LA SECONDA GUERRA MONDIALE La situazione europea tra le due guerre Tra il 1919 e il 1925 la diplomazia francese, per ottemperare alle decisioni dei vari trattati della pace di Parigi e per evitare il ripetersi delle condizioni che avevano consentito l’affermazione dell’aggressiva politica tedesca, cerca di creare in Europa una rete di alleanze in funzione di contenimento della Germania Nel 1924 si afferma in Urss lo stalinismo, ma tra il 1926 e il 1938 si diffondono in Europa governi filofascisti, autoritari e antidemocratici: nel 1925 il fascismo prende il potere in Italia nel 1933 il nazismo prende il potere in Germania tra il 1936 e il 1939 c’è una guerra civile in Spagna e con la vittoria del generale Franco anche la Spagna diventa uno stato totalitario Nel 1929 il mondo conosce anche la grave crisi economica mondiale determinata dal crollo della borsa di Wall Street. Gli anni Trenta saranno caratterizzati in Germania dalla corsa al riarmo e dalla politica di riaffermazione della potenza tedesca in Europa: nel 1936 la Germania occupa la Renania, regione che le era atata tolta con il trattato di Versailles ed era un ‘importante regione mineraria nel 1937 la Germania nazista, l’Italia fascista e il Giappone firmano un accordo; nasce l’Asse Roma – Berlino – Tokio e il Patto Anticomintern contro il comunismo nel 1938 la Germania invade e annette l’Austria; occupa parte della Cecoslovacchia nel 1939 l’Italia e la Germania sottoscrivono il Patto d’acciaio; Unione Sovietica e Germania sottoscrivono un patto di non aggressione, il Patto Molotov - Ribbentrop La politica imperialistica del Terzo Reich non genera nessuna reazione nelle potenze europee, né tanto meno la Società delle nazioni, nata sulla carta, ma mai operante, interviene. Lo scoppio della guerra Il 1° settembre 1939 la Germania attacca la Polonia senza dichiarazione di guerra. È l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Immediata è la reazione di Francia e Inghilterra, che il 3 settembre dichiarano guerra alla Germania. Il 18 settembre la guerra tedesco-polacca è di fatto finita per la debolezza dell’esercito polacco. Varsavia capitola e i tedeschi attuano una brutale politica di occupazione. La velocità dell’azione bellica tedesca è anche determinata dall’adozione, da parte dell’esercito tedesco, di una nuova strategia bellica, fondata sull’uso congiunto dell’aviazione e dei carri armati. Francia e Inghilterra, sorprese dalla rapidità della vittoria tedesca, rimangono in una quasi totale passività militare per cui sul fronte occidentale, nella zona tra Germania e Francia, fino al maggio 1940, la guerra dichiarata in realtà non viene combattuta. Il 17 settembre le truppe sovietiche, in esecuzione delle clausole segrete del patto nazisovietico, iniziano l’occupazione della Polonia orientale. Nell’aprile del 1940 Hitler, per accerchiare la Gran Bretagna, occupa la Danimarca e la Norvegia e nel maggio 1940 Hitler ordina l’offensiva a occidente contro la Francia: l’attacco, condotto secondo i criteri della guerra lampo ha successo e nel giugno del 1940 i tedeschi occupano Parigi. La Francia, costretta all’armistizio con la Germania, è divisa in due parti: la parte settentrionale viene occupata dall’esercito tedesco la parte meridionale è affidata ad un governo collaborazionista, cioè di francesi, filonazisti, che collaboravano con i tedeschi, con sede a Vichy Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino In Francia si accende una prima volontà di resistenza: il generale De Gaulle, che è riuscito a raggiungere l’Inghilterra, invita i suoi connazionali a continuare la guerra antitedesca L’entrata dell’Italia in guerra I travolgenti successi tedeschi spingono Mussolini, desideroso di non essere escluso dai frutti della vittoria, ad entrare in guerra contro Francia e Gran Bretagna il 10 giugno 1940. In realtà, contrariamente alle previsioni del duce, la guerra non sta per finire e l’Italia è del tutto impreparata militarmente. L’Italia, ritenendo imminente la resa dell’Inghilterra, pensa di attaccare gli inglesi in Africa, nei suoi possedimenti coloniali. L’offensiva italiana nel settore etiopico viene tuttavia bloccata dagli inglesi e Addis Abeba viene occupata dalle forze britanniche. Solo l’intervento dei tedeschi risolleva le sorti della guerra a favore delle truppe fascinaziste. Nel 1941 Mussolini