INTERVENTI PSICO – EDUCATIVI E DIDATTICI CON DISTURBI RELAZIONALI
 I disturbi di relazione sono modi disfunzionali di percepire e reagire nei confronti
di quello che accade nei contesti in cui si vive (famiglia, scuola, gruppo dei pari,
lavoro…)
 Si reagisce alle relazioni in modo distorto, inadeguato, senza capacità di controllo
Alcuni disturbi possono avere il proprio clou nei passaggi di grado.
Le caratteristiche più comuni possono essere:
1. Mancanza di comportamenti interattivi anche non verbali
2. Incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei
3. Incapacità di condivisione emotiva
4. Scarsa autostima
5. Alti livelli d’ansia
6. Problematiche nello sviluppo dell’identità autonoma
7. Difficoltà a comprendere l’altro (empatia)
8. Presenza di comportamenti problema: aggressività, negativismo, opposizione, rifiuto
9. Presenza talvolta di comportamenti ossessivi e/o compulsivi
Molti degli alunni che giungono a consulenza psicologica per difficoltà di inserimento sociale
e/o aggressività arrivano già con una diagnosi sulla base di un disturbo comportamentale,
ossia per ciò che manifestano attraverso il comportamento patologico; ma con minime o nulle
indicazioni riguardo la natura del disagio. Infatti spesso si riscontrano anche casi in cui
sembrano maggiormente coinvolti meccanismi eziopatogenetici di tipo ansioso-depressivo.
Si sa infatti che in età evolutiva non possono essere considerati sempre validi i criteri di
classificazione utilizzati per l'adulto, in quanto spesso nel bambino possono essere
presenti sintomi non specifici di una determinata patologia (come sopra evidenziato il
comportamento provocatorio o aggressivo spesso nasconde la presenza di disturbi di tipo
ansioso-depressivo).
La comparsa precoce di un disturbo comportamentale (ADHD, DOP) può predisporre
grandemente alla genesi di altre patologie psichiche in altre fasi più tardive di sviluppo
(Disturbo della condotta, Disturbi dell'umore, Disturbi di personalità). Sempre più spesso
bambini che in età prescolare o scolare hanno presentato sintomi riferibili ad un
ADHD, Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, o ad un Disturbo Oppositivo
Provocatorio e che manifestino anche un'associazione con disturbi della sfera emotivorelazionale (prevalentemente di tipo ansioso-depressivo) e/o difficoltà di apprendimento,
tendono in fasi successive del loro sviluppo, a manifestare i sintomi tipici del Disturbo di
Condotta, che nell'adulto possono poi sfociare in patologie psico-sociali di ulteriore gravità.
L’autismo è un disturbo pervasivo dello sviluppo estremamente complesso. La diagnosi di
autismo, in definitiva, è una diagnosi descrittiva in cui l’elemento prevalente è il disturbo
sociale. L’autismo è quindi una difficoltà a entrare nel mondo degli altri, una difficoltà a
leggere e vedere l’altro.
Gli studi, negli anni, hanno fatto passi avanti. Oggi la conoscenza di questa patologia è
maggiore rispetto a trent’anni fa quando era fuorviata da teorie nelle quali l’autismo era visto
come una scelta, come se il bambino avesse la possibilità di governare gli stati emotivi, il
desiderio di comunicare. Il problema è opposto. Chi soffre di autismo prova un grande
bisogno di esprimere le proprie emozioni, ma spesso è in difficoltà nel trovare le modalità, i
canali per entrare in rapporto biologico con gli altri.
1
Grazie all’affinamento degli strumenti diagnostici, oggi si può identificare con precisione e
celermente il grado di autismo, concentrandosi sui disturbi dell’interazione sociale, della
comunicazione, dell’attività e degli interessi. Una condotta riabilitativa impostata
precocemente può migliorare le condizioni del soggetto e l’intervento psico-educativo di tipo
globale è quello che può dare i risultati più soddisfacenti.
Presentano disturbi relazionali i ragazzi affetti da:
1. Ritardo mentale
2. Disturbo autistico
3. Disturbi comportamentali
Comportamenti relazionali sono adeguati e positivi se…..
1. consentono il raggiungimento pieno degli obiettivi
2. non ostacolano gli altri nel raggiungimento dei loro obiettivi
Cosa fare?
1. Osservare e valutare il livello di partecipazione sociale (punti di forza e criticità
delle attività di vita sociale, civile e di comunità principali)
2. Tracciare una mappa degli ambienti in cui vive l’alunno per definire le autonomie
sociali che gli richiedono ognuno degli ecosistemi di vita e di relazione (ad es. se a
scuola arriva accompagnato, da solo, a piedi o con i mezzi pubblici, se riconosce la
propria aula, orientamento, abilità pedonali, uso dei negozi, del denaro, lettura delle
insegne, la gestione del tempo..)
Cosa osservare per prima
Autonomia
Obiettivi
Progetto di vita
famiglia
Valutare aspetti
psicologici e
comportamentali
2
Immagine di sé come
persona che
apprende
Idee sul suo lavoro
scolastico
Sulla sua
autoefficacia
Cosa osservare
1. Aspetti emotivi (paura della separazione, rabbia/collera, eccitazione positiva/gioia,
depressione, dolore da fallimento, perdite e conflitti )
2. Comportamenti problema (autolesionismo, aggressività e stereotipie)
3. Aspetti sociali (biasimo, sensi di colpa, autonomia personale, cura degli oggetti,
collaborazione, rispetto delle regole, maltrattamenti, furti….)
4. Aspetti ambientali ( famiglia con problemi, pregiudizi, deprivazione…)
Da un’osservazione devo poter ricavare…
1. Setting: sono i dati ambientali ( disposizione dell’aula del gruppo in relazione a una
data attività)
2. Descrizione del comportamento problema descrizioni specifiche e contingenti e non
interpretazioni psicologiche
3. Antecedente ciò che accade immediatamente prima del comportamento problema
4. Risposta dell’ambiente: descrizione di come reagisce l’ambiente immediatamente
dopo quel comportamento
5. Conseguenze: descrizione delle reazioni del ragazzo
Comportamenti negativi di un alunno con disturbi relazionali
1. Mancanza di affetto, attenzione e stima
2. Noia e disinteresse per i compiti
3. Inadeguatezza rispetto ai pari
4. Deficit di abilità di apprendimento
5. Incomprensione delle conseguenze
6. Inadeguata stima della difficoltà o della lunghezza del compito
7. Esperienze negative precedenti legate alla stessa attività
Consegna per il lavoro di gruppo e buone prassi per iniziare un lavoro di osservazione
1. Iniziare in modo destrutturato per osservare più comportamenti e consentire una
valutazione soggettiva di importanza
2. Organizzare le tipologie di comportamento e dare un ordine in base alla gravità o alla
necessità di incrementare
3. Riflettere su cause e conseguenze legate ai comportamenti da aumentare e diminuire
4. Scegliere le categorie di comportamenti su cui lavorare in seguito e applicare piccoli
accorgimenti in classe in base alle osservazioni effettuate
I gruppi definiranno il comportamento degli alunni certificati indicando i descrittori degli
aspetti:
- relazionali
- cognitivi
- motivazionali
- della partecipazione
- comprensione
- della memoria
- Emotivi
3
4