Anno 10° n. 4 Ottobre-Novembre 2009 In questo numero: Aggiornamenti di legislazione ® 3 MODIFICHE ALLE NOTE AIFA 1-3-39-42-55-85 Farmaci ® 10 PARLIAMO DI... VITAMINA D ® 15 FARMACI LASA: PREVENIRE GLI ERRORI DI TERAPIA Prescrivere e Dispensare: news ® 17 NUOVE INDICAZIONI TERAPEUTICHE PER I MEDICINALI AUTORIZZATI CON PROCEDURA CENTRALIZZATA ® 19 PIANO TERAPEUTICO IVABRADINA ® 20 LEGGE 648/96: INSERIMENTI E MODIFICHE Farmacovigilanza ® 21 NOTE INFORMATIVE IMPORTANTI ® 24 MODALITÀ DI SEGNALAZIONE REAZIONI AVVERSE VACCINI INFLUENZA PANDEMIA ASP Palermo Sede legale: VIA G. CUSMANO, 24 90141 PALERMO C.F. e P. IVA: 05841760829 Dipartimento del Farmaco VIA PINDEMONTE 88 - 90129 PALERMO TEL. 091.7033019 - 7033182 FAX 091.7033019 Anno 10 n. 4 Ottobre Novembre 2009 COMITATO SCIENTIFICO Direttore Sanitario DOTT.SSA A. R. MATTALIANO Direttore Dipartimento del Farmaco DOTT.SSA F. GALANTE Dirigenti Farmacisti DOTT.SSA M. PARELLI DOTT.SSA A. ROGATO REDAZIONE DOTT.SSA M. PARELLI DOTT.SSA A. ROGATO DOTT.SSA I. UOMO Stampa LUXOGRAPH SRL - PALERMO 3 Note limitative AIFA Aggiornamento Note 1-3-39-42-55-85 a cura di Marisa Parelli Dirigente Farmacista - Dipartimento del Farmaco ASP Palermo Con Determinazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco del 22.09.09, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale n. 238 del 13.10.09, in vigore dal 15° giorno successivo alla data di pubblicazione stessa e quindi dal 28.10.2009, sono state apportate modifiche alle Note AIFA 1, 3, 39, 42, 55, e 85 . Di seguito si propone una rassegna di tali aggiornamenti corredata del testo delle nuove note. NOTA 1 “Modifica alla Nota AIFA 1, di cui alla determinazione dell’11 febbraio 2008” L’aggiornamento consiste nell’esclusione del rabeprazolo tra i medicinali prescrivibili con Nota 1. Risultano inoltre modificati il background e la bibliografia. NOTA 1 Determinazione AIFA del 22.09.09 Gastroprotettori: • Misoprostolo • esomeprazolo • lansoprazolo • omeprazolo • pantoprazolo • misoprostolo + diclofenac* Pubblicata in G.U. 238 del 13.10.09 – In vigore dal 28.10.09 La prescrizione a carico del SSN è limitata: alla prevenzione delle complicanze gravi del tratto gastrointestinale superiore: • in trattamento cronico con farmaci antiinfiammatori non steroidei • in terapia antiaggregante con ASA a basse dosi purché sussista una delle seguenti condizioni di rischio: • storia di pregresse emorragie digestive o di ulcera peptica non guarita con terapia eradicante • concomitante terapia con anticoagulanti o cortisonici • età avanzata *La prescrizione dell’associazione misoprostolo + diclofenac è rimborsata alle condizioni previste dalla nota 66 AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 4 NOTA 3 Abolizione della Nota 3 «Farmaci per la terapia del dolore», di cui alla determinazione 4 gennaio 2007: «Note AIFA 2006-2007 per l’uso appropriato dei farmaci». Con questo provvedimento viene abolita la Nota 3 ed i farmaci , di cui alla citata nota (Contramal ® - p.a.tramadolo - varie formulazioni), diventano pertanto prescrivibili a carico del Servizio Sanitario Nazionale (a partire dall’entrata in vigore del presente provvedimento) senza le limitazioni previste dalla nota stessa ovvero: prescrizione a carico del SSN con Ricetta non Ripetibile Precedente NOTA 3 (Determinazione AIFA 4 gennaio 2007) abolita dalla Determinazione AIFA 22.09.09 - Gazzetta Ufficiale n. 238 del 13.10.09 Farmaci per la terapia del dolore: • tramadolo La prescrizione a carico del SSN è limitata ai pazienti affetti da: • dolore lieve e moderato in corso di patologia neoplastica o degenerativa sulla base di eventuali disposizioni delle Regioni e delle Provincie Autonome NOTA 39 Modifica, con riferimento alla Nota AIFA 39, alla determinazione 4 gennaio 2007: «Note AIFA 2006-2007 per l’uso appropriato dei farmaci». Con questo provvedimento vengono previsti: – la modifica di alcuni parametri clinico - auxologici e di laboratorio per la definizione di bassa statura da deficit di GH nell’età evolutiva; – l’introduzione di alcune limitazioni nei soggetti prepuberi affetti dalla sindrome di Prader Willi; – la concedibilità a carico del SSN del