, attraverso il confronto fra dati consuntivi parziali e dati di budget, che le risorse 6 impiegate e la loro combinazione consentano di raggiungere gli obiettivi di mercato pianificati. - Copy: parte di testo di un messaggio pubblicitario. - Copywriter: chi nell'agenzia ha il compito di ideare i testi pubblicitari. Svolge la sua attività creativa in stretto collegamento con l'art director. - Costi di marketing: costi sostenuti dall'impresa nello svolgimento della sua azione di marketing. Il costo complessivo di marketing è dato dagli oneri relativi nelle seguenti attività generali: creazione e sviluppo della domanda; acquisizione degli ordini; direzione e controllo delle attività di vendita; magazzinaggio e conservazione dei prodotti finiti; distribuzione fisica dei prodotti finiti; finanziamento della clientela e recupero crediti. Per quanto riguarda la tipologia del costo si rileva che anche gli strumenti di marketing possono essere caratterizzati dal costo fisso o da quello variabile (oppure da un costo in prevalenza dell'uno o dell'altro tipo). Si intendono per costi fissi quelli che sorgono indipendentemente dalle vendite generate. Ad esempio, una volta stabilito il budget di una campagna pubblicitaria, questo rimane tale sia che le vendite aumentino molto sia che queste aumentino poco in seguito alla campagna stessa. I costi variabili invece nascono in dipendenza delle vendite effettuate e quindi sono successivi ad esse. Il differente grado di rischio insito nelle due tipologie è perciò evidente. - Coupon: tagliando di un annuncio pubblicitario o promozionale che il consumatore compila e spedisce per ottenere informazioni, per fare un ordine o per ricevere in prova il prodotto. Buono sconto o buono-acquisto che dà diritto ad ottenere una riduzione di prezzo su un prodotto o un omaggio dietro presentazione dello stesso al dettagliante. - Direct mail: invio di materiale informativo, promozionale e pubblicitario o di una proposta di vendita fatta dall'azienda, per posta al recapito del cliente potenziale. Da non confondere con il direct marketing, di cui il direct mail rappresenta solo una delle diverse leve. Direct marketing: tecnica di marketing con la quale l'impresa si propone di ottenere una risposta diretta da parte del cliente finale sia questa un ordine d'acquisto, una richiesta di informazioni, una domanda di campione di prova o di altro materiale promozionale. Non coincide necessariamente con la cosiddetta vendita diretta, cioè la vendita che esclude ogni intermediario nella distribuzione. L'azione di marketing diretto potrebbe, ad esempio, avere lo scopo di indirizzare il cliente ad un negozio indicato o di ottenere informazioni. La caratteristica saliente del direct marketing è perciò quella di indurre il consumatore a compiere l'azione propostagli (e 7 ottenerne la prova) e non si identifica come invece molti ritengono con l'utilizzo della posta. E il solo sistema di marketing che permette la verifica quantitativa delle risposte, cioè della redemption, e quindi rende possibile l'effettuazione di test preliminari prima del lancio dell'azione su ampia scala. I mezzi più usati sono: gli annunci stampa con coupon, gli invii postali (direct mail, i comunicati radio/televisione, il telefono, il telemarketing) che forniscono il recapito per il contatto. Un'azione di direct marketing o di marketing diretto, si compone tipicamente di tre fasi principali: l'identificazione dei clienti potenziali, l'identificazione di un messaggio che si avvale di criteri creativi suoi propri, la scelta dei mezzi di contatto più opportuni. Display: contenitore, spesso recante un testo pubblicitario, usato per l'esposizione della merce nelle vetrine o all'interno dei negozi al dettaglio. In genere i contenitori derivano dalla scomposizione in elementi singoli della confezione utilizzata per il trasporto della merce dal fornitore al dettagliante. Riferito anche a una particolare disposizione della merce su un banco di esposizione. - Dry test: test tipico del direct marketing. E' la proposta di vendita fatta al cliente potenziale senza avere ancora realizzato il bene reclamizzato. Il test consente di scegliere il messaggio più efficace e di ottimizzare le dimensioni della campagna di mailing prima di correre i rischi insiti nella produzione del prodotto. - Follow up: seguito di una campagna pubblicitaria che mette in evidenza nuovi aspetti della comunicazione rafforzandola. Può essere usato per qualsiasi azione di marketing che ne rafforza una precedente. - Franchising: formula distributiva in cui il titolare di un marchio, ne concede lo sfruttamento a un dettagliante all'interno di un contratto. In particolare l'azienda cede, in cambio del pagamento di un compenso (di norma definito come percentuale sul fatturato), il proprio marchio, i prodotti e più in generale il proprio know how commerciale. Di norma il dettagliante non può inserire nel proprio assortimento prodotti di altre ditte se non dietro autorizzazione scritta del partner contro il pagamento di un compenso. - Headline: In un annuncio pubblicitario è la parte del testo che apre il messaggio e che viene messa in risalto, usando tra l'altro caratteri di stampa più grandi (e di solito in maiuscolo) per attirare l'attenzione. Solitamente sintetizza il tema della comunicazione o della campagna. Questo termine viene ora utilizzato al posto di slogan, parola non amata dai pubblicitari Immagine: sintesi delle opinioni che il pubblico ha di un'impresa e lo dei suoi prodotti. Deriva da un processo di sedimentazione delle relazioni fra pubblico e impresa. Molti sono i fattori che intervengono nell'affermare l'immagine: la qualità dei prodotti/servizi, la pubblicità, la tipologia distributiva, il giudizio espresso dagli opinion leader, l'informazione dei - 8 mass-media e altri ancora. L'immagine ha significativi effetti sul comportamento del consumatore ed è caratterizzata da una certa inerzia al cambiamento per cui, se un'impresa riesce ad ottenere una buona immagine, ha acquisito un patrimonio di credibilità duraturo nel tempo. Con il termine corporate image ci si riferisce all'impresa o al gruppo industriale, con brand image si identifica invece l'immagine del marchio. - Indagine: esplorazione di un aggregato di persone, che avviene mediante tecniche statistiche di tipo campionario. Se oggetto dell'esplorazione è un mercato, si parla di ricerca di mercato; se viceversa si esplora l'opinione della gente su fonti di rilevanza politica o morale, si ha la ricerca di opinione pubblica o sondaggio d'opinione. - Indagini demoscopiche: ricerche statistiche volte ad accertare opinioni, atteggiamenti e caratteristiche di una determinata popolazione. Vengono normalmente eseguite su un campione. Può consistere nella sola ricerca di dati o rilevazione di comportamenti (desk work), oppure, più frequentemente, implica un'intervista o la compilazione di un questionario da parte dei componenti il campione. - Indagini motivazionali: tipo di indagine qualitativa realizzata applicando metodologie proprie della psicologia e della sociologia che servano a mettere in luce le motivazioni consce e inconsce dei consumatori. - Indagini qualitative: studiano il comportamento individuale del consumatore cercando di scoprire quali forze spingono l'individuo a sviluppare un determinato atteggiamento verso l'azienda, il prodotto, la comunicazione pubblicitaria e così via. - Indagini quantitative: forniscono la dimensione di un fenomeno. A differenza delle indagini qualitative che cercano di spiegare il perchè‚ di determinati comportamenti, le quantitative indicano quante persone adottano un certo comportamento. - Layout: disposizione appropriata degli elementi che compongono un annuncio pubblicitario: figure, headline, body copy. Consente di visualizzare il messaggio prima di passare all'esecutivo. Indica anche la disposizione degli scaffali in un punto vendita. - Mailing: Invio per corrispondenza al recapito del cliente potenziale di una proposta di vendita o di materiale promozionale. Gli elementi di un mailing sono: la busta, il depliant illustrativo, la lettera che descrive il prodotto e invita il lettore a fare l'ordine e, infine, la cartolina d'ordine. - Mailing list: elenco di nominativi di persone fisiche o società cui recapitare per posta materiale promozionale o una proposta di vendita. 