AltraPsicologia Umbria, nato un gruppo in Umbria! è E’ nata Altra Psicologia Umbria, fai qualcosa per il tuo lavoro, partecipa anche tu! Da 10 anni, AltraPsicologia sta portando avanti un lavoro di miglioramento delle condizioni di lavoro degli psicologi, cercando di mobilitare la categoria su questioni di politica professionale (lotta all’abusivismo, attività mirate di pressione presso le istituzioni). Nelle istituzioni come gli ordini e la cassa previdenziale (ENPAP) in cui ha iniziato ad amministrare, AltraPsicologia è riuscita ad ottenere risultati concreti (contributi di genitorialità per tutti i genitori, aumentata trasparenza nella gestione dell’ente). Perché avviare un gruppo AltraPsicologia in Umbria? Offrire un’informazione trasparente su questioni di politica professionale. Proporre eventi su argomenti utili all’avvio e allo sviluppo della professione. Consentire ai colleghi di incontrarsi e fare rete. Il gruppo umbro di AP è quindi un’occasione per fare rete e colleganza, per far emergere criticità eventuali su cui provare a produrre progettualità ed iniziative, ma anche per conoscere e condividere successi e buone pratiche. Portiamo un AltraPsicologia in Umbria, unisciti a noi ! Collabora alle attività del gruppo AltraPsicologia Umbria, partecipa agli eventi, scrivi articoli dedicati al tuo territorio e mantieni il contatto con i colleghi che vivono e lavorano vicino a te. WE WANT YOU! Lo psicologo di base: trasformare un’ipotesi in realtà operativa Vorrei sottoporre all’attenzione degli psicologi umbri un progetto nato 15 anni fa, sperimentato dal Professor Luigi Solano dell’ Università “La Sapienza” di Roma e dai suoi collaboratori. Il progetto vede la collaborazione diretta e congiunta tra medici di base e psicologi durante l’apertura degli studi di medicina generale. Si tratta di un modello di prevenzione di primo livello caratterizzato da brevità, gratuità per l’utente, rapidità e facilità di accesso. Cerchiamo di entrare nel dettaglio del progetto attraverso l’intervista alla dott.ssa Barbara Sofia Coci, che ha preso parte alla sperimentazione e che è coautrice del libro “Dal sintomo alla persona. Medico e psicologo insieme per l’assistenza di base”, in cui sono stati riportati i risultati della loro esperienza. IN CONCRETO QUALI SONO LE AZIONI DEL PROGETTO? Il nostro progetto nasce dall’intuizione del prof. Solano di offrire la possibilità di una risposta più globale ed efficace al disagio dove, di frequente, emerge la domanda: nello studio del medico di Medicina Generale. Una volta a settimana il medico di base viene affiancato, nel suo studio, da uno psicologo per ascoltare la richiesta del paziente e ridefinirla congiuntamente in modo più preciso. Lo psicologo in questo ambito non si occupa di disagio psichico esplicito, che continua a trovare accoglienza negli specifici servizi specialistici, ma esplora il significato di qualunque richiesta, anche se espressa inizialmente soltanto come disagio somatico. L’esperienza di confronto tra professionisti è molto proficua, ma richiede un periodo di adattamento per raggiungere un sufficiente livello di intesa e di reciproca comprensione. Di fondamentale importanza è il lavoro di supervisione in riunioni di gruppo. QUALI SONO I RISULTATI DELL’INSERIMENTO DELLO PSICOLOGO DI BASE? La risposta dei pazienti è decisamente positiva, con frequenti attestazioni di gradimento dalla quasi totalità delle persone coinvolte. Nella maggior parte dei casi è stato realizzato un intervento esplorativo-chiarificatore nel contesto della visita ambulatoriale; in alcune situazioni sono stati proposti colloqui psicologici a parte; in pochissimi casi si sono effettuati invii a strutture specialistiche di Salute Mentale. L’esperienza conferma che questo tipo di intervento non induce un improprio bisogno psichiatrico o psicoterapeutico nella popolazione, piuttosto il contrario. D’altro canto, solo dove è necessario, si realizza una funzione di raccordo con i servizi specialistici esistenti, cosa che permette una presa in carico globale dei pazienti a partire dall’assistenza primaria. Molto importanti sono i dati sugli effetti di questa esperienza sull’immagine dello psicologo, che risulta spesso gravata dal comune pregiudizio che sia una specie di “medico dei pazzi”, da cui tenersi alla larga. Interviste condotte su circa 200 pazienti che hanno partecipato al progetto hanno definito lo psicologo come qualcuno che si occupa di problemi, quali possono capitare a chiunque, e quindi un professionista a cui si è disposti a ricorrere in caso di necessità. COME TRADURRE I RISULTATI IN TERMINI ECONOMICI? Ogni psicologo di base nel corso dei 3 anni della sua esperienza ha avuto occasione di incontrare circa 700 pazienti e di occuparsi in modo approfondito di circa 120 situazioni. Per quanto riguarda la spesa sanitaria, nei pochi casi in cui siamo riusciti ad avere i dati, abbiamo riscontrato che la nostra presenza nello studio del medico di Medicina Generale ha permesso un risparmio fino al 17% della sola spesa farmaceutica. Se proviamo a moltiplicare questo risparmio (di oltre 50 mila euro) per tutti gli studi di medicina generale del Paese, risulta chiaro che questo modello di lavoro rappresenta, a lungo termine, un’enorme risorsa. Al momento non abbiamo altri dati disponibili, ma possiamo ipotizzare un risparmio analogo, se non superiore, sulla spesa per indagini strumentali, visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. In questi anni di sperimentazione, AltraPsicologia Lazio ha seguito con interesse il progetto e ha cercato di divulgarlo attraverso articoli e dibattiti. Il dott. Felice Damiano Torricelli, il quale ha avuto diversi momenti di confronto con l’equipe del Professor Solano, in un bell’articolo (28 ottobre 2013) lo ha definito un modello operativo credibile e, soprattutto, sostenibile economicamente. La sfida quindi rimane quella di dimostrare la validità non solo scientifica dell’intervento, in termini di miglioramento della salute, della qualità della vita dei cittadini e dell’attività lavorativa del medico di base, ma soprattutto economica, fornendo dati più precisi sul risparmio di spesa per il sistema sanitario e sulla sua sostenibilità economica. Occorre quantificare il risparmio nella spesa del SSN per convincere chi di dovere ad investire, poiché senza finanziamenti il progetto rimane una valida ipotesi teorica. Ma come può tutto ciò trasformarsi in una realtà operativa? Chi deve finanziare questo servizio? Cosa prevede la legge? Quali sovvenzioni sono destinate a questo tipo di attività? A breve AltraPsicologia Umbria organizzerà un evento sul territorio con la Dott.ssa Barbara Sofia Coci per iniziare un confronto aperto sul tema.