trattamento con rGH a favore di bambini nati piccoli per l’età gestazionale (SGA - Small for Gestational Age) con età uguale o superiore a 4 anni che rispondano ai criteri specificati nella nota stessa; – l’introduzione dell’età di transizione (compresa tra il momento del raggiungimento della statura definitiva del soggetto e l’età di 25 anni) con le relative condizioni e limitazioni d’impiego di GH a carico del SSN in tale fascia d’età. La nuova Nota 39 non apporta ulteriori limitazioni alla prescrizione di rGH a carico del SSN in soggetti adulti di età superiore ai 25 anni. Vengono modificati inoltre il background, le evidenze disponibili e le particolari avvertenze. Si ricorda che l’elenco dei Centri prescrittori è pubblicato alla pag. 26 del Periodico n° 4 - Dicembre 2008. AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 5 NOTA 39 Determinazione AIFA del 22.09.09 Pubblicata in G.U. 238 del 13.10.09 – In vigore dal 28.10.09 La prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico di centri specializzati, Università, Aziende Ospedaliere, Aziende Sanitarie, IRCCS, individuati dalle Regioni e dalle Province autonome diTrento e Bolzano, è limitata alle seguenti condizioni: Età evolutiva • bassa statura da deficit di GH definito dai seguenti parametri clinico - auxologici e di laboratorio: I: Parametri clinico - auxologici: Ormone della crescita (somatotropina) a) statura < -3DS oppure statura < -2DS e velocità di crescita/anno < -1DS rispetto alla norma per età e sesso, misurata a distanza di almeno 6 mesi con le stesse modalità; oppure b) velocità di crescita/anno < -2DS o < -1,5 DS dopo 2 anni consecutivi, anche in assenza di bassa statura; nei primi 2 anni di vita, sarà sufficiente fare riferimento alla progressiva decelerazione della velocità di crescita (la letteratura non fornisce a riguardo dati definitivi in termini di DS); oppure c) malformazioni/lesioni ipotalamo-ipofisario dimostrate a livello neuroradiologico o difetti ipofisari multipli che comportino deficit di GH accertato in base ad una delle modalità del punto II; e II: Parametri di laboratorio: a) risposta di GH < 10 µg/L a due test farmacologici eseguiti in giorni differenti (la risposta ad un solo test farmacologico >10 µg/L esclude la diagnosi di deficit di GH); oppure b) risposta di GH < 20 µg/L nel caso uno dei due test impiegati sia GHRH + arginina o GHRH + piridostigmina Altre condizioni dove il trattamento con rGH viene concesso in età pediatrica: • sindrome di Turner citogeneticamente dimostrata; • deficit staturale nell’insufficienza renale cronica; • soggetti prepuberi affetti dalla sindrome di Prader Willi (PWS), geneticamente dimostrata, limitatamente ai casi con diagnosi di deficienza dell’ormone della crescita, con Indice di Massa Corporea o Body Mass Index (BMI)<95°, normale funzionalità respiratoria, non affetti da sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno. • Bambini nati piccoli per l’età gestazionale (SGA - Small for Gestational Age) con età uguale o superiore a 4 anni. Per poter accedere al trattamento con GH in individui nati SGA è necessario rispondere ai seguenti criteri: peso alla nascita nei nati singoli uguale o inferiore a –2 DS AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 6 (< 3° centile) per l’età gestazionale, basato sulle tabelle di Gagliardi (L. Gagliardi et Al. “Standard antropometrici neonatali prodotti dalla task-force della Società Italiana di Neonatologia e basati su una popolazione italiana nord-orientale” Riv. Ital. Pediatr. (IJP) 1999; 25: 159-169) e comunque inferiore a 2500 gr.; età al momento della proposta di somministrazione del GH uguale o superiore ai 4 anni; statura inferiore o uguale a –2.5 DS e velocità di crescita inferiore al 50° centile; autorizzazione delle Commissione Regionale preposte alla sorveglianza epidemiologica ed al monitoraggio dell’appropriatezza del trattamento con GH. Considerando la relativa limitata esperienza del trattamento con GH negli SGA in Italia, l’autorizzazione al trattamento con rGH in soggetti SGA è concessa per 2 anni previa verifica ed autorizzazione da parte delle Commissioni Regionali preposte alla sorveglianza