“acea 2.0” sessanta giorni dopo

“ACEA 2.0” SESSANTA GIORNI DOPO
Al netto dell’emergenza gelo di questi giorni (peraltro prevista) le criticità che si sono
manifestate, secondo il nostro punto di vista, in questo primo periodo dalla partenza del nuovo
sistema sono strettamente legate al modello organizzativo aziendale. Difatti, con le modifiche
apportate, emerge come le due strutture principali, Pianificazione e Dispacciamento,
abbiano bisogno di ulteriori risorse oltre alle due in procinto di arrivare che vanno a
completare le 6 assunzioni dedicate al dispacciamento (in realtà si tratta solo di tre nuovi
inserimenti poiché nel frattempo per vari motivi tre risorse – 1 pensionamento;1 mancato
rinnovo di comando distacco da Le Soluzioni e il termine di un periodo di stage- non sono più
in forze alla funzione Dispatcher) dichiarate dall'Azienda al momento della presentazione al
sindacato del Service per Umbra Acque, per rispondere al meglio alle reali esigenze dei
servizi a loro collegati. Ridiventano di fondamentale rilevanza, anche se per il sindacato lo
sono sempre state, le attività del Numero Verde e la conoscenza del territorio e delle
varie Aree da parte della Pianificazione per limitare gli interventi multipli su analoghe
segnalazioni. A tale proposito ci preme ricordare l’importanza che potrebbe ricoprire una
rivisitazione di questa funzione che, secondo noi, pur mantenendo una vocazione
centralizzata potrebbe sperimentare di “nuovo” dei veri e propri presidi di zona. Si sta
inoltre riscontrando, nel passaggio di alcune operazioni da Pianificazione a Dispatcher che
richiedono “forzature” sulle assegnazioni agli operatori, l’impiego di più tempo che in passato,
e che talvolta vi è la necessità di inviare i lavoratori a svolgere interventi urgenti
telefonicamente, in attesa che l’ordine possa essere inserito e processato nel sistema. In tutto
ciò va tenuto in debito conto il fatto di come il Dispacciamento, da quando elabora
informazioni anche per Umbra Acque, arranchi notevolmente nel tentativo di dare sufficienti
risposte a Operativi e Tecnici. Diciamo questo perché temiamo che nello sforzo di dare un
servizio all’altezza della situazione, la Pianificazione da una parte e le due linee Dispatcher
oggi impegnate (una su Umbra Acque l’altra su Publiacqua), se non tempestivamente
supportate con le modalità sopra proposte, risultino congestionate a tal punto da
peggiorare il servizio garantito fino ad oggi. Rimangono inalterati inoltre tutti i rimanenti dubbi,
compresa la nostra richiesta di conoscere i dettagli del contratto di Service con Umbra
Acque per gli aspetti già citati a suo tempo, contenuti nel Comunicato Unitario Filctem,
Femca e Uiltec del 9 dicembre scorso rispetto ai quali crediamo debbano essere date risposte
già a partire dai prossimi incontri. Per tutto ciò che riguarda il Commerciale, l'introduzione del
CRM, in concomitanza con la centralizzazione del server informatico e con le nuove
procedure e nuovi orari in conformità alle delibere dell’Autorità Energia, ha comportato
rallentamenti e problemi di allineamento con le procedure aziendali, mettendo spesso in
difficoltà gli operatori. Oltre alla richiesta di monitorare il rapporto fra utenza, tempo
di attesa agli sportelli e numero di addetti riteniamo necessaria la presenza per un altro
periodo di almeno un consulente del sistema, in ogni ufficio. Contemporaneamente
occorre a nostro avviso completare la formazione del personale su tutti gli aspetti legati
sia al nuovo sistema operativo che alle procedure aziendali, oltre che curare il funzionamento
dei sistemi di contatto alternativi, Call Center e sportello on line, che ci risultano soffrire ancora
di diverse criticità.