allora di attaccare anche la Grecia, ma l’attacco viene respinto dalla resistenza greca. Anche questa situazione viene ribaltata dall’intervento dell’esercito tedesco. Il ripetersi delle condizioni di inferiorità militare delle truppe italiane e la necessità che i nazisti debbano continuamente intervenire a “salvare” i propri alleati, alimentano un sentimento di disprezzo delle alte gerarchie tedesche verso gli italiani e le loro capacità belliche. L’operazione “Leone marino” Intanto, dopo il crollo della Francia, la posizione dell’Inghilterra sembra molto compromessa, tanto da far credere allo stesso Hitler che sia prossima alla resa. Tuttavia la condizione dell’Inghilterra è diversa da quella della Francia: la sua flotta mantiene la sua superiorità e la sua aviazione è di qualità superiore a quella tedesca. Di fronte alla resistenza dell’Inghilterra, Hitler decide di preparare l’operazione “Leone marino”, cioè l’invasione della Gran Bretagna, ma l’aviazione inglese, la Raf, anche grazie all’utilizzo dei primi radar, infligge gravi perdite ai tedeschi, che non riescono a creare le condizioni per lo sbarco. La controffensiva aerea inglese nei confronti dell’aviazione tedesca, la Lutwaffe, prende il nome di Battaglia d’Inghilterra e determina la rinuncia dei tedeschi all’invasione, che sospendono l’operazione. Non riuscendo ad ottenere un decisivo successo militare, i nazisti ricorrono all’intensificazione dei bombardamenti contro le più grandi città europee. Contro l’Inghilterra la Germania punta, allora, al blocco dei rifornimenti marittimi, iniziando anche un’estesa guerra sottomarina. In questa fase dell‘azione bellica risulta evidente che ancora una volta, così come nella prima guerra mondiale, la guerra lampo è fallita ed inizia una guerra di usura e di posizione. Il piano “Barbarossa” Alla fine del 1940 la Germania, forte della vittoria sulla Francia, comincia ad essere sempre meno interessata all’intesa che aveva siglato con la Russia, il patto Molotov - Ribbentrop. Hitler decide di attaccare la Russia e il 22 giugno 1941 le truppe tedesche invadono il territorio sovietico: è il cosiddetto piano “Barbarossa”. L’attacco viene propagandato da Hitler come lotta al “comunismo” e viene attuato come guerra di sterminio. A fine autunno i paesi baltici, la Bielorussia, gran parte dell’Ucraina, la Crimea sono caduti in mano nazista, ma comunque l’esercito sovietico resiste. Con l’inizio dell’inverno russo la guerra prende una piega diversa: l’esercito russo resiste all’attacco e si riorganizza, mentre la Germania deve occuparsi anche del fronte occidentale. Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino L’entrata in guerra degli Stati Uniti Gli Stati Uniti allo scoppio della guerra si erano dichiarati neutrali, tuttavia durante le prime fasi della guerra europea vendono materiale bellico alla Francia e all’Inghilterra. Contro ogni aspettativa è il Giappone che spinge gli Stati Uniti alla guerra: il 7 dicembre 1941 improvvisamente aerei giapponesi attaccano la flotta statunitense di Pearl Harbour nelle Hawaii. L’11 dicembre 1941 gli Stati Uniti e l’Inghilterra entrano in guerra contro il Giappone, sostenuto da Germania e Italia. La guerra diventa realmente mondiale. La svolta nella guerra Anche se i giapponesi riescono a conquistare diversi territori, gli Stati Uniti iniziano a vincere, come nella battaglia aeronavale delle isole Midway nel 1942. Sempre nel 1942 gli inglesi cacciano dall’Africa le truppe italo-tedesche guidate da Rommel con la battaglia di El Alamein. Sul fronte orientale il centro dei combattimenti è la città di Stalingrado che resiste fino al febbraio 1943 quando le truppe tedesche capitolano. Inizia così la disastrosa ritirata tra le nevi della steppa russa, in cui moriranno centinaia di migliaia di uomini. È soprattutto il 1943 l’anno che segna la svolta della guerra: finisce lo slancio offensivo delle forze dell’asse e l’iniziativa passa nelle mani degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e dell’Unione Sovietica. Nel luglio 1943 gli alleati, cioè le forze anglo – americane, sbarcano in Sicilia, accolti dalla popolazione come dei liberatori. Mussolini viene messo in minoranza e capo del governo diventa il maresciallo Pietro Badoglio, mentre il duce è arrestato. Il 3 settembre 1943 a Cassibile, in Sicilia, Badoglio firma l’armistizio con gli