Intervento di Rosanna Caruso

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3° Convegno Internazionale Autismi
Le novità su diagnosi, intervento e qualità di vita
Riva del Garda, 15 e 16 ottobre 2012
La Terapia Multisistemica in acqua: un nuovo approccio
riabilitativo per soggetti affetti da disturbo generalizzato dello
sviluppo e in particolare autismo.
A cura di G. CAPUTO, G. IPPOLITO, R. CARUSO
L'autismo è una complessa disabilità dello sviluppo che compare tipicamente durante
i primi tre anni di vita. Risultato di un disturbo neurologico che agisce sul
funzionamento del cervello e i suoi comportamenti associati è stimato essere presente
in 5-10 soggetti su 10.000 individui a seconda delle casistiche. L'autismo è quattro
volte più frequente nei maschi rispetto alle femmine, e non conosce barriere razziali,
etniche o sociali. La posizione sociale ed economica della famiglia e il livello di
educazione non hanno influenza sulla comparsa di tale disturbo. La persona affetta da
tale disarmonia può presentare anche un ritardo mentale, di solito di grado medio o
grave. In un terzo dei soggetti colpiti dal disturbo può presentarsi anche un’epilessia
o anomalie all’elettroencefalogramma.
L'autismo colpisce il normale sviluppo del cervello nelle aree dell'interazione sociale
e nelle abilità comunicative. I bambini e gli adulti con tale disturbo normalmente
hanno difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale, nelle interazioni sociali,
e nelle attività legate al tempo libero ed al gioco. La malattia rende difficile la
comunicazione con gli altri e il relazionarsi con il mondo esterno. In alcuni casi, può
essere presente un comportamento aggressivo o autolesionista e possono esibire
ripetuti movimenti del corpo definiti stereotipie (come agitare le mani, dondolarsi),
risposte inusuali alle persone, attaccamento agli oggetti e resistenza ai cambiamenti
nella vita quotidiana.
La Terapia Multisistemica in Acqua (T.M.A.) nasce proprio con l’obiettivo di
inseririrsi in un progetto riabilitativo globale dove gli aspetti relazionali, emotivi, e di
integrazione sociale possano avere per la persona affetta da disturbo generalizzato
dello sviluppo e autismo una grande importanza nel processo riabilitativo, tenendo
conto delle predisposizioni di ogni singolo individuo e dei suoi deficit.
La T.M.A. è una terapia nata e sviluppata in ambiente naturale (piscina pubblica) e
creata ad hoc per soggetti in età evolutiva con disturbo autistico. Essa utilizza come
modello teorico di riferimento la Teoria dell’attaccamento di J. Bowlby, l’Holding
Winnicottiano,
la
Sintonizzazione
di
D.
Stern.
Dopo diverse sperimentazioni in piscina ci siamo resi conto che la maggior parte dei
soggetti con disturbo autistico rispondevano positivamente, stimolati dall’elemento
acqua; da ciò abbiamo strutturato una terapia capace di entrare in relazione con loro,
lontano dai centri di riabilitazione e dagli studi medici, ma vicino alla vita quotidiana,
in
un
ambiente
ludico
come
la
piscina.
Proprio attraverso questo particolare setting abbiamo ottenuto notevoli risultati che ci
hanno spinto all’osservazione e alla sperimentazione di nuove forme di
comunicazione tra lo psicologo, il soggetto con disturbo autistico e il gruppo dei pari.
La metodologia di questo intervento si articola attraverso 4 fasi (valutativa, emotivorelazionale, senso-natatoria, dell’integrazione sociale), e utilizza tecniche cognitive,
comportamentali,
relazionali
e
senso
motorie.
Gli obiettivi terapeutici consistono nel migliorare gli aspetti compromessi e
caratterizzanti il disturbo generalizzato dello sviluppo: deficit grave nello sviluppo
della relazione sociale reciproca;
menomazione grave della comunicazione;
attività ed interessi che possono essere ristretti e stereotipati. (criteri DSM IV).