Non è pensabile né, secondo noi, accettabile che un passaggio di sistema e organizzativo di
questa natura, con la scontata e necessaria attenzione al mantenimento della qualità del
servizio reso ai cittadini, gravi sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici di Publiacqua
con il generalizzato peggioramento delle condizioni di lavoro.
PUBLIACQUA e le SEDI DI LAVORO: Riteniamo necessario, per quanto riguarda la sede di
Pistoia, una volta che sarà confermato il suo acquisto da parte di Publiacqua, conoscere una
stima di massima sulla durata dei lavori di adeguamento necessari affinché le lavoratrici e i
lavoratori interessati al temporaneo spostamento presso altre sedi possano organizzarsi al
meglio. Per quanto riguarda la sede di Anconella invece - dopo che le RLS per almeno due
anni hanno sviscerato sotto ogni aspetto le questioni inerenti il D.L. 81 2008 e
numerosi appelli si sono susseguiti oltre naturalmente allo sciopero svolto – continuiamo a
ribadire (come sempre fatto con considerazioni serie e sostenibili e con la finalità di produrre
davvero il risultato voluto dalle OO.SS. e dai lavoratori, senza andare a scomodare il “politico
di turno” che per forza di cose ripeterà cose già sentite e che sappiamo già) che quella sede
deve essere celermente superata. Per questo seguendo proprio quanto il D.L. 81 del 2008
prevede e descrive, tenuto conto che vi erano, e ci auspichiamo ci siano ancora,
all’ordine del giorno alcune riflessioni da parte di Publiacqua su alcune sedi e
impianti (tutte rinviate dalla necessità di trovare una soluzione rapida al problema sorto sulla
sede di Pistoia) consideriamo che sul tema complessivo delle sedi si debba sviluppare
quanto prima un ragionamento serio da parte dell’Azienda che tenga conto delle
proposte fatte a suo tempo in merito a questa situazione criticata dal sindacato e dai
lavoratori. Come Sindacato al proposito abbiamo le idee chiare che non mancheremo di
proporre di nuovo alla Direzione e sulle quali chiederemo risposte precise. Si rifanno,
ovviamente, a logiche che mettono su un piano preminente la vivibilità degli spazi
lavorativi senza per questo però compromettere l’operatività dei servizi, anzi, è provato da
tempo di come il lavoratore in ambienti confortevoli e situazioni di rapporti interpersonali
distese produca molto di più. Se solo pensiamo ai diversi milioni di euro spesi nell’errore
Anconella ci chiediamo ancora oggi del perché questi soldi (molti meno secondo noi ne
sarebbero serviti) non siano stati utilizzati per migliorare gli ambienti dove Pianificazione e
Dispacciamento erano precedentemente allocati, se “l'obiettivo organizzativo non si
esprimeva tanto nella localizzazione in Via Villamagna 39, quanto piuttosto nella
necessità di rendere disponibile la concentrazione di competenze e professionalità”
perché non farlo dove erano già e non costringendo al sottovuoto spinto diverse decine di
lavoratrici e lavoratori? Siamo nella piena consapevolezza di essere monotoni, ma il nostro
mantra su questo come su altri argomenti non cambierà fino a che non sarà trovata una
soluzione. Per fare tutto ciò occorrono pero due elementi basilari che temiamo non siano nelle
disponibilità o nei proponimenti di questa Azienda; umiltà di ascoltare e volontà di mettere
in condizioni i lavoratori di stare “bene” sui luoghi di lavoro e tutto ciò permetteteci di dirlo
lascia l'amaro in bocca quando osservando, ascoltando e ricevendo testimonianze di
come in buona parte di imprese all'avanguardia le condizioni del lavoratore sul luogo di
lavoro siano poste dal management come “mission” principale aziendale.
Concludiamo sul tema del “telelavoro” (cosi si chiamava all’epoca quando iniziammo a
parlarne) oggi “Smart Working” (domani non sappiamo) solamente per chiedere a questa
Azienda 2.0 quanto tempo ancora impiegherà a metter su uno stralcio di sperimentazione
di questa modalità lavorativa.
13 gennaio 2017