9 Mailing shot: singola azione di invii inuna campagna di vendite per corrispondenza. - Marca: nome, disegno, segno grafico che identifica un prodotto o una linea di prodotti o un'impresa. Per il marketing la marca è un mezzo di differenziazione del prodotto avente lo scopo di simboleggiare in modo sintetico e continuativo l'immagine del prodotto presso il consumatore e i clienti. La marca costituisce il presupposto per una politica di differenziazione per le sue capacità di evocare univocamente le qualità reali del prodotto e i valori psicologici a esso assegnati dal consumatore. Nel caso di marche con notorietà universale e permanente, le cosiddette grandi marche, questa capacità di sintesi diventa un valore autonomo che va al di là del prodotto e dell'impresa. - Marchio: quella parte della marca che è riconoscibile ma non è pronunciabile, come un simbolo, un disegno, un colore o un tipo di iscrizione caratteristici. - Mark-up: margine che viene sommato ai costi di produzione per determinare un prezzo di vendita che consenta la realizzazione di un profitto. Viene espresso come percentuale sul costo. - Markdown: ribasso del prezzo. - Market: mercato o insieme delle persone e degli operatori economici interessati a un prodotto o servizio o risorsa e che dispongono di un reddito sufficiente per acquistarlo. - Market oriented: si dice di un'azienda che nella sua strategia dà la priorità alle esigenze del mercato; cioè opera in funzione delle caratteristiche dei consumatori e dei vincoli che devono essere superati per soddisfarli. - Marketing: identificazione dei bisogni e della loro possibile soddisfazione con merci o servizi adeguati. In realtà, gli esperti non sono concordi sulla definizione di marketing: secondo alcuni è tutto ciò che non è amministrazione o produzione. Per altri poi il marketing è genericamente tutto ciò che concorre a portare l'azienda sul mercato. - Marketing dei servizi: attività di marketing fatta dalle imprese del settore terziario. Il marketing dei servizi si riferisce a un settore produttivo che ha raggiunto primaria importanza nelle economie avanzate e che è caratterizzato da peculiarità specifiche che ne giustificano una trattazione autonoma. - Marketing differenziato: preso atto che il mercato è un insieme non omogeneo di bisogni ed esigenze nei confronti di un prodotto, l'azienda lo segmenta, sceglie i segmenti cui rivolgersi e infine mette a punto una 10 serie di marketing mix differenti per ciascuno di essi. Il contrario di marketing indifferenziato. - Marketing indifferenziato: strategia che si basa nel presupposto che il mercato cui l'azienda si rivolge sia omogeneo e quindi non segmentato. - Marketing mix: combinazione dei fattori di marketing dell'impresa. Riguarda tipicamente le decisioni relative al prodotto, al prezzo, alla pubblicità, alla promozione, ai canali di distribuzione e alla rete di vendita. L'ottimizzazione del marketing mix è il miglior uso combinato nella gestione e nella destinazione delle risorse tra i fattori descritti. - Media: mezzi di comunicazione pubblicitaria: televisione, radio, stampa, cinema e affissioni. Il reparto media di un'agenzia pubblicitaria si occupa della pianificazione, della prenotazione e del controllo degli spazi per i messaggi nei vari mezzi. Nelle agenzie maggiori si distingue il media planner come responsabile della pianificazione dal media buyer, cioè colui che tiene i contatti con i concessionari di pubblicità ed eventualmente con le case editrici. - Menabò: modello dell'impaginazione di una pubblicazione stampata. In un fascicolo esattamente dello stesso formato e dello stesso numero di pagine del prodotto finito nel quale sono segnate, pagina per pagina, tutte le indicazioni per l'impaginazione con i relativi ingombri dei testi e delle illustrazioni. - Mercato: aggregato di individui e di altri operatori economici interessati a un prodotto, o servizio o risorsa, e che hanno un reddito adeguato all'acquisto dello stesso. Il concetto di mercato implica che le contrattazioni che vi avvengono si influenzino a vicenda in modo da determinare l'equilibrio tra la domanda e l'offerta. Si definisce mercato al rialzo la situazione in cui i compratori sono pronti ad acquistare quantità maggiori di quelle che i venditori sono in grado di offrire; poiché‚ ciò dà loro un maggior potere contrattuale, questa situazione viene definita anche mercato dei venditori. - Mercato captive: terreno di caccia esclusivo di un'azienda. Nel caso, ad esempio, di un grande gruppo industriale è mercato captive quello rappresentato dalle altre società del gruppo nei confronti delle quali l'azienda in questione ha una posizione di fornitore privilegiato. - Mercato depresso: mercato in cui vi sono più beni che consumatori. - Merchandise: merce,prodotti. - Merchandiser: persona od organizzazione che predispone l'esposizione e la promozione dei prodotti. 11 - Merchandising: complesso di attività che hanno lo scopo di promuovere le vendite una volta che la merce abbia raggiunto il punto di vendita stesso; per esempio confezione, esposizione, sconti, offerte speciali, distribuzione di materiale promozionale. Tale attività può essere svolta dal fornitore, dal venditore o da entrambi. - Newsletter: pubblicazione, in genere di poche pagine, che riporta notizie scritte in modo sintetico. Ha per oggetto settori specifici e viene distribuita normalmente su abbonamento o allegata a giornali. - Operazione a premi: azione promozionale che prevede la consegna di premi a tutti coloro che compiono una certa azione; di solito comprare un prodotto o una certa quantità di prodotti. La legge non consente operazioni a premi per alcuni beni di prima necessità, medicinali e tabacco. - Packaging: confezione o studio della confezione. Elemento di estrema importanza per la differenziazione e la personalizzazione del prodotto oltre che per la distribuzione fisica e la sua esposizione nei punti vendita. Il packaging consente una politica di marca, è indispensabile veicolo per la fornitura di alcuni servizi impliciti al consumatore quali l'informazione sul prodotto e una migliore possibilità di conservazione. Il suo ruolo è andato aumentando con la diffusione del self- service perché‚ è uno strumento per comunicare stimoli al consumatore proprio sul punto di vendita e quindi la percezione dello stimolo può provocare immediatamente l'acquisto. - Confezione: elemento di estrema importanza per la differenziazione e la personalizzazione del prodotto oltre che per la sua distribuzione fisica e la sua esposizione nei punti vendita. Il packaging consente una politica di marca, è indispensabile veicolo per la fornitura di alcuni servizi impliciti al consumatore quali l'informazione sul prodotto e una migliore possibilità di conservazione. Il suo ruolo è andato aumentando con la diffusione del self service perchè uno strumento per comunicare stimoli al consumatore proprio sul punto di vendita e quindi la percezione dello stimolo può provocare immediatamente l'acquisto. - Panel: è una indagine quantitativa di carattere periodico, che esplora