Ho bisogno di te. Lavoro di cura e diritti sociali. La recente regolarizzazione delle cosiddette “badanti” ha posto all’attenzione del Governo la necessità, al di là ed oltre la spinta securitaria del denominato “pacchetto sicurezza”, di sanare e legittimare una presenza significativa di lavoratrici straniere che, quotidianamente, prestano un delicato ed essenziale lavoro di cura e di accudimento nei confronti di quelle persone che, per ragioni anagrafiche, fisiche o psichiche, versano in condizioni di non autosufficienza. Rispetto ad un welfare che delega alla sola famiglia la cura degli anziani, dei disabili e delle persone non autosufficienti e che dimostra l’assenza di politiche di cura per le cosiddette “non autosufficienze”, le famiglie, da circa un decennio, approfittando della novità rappresentata negli ultimi anni del fenomeno di una offerta di lavoro migrante a basso prezzo, hanno integrato il welfare e la solidarietà familiare con il ricorso al lavoro di cura, appunto, delle donne immigrate. Questo fenomeno è geograficamente trasversale. Anche nel nostro territorio, la rete familiare/parentale non più in grado di sostenere adeguatamente i bisogni di cura di una popolazione anziana, ha delegato le funzioni di accudimento ad un segmento sociale, le donne straniere, in continua crescita. Come ha ricordato la Sociologa Chiara Saraceno, vi è un “welfare che viene dall’est”, che supplisce all’assenza di politiche sociali e di risorse per le persone non autosufficienti e che svolge un meritorio lavoro di cura, in una continua precarizzazione dei diritti sociali e contrattuali, demandati alla sola concertazione famiglia-assistente familiare. In tal senso, sono sempre più numerosi quegli Enti locali e quelle organizzazioni sindacali che mostrano attenzione ad un fenomeno, il badantato, che svolge, in una società complessa, un ruolo di sostegno ad un segmento sociale trascurato dalle politiche pubbliche di welfare e reso vulnerabile dalla graduale scomposizione delle reti naturali di assistenza. Se l’iniziativa del Governo ha inteso prendere atto di una situazione in cui il lavoro di cura delle assistenti familiari, per superare l’anacronistica e svalutativa definizione di “badanti”, è una realtà sociale ineludibile, molti Enti locali da tempo offrono sportelli di intermediazione tra la domanda di figure di cura/assistenza e l’offerta delle lavoratrici del settore, monitorandone l’applicazione del relativo contratto di categoria ed il rispetto dei più essenziali diritti sociali e del lavoro, riducendo il ricorso alle reti informali di reclutamento che spesso sfociano in fenomeni di caporalato e di sfruttamento. Accanto a queste iniziative, l’istituzionalizzazione del fenomeno ha fatto sorgere iniziative di qualificazione professionale delle lavoratrici impegnate nel lavoro di cura, attribuendo alle stesse un riconoscimento sociale e lavorativo ben più ampio dello svalutante termine di “badante”. In questi mesi ho seguito 1 la “gestazione” di un progetto di formazione/qualificazione professionale finanziato dalla Regione Lombardia, cui Ente capofila è la Provincia di Sondrio in collaborazione con gli Uffici di Piano della Valtellina. Questo progetto prevede un percorso formativo/informativo rivolto a quindici assistenti familiari, reperite attraverso l’attività svolta dall’omonimo sportello, con lo scopo di orientarne pratiche professionali (vestizione, preparazione dei cibi, movimentazione delle persone non autosufficienti, gestione/cura degli spazi abitativi, ecc.) e al contempo accompagnarle verso la rete dei servizi sociali e sanitari, per favorirne una corretta integrazione nel tessuto locale e restituire alle stesse il ruolo di cittadine, oltre che quello di lavoratrici. Crediamo che il superamento del mero di status di lavoratrici, la conseguente coniugazione dei diritti sociali con le esigenze di cura della nostra società, possa ricompensare loro per quell’indispensabile lavoro di cura che ogni giorno svolgono in favore dei nostri cari. Ho bisogno di te. Abbiamo bisogno di voi… Leonardo A. Puleri Assistente sociale del Servizio Sociale di base del Comune di Sondrio Referente “Area Immigrazione” 2