Coordinamento Provinciale Pari Opportunità Bolzano Landeskomitee für Chanchengleichheit Bozen CONVEGNO DEL 9.11.2011 UN PATTO DI GENERE PER LA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: Nella mattinata di mercoledì 9 novembre 2011 presso la Sala Bruno Buozzi della sede della Uil a Roma si è svolto il Convegno “Un Patto di genere per la salute e sicurezza sul lavoro”, al quale hanno partecipato, in rappresentanza del Coordinamento Pari Opportunità Provinciale della UIL-SGK la responsabile provinciale Laura Senesi e Monica Murari componente esecutivo pari opportunità. Al convegno, aperto dalla Responsabile del Coordinamento P.O. Nazionale, Maria Pia Mannino, è stata sottolineata l’importanza della funzione del sindacato sul tema salute e sicurezza, dal momento che opera all’interno delle aziende. L’art. 28 del D.lgs 9 aprile 2008, n. 81 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro” evidenzia come la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli collegati allo stress lavoro-correlato, di cui all’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi. All’interno delle aziende è importante il benessere organizzativo. Da parte della dirigenza ci deve essere un’attenzione alla diversità e alla valutazione delle competenze prevenzione di disagio fisico e psicologica attraverso il coinvolgimento di tutti i lavoratori all’interno delle politiche aziendali. Ecco dunque l’importanza della formazione specifica in tema di salute e sicurezza, tema che deve diventare bagaglio di tutti i lavoratori e le lavoratrici. La Consigliera Nazionale di Parità, dott.ssa Alessandra Servidori, dopo aver espresso la propria soddisfazione per la Carta delle Pari Opportunità firmata da tutte le OO.SS., ha ribadito l’importanza della regolarità del lavoro, della formazione, anche in tema di sicurezza e salute sul posto di lavoro, della problematica del welfare aziendale, di pensare a un sistema di copertura previdenziale complementare, e di non perdere di vista la tematica del gender pay gap e del gender pay pension. La dott.ssa Maria Castraiotta (INAIL ex ISPESL) ha riportato alcuni dati a proposito dell’impatto dell’ottica di genere nella ricerca su salute e sicurezza a livello nazionale e comunitario. La ricerca in materia è giovane sia a livello internazionale che a livello italiano. In Europa nel 2000 sono stati pubblicati degli studi che mettevano in relazione la segregazione occupazionale con alcune patologie. Nella più recente pubblicazione del 2011 dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro, venivano date delle indicazioni ai vari stati su alcune tematiche sensibili: 1. Nuove forme contrattuali: i nuovi posti di lavoro sono costituiti, soprattutto per le donne, da contratti a tempo determinato, part time e lavoro multiplo (uno studio francese ha evidenziato che il 5% delle donne ha un lavoro multiplo). Particolare attenzione va posta ai gruppi vulnerabili di lavoratrici: donne giovani, donne anziane e donne immigrate. Spesso l’accettazione di un lavoro da parte delle donne dipende dagli impegni familiari e dalla necessità di conciliazione più che dal titolo di studio. La segregazione occupazionale orizzontale e verticale è in crescita. I Paesi dell’Europa orientale sono in controtendenza: ci sono più donne occupate in lavori al alto contenuto tecnico e le donne manager sono il 40% (media E: 33%, Italia: 12%). Un fenomeno in crescita è quello delle discriminazioni multiple: in base al genere, alla disabilità, alla provenienza. 