famiglie o negozi. Il panel famiglie si fonda di solito sui diari che le massaie aderenti compilano, e spediscono all'istituto con frequenza settimanale. Pay-off: frase conclusiva di un annuncio pubblicitario. Spesso è posta dopo la marea per qualificare e rafforzare la comunicazione. Si presta a essere l'elemento di continuità di campagne pubblicitarie diverse. - - Pianificazione di marketing: processo normalizzato che si concretizza in piani atti al raggiungimento di determinati obiettivi di mercato. In particolare con pianificazione di marketing si intende quella parte della 12 pianificazione aziendale che si riferisce direttamente al rapporto impresa/mercato. Tuttavia è assai difficile trovare un confine fra la pianificazione di marketing e la pianificazione aziendale essendo le due intimamente compenetrate sicché ogni definizione è comunque una forzatura. - Public Relation: relazioni pubbliche, ovvero attività di comunicazione dell'impresa, attuata di solito con l'ausilio di professionisti specializzati, tendente, attraverso contatti con persone di una qualche influenza, a ottenere un ambiente positivamente predisposto all'impresa e ai suoi prodotti. Gli obiettivi più comuni delle PR sono l'ottenimento di articoli redazionali e di citazioni nei mass media, la partecipazione dell'impresa a iniziative importanti, gli incontri con opinion leader e con i rappresentanti delle istituzioni nonché‚ tutte le forme di cortesia tendenti ad attribuire all'impresa connotati di gradevolezza e correttezza. - Promozione: vendite: insieme di attività che, utilizzando tecniche proprie, conferiscono un valore addizionale e provvisorio al prodotto o servizio per facilitarne la vendita e/o stimolarne l'acquisto. Il considerare la promozione vendite come uno strumento di marketing di pari dignità degli altri è cosa relativamente recente e ancora vi è una certa confusione tra gli operatori aziendali riguardo alle sue possibilità, ai suoi limiti e soprattutto alle caratteristiche professionali richieste per sviluppare concretizzare azioni efficaci e in sintonia con le strategie complessive di approccio al mercato. Il numero elevato di tecniche utilizzabili e la loro notevole differenziazione non ha consentito finora di accentrare in un unico fornitore, come ad esempio è avvenuto in pubblicità, tutte le attività connesse con la promozione vendite. Le agenzie di sales promotion sono poche e solo da pochi anni si sono date un'associazione l'Asp. - Pull: letteralmente significa tirare. Nel marketing identifica una precisa strategia dell'azienda volta ad attirare sempre più consumatori sul punto di vendita. La pubblicità è la leva principale di tale strategia. E‟ il contrario di push. - Push: letteralmente significa spingere. Nel marketing, in particolare, identifica una precisa strategia dell'azienda volta a spingere il proprio prodotto attraverso i canali distributivi. La forza vendita è la leva principale utilizzata per attuare questo tipo di azione. E' il contrario di una strategia cosiddetta di pull. - Rete di vendita: struttura organizzativa aziendale formata dal personale preposto al contatto diretto con la clientela attuale e potenziale. E' particolarmente importante per le aziende che si basano su una politica push, ovvero per quelli di piccole e medie dimensioni. 13 In genere la rete di vendita è formata da venditori che rispondono gerarchicamente a responsabili di area e questi a loro volta al direttore vendite. Tale struttura ha i compiti fondamentali di: ottenere gli ordini, cioè di concretizzare il sell in, fornire servizio e assistenza ai clienti e favorire quindi il sell out e raccogliere informazioni dal mercato e trasmetterle alla direzione aziendale. In alcuni casi, come ad esempio nella tentata vendita, i venditori hanno anche il compito di consegnare la merce al momento dell'ordine; ciò avviene per i beni ad acquisto ripetuto a basso ordine medio. I responsabili (chiamati ispettori o capi area) hanno ovviamente compiti di indirizzo, di controllo, di prospezione, di attuazione sul campo delle politiche aziendali. Mentre i responsabili a vario livello della rete di vendita sono quasi sempre dipendenti diretti dell'azienda non sempre ciò accade anche per il personale di vendita sul campo. Si distinguono infatti reti di vendita dirette, composte da venditori dipendenti e reti di vendita indirette formate da persone od organizzazioni autonome che agiscono sul mercato in favore dell'azienda. - Ricerche di marketing: la sistematica raccolta, registrazione e analisi dei dati concernenti il marketing dei beni e servizi. Con le ricerche di marketing l'impresa cerca di aumentare la conoscenza dell'ambiente esterno e della propria attività al fine di ridurre il rischio nelle proprie scelte e di ottimizzare le proprie risorse. Possono essere ricerche di marketing "interne" se hanno fini di ottimizzazione dell'uso degli strumenti del marketing mix e di controllo; sono ricerche "esterne" se possono essere raggruppate in due grandi tipologie: qualitative e quantitative. Le indagini qualitative, studiano il comportamento individuale del consumatore cercando di scoprire quali forze agiscono a sviluppare un determinato atteggiamento verso il Prodotto o verso una comunicazione pubblicitaria. Il comportamento del consumatore è fortemente influenzato da spinte psicologiche: le ricerche motivazionali vengono realizzate con l'applicazione delle metodologie proprie della psicologia e della sociologia e servono a mettere in luce le motivazioni consce e inconsce. Vengono condotte principalmente per conoscere l'atteggiamento verso un prodotto, una marca o l'impresa. Un altro vasto campo di applicazione è la pubblicità per verificare l'efficacia del messaggio mediante i copy test. Le ricerche motivazionali sono utilizzate anche per saggiare il grado di accettazione di un nuovo prodotto da parte del pubblico oppure per analizzare le sue reazioni a nuove confezioni. - Ricerche quantitative: sono utilizzate principalmente per stimare il potenziale mercato, l'entità dei vari segmenti, le quote di mercato. Esse inoltre sono di notevole importanza in pubblicità per la stima dell'audience dei mezzi di comunicazione e per la sua segmentazione. La statistica fornisce diverse tecniche di campionamento. Il campione probabilistico o casuale è formato da unità dell'universo che hanno tutte la medesima probabilità di entrarvi; il campione così estratto ha la 14 proprietà di permettere, entro ben definiti campi di errore, l'estensione dei risultati ottenuti dalla sua analisi all'intero universo da cui è stato estratto. In pratica la possibilità di ottenere un campione casuale è molto ridotta sia per la difficoltà tecnica di dare a ogni elemento la stessa possibilità di entrarvi sia per i probabili altissimi costi della conduzione della ricerca. - Target group: gruppo di individui ai quali è diretta un'azione di marketing, in particolare una comunicazione pubblicitaria. - Target market: segmento di mercato o insieme di consumatori cui l'azienda si rivolge. - Target marketing: espressione utilizzata per indicare le azioni di selezione e segmentazione del mercato. 