Serge Latouche Serge Latouche (Vannes, 12 gennaio 1940) è un economista e filosofo francese. È uno degli animatori de La Revue du MAUSS, presidente dell'associazione «La ligne d'horizon», è professore emerito di Scienze economiche all'Università di Parigi XI e all' Institut d'études du devoloppement économique et social (IEDS) di Parigi. Specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell’epistemologia delle scienze sociali. E’ considerato il principale promotore dell’idea della decrescita. È, inoltre, tra gli avversari più noti dell'occidentalizzazione del pianeta e un sostenitore della decrescita conviviale e del localismo. Critica il concetto di economia intesa in modo formale, ossia come attività di mera scelta tra mezzi scarsi per poter raggiungere un fine. Rifacendosi in tal senso al pensiero di Karl Polanyi egli mira a proporre nelle sue opere il concetto dell'economico, rifacendosi alla definizione di economia sostanziale, intesa come attività in grado di fornire i mezzi materiali per il soddisfacimento dei bisogni delle persone. Critica, inoltre, il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. Nemico del consumismo, Latouche è anche uno dei critici più acuti della ideologia universalista dalle connotazioni utilitariste: rifacendosi anche alle concezioni di Marcel Mauss e di Ivan Illich, rivendica la liberazione della società occidentale dalla dimensione universale economicista. A coloro che nel mondo contemporaneo mettono in discussione la prospettiva universalista, cioè la pretesa della civiltà occidentale di imporre a tutto il mondo una serie di valori considerati validi per tutto il genere umano si obietta d'altra parte che criticando l’universalismo, si può finire nel relativismo e nel particolarismo. Latouche ribalta questa accusa addossandola proprio all'universalismo che non è altro che una creazione ideologica occidentale, di un occidente che in nome della propria identità, dell'identità della tribù occidentale pretende d'imporre un imperialismo culturale al resto del mondo. Contro l'universalismo Latouche rivendica invece la necessità di valorizzare l’aspirazione a un dialogo fra le culture, a una coesistenza delle culture proponendo un "universalismo plurale," che consiste nel riconoscimento e nella coesistenza di una diversità, e nel dialogo fra queste diversità. Latouche è autore, tra l’altro, di parecchie pubblicazioni tradotte in italiano: - L'occidentalizzazione del mondo - Il pianeta dei naufraghi - I profeti sconfessati. Lo sviluppo e la deculturazione - La megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso - Il pianeta uniforme. Significato, portata e limiti dell'occidentalizzazione del mondo - Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-Sud - Il mondo ridotto a mercato - L'altra Africa. Tra dono e mercato - La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea - La fine del sogno occidentale - Il pensiero creativo contro l'economia dell'assurdo - Giustizia senza limiti. La sfida dell'etica in una economia globalizzata - Decolonizzare l'immaginario. Il pensiero creativo contro l'economia dell'assurdo. - Breve Trattato sulla Decrescita Serena - La Scommessa della Decrescita - Come Sopravvivere allo Sviluppo decrescita.it � il sito dell'Associazione per la Decrescita Serge Latouche, autore di Breve Trattato sulla Decrescita Serena Il seguente articolo è tratto dalla rivista Consapevole 16 aprile/giugno 2008. Latouche, nel suo ultimo lavoro – Breve trattato sulla decrescita serena – riesce ad offrire una sintesi quanto mai esaustiva del pensiero della decrescita, collocandolo in un’ottica di concretezza mai sperimentata prima dall’autore. La decrescita si affranca così dallo status di filosofia astratta e per molti versi eccentrica, per diventare nelle parole di Latouche “un’utopia concreta che tenta di esplorare le possibilità oggettive della sua realizzazione”. L’autore sintetizza gli sforzi necessari per trasformare la nostra società sviluppista, ormai in fase di disfacimento sotto il peso del proprio fallimento, in una società della decrescita serena, articolandoli “in otto cambiamenti interdipendenti che si rafforzano reciprocamente, costituiti da otto R: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare”. Rivalutare significa colmare il vuoto di valori oggi dominante: “amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza, dovere di solidarietà, uso dell’intelligenza” sono, oggi, indispensabili per creare un differente immaginario collettivo, all’interno del quale sarà necessario Riconcettualizzare e Ristrutturare tanto gli apparati produttivi quanto i rapporti sociali, nell’ottica di Ridistribuire le ricchezze e l’accesso al patrimonio naturale, sia fra il Nord e il Sud del mondo sia all’interno di ciascuna società. Rilocalizzare significa “produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente”. La sostituzione del globale con il locale rappresenta infatti il fulcro di qualsiasi progetto di decrescita, come Latouche ben sintetizza affermando che “Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile” ed aggiungendo che la rilocalizzazione non deve essere soltanto economica ma “anche la politica, la cultura, il senso della vita devono trovare un ancoraggio territoriale”. Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare, Riutilizzare e Riciclare i rifiuti del consumo, combattendo l’obsolescenza programmata dei prodotti, completano la serie dei cambiamenti proposti nel testo. Ma Latouche non si ferma qui: arriva a tratteggiare un vero e proprio “programma politico”, tanto pregno di fascino quanto di concretezza, ben comprendendo che qualunque proposito di decrescita serena potrà trovare attuazione solamente nell’ottica di una volontà politica che intenda procedere in questo senso. Estremamente interessante all’interno di questo programma il punto in cui si propone di “trasformare gli aumenti di produttività in riduzione del tempo di lavoro e in creazione di posti di lavoro” e quello in cui, in contrapposizione alla produzione di merci, si stimola la produzione di “beni relazionali come l’amicizia e la conoscenza, il cui consumo non diminuisce le scorte esistenti ma le aumenta”. A corollario di un testo molto ricco di spunti, Latouche propone alcune riflessioni aventi per oggetto le possibilità d’interazione fra il pensiero della decrescita e la società capitalista, risponde a chi si domanda se la decrescita sia di destra o di sinistra affermando che “il programma che noi proponiamo è in primo luogo un programma di buon senso, altrettanto poco condiviso sia a destra che a sinistra” e rifiuta l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita, che rischierebbe di cristallizzare lo spirito del movimento. IL LIBRO Serge Latouche Breve Trattato sulla Decrescita Serena Bollati Boringhieri, 2008 Pagine 135 – euro 9,00 PER SAPERNE DI PIU' SULL'ARGOMENTO La Scommessa della Decrescita Breve Trattato sulla Decrescita Serena Il termine "decrescita" suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza... Continua... La decrescita - sostiene l'autore - non è la crescita negativa. sarebbe meglio parlare di "acrescita", così... Continua...