alleati, armistizio che viene reso noto l’8 settembre 1943, data del secondo sbarco in Italia degli alleati a Salerno: L’Italia non è più alleata della Germania e i tedeschi assumono il controllo militare della penisola La Resistenza e la fine della guerra in Italia L’8 settembre per la storia d’Italia può essere considerata una data spartiacque Prima di questa data l’Italia era uno Stato unitario sotto la guida del Fascismo, una Nazione rappresentata dal mito di Mussolini alleata della Germania uno Stato con un esercito unito e con obiettivi precisi Dopo l’armistizio l’Italia risulta divisa in due parti: a nord la Repubblica Sociale italiana, a sud il Regno del Sud priva di una guida carismatica occupata dalla Germania con un esercito dissolto e senza comandi Con l’8 settembre 1943 inizia la Resistenza italiana, intesa come guerra patriottica di liberazione contro i tedeschi e anche come guerra civile nei confronti degli italiani che ancora appoggiavano la Germania. In realtà la resistenza nasce molto prima di questa data, se si considera una forma di resistenza il malcontento della popolazione già a partire dal 1942. In effetti già a partire dal secondo anno di guerra il razionamento dei generi alimentari di primaria necessità (pane, pasta e riso) e il contingentamento degli altri generi alimentari ( solo quando erano disponibili) avevano generato un diffuso astio e avevano fatto nascere il fenomeno del mercato nero. Detto anche borsa nera, Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino consisteva nel contrabbando dei viveri, alimentato dai contadini che, invece di consegnare i prodotti ai mercati del governo, li vendevano clandestinamente a prezzi maggiorati. Inoltre fino all’ottobre del 1942 la sola città bombardata massicciamente in Italia dagli inglesi era Napoli, sottoposta a massicci bombardamenti perché dal suo porto partivano i rifornimenti di armi e le derrate alimentari per l’esercito italo – tedesco impegnato in Africa. Da questa data, però, anche le città industrializzate, Genova, Milano e Torino, saranno violentemente colpite con i bombardieri americani, le cosiddette “fortezze volanti”. I bombardamenti, la fame, le cattive notizie provenienti dai fronti di guerra contribuirono a frantumare il mito di Mussolini. Si accentuò l’opposizione al Fascismo non come preciso movimento politico ma come dilagante lotta clandestina. Nel marzo del 1943, questo malcontento fu espresso attraverso l’organizzazione di una serie di grandi scioperi nelle città settentrionali. Il 10 luglio 1943 si ebbe lo sbarco in Sicilia degli anglo - americani e il 19 luglio 1943 si ebbe il primo bombardamento di Roma. La notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 i gerarchi fascisti comunicarono a Mussolini che per salvare il Fascismo si doveva dimettere, ma Vittorio Emanuele III lo fece arrestare e mise al capo del governo Pietro Badoglio. Il 3 settembre 1943 fu firmato l’armistizio a Cassibile in Sicilia tra il governo italiano e gli anglo americani, l’ 8 settembre 1943 viene effettuato lo sbarco a Salerno degli anglo - americani e lo stesso 8 settembre 1943 viene reso pubblico l’armistizio. Il re fuggiva a Brindisi, dove fu formato un governo provvisorio, il Regno del Sud. Il fronte bellico si attestò sulla Linea Gustav, che andava dal Garigliano a Pescara e divideva l’Italia in due: a sud l’Italia liberata dagli alleati, con il Regno del Sud nel centro nord l’Italia occupata dai tedeschi, dove Mussolini formò la Repubblica Sociale Italiana. Infatti, dopo l'arresto del 25 luglio 1943, Mussolini fu imprigionato a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, a 2.200 m. sul livello del mare, ma fu liberato il 12 settembre ad opera dei reparti d'assalto tedeschi. Alcuni paracadutisti calarono a Campo Imperatore per mezzo di alianti, nessuno fece resistenza; il prigioniero liberato fu subito portato in aereo al Quartier Generale germanico, dove ebbe un colloquio con Hitler, e si mise subito al lavoro. Il 23 settembre 1943 Mussolini annunziò la costituzione del nuovo governo. La sede del governo fascista repubblicano fu stabilita nell'Italia settentrionale, a Salò, sulla riva bresciana del Garda, mentre i singoli ministeri furono dislocati in varie località del nord. In principio Mussolini avrebbe voluto che Roma fosse la capitale della nuova Repubblica sociale, ma il