15 LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING La rete ha ormai raggiunto un successo e una diffusione enorme, praticamente capillare, e riuscire a cavalcare l‟onda lunga della rete può sancire il successo o l’insuccesso di un’iniziativa commerciale. Il cosiddetto popolo del Web - quello importante, che fa opinione, che è sempre più ampio - ha una caratteristica decisamente appetibile per ogni azienda che si rispetti: spende, spende tanto. O almeno è disposto a farlo. Ma Internet è un mondo in continua espansione e in perpetuo cambiamento, e gli addetti al marketing di un‟impresa sono spesso costretti a frenetici cambi di rotta promozionali per seguire il trend del momento. Alle volte, sfociando in errori grossolani: Twitter è l‟ultimo esempio di tali errori Il successo dei sistemi di Social Networking è ormai sotto gli occhi di tutti, e non è un caso che tutti i “mostri sacri” del settore informatico stiano facendo a gomitate per entrarci . Le nuove frontiere del marketing: La nuova frontiera del web marketing muove aziendali. nella direzione dei blog Sempre più spesso le aziende decidono di gestire direttamente un proprio blog aziendale al fine di migliorare i rapporti di comunicazione con l‟esterno. Si può affermare con certezza che il Blog può divenire uno strumento molto importante nella crescita del business di una Azienda. Quali caratteristiche deve avere un Blog Aziendale per mettere a frutto le sue potenzialità? Un Blog Aziendale deve essere puntualmente aggiornato con post nuovi e che siano in grado di suscitare l’interesse del lettore. Questo richiede, ovviamente, tempo e dedizione. Bisognerebbe stabilire con precisione il tempo da dedicare quotidianamente al proprio blog, alla ricerca di informazioni, alla creazione degli articoli, ecc. Dall‟indagine condotta sul campo da Nora Ganim Barnes risulta, infatti, che ben il 38% dei blogger presi in esame (74 blogger in totale) ha incrementato i propri post dopo aver stabilito di dedicare più tempo al proprio blog. Un Blog Aziendale deve essere parte integrante del business plan della propria azienda. L‟obiettivo potrebbe essere quello di diffondere la mission aziendale. Essendo un importante strumento di comunicazione e scambio, il blog potrebbe costituire uno strumento essenziale anche all‟interno dell‟azienda 16 stessa, ad esempio per curare le relazioni tra sito aziendale e siti affiliati o sponsorizzati dall‟azienda. In ogni caso, stabilita la missione del blog, bisognerà stabilire con precisione “chi dovrà postare, quanto spesso e su quali argomenti”. Un Blog Aziendale può diventare un fondamentale mezzo di conversazione. La conversazione differisce dalla comunicazione per il suo carattere biunivoco. Comunicare un messaggio significa dire qualcosa a qualcuno in maniera unidirezionale. La comunicazione non implica necessariamente uno scambio. La nuova frontiera del marketing e, in modo particolare, quella del web marketing non può non includere la partecipazione attiva, lo scambio, il dialogo, la collaborazione. E qui ritorna il Marketing Liquido di Maurizio Goetz che, tra i suoi principi fondamentali prevede proprio la conversazione intesa come atto collaborativo: “With and for not at and to“. Infine, un Blog Aziendale deve mirare all’autenticità e alla trasparenza. La cosa curiosa è che il Blog Aziendale, pur essendo un valido strumento per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal business plan di un‟azienda, deve necessariamente fuoriuscire dalla logica aziendale per incontrare quella del cliente o del consumatore. Calarsi il più possibile nei panni dell‟utente che legge i propri post e farlo con sincerità, senza forzature. Una delle funzioni del Blog è proprio quella di consentire all‟azienda di riscoprire il proprio brand grazie alla messa in atto di una conversazione puntuale e fruttifera con i suoi interlocutori-clienti. Ma che guadagno potrebbero trarvi le aziende? Semplice: la visibilità. Le pratiche di buzz-marketing sono sempre più diffuse e apprezzate e il motivo è anche economico: se si riesce a usare bene le dinamiche della Rete, ci si può fare una buona pubblicità senza spendere un capitale. Tornando a Twitter, ad esempio, può diventare interessante l‟uso che ne fa una delle più grandi aziende di telecomunicazioni italiane: la tradizionalissima Telecom Italia. Già avvezza allo strizzare l‟occhio alle nuove generazioni (vedi Tim e le varie TimTribù), l‟ex monopolista telefonico è riuscita infatti a sfruttare efficacemente lo strumento, usando un account sul servizio di social networking per pubblicizzare in Rete interviste e iniziative del suo portale multimediale on-line. Un‟idea che forse non ha ottenuto i risultati sperati (con sole 19 persone a seguire gli aggiornamenti di Alicelive), ma che contribuisce comunque a dare un‟immagine dinamica e giovane dell‟azienda. Il segreto sta tutto nel capire con chi si sta parlando e come parlarci, stabilendo a prescindere un accurato piano di marketing. Cercando di non fare, magari, la stessa fine dell‟account di SKY: completamente abbandonato. Che lezione ne possono trarre le piccole e medie imprese? Che il buzzmarketing via social network è possibile: magari non è l‟unico tipo di pubblicità su cui si debba puntare, ma può essere un valido aiuto. 17 Bastano un minimo di elasticità e di creatività, accompagnati ovviamente dalla costanza (in Rete la fiducia e la nomea va sempre costruita nel tempo, non arriva in immediato). Vediamo alcuni nomi di tipologie di marketing che è opportuno esplicitare. Non lo faremo per Twitter e Social Networking che sono conoscenze comuni, ci soffermeremo invece su: marketing non convenzionale passaparola marketing buzz marketing marketing liquido ambush marketing guerriglia marketing marketing virale ambient marketing Mucca Viola Proximity marketing 1 - Marketing non convenzionale: si intende quell'insieme di strategie promozionali che sfruttano metodi di comunicazione "innovativi", differenti dai classici sistemi pubblicitari. I prodotti vengono proposti al pubblico in modo "alternativo", per rimediare all'assuefazione del marketing tradizionale. L'assunto di base è il seguente: dopo anni di pubblicità (alla televisione, alla radio, sui cartelloni, sulla stampa), i consumatori sarebbero ormai abituati alla "classica" propaganda aziendale e rimarrebbero meno impressionati dai tentativi di "influenza" commerciale. I sistemi di Marketing Non Convenzionale, grazie alle loro caratteristiche peculiari, sarebbero in grado di attirare nuovamente l'attenzione del pubblico e permettere una maggiore efficacia del messaggio. L'evoluzione della società post-moderna ha trasformato oltre che i processi culturali e quelli produttivi anche il modo in cui viene percepito il prodotto commerciale. Quelli che prima venivano definiti come "consumer", ovvero consumatori divengono parte integrante del processo di produzione e distribuzione di prodotti e servizi, passando allo stato di "prosumer". Questo genere di evoluzione è ben evidente attraverso Internet dove gli utenti collaborano per creare nuove mode e correnti di pensiero e dove il marketing non convenzionale affonda parte delle proprie radici. Invece di interrompere i consumatori mentre sono impegnati nelle varie forme di intrattenimento o informazione, il marketing non convenzionale diventa a sua volta intrattenimento o informazione, in tal modo dovrebbe essere in grado di ottenere la completa attenzione da parte del pubblico. Alcuni esempi di marketing non convenzionale possono essere un video divertente diffuso su YouTube, un prodotto impiegato all'interno di un videogioco, la creazione di situazioni bizzarre per ottenere la citazione del brand in un servizio 18 giornalistico oppure l'inserimento peculiare della merce in punti strategici delle città. Uno dei concetti fondamentali del marketing non convenzionale è il passaparola: è il pubblico stesso a diffondere la pubblicità, perché la trova particolarmente divertente, interessante o utile. Grazie al marketing non convenzionale, le aziende avrebbero a disposizione un sistema efficace per coinvolgere i consumatori post-moderni, ma la disciplina non è ancora del tutto ben compresa. Rimane ancora molta confusione sull‟argomento e questo porta ad alcuni limiti non trascurabili. Il