Il delicato rapporto con le organizzazioni ambientaliste di Giovanni Guerisoli Aprire una discussione all'interno della Cisl sulla questione ambientale appare ormai indispensabile proprio alla luce dei dibattiti e delle conclusioni affrontate nelle assemblee congressuali, sia confederali che di categoria, che si stanno tenendo in tutta Italia. C'è da dire che l'ambiente, dal punto di vista sindacale, è sempre stato un argomento delicato. In passato il nostro approccio rispetto alle questioni di natura ambientale è stato, spesso, dettato dall'emergenza o dalle ipotesi di impatto occupazionale, con il rischio per il sindacato di essere chiamato a governare il conflitto ambiente/occupazione. Questo tipo di atteggiamento non è più sufficiente per essere all'altezza dei processi di cambiamento che sono in atto a livello legislativo e che sono visibili sul piano sociale per il rilievo che hanno sull'opinione pubblica i problemi dell'inquinamento e del conseguente allarme sanitario. Le tematiche ambientali sono un argomento di "ordinaria amministrazione", ossia riguardano le agende e le politiche ordinarie e non solo gli interventi straordinari. Dal punto di vista legislativo, poi, le misure e gli interventi per tutelare l'ecosistema hanno creato un regime di sovranità limitata per quei paesi, tra questi l'Italia, che hanno sottoscritto i Trattati Internazionali in materia di contenimento dell'inquinamento atmosferico e di riduzione delle emissioni industriali. Le decisioni prese a livello europeo e internazionale su questa partita sono così immediatamente eseguibili da poter già determinare importanti novità in settori strategici della vita del nostro paese (vedi ad esempio la questione dei rifiuti, l'approvazione della Direttiva Seveso II, ecc.). Sul piano della rappresentatività c'è da valutare il delicato rapporto tra il sindacato e le associazioni ambientaliste. A Trieste, nell'ultima riunione del G8 Ambiente, per la prima volta CGIL-CISL-UIL hanno presentato insieme alle maggiori associazioni ambientaliste italiane un documento congiunto sulle nuove strategie per lo sviluppo sostenibile. Questo avvenimento può rappresentare l'inizio di un percorso comune che vede insieme il sindacato e le associazioni ecologiste sui temi della globalizzazione, dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale più in generale. Il sindacato ha, comunque, un'opportunità per allargare la sua rappresentatività nel momento in cui si interessa e sviluppa al suo interno quelle tematiche di salvaguardia per i lavoratori e per i cittadini che attualmente sono quasi esclusivo appannaggio di gruppi locali o di associazioni specifiche. In realtà non appare sempre facile rappresentare contemporaneamente gli interessi dei lavoratori e degli occupati quando questi, in situazioni specifiche, collidono con le istanze della cittadinanza. E' questo il caso pratico di conflitti che ormai insorgono sistematicamente in quelle porzioni di territorio in cui si vanno ad insediare nuovi siti produttivi ritenuti pericolosi o contestati per principio. Ed è proprio questo uno dei nodi più delicati che emerge dalla presenza del sindacato in quei contesti decisionali preposti alla soluzione di problemi di tutela del territorio. Ma la questione ambientale è un problema che vale sempre la pena affrontare considerando la grande rilevanza che questa ha assunto, in primo luogo, proprio tra gli stessi lavoratori.