Vaticano richiese ai tedeschi che la città fosse dichiarata città aperta (città smilitarizzata e priva di obiettivi militari che, secondo una convenzione internazionale firmata all’Aja nel 1907, gli stati belligeranti erano tenuti a non colpire. Nel corso della seconda guerra mondiale furono dichiarate tali Parigi, Bruxelles, Belgrado, Manila e Roma). Poiché il problema principale era quello di continuare la guerra con forze proprie, si decretò che si dovevano costituire nuove forze armate repubblichine. Alla chiamata delle reclute diciottenni della classe 1925 molti risposero (circa l'82%), ma poi cominciarono a disertare, anche perché in pratica mancavano le armi, le caserme, i generi di casermaggio, essendo tutto requisito dai tedeschi per uso proprio. In realtà i veri padroni dell'Italia erano i Tedeschi. Lo stesso governo della repubblica di Salò viveva per grazia di Hitler, era protetto dalle armi tedesche e strettamente vigilato. Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino Non si poteva perciò parlare di poteri indipendenti, e a Mussolini, dato lo stato delle cose, era preclusa ogni possibilità di iniziativa e di azione autonoma. La Repubblica di Salò serviva ai tedeschi, quindi, solamente per difendere il più possibile i territori del Reich, anche se ufficialmente si conservava integra la parvenza della stretta unione tra l'impero nazista e la repubblica fascista. Mentre gli alleati premevano sulla linea Gustav gruppi di uomini diedero vita alla Resistenza. Alla Resistenza presero parte gruppi spontanei e gruppi organizzati e di diverse estrazioni politiche, uniti nel comune intento di opporsi militarmente e politicamente al governo della Repubblica Sociale Italiana (RSI), o Repubblica di Salò, e degli occupanti nazisti tedeschi. Alla lotta partigiana si unirono anche molti soldati e capi militari allo sbando dopo l'armistizio dell'8 settembre. Esposti al pericolo di essere catturati dalle milizie tedesche trovarono rifugio nelle montagne e ospitalità presso famiglie contadine. Si unirono ai gruppi di civili dissenzienti con il regime, portando spesso armi e munizioni e andando così a formare i primi gruppi di partigiani, a scopo difensivo ma anche per riprendere la lotta. Il movimento partigiano, prima raggruppato in bande autonome, fu organizzato in brigate e divisioni dal Comitato di liberazione nazionale (CLN): le Brigate Garibaldi, costituite su iniziativa del Partito comunista, le Brigate Matteotti, legate al Partito socialista, le Brigate Giustizia e Libertà, legate al Partito d'Azione, le Brigate Autonome (principalmente ex-militari) prive di rappresentanza politica, ma simpatizzanti per la monarchia, talvolta riportati come badogliani. Nelle città cominciarono a costituirsi nuclei partigiani clandestini denominati GAP (Gruppi di azione patriottica), formati ognuno da pochi elementi pronti a svolgere azioni di sabotaggio e di guerriglia nonché di propaganda politica. Accanto ad essi, nei principali centri urbani sorsero all'interno delle fabbriche le SAP (Squadre di azione patriottica), ampi gruppi di sostegno alle formazioni partigiane belligeranti, con l'obiettivo specifico di rendere più ampia possibile la partecipazione popolare al momento insurrezionale. Gli uomini armati che, specialmente nelle zone montuose del centro-nord del Paese, svolsero attività di guerriglia e controllo del territorio che via via veniva liberato dai nazifascisti, si calcola siano stati dalle poche migliaia nell'autunno del 1943 fino ai circa 300.000 dell'aprile del 1945. Nell'Italia centro-meridionale il movimento partigiano non ebbe altrettanta importanza militare, ma nelle aree restituite al controllo del re con gli sbarchi degli alleati, si riunivano i principali esponenti politici che da lontano coordinavano le azioni militari partigiane, anche insieme alle armate alleate. Sono considerate un episodio di resistenza le quattro giornate di Napoli, la rivolta popolare scoppiata a Napoli spontaneamente il 28 settembre del 1943 a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani. In quattro giorni, dal 28 settembre al 1 ottobre 1943, la popolazione napoletana mise in fuga i tedeschi dalla città prima dell'arrivo degli alleati. Persino gli scugnizzi napoletani si batterono con fucili, pietre, bottiglie di benzina. Il 22 gennaio 1944 gli alleati sbarcarono ad Anzio, sulla costa laziale. Nella primavera del 1944 importanti scioperi operai furono organizzati dalle SAP e paralizzarono le maggiori città industriali, Milano, Torino e Genova. Nella stessa primavera del 1944 si costituì il primo governo di unità nazionale che comprendeva il CNL e i partiti antifascisti. Nel giugno del 1944 fu liberata Roma che divenne sede del nuovo governo. Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino In questo periodo, le funzioni di comitato centrale per il territorio ancora occupato dai tedeschi furono assunte da Milano dal Comitato di Liberazione Nazionale per l'Alta Italia. Il comitato investì del supremo comando delle truppe partigiane un organo collegiale il "Comando generale volontari per la libertà", che era in collegamento con il governo italiano di Roma e le forze alleate. Il comando fu poi concentrato nelle mani del generale Raffaele Cadorna. Dopo la liberazione di Roma gli anglo americani avanzarono fino all’Appennino tosco emiliano e si attestarono sulla cosiddetta linea gotica che andava da massa a Rimini. La risposta dei tedeschi alla lotta dei partigiani fu feroce e priva di scrupoli. Non solo i partigiani catturati furono uccisi o deportati, ma la popolazione civile fu vittima innocente delle rappresaglie nazifasciste. Tra l'8 settembre del '43 e l'aprile del 1945 la violenza dei tedeschi contro i civili italiani fece registrare oltre 400 stragi (con un minimo di 8 morti). Alla fine, il bilancio fu di circa 15.000 vittime. Fra gli eccidi si ricordano: A seguito di un attentato partigiano a Roma, in cui furono uccisi 33 SS, il 24 marzo 1944 furono sterminati 335 romani nella strage delle Fosse Ardeatine A Sant'Anna di Stazzema, Lucca, il 12 agosto 1944 i nazisti trascinarono fuori di casa tutti quelli che trovarono: alla fine le vittime furono 560, tra cui molti anziani, donne e bambini. I tedeschi buttarono le bombe e poi diedero fuoco alle case. Per ritorsione contro i partigiani 1836 persone, di cui 200 bambini, furono massacrate nell’autunno del 1944 a Marzabotto, nel bolognese, dalle SS Un momento critico per il movimento si ebbe nell'autunno del 44, quando le forze alleate invitarono i partigiani ad abbandonare il campo di battaglia in attesa della primavera, quando sarebbero ripresi i combattimenti. I patrioti italiani dovettero affrontare un lungo e difficile inverno per la mancanza di rifugi, di viveri, di vesti, tanto che sembrò quasi impossibile mantenere i reparti partigiani. Il 9 aprile 1945 gli alleati mossero all'attacco sia sul fronte adriatico sia sul fronte tirrenico ed i gruppi di combattimento parteciparono all'avanzata in prima linea. Il 17 aprile viene sfondata la linea gotica Il 21 aprile 1945 fu liberata Bologna e il 24 aprile 1945 fu liberata La Spezia. Negli stessi giorni gli alleati iniziarono l'avanzata verso il Veneto, la Lombardia e il Trentino. In quasi tutte le città l'insurrezione popolare scoppiò pochi giorni prima che le truppe alleate vi entrassero e il 25 aprile 1945 il popolo insorto era padrone di Genova e Milano, il 26 di Torino. Il 25 aprile il Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia emanò da Milano un proclama, con cui assumeva tutti i poteri civili e militari nelle regioni liberate. Il 29 aprile i nazifascisti si arrendevano. La guerra era finita e l’Italia era libera. Mussolini, colto in fuga e arrestato dai partigiani, fu giustiziato il 28 aprile. I partiti animatori della Resistenza avrebbero più tardi costituito insieme i primi governi del dopoguerra. Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdicò in favore del figlio Umberto II, che fu re d'Italia fino 2 giugno dello stesso anno (per questo breve periodo di regno fu detto Re di maggio). L'Assemblea costituente, eletta nel 1946 contestualmente allo svolgimento del referendum istituzionale, fu in massima parte composta da esponenti dei partiti del CLN che, in tale veste, elaborarono la Costituzione della Repubblica Italiana, ispirata ai principi della democrazia e dell'antifascismo. Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino Gli ultimi eventi Gli anni dal ’44 al ’45 furono decisivi per la vittoria delle forze antitedesche. Sul fronte orientale nel gennaio 1944 le truppe russe non solo rompono l’assedio a Leningrado, ma liberano l’Ucraina e la Crimea ed entrano in Polonia. Nel corso dell’anno i sovietici liberano dal nazismo, ma occupano, la Finlandia, la Romania e la Bulgaria. La Grecia invece viene liberata dagli inglesi. Nel giugno 1944 ebbe inizio l’operazione “Overlord”: il 6 giugno, il D-Day, gli alleati sbarcano in Normandia e liberano la Francia. Parigi viene liberata nell’agosto 1944. Nella primavera del 1945 la Germania viene sottoposta ad una durissima serie di bombardamenti e la Russia entra in Germania Il 25 aprile 1945 l’Italia viene liberata e il 30 aprile 1945 Hitler si toglie la vita a Berlino. Il 7 maggio 1945 la Germania si arrende senza condizioni Rimaneva solo il Giappone, assolutamente non disposto ad arrendersi, ma nell’agosto 1945 gli americani distruggono le città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki con il lancio di due bombe atomiche, mentre l’URSS occupa la Manciuria e la Corea in Asia. Il 2 settembre 1945 il Giappone firmò la resa. La guerra più dura che l’Europa ha conosciuto è finita, lasciando sul terreno migliaia di morti, la distruzione di tutte le più grandi città e una grande sconfitta per tutta l’umanità. La guerra si chiude con 50 milioni di morti, milioni di dispersi e feriti, l’orrore delle radiazioni atomiche e quello per il genocidio contro gli ebrei. Tra la fine del 1945 e il 1946 si tiene a Norimberga il processo contro i crimini nazisti I trattati di pace Le decisioni relative a assetto politico territoriale del mondo, spartizione delle zone di influenza, destino della Germania e delle Nazioni che le si erano affiancate sono prese già a guerra in corso dai capi di stato degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica e della Gran Bretagna, Roosevelt, Stalin e Churchill. Le trattative sono portate avanti nel corso di tre conferenze: nel novembre 1943 a Teheran, in Iran nel febbraio 1945 a Yalta, in Crimea nel luglio e agosto 1945 a Potsdam, un sobborgo di Berlino A Teheran si discute la strategia militare del conflitto in corso e gli assetti politici europei per il dopoguerra. Si decide che: USA, Gran Bretagna, Cina e URSS avrebbero dovuto mantenere la pace nel mondo, secondo la dottrina enunciata da Churchill dei “quattro poliziotti” la Germania doveva essere smembrata A Yalta sono confermati gli accordi di Teheran e vengono prese le decisioni finali. Si decide che: la Polonia sarebbe entrata nella zona d’influenza dell’Urss la Germania sarebbe stata divisa in zone di occupazione e denazificata A Potsdam, per la morte di Roosevelt, il rappresentante degli Usa sarà il vicepresidente Truman. Si decide che la Germania sarebbe stata divisa in quattro zone di occupazione tra USA, URSS, Gran Bretagna e Francia Quanto deciso nelle tre conferenze fu ratificato nei trattati di pace di Parigi nel febbraio 1947 Divisione della Germania in quattro zone di occupazione Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino Misure per smilitarizzare il paese vinto Pagamento da parte della Germania di riparazioni ai vincitori Cessione della Prussia orientale, Polonia e delle regioni tedesche della Slesia e della Pomerania all’Urss. Questo comportò massicci spostamenti di popolazione: milioni di polacchi abbandonarono le terre diventate sovietiche e milioni di tedeschi le terre assegnate alla Polonia Cessione alla Francia da parte dell’Italia di Briga e Tenda Cessione alla Iugoslavia da parte dell’Italia di una parte della Venezia Giulia Occupazione di Trieste delle truppe anglo – americane Trieste fu poi restituita all’Italia nel 1954 Possibilità di dare vita nei paesi liberati a governi nati da libere elezioni Creazione dell’ONU retta da un consiglio di sicurezza L’ONU L’iniziativa di creare un organismo che potesse risolvere le tensioni internazionali con strumenti diplomatici fu presa a Yalta. Avrebbe dovuto rappresentare l’assise dei popoli per la pace, la libertà e la democrazia. Nel giugno 1945 nella conferenza di San Francisco 50 paesi sottoscrissero i principi che nel 1948 divennero le fondamenta dell’organizzazione delle nazioni unite (Onu) che avrebbe dovuto rappresentare l’assise dei popoli per la pace, la libertà e la democrazia. L’organismo che in realtà opera in modo permanente è il Consiglio di Sicurezza composto dai 5 grandi: Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna, Francia e Cina e da 6 membri scelti ogni due anni tra gli stati minori. Appunti di storia – Classe 5^- Prof.ssa Anna Schettino