marketing non convenzionale funziona solamente quando è davvero straordinario. La propaganda convenzionale stabilisce la sua funzione in base alla quantità immediata di utenti raggiunti, affidandosi ai grandi numeri dei mass media, ma non tiene conto delle “qualità sociali” dei suoi messaggi. La qualità sociale è difficile da misurare: quante volte una pubblicità è stata ignorata? Quante persone ne hanno parlato agli amici? È semplice contare le cifre fornite dai mezzi broadcasting (share del programma TV, copie vendute del giornale), ma non è altrettanto facile quantificarne l‟impatto. Per riuscire a coinvolgere socialmente i consumatori, il marketing ha bisogno di comprendere meglio i linguaggi del suo pubblico e sviluppare i nuovi messaggi promozionali attraverso le abitudini espressive della società contemporanea. Per realizzare una pubblicità efficace bisogna riuscire ad essere originali, introdursi attivamente nei rapporti sociali delle persone, dimostrare la qualità effettiva del prodotto e rendere l‟advertising una forma di intrattenimento piacevole, compatibile con i valori del target che si vuole raggiungere. Nell'ambito del marketing il passaparola (indicato con l'espressione word of mouth) indica il diffondersi, attraverso una rete sociale, di informazioni e/o consigli tra consumatori. 2 - Passaparola marketing: da sempre il passaparola definisce una comunicazione parlata face-to-face, ma, con l'evoluzione dei mass media, vengono prese in considerazione in questo ambito anche le conversazioni telefoniche, i messaggi di testi inviati tramite SMS o il web, i post dei blog, nelle community, i messaggi istantanei ed e-mail e comunque qualsiasi messaggio che permetta una interazione tra persone. Alle volte il significato di passaparola è utilizzato anche per indicare dei rumor, dei gossip, il "sentito dire" e le allusioni. In genere il metodo del passaparola è più comunemente utilizzato per indicare la trasmissione di un'informazione positiva piuttosto che negativa, anche se questo non è una regola assoluta. 3 - Buzz marketing: è quell'insieme di operazioni di marketing non convenzionale volte ad aumentare il numero e il volume delle conversazioni riguardanti un prodotto o un servizio e, conseguentemente, ad accrescere la notorietà e la buona reputazione di una marca. Consiste cioè nel dare alle persone motivo di parlare circa un prodotto o servizio e nel facilitare quelle conversazioni. 19 La parola buzz è infatti onomatopeica e richiama il ronzio delle api: in estrema sintesi il buzz marketing rappresenta quindi la possibilità di raggiungere nel minor tempo possibile quello che viene definito "sciame", cioè un gruppo di utenti omogeneo per interessi rispetto a un tema o a una categoria di prodotti/servizi. Buzz marketing è dunque la strategia di coloro che, consapevolmente o inconsapevolmente, gratis o a pagamento, utilizzano il web (tramite, ad esempio, blog, forum e social network) per parlare e far parlare (o cercare di far parlare) di beni, aziende o marche. 4 - Marketing liquido: è alla base del marketing moderno. Il termine marketing liquido si riferisce come concetto all‟acqua che invade ogni luogo dove vi sia una minima apertura e si espande fino a che il contesto glielo permette. „ L‟essenza del marketing liquido è la flessibilità, l‟incisività e l‟abilità di usare i nuovi canali del web. Presupposto del marketing liquido è anche l‟attitudine del target a non essere più solo soggetto passivo del marketing, ma di muoversi a suo piacere nel web alla ricerca del brand per lui più significativo. 5 - Ambush marketing è l‟espressione comunemente usata nel mondo anglosassone in ipotesi di associazione indebita (non autorizzata) di un brand ad un evento mediatico; ossia quando lo stesso non appartenenga ad uno degli sponsor ufficiali. Accade sovente che un brand paghi per diventare sponsor ufficiale ed unico di un dato evento mediatico, nel quale si intromette, con un'azione di marketing non convenzionale, un'altra compagnia in modo non ufficiale. Facciamo un esempio per meglio capire cosa sia l‟ambush marketing: il 22 marzo 2007 Sony lancia in Francia, con un evento mediatico senza precedenti, la nuova PlayStation 3. All'evento si "imbosca" Microsoft che, senza essere autorizzata, sfrutta lo sforzo di Sony per promuovere la sua X-Box, diretta rivale della PS3. 6 - Guerriglia marketing (dall'inglese Guerrilla Marketing) è una definizione coniata dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel 1984 nel suo libro omonimo per indicare una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l'utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull'immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali. Uno dei primi esempi di guerrilla marketing è stato la leggenda metropolitana messa in rete, e da lì lanciata dagli altri media, in cui si parlava di quattro cineasti scomparsi in una foresta del Maryland nel 1994, di cui furono ritrovate le riprese a distanza di anni; un sito trattava del caso, e dopo poco uscì al cinema The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair. Attualmente vi è un declino del guerrilla marketing a causa del suo uso eccessivo e troppo spregiudicato. 7 - Marketing virale è un tipo di marketing non convenzionale che sfrutta la capacità comunicativa di pochi soggetti interessati per trasmettere il 20 messaggio ad un numero elevato di utenti finali. La modalità di diffusione del messaggio segue un profilo tipico che presenta un andamento esponenziale. È un'evoluzione del passaparola, ma se ne distingue per il fatto di avere un'intenzione volontaria da parte dei promotori della campagna. Il termine nasce nella metà degli anni '90 con Draper Fisher Jurvetson utilizzando una analogia biologica con la diffusione esponenziale di un virus: il principio del viral marketing si basa sull'originalità di un'idea: qualcosa che, a causa della sua natura o del suo contenuto, riesce a espandersi molto velocemente in una data popolazione. Come un virus, l'idea che può rivelarsi interessante per un utente, viene passata da questo ad altri contatti, da questi ad altri e così via. In questo modo si espande rapidamente, tramite il principio del "passaparola", la conoscenza dell'idea. In genere, il termine è riferito agli utenti della rete che, più o meno volontariamente, suggeriscono o raccomandano l'utilizzo di un determinato servizio (per esempio, per la scelta di un indirizzo e-mail). Ultimamente, questa tecnica promozionale si sta diffondendo anche per prodotti non strettamente connessi a Internet: veicolo del messaggio resta comunque la comunità in rete, che può comunicare in maniera chiara, veloce e gratuita. Un esempio di marketing virale in rete sono le e-mail contenenti storie divertenti, giochi online, siti web curiosi, che nel giro di pochi giorni possono attrarre milioni di visitatori. Spesso si tratta di fenomeni temporanei, i cosiddetti internet meme (Internet phenomenon), che hanno un picco di visite in un periodo determinato, per poi veder calare la propria attrattiva. Tra i "fenomeni" recenti della rete, si può citare il sito The Million Dollar Homepage di Alex Tew, uno studente inglese che, per pagarsi gli studi universitari, ha avuto l'idea di vendere un milione di pixel a un dollaro ciascuno. 