Le tecniche natatorie e le capacità acquisite durante l’intervento, vengono utilizzate
come veicolo per raggiungere obiettivi terapeutici e attuare successivamente anche il
fondamentale processo di socializzazione e integrazione con il gruppo dei pari. La
paura dell’acqua che il bambino sperimenta, viene utilizzata come attivatore
emozionale e relazionale capace di avviare una primordiale richiesta di sostegno e poi
di
accudimento.
Questa metodologia è fondata sul rapporto umano ed è finalizzata alla rieducazione
ed alla modificazione degli schemi cognitivi, comportamentali, comunicativi, emotivi
e di interazione sociale reciproca. L’intervento quindi agisce o può agire
sull’attenuazione dei sintomi, modificando positivamente i processi comunicativorelazionali, e inducendo importanti cambiamenti interni (crescita e sviluppo del Sé)
sul
piano
del
comportamento
e
dell’interazione
sociale.
Con questo particolare tipo di terapia i soggetti con autismo hanno ottenuto i seguenti
risultati:
· Diminuzione dei comportamenti problematici legati all’auto ed etero aggressività,
alle
stereotipie
e
ai
comportamenti
disadattivi
·
·
Aumento
Aumento
dello
dei
tempi
sguardo
diretto
di
attenzione
·
Aumento
·
Aumento
delle
capacità
imitative
dei
contatti
corporei
· Miglioramento delle capacità motorie e natatorie
- Aumento dell’espressione emotiva (riconoscimento della paura, rabbia, felicità,
vergogna ….);
- Aumento delle posture corporee e dei gesti che regolano l’interazione sociale
(capacità di scambio, turnazione, posizione del corpo in acqua e in interazione con il
terapeuta,…. );
- Aumento della ricerca spontanea e intenzionale della figura di riferimento
(riconoscimento e ricerca intenzionale del terapeuta, capacità di differenziazione tra
terapeuta ed altre figure, ecc.)
- Aumento della condivisione del gioco;
- Aumento della reciprocità sociale (condivisione delle regole sociali, riconoscimento
del gruppo di appartenenza, ecc…)
- Aumento della capacità a sviluppare relazioni con i coetanei
- Diminuzione dei comportamenti problematici (auto ed etero aggressività)
- Aumento capacità dei tempi di attesa;
- Aumento dell’autostima:
- Aumento comunicazione verbale e non verbale;
- Aumento dei contatti corporei;
- Canalizzazione dell’aggressività in maniera funzionale;
- Migliorare l’autonomia personale;
- Stimolazione delle capacità psicomotorie,
- Diminuzione delle stereotipie.
I miglioramenti, da noi individuati, quindi appartengono alle aree comunicative,
relazionali, senso motorie, cognitive e comportamentali. La validità del percorso
terapeutico è assicurata dalla presenza costante di uno psicologo adeguatamente
formato con la funzione di Supervisore e da terapisti o tecnici della T.M.A.
Bibliografia
· American Psychiatric Association, Diagnostic and Statistical Manual of
Mental Disorders, DSM IV, Masson, Milano 1994.
· Bowlby J., Attachment and Loss, vol.1 Attachment, Hogarth Press, London
1969 (trad. It. Attaccamento e Perdita, Boringhieri, Torino 1976).
· Bowlby J., Attachment and Loss, vol. 2 Separation, Hogarth Press, London
1973 (trad. It. Attaccamento e Perdita, Boringhieri, Torino 1976).
· Caputo G., Ippolito G., Maietta P., La terapia Multisistemica in Acqua,
Milano, Franco Angeli Editore 2008
· Stern D.N., The first relationship: infant and mother, Fontana, Open Books,
London 1977.
· Winnicott D., Sviluppo affettivo e ambiente, Armando, Roma 1970.
Dott.
Caputo
Giovanni
Psicologo, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e ideatore della T.M.A.
Dott.
Ippolito
Giovanni
Psicologo, psicoterapeuta sistemico relazionale, ideatore della T.M.A. e autore della
favola “Calimero e l’amico speciale”.
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