2. Malattie professionali e esposizioni a rischi: disturbi muscolo-scheletrici (emergenza per i casi denunciati a causa dell’invecchiamento della forza lavoro – soprattutto nell’ambito sanitario e nell’insegnamento), stress e depressione (le D sono più soggette a depressione e ansia rispetto agli uomini, a causa degli impegni multipli, delle scarse aspettative di carriera e dei bassi stipendi), tumori professionali (c’è una minore ricerca sui tumori delle donne, soprattutto nei campi della sanità, della cura della persona – parrucchiere, estetiste; inoltre studi recenti evidenziano una correlazione tra lavoro notturno e tumore alla mammella); malattie cardio-vascolari (le D hanno maggiore rischio di essere colpite da ictus), rischio per malattie cardiovascolari (a causa del sovraffaticamento dovuto al carico maggiore degli impegni delle donne, probabile che il gap sulla aspettativa di vita andrà a ridursi) 3. Esposizione a rischi: emergenza rumore (danni extrauditivi legati al rumore, che incidono sul sistema cardiovascolare, sugli ormoni e sul sangue, elevando la pressione arteriosa), violenza (minacce, umiliazioni e attenzioni sessuali, che comportano rischi di depressione e stress), sostanze pericolose (materiali infetti soprattutto nei settori della sanità e nella cura della persona), rischi multifattoriali (combinazione di stress e disturbi muscolo-scheletrici, rumore e sostanze chimiche, lavoro notturno e sostanze pericolose – es. nel settore delle pulizie - maggiori cadute, età e sostanze pericolose) 4. Governance delle tematiche di genere: è fondamentale superare l’approccio neutro rispetto alla salute e sicurezza sul lavoro. Il mainstreaming di genere è ormai diffuso a livello europeo e deve diventarlo sempre più anche a livello italiano, per poter adattare il lavoro alle persone e non viceversa. Per poter assicurare ciò è necessario un approccio trasversale e una sinergia tra ministero del lavoro, dell’energia, dell’innovazione, delle pari opportunità, … attraverso un approccio partecipativo, coinvolgendo tutti i rappresentanti del mondo del lavoro (aziende, lavoratori e lavoratrici, sindacati, …). Il Segretario Confederale UIL, Carlo Fiordaliso, ha ricordato come il sindacato deve occuparsi del tema della salute in ottica di genere, sollecitando i propri rappresentanti della sicurezza, organizzando occasioni di formazione sul territorio per i RLS e spingendo affinché le donne si candidino a fare i RLS: solo grazie all’impegno diretto di lavoratori e lavoratrici si possono ridurre le situazioni di rischio. Importanza di fare rispettare con fermezza e determinazione la vita e la dignità dei lavoratori. La dott.ssa Paola Mencarelli ha effettuato un intervento in tema di Donne e stress: si ha una situazione di stress quando le richieste sono superiori alle risorse possedute. Lo stressor è un attivatore a livello fisico: tutto il sistema ne viene coinvolto, ma, poiché uomini e donne sono diversi dal punto di vista fisico e psicologico, anche la loro capacità di rispondere allo stress è diversa. Per quanto riguarda le donne, alcuni studi recenti riportano che a livello fisiologico lo stress sulle donne comporta un aumento della cefalea, di irrigidimento muscolare, la riduzione della fertilità del 12%, un aumento del rischio di aborto (di 3 volte),. L’art. 28 del D.lgs 81/2008 introduce l’ottica di genere nella valutazione dello stress e offre oggi l’opportunità e l’occasione di pensare alla sfida della valorizzazione delle differenze: uomini e donne sono diversi e quindi ogni situazione deve essere valutata in modo diverso. Si può essere ingiusti trattando in modo diverso cose uguali ma altrettanto ingiusti trattando in maniera uguale cose diverse. Una ricerca dell’Istituto di neuroscienze sostiene che circa 9 milioni di italiani soffrono di stress. Questa ricerca cita tra le maggiori cause di stress, che attivano il sistema immunologico: molteplicità di ruoli, mancanza di carriera e segregazione verticale, discriminazione di genere e molestie sessuali, cause che colpiscono maggiormente le donne. Ecco perché nella valutazione dei rischi stress lavoro-correlato è importante tenere conto dell’ottica di genere e prendere in considerazione gli stressor specifici delle donne, dal momento che le conseguenze non sono uguali per uomini e donne. L’ottica non deve essere quella della parità, ma quella della valorizzazione delle differenze e in questa “partita” è fondamentale la collaborazione dei RSL e del sindacato. Nel corso del prossimo anno l’obiettivo è organizzare momenti formativi per i RLS con l’aiuto dell’Inail con percorsi specifici a livello di ottica di genere. Laura Senesi