8 - Ambient marketing è una forma di marketing non convenzionale che sfrutta l'ambiente (sia esso una strada, un negozio, un ascensore, una cabina telefonica, la toilet di una discoteca...) per "incontrare" il target. Come le altre forme di Marketing non convenzionale (Marketing virale, Guerriglia marketing, ecc) nasce per ovviare alla obiettiva difficoltà di "farsi vedere" nel crescente affollamento pubblicitario dei mezzi tradizionali.. Nel caso dell‟Ambient Marketing, la fascia di target alla quale ci si desidera rivolgere è presente in determinati luoghi in certi momenti della giornata. Ed è lì che si va a colpire. L‟ambient marketing cerca di portare la pubblicità direttamente dove si trova il suo target specifico, costruendo messaggi ad hoc per i suoi obiettivi; un target potenzialmente molto ricettivo, perché colto "di sorpresa" in un momento di rilassatezza, in un ambiente ove si è recato con motivazioni completamente diverse da quelle usuali per la ricezione di una comunicazione pubblicitaria. Sempre più frequentemente anche la grandi aziende ricorrono a questa forma di Marketing, ad esempio i "Kissing Point" realizzati da Labello nelle stazioni ferroviarie tedesche o la dicitura "per una dimostrazione del prodotto rompere il vetro" applicate dalla Hoover sugli oblò degli aerei di linea. 21 Il campo nel quale attualmente l'Ambient Marketing conosce un maggiore sviluppo è quello della Comunicazione Sociale, spesso ad opera delle più importanti associazioni ambientaliste ed umanitarie. Importanti esempi in questo settore sono stati realizzati anche in Italia (come la campagna per i diritti dei disabili " 9 - Mucca Viola è usato come metafora dall'esperto di marketing Seth Godin per definire un prodotto o servizio che per le sue caratteristiche e qualità risulti essere unico nel suo genere, originale e straordinario, che presenta caratteristiche non convenzionali, produrrà passaparola naturale tra la gente e di conseguenza si pubblicizzerà. L'autore, viaggiando in autostrada, nota per esempio che le mucche, guardate dal finestrino, alla lunga diventano banali a vedersi; solo una ipotetica Mucca Viola, elemento anomalo, potrebbe essere di qualche interesse per l'osservazione. Ecco quindi che, ad esempio in una campagna per biancheria intima una modella o un nodello vestito che pubblicizza il prodotto diventa una mucca viola. E‟ chiaro che tale strategia deve essere in continua evoluzione: ne è un esempio all‟inizio la scelta di Giovanni Rana di pubblicizzare con una presenza personale i propri prodotti alimentari. Questa scelta si è dimostrata vincente, ma poi case concorrenti come la Amadori e altre del settore avicolo hanno usato la stessa strategia e da qui la scelta di Giovanni Rana di cambiare nuovamente metro pubblicitario per ritornare ad essere una mucca viola visto che gli altri, copiandolo, erano diventati mandria uniforme. 10 - Proximity marketing: è una delle forme del marketing relazionale più innovative che mira a coinvolgere gli utenti al momento giusto e nel posto giusto. Le applicazioni di proximity marketing consentono infatti di portare l‟attività di web marketing nel luogo in cui si dovrà attivare il contatto diretto con il cliente facendogli vivere un‟esperienza di acquisto più intensa, stimolante e vicina agli aspetti economici e culturali della sua vita quotidiana. Per fare ciò il proximity marketing utilizza le tecnologie dei sistemi di Digital e Mobile Signage. I sistemi Digital e Mobility signage sono media informativi basati su tecnologie hardware e software (pannelli LCD, LED o PLASMA e trasmettitori bluetooth, SMS, smartphone) che abbinano le più moderne tecnologie visuali ai servizi informativi interattivi per rispondere all‟esigenza sempre maggiore di fornire con maggiore efficacia, semplicità e chiarezza notizie e informazioni audio/video dinamiche e pubblicitarie. Il proximity marketing ha due ambiti fondamentali di applicazione: - concorsi e animazioni in store: consentono l‟attivazione e la gestione di concorsi promozionali finalizzati alla creazione di traffico in-store o di interesse attorno ad un evento (Instant Win) 22 - servizi e contenuti: consentono all‟utente di interagire in modo innovativo tramite il chiosco interattivo digitale con contenuti multimediali e applicazioni web. MARKETING MULTILIVELLO O NETRWORK MARKETING (MLM o MM) Il marketing Multilivello è un nuovo modello organizzativo nato nel 1934 in America, di recente introduzione in Italia che viene utilizzato abbondantemente al di sotto delle sue potenzialità. Non è ancora possibile presentare dati attendibili sulla diffusione del MM perché è difficile ricondurre i dati ad una quadro statistico attendibile, ma oggi molte decine di migliaia di persone in Italia sono coinvolte nel MM sia come venditori che come acquirenti ed è inoltre un fenomeno in fase di crescita costante.. Per un sociologo il MM è un modello innovativo di organizzazione del lavoro, ma in realtà il MM è un sistema di distribuzione nato negli USA alcuni decenni fa che fa parte della grande famiglia del direct marketing. Per capire il MM si deve pensare al mercato tradizionale nel quale la distribuzione di qualunque bene o servizio è generalmente affidata ad alcune figure intermediarie: il prodotto passa di soggetto in soggetto (es. importatore nazionale, rappresentante regionale, grossista locale, commerciante al dettaglio) prima di arrivare al consumatore finale. Ad ogni passaggio il prezzo del prodotto aumenta perché ogni intermediario è un‟azienda con i suoi costi e le sua aspettativa di guadagno. Si calcola che circa il 70%-80% del prezzo finale di un prodotto è dovuto alla distribuzione. Questo numero elevato di passaggi che generano notevoli incrementi nel costo finale del prodotto ha creato i presupposti per la nascita di forme sempre più aggressive di commercio che mirano ad accorciare il canale di distribuzione. Il direct marketing (vendite per corrispondenza, televendite, e-commerce) che la grande e grandissima distribuzione non sempre hanno il risultato di un effettivo abbattimento dei prezzi perché il fine perseguito dalle aziende è per lo più un maggior guadagno. Un‟azienda produttrice che scavalca la sua rete di distribuzione può certamente praticare prezzi molto inferiori rispetto a quelli di mercato, ma probabilmente non potrebbe mai raggiungere quei clienti che solo una distribuzione capillare, distribuita sul territorio, può incontrare. I centri commerciali poi vendono alcuni prodotti a prezzi molto vicini a quello di costo e talora perfino inferiori e quindi in perdita e questo per una strategia di attrazione della clientela e poiché il loro obiettivo è avere un utile scaricano questa perdita su altri prodotti che permettono un maggiore margine di guadagno. Il MM, anche se tecnicamente è affine al direct marketing, è in realtà una via di mezzo tra lo stesso e la rete di distribuzione in quanto la rete di distribuzione non è costituita dai tradizionali intermediari e allo stesso tempo l‟azienda non è lontana dalla clientela e territorialmente isolata in quanto sono gli stessi consumatori che diventano anche distributori. 23 Perché il consumatore si convinca a diventare anche distributore è necessario che il consumatore sia pienamente soddisfatto del prodotto ed è per questo motivo che quasi tutte le aziende che lavorano in modalità MM distribuiscono prodotti di ttima qualità, con un elevato valore aggiunto e con tutta una serie di vantaggi esclusivi alla clientela che comprendono: sconti, informazioni utili, condizioni particolari, agevolazioni di pagamento, premi, riconoscimenti, ecc. Il differenziale tra il costo del prodotto e il prezzo al pubblico, quel 70%-80% che prima veniva assorbito dagli intermediari della distribuzione, viene invece gestito dall‟azienda che lo rimette in circolo tra i suoi consumatori/ distributori sotto forma di sconti, servizi e vari incentivi alla distribuzione. Il MlM viene definito anche “marketing del passaparola” perché la conoscenza dell‟azienda e dei suoi prodotti, anziché essere affidata alla pubblicità sui mass media viene affidata ai singoli consumatori che però non ricevono per “tale servizio” pubblicitario alcun compenso: il MlM invece si fonda proprio sul principio che il consumatore che con il suo passaparola contribuisce ad aumentare le vendite del prodotto stesso viene retribuito in vario modo dall‟azienda con condizioni esclusive di vario tipo facendolo così partecipare agli utili e costituendo quindi un‟appendice produttiva dell‟azienda stessa. Parliamo pertanto di consumatore attivo anziché del consueto consumatore passivo che opera nel commercio tradizionale. La flessibilità: aspetto caratterizzante del MM. La flessibilità è il perno attorno al quale gira il MM. Si distingue in: 1- flessibilità del lavoro: nel multilivello si hanno tempi di lavoro totalmente libero e sono quindi definiti rispetto alle esigenze di chi lavora e non a quelle dell‟impresa per la quale si lavora. 