epidemiologica ed al monitoraggio dell’appropriatezza del trattamento con GH appartenenti alla residenza del paziente. Dopo 2 anni di terapia, il proseguimento terapeutico potrà essere nuovamente autorizzato dalle Commissioni Regionali dopo una verifica dei risultati clinici ottenuti nel periodo di trattamento. Ormone della crescita (somatotropina) In caso di mancata istituzione della commissione regionale, la proposta al trattamento con GH da parte del centro prescrittore dovrà essere indirizzata alla Commissione preposta alla sorveglianza epidemiologica ed al monitoraggio dell’appropriatezza del trattamento con GH presso l’Istituto Superiore di Sanità, che dovrà dare una risposta al centro prescrittore entro giorni trenta dal ricevimento della richiesta. Età di transizione Viene definita età di transizione quella compresa tra il momento del raggiungimento della statura definitiva del soggetto trattato e l’età di 25 anni. Al raggiungimento della statura definitiva non è più indicata la terapia con GH nelle seguenti patologie: • sindrome di Turner; • insufficienza renale cronica • sindrome di Prader Willi; • Soggetti nati piccoli per età gestazionale (SGA). Al raggiungimento della statura definitiva la terapia con GH può essere proseguita senza ulteriori rivalutazioni nelle seguenti patologie: • deficit di GH causato da mutazione genetica documentata • panipopituitarismo con difetto di secrezione ormonale multiplo di almeno tre ormoni ipofisari. AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 7 Al raggiungimento della statura definitiva la terapia con rGH negli altri soggetti con deficit di GH può essere proseguita solo se presentano dopo almeno un mese dalla sospensione del trattamento sostitutivo con rGH: • risposta di GH <6 µg/L dopo ipoglicemia insulinica (ITT); oppure • risposta di GH <19 µg/L dopo test farmacologico con GHRH + Arginina. Ormone della crescita (somatotropina) Età adulta È indicata la terapia con rGH in soggetti adulti, di età superiore a 25 anni, con livelli di GH allo stimolo con ipoglicemia insulinica <3 µg/L o, in presenza di controindicazioni al test di ipoglicemia insulinica, con picco inadeguato di GH dopo stimoli alternativi, nei casi di: a. ipofisectomia totale o parziale (chirurgica, da radiazioni); b. ipopituitarismo idiopatico, post traumatico, da neoplasie sellari e parasellari. DISPOSIZIONI ASSESSORATO REGIONALE SANITÀ - NOTA AIFA 39 In relazione alle novità introdotte dalla nuova Nota 39 l’Assessorato Regionale per la Sanità-Dipartimento Regionale per la Pianificazione strategica - Servizio 7 Farmaceutica- ha disposto, con nota prot. 2094 del 26.10.09, che i piani terapeutici rilasciati dai centri individuati in ambito regionale (DD.DD.GG. n. 662/08 e n. 946/08) a partire dal 28.10.09 dovranno pervenire al Servizio 7 - Farmaceutica, Piazza Ottavio Ziino n. 24 - 90110 Palermo, per il tramite delle ASP di residenza del paziente, per essere preventivamente sottoposti al parere della Commissione Regionale dell’Ormone della Crescita di cui al D.D.G. n. 1532 per le seguenti condizioni: 1) Soggetti con caratteristiche clinico-auxologiche in accordo con il punto I della Nota e con normale secrezione di GH (punto II) 2) Bambini nati piccoli per l’età gestazionale (SGA-Small for Gestational Age) con età uguale o superiore a 4 anni che rispondano ai seguenti criteri: peso alla nascita nei nati singoli uguale o inferiore a –2 DS (< 3° centile) per l’età gestazionale, basato sulle tabelle di Gagliardi e comunque inferiore a 2500 gr; età al momento della proposta di somministrazione del GH uguale o superiore ai 4 anni; statura inferiore o uguale a –2.5 DS e velocità di crescita inferiore al 50° centile. Il farmaco potrà essere erogato solo dopo che le ASP avranno ricevuto l’autorizzazione da parte della Commissione Regionale dell’Ormone della Crescita. AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 8 NOTA 42 Modifiche, con riferimento alla Nota AIFA 42, alla determinazione del 4 gennaio 2007: «Note AIFA 2006-2007 per l’uso appropriato dei farmaci». Non sono state apportate modifiche sostanziali a questa nota. È stata revisionata solo la sezione “particolari avvertenze” – di seguito riportata – relativamente alla possibile insorgenza di dolore severo, talora disabilitante, a livello osseo, articolare o muscolare associato alla assunzione di bifosfonati. Aggiornata anche la bibliografia. NOTA 42 Determina AIFA del 22.09.09 Pubblicata in G.U. 238 del 13.10.09 – In vigore dal 28.10.09 La prescrizione a carico del SSN è limitata alle seguenti condizioni: Bifosfonati: • acido etidronico • acido clodronico • Morbo di Paget: acido etidronico • trattamento delle lesioni osteolitiche da metastasi ossee e del mieloma multiplo: acido clodronico Particolari avvertenze L’uso dei bifosfonati è stato associato alla comparsa di osteonecrosi della mandibola e della mascella in pazienti oncologici e con osteoporosi. Di recente, l’Advisory Committee dell’FDA ha pubblicato un warning circa l’eventuale insorgenza di dolore severo, talora disabilitante, a livello osseo, articolare o muscolare associato alla assunzione di bifosfonati. Tale sintomatologia differisce dalla sindrome acuta similinfluenzale (acute-phase reaction APR) caratterizzata da febbre, raffreddore, dolore osseo, artralgia e mialgia che comunemente si osserva in seguito a somministrazione endovenosa dei bifosfonati iniettabili. NOTA 55 Modifica alla Nota AIFA 55, di cui alla determinazione 4 gennaio 2007: «Note Aifa 2006-2007 per l’uso appropriato dei farmaci». Con questo provvedimento non più soggetti a nota i seguenti antibiotici iniettabili per uso extraospedaliero: cefamandolo, cefonicid, ceftezolo, cefurossima, cefmetazolo, cefotetan, cefoxitina, cefodizima, cefoperazone, cefotaxima, ceftizoxima, ceftriaxone, ticarcillina+ac.clavulanico Rimangono, invece, prescrivibili con nota: ceftazidime, cefepime, mezlocillina, piperacillina, ampicillina+ sulbactam, piperacillina+tazobactam, amikacina, gentamicina, netilmicina, tobramicina Vengono modificate anche le evidenze disponibili e le particolari avvertenze contenute nella nota. AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 9 NOTA 55 Determina AIFA del 22.09.09 Antibiotici iniettabili per uso extra-ospedaliero: • ceftazidime* • cefepime* • mezlocillina* • piperacillina* • ampicillina+ sulbactam • piperacillina+tazobactam* • amikacina* • gentamicina* • netilmicina* • tobramicina Pubblicata in G.U. 238 del 13.10.09 – In vigore dal 28.10.09 La prescrizione a carico del SSN degli antibiotici iniettabili per l’uso comunitario, è limitata alle seguenti condizioni: • trattamento iniettivo di infezioni gravi delle vie respiratorie, delle vie urinarie, dei tessuti molli, intra-addominali, ostetrico-ginecologiche, ossee e articolari • trattamento iniettivo delle infezioni causate da microrganismi resistenti ai più comuni antibiotici, particolarmente nei pazienti immunocompromessi * cfr Evidenze disponibili NOTA 85 Modifiche alla Nota AIFA 85, di cui alla determinazione del 6 marzo 2009. Viene sostituito il vecchio testo della nota 85 con la nuova formulazione, che non si discosta sostanzialmente dal precedente. NOTA 85 Determina AIFA del 22.09.09 Pubblicata in G.U. 238 del 13.10.09 – In vigore dal 28.10.09 La prescrizione a carico del SSN, su diagnosi e piano terapeutico delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) individuate dalle Regioni e dalle Provincie Autonome di Trento e Bolzano, è limitata ai pazienti con malattia di Alzheimer - di grado lieve, con MMSE tra 21 e 26 (donepezil, rivastigmina, galantamina) o moderato, con MMSE tra 10 e 20 (donepezil, rivastigmina, galantamina, memantina). Inibitori dell’acetilcolinesterasi: • donepezil • galantamina • rivastigmina Antagonisti del recettore per il glutammato: • memantina Alle UVA è affidato il compito di effettuare o, eventualmente, confermare una diagnosi precedente e di stabilire il grado di severità in accordo alla scala MMSE. Il piano terapeutico deve essere formulato sulla base della diagnosi iniziale di probabile demenza di Alzheimer di grado lieve-moderato. La risposta clinica dovrà essere monitorata ad intervalli regolari dall’inizio della terapia: • a 1 mese, per la valutazione degli effetti collaterali e per l’aggiustamento del piano terapeutico; • a 3 mesi