Il sogno degli psicologi affiancare i medici di base

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13 GIUGNO 2011 AFFARI & FINANZA
FORUM
DELLE
PROFESSIONI
VALENTINA CONTE
Il sogno degli psicologi
affiancare i medici di base
La proposta dell’Ordine consentirebbe, secondo il suo presidente, di ripagare i costi pubblici della
operazione con i risparmi conseguibili dalla riduzione delle spese: “Molte malattie sono psicosomatiche”
ne dell’extra-comunitario, dal
mobbing all’aborto. Si era creato, in quello studio e per la prima volta, uno spazio di ascolto e
di aiuto nuovo».
Sperimentare l’affiancamento medico-psicologo ha un
costo. E in questo momento i bilanci delle sanità regionali sono
quasi tutti in rosso. «Ne siamo
consapevoli, tuttavia i risparmi
sarebbero superiori alla spesa,
la ricerca del professor Solano è lì a dimostrarlo, e il beneficio per la
collettività enorme»,
risponde Palma che
conferma, intanto,
Roma
ettere insieme, nello
stesso ambulatorio, un
medico di base e uno
psicologo. Uno di fianco all’altro. Una scelta non solo possibile, ma anche profittevole. Per il
paziente, per i medici e per la sanità pubblica. Perché non sempre la malattia si sconfigge con
le medicine o la chirurgia. Anzi,
sempre più spesso la domanda
di salute è una domanda di benessere. È la voglia di superare il
disagio. È il desiderio di rinascere, di risolvere i nodi che bloccano la psiche e, dunque,
anche il corpo.
Medico e psicologo
insieme è anche una
scelta già sperimentata.
Da più di dieci anni il
professor Luigi Solano,
docente di psicosomatica alla Sapienza di Roma, segue in alcuni ambulatori della capitale
l’inedito affiancamento professionale, grazie
al supporto degli specializzandi in Psicologia della salute dell’ateneo romano. I risultati
sono talmente positivi,
e confortati da prestigiosa letteratura internazionale, da spingere
l’interessamento delil presidente dell’Ordil’assessore alla sanità
ne nazionale degli psipugliese Tommaso Fiocologi, Giuseppe Palre. Oltre ai risparmi per
ma, a cercare interlocuIn alcuni
la collettività, la speritori istituzionali dispoambulatori mentazione incorpora
sti a finanziare la speri- della capitale un obiettivo ancora più
mentazione anche al- già operante ambizioso: la definiziotrove. «In un anno l’esperimento ne di una proposta di
l’apporto di ogni psico- dell’inedita legge ad hoc, per istitulogo ha consentito di riaccoppiata zionalizzare questa
sparmiare in media 75 professionale presenza negli studi
mila euro sulla spesa
medici. «Ma prima spefarmaceutica, moltiplirimentiamo. Abbiamo
cato per due, perché
bisogno di dati ancora
erano due gli studi servipiù robusti e dettagliati
ti da ciascuno di loro», spiega sul territorio italiano», precisa
Palma. «Un risparmio che certo Palma. In parlamento un ddl in
supera di gran lunga il costo del- materia esiste, ormai dimentilo stipendio di uno psicologo». cato. All’Ordine, però, non piaMa perché si arriverebbe a ri- ce perché affida il ruolo di afsparmiare così tanto? «I dati del- fiancamento a figure diverse
la ricerca ci dicono che il 50% dei dallo psicologo.
pazienti che va dai medici di baIn Italia gli psicologi sono
se porta domande di salute di- tantissimi: 80 mila, un terzo di
verse da quelle tradizionali, ma quelli europei, un quarto del
viene trattato come si fa in pre- mondo. Ed è un settore in rosa,
senza delle classiche patologie e visto che l’80% degli iscritti è
quindi con farmaci e prescrizio- donna e questa percentuale sani di analisi cliniche. Risposte le al 95% tra i professionisti uninappropriate nella metà dei der-30. I più critici intravvedocasi. Perché molti malesseri, no nella richiesta di sperimenprima di divenire patologici, tazione un tentativo lobbistico
possono essere curati in modo di risolvere un’emergenza ocdiverso», spiega ancora Palma.
cupazionale. «Ogni anno cre«La gratitudine dei pazienti è sciamo di 6 mila iscritti. E degli
l’eredità più preziosa che con- 80 mila psicologi italiani la metà
servo di quell’esperienza», rac- è disoccupata», conferma il preconta Alessandra Marchina, 36 sidente Palma. «Più volte abbiaanni, psicologa della salute che, mo chiesto il numero programassieme ad altri sette colleghi, mato nelle università. Tuttavia
ha partecipato alla sperimenta- il progetto che proponiamo ha
zione. «In tre anni ho incontra- una sua validità. Noi siamo conto 600 persone. Un solo pazien- vinti che valga la pena sperite ha chiesto di essere visitato mentare».
esclusivamente dal suo medi«Un ingegnere di 40 anni è veco. Gli altri, prima incuriositi nuto da me presentando sintopoi sempre più liberi, hanno mi di astenia e capogiro. Connon solo accolto la mia presen- vinto di avere un tumore, scoza, ma ne hanno tratto giova- priamo che non aveva bisogno
mento. In almeno cento casi ab- di alcuna risonanza magnetica.
biamo individuato un disagio Ma di recuperare i suoi spazi e il
psico-sociale distribuito in di- suo sprint, negati dall’ansia di
verse aree: familiare, di coppia, dover accudire la mamma anlutto, lavoro, maternità, immi- ziana e vedova. Così è stato. Dograzione. Dal divorzio alla fe- po solo tre sedute con la psicocondazione assistita, dalla sim- loga, ha recuperato tutta la sua
biosi genitori-figli alla solitudi- salute», racconta Enzo Pirrotta,
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AL COMANDO
A sinistra, il presidente del Consiglio
nazionale dell’Ordine degli psicologi,
Giuseppe Palma
medico di base romano, coinvolto nel progetto pilota. «Sempre più oggi i fattori determinanti per la salute sono bio-psico-sociali. E se tutto ricade sul medico generale
si rischia un cortocircuito. Su 1.300 pazienti visitati durante la sperimentazione, 857 non erano
malati, ma stava-
no male perché avevano un disagio psicologico. E nella metà
dei casi questo disagio nasceva
all’interno della famiglia. Solo il
5% degli italiani ha avuto nella
sua vita un contatto con lo psicologo. È una discrepanza, uno
stigma, una barriera culturale
da superare. Tanto più che l’ultimo contratto nazionale consente ai medici di base di assumere direttamente infermieri,
operatori della riabilitazione o
socio-sanitari per l’assistenza a
domicilio, ostetrici. Perché non
gli psicologi, visto che non si
parla più di medicina generale,
ma di cura primaria?».
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