2- Flessibilità nella prestazione del servizio: un incaricato intelligente è in grado di definire il servizio in modo personalizzato agendo su tre dimensioni: la convenience, la consulenza e la socialità. Per convenience si intende “avere una consegna a domicilio senza bisogno di recarsi presso negozi.”e quindi quando i prodotti sono più complessi e/o il cliente è meno sicuro di cosa desidera acquistare, il servizio può assumere i connotati di una consulenza personalizzata. L‟alternativa del MM consente così di ottenere un tipo di prestazione commerciale che, per effetto della diffusione del libero servizio, diventa sempre più difficile trovare nella rete distributiva in sede fissa. 3 – Flessibilità organizzativa: nel MM i ruoli non sono codificati, ma si autodefiniscono: si può stare nel sistema solo come acquirente, avendo un ruolo modesto nella creazione di nuovi incaricati o tentare di vendere sempre di più fino a diventare un‟impresa commerciale vera e propria che segue nun numero di rami molto elevato. La decisione dell‟alternativa da scegliere spetta ai singoli che la prenderanno a seconda delle proprie capacità e delle attitudini che hanno e sapranno scoprire in se stessi per svolgere un‟attività di vendita. 24 Il sistema si auto-organizza e il mandante dovrà solo preoccuparsi che ciò avvenga dentro un codice di comportamento che non comprometta la vita stessa della rete. La flessibilità che caratterizza il Multilivello è anche alla base della sua efficienza economica, infatti grazie ad esso è possibile rendere produttive risorse che in un diverso contesto rimarrebbero inutilizzate: si tratta di risorse di lavoro imprenditoriali e di capitale. Nel MM le risorse materiali a disposizione degli individui, quali il proprio automezzo o lo spazio interno alla propria abitazione, sono utilizzabili con finalità produttive e pertanto un insieme di microrisorse trovano un‟utilizzazione economica che altrimenti non avrebbero. Come si formano i guadagni nel MlM Nel MlM l‟azienda cura tutti gli aspetti “a monte” della distribuzione e fissa il prezzo di vendita calcolando forme percentuali di sconto e provvigione. Ogni consumatore finale ha la certezza di acquistare direttamente ai prezzi e alle condizioni stabilite dall‟azienda ed ogni incaricato ha la sicurezza di perecepire gli sconti e le provvigioni che gli spettano, calcolate automaticamente tenendo traccia di tutte le transazioni operate. Le provvigioni sono calcolate sul volume di fatturato prodotto secondo le formule: 1 – vendita diretta a terzi dei prodotti (distribuzione diretta) che consiste nell‟offrire a persone non associate all‟azienda i suoi prodotti- Poiché il prezzo finale è predeterminato al distributore spetta una provvigione sul venduto. 2 – sull‟associazione di nuovi consumatori che avranno esattamente gli stessi vantaggi e le stesse opportunità di distribuzione (distribuzione indiretta)- La distribuzione indiretta è strettamente connessa al meccanismo del passaparola poiché il consumatore associato gode di vantaggi esclusivi e concreti, oltre alla vendita diretta ha la possibilità di fare pubblicità al programma di associazione con l‟azienda. Il nuovo associato avrà così diritto anche lui a tali vantaggi e potrà scegliere a sua volta di fare pubblicità ai prodotti e al programma di associazione. Le provvigioni indirette sono calcolate sul fatturato generato dalla “rete” di consumatori/distributori creata col passaparola: non solo su quello delle persone associate, ma anche su quelli di quelle associate da loro e così via. Ogni azienda ha il suo piano di retribuzione (detto generalmente piano di marketing) e le sue regole di compensazione e permette retribuzioni fino a 3, 5, 10 o infiniti “livelli” di profondità. Le aziende di MlM incentivano al massimo il “passaparola” ed è possibile creare una rete di consumatori/distributori di migliaia di persone. In questo caso il diritto a percepire provvigioni anche minime (pochi punti percentuali) su un volume di vendite molto grosso si traduce in guadagni consistenti. Le aziende di MlM attive nel mondo sono migliaia, ma la maggior parte di tali aziende non supera i due anni di vita e purtroppo non sono rare neppure le iniziative illegali- Un bon MlM dovrebe avere ottime prospettive di guadagno a lungo termine per tutte le persone coinvolte, basso o nullo rischio finanziario e 25 dovrebbero essere basate su un‟impostazione etica e meritocratica del lavoro ed avere una buona base di prodotto. Le più importanti realtà che applicano il multilevel sono: Avedisco, Amway, Herbalife, Forever living, Gnld, Nsa Italia, Jafra, Nuskin Italy. Multilivello e piramidi Spesso multilivello e vendita piramidale vengono confusi, ma sono notevoli le differenze di natura economica che distinguono i due sistemi. Le finalità di MM e Piramidi sono opposte: per il MM la finalità può essere definita solo nel lungo periodo e si basa sulla ricerca delle condizioni per costruirsi una solida posizione sul mercato. Nel caso delle Piramidi l‟obiettivo è opposto perché la finalità è quella di appropriarsi, prima che la natura predatoria del meccanismo diventi palese, della quantità più elevata possibile di risorse. Le conseguenze pratiche di tale differenza sono facilmente verificabili e sono il vero discriminate tra le due tipologie di vendita. La base di reclutamento di entrambi i metodi diventa molto ampia e il meccanismo e i singoli si muovono agevolmente dentro i rami in cui si suddividono i due sistemi. Nel MM però prevale il concetto dell‟auto imprenditorialità perché il MM comporta per il venditore la capacità di organizzare altre persone, di valutare le attitudini delle persone che il venditore seleziona per diventare imprenditore e di guidarle nella prima fase di introduzione nella rete: sono pertanto capacità che l‟incaricato alle vendite deve imparare a sviluppare a partire da se stesso e dal rapporto che ha con chi lo ha introdotto nel sistema. Nel caso delle Piramidi vi è invece un atteggiamento predatorio: bisogna raccogliere il maggior numero possibile di risultati nel breve periodo anche se questo comporta la distruzione della rete. Nel MM vi è una tendenza strutturale ad offrire prodotti di qualità mentre nella Piramide vi è la necessità di ricavare il massimo di profitti possibile cercando di ampliare il margine tra costo e prezzo di vendita giocando sul livello quantitativo e quindi offrendo prodotti scadenti. Nel MM non esiste incentivo a forzare minimi di acquisto sugli incaricati: si vuole vendere al consumatore finale e si vuole che questi mantenga un rapporto duraturo con la rete che non venga perduto a causa di una eccessiva pressione commerciale. Nelle Piramidi invece l‟incentivo è opposto perché si vuole scaricare a valle, da livello a livello, tutto il prodotto possibile nel più breve tempo possibile perché il sistema è destinato a morire nel tempo. Un‟ulteriore e fondamentale differenza tra MM e Piramide è costituita dalla concessione di una facoltà di resa ampia e reale che esiste nel MM ed è invece solo formale nella Piramide dove si mettono in atto tutte le strategie per non permettere le rese dei clienti dei prodotti acquistati non conformi alle offerte. Per quanto riguarda i servizi agli incaricati il MM è orientato a fornirli perché costituiscono un investimento sulla rete che darà i suoi frutti nel tempo. Al 26 contrario, chi cerca un profitto immediato come nella Piramide , vede i servizi agli incaricati come un inutile costo e pertanto non li fornirà. Confronto tra Multilivello e vendita tradizionale La differenza tra il marketing Multilivello e la vendita effettuata con modalità tradizionale si può riassumere in quattro punti fondamentali: 1 – Area di vendita: nella vendita tradizionale il mercato di riferimento dei normali punti di vendita è definito da un‟area geografica limitata spazialmente rispetto a coloro che hanno un livello di prossimità più o meno elevato nei confronti dell‟esercizio. Con il marketing Multilivello invece l‟area di vendita è definita dalle relazioni interpersonali che si intrattengono con la clientela potenziale: non esiste quindi una dimensione geografica dell‟area di vendita, ma una dimensione sociale poiché dipende dal ceto di provenienza dell‟incaricato e dal tipo di relazioni di lavoro che aveva e, se svolge attività di vendita di multilivello a tempo parziale, che continua ad avere. Queste relazioni si estendono nello spazio e raggiungono luoghi molto lontani che possono anche essere internazionali: tutto questo non è possibile nella vendita tradizionale. 2 – Natura dei legami tra incaricati: gli usuali legami tra gli intermediari nel mercato tradizionale sono di natura puramente economica, nel marketing Multilivello ci sono invece anche relazioni interpersonali ed è quindi molto più forte di quello che prevale nelle usuali transazioni commerciali ed è caratterizzato da fattori di solidarietà ed omogeneità che contribuiscono a rendere coesa la rete. 3 – Rapporti con la clientela: nella vendita tradizionale il rapporto con i clienti è un semplice scambio che può nei casi di fidelizzazione diventare una relazione. Nel MM è invece la relazione con il cliente che porta alla necessità di trasformare pure relazioni di scambio in rapporti di relazioni durature basate sulla fiducia con l‟approccio definito “marketing relazionale”. Il MM utilizza pertanto il meccanismo che per le normali reti di vendita è un punto d‟arrivo: questa è la vera potenzialità del MM che gli permetterà di crescere ulteriormente nel futuro. Bisogna però evidenziare che mentre la vendita tradizionale nei negozi segue lo schema classico per cui il compratore contatta di propria iniziativa il venditore recandosi di persona nel negozio, nel MM è il venditore che contatta il consumatore e può accadere pertanto che alcuni acquisti vengano effettuati non tanto per volontà di farlo, ma solo per compiacere il venditore, per amicizia o per incapacità caratteriale di opporre rifiuti. Si può pertanto ravvisare un caso di consenso viziato che necessita di opportuna tutela legale. 4 – Sviluppo della carriera: lo sviluppo della carriera nelle organizzazioni di vendita tradizionale sono definite da parametri rigidi che si cerca di rendere più flessibili, mentre nel MM lo sviluppo della carriera è invece legata all‟empowerment, ossia di organizzare il proprio lavoro in modo responsabile 27 connaturandolo in modo imprenditoriale e non soggetto ad una gerarchia aziendale. Possiamo concludere dicendo che le potenzialità del MlM sono più elevate di quanto oggi non venga sfruttato: oggi il MlM è solo in una fase iniziale, ha sperimentato un insieme di procedure e ha iniziato a trovare le sue regole, ma le sue potenzialità maggiori riguardano la customizzazione di massa basata su una più attiva partecipazione del consumatore alla progettazione dei beni che gli sono destinati. Aspetti legali del Multilevel Marketing In Italia non è ancora in vigore una legge specifica relativa al marketing multilivello. Esiste però una normativa di recepimento della direttiva comunitaria sui contratti negoziali fuori dai locali commerciali, cioè quelle tipologie di vendita diretta in cui si verifica la compresenza fisica tra consumatore e venditore. La direttiva 577 del 1985 che è stata recepita in Italia nel 1992 prevede una serie di strumenti di protezione del consumatore , in particolare il diritto di recesso che autorizza il consumatore a sciogliersi dal contratto stipulato entro un periodo di sette giorni senza dover addurre motivazioni o prove di adeguatezza del prodotto. Tale diritto di recesso non è connesso ad altro onere se non quello di tenere debita cura delle merci e di pagare le spese di spedizione al mittente. Un altro strumento di tutela molto forte per il consumatore è l‟obbligo di informazione imposto a chi vende per via diretta. Nel momento della stipulazione del contratto si deve consegnare al consumatore un testo scritto in cui sia evidenziata la possibilità di far valere il diritto di recesso. E‟ infatti inutile prevedere la facoltà di recesso se colui che ne può fruire ne ignora l‟esistenza. Se tale obbligo di informazione è veicolato, il periodo che viene concesso al consumatore per meditare sull‟acquisto effettuato ed eventualmente recedere dal contratto, si prolunga dai sette ai sessanta giorni. Questo dimostra come il legislatore ritenga molto rilevante l‟obbligo di informazione. Per le imprese che operano in regime di trasparenza il diritto di recesso e l‟obbligo di informazione non sono un peso per le imprese perché le stesse utilizzano il codice di autodisciplina del settore che pone delle regole ancora più tutelanti per il consumatore di quelle legali, quale ad esempio un periodo di ripensamento più lungo. Quando nel 1992 è stata emanata in Italia la direttiva 577 sopra indicata era già in preparazione un‟altra direttiva concernente le vendite a distanza: si tratta sempre di vendite dirette in cui però il venditore non viene fisicamente a contatto con il consumatore, ma lo raggiunge tramite una comunicazione a distanza, attraverso catalogo, televisione, internet o altri sistemi. La direttiva delle vendite a distanza è stata emanata nel 1997 allargando il recepimento della direttiva del 1985 anche al fenomeno delle vendite a distanza. Il decreto di recepimento tutela infatti il consumatore sia in 28 caso di vendita a distanza che in caso di visita di un venditore espressamente richiesta dal consumatore stesso. L‟azienda che si avvale della tecnica del Marketing Multilivello deve pertanto rispettare i requisiti del decreto sopra citato e dovrà anche rispettare una serie di ulteriori requisiti normativi e gli art. 1469 bis e seguenti del Codice Civile che riguardano la trasparenza dei contratti standard, ovvero la tematica delle clausole vessatorie per le quali precedentemente vigeva l‟obbligo della doppia firma sui contratti standard. Gli art.li 1469 e seg. Del C.C. recepiscono la normativa 93/13. Si deve poi ricordare il decreto legislativo 115 del 1995 che recepisce la direttiva di Sicurezza generale dei prodotti di consumo del 1992 la quale pone al produttore e al distributore oneri significativi anche se definiti in termini generali. Vi è inoltre il divieto alle vendite piramidali. Tra gli interventi legislativi più tutelanti in materia di vendite dirette c‟è quello inglese con le Trading Scemes Regulation del 1997 che proteggono sia ilo consumatore che le imprese del ramo: esse prevedono che qualsiasi bene, distribuito con questa tecnica, possa essere restituito entro 14 giorni con totale rimborso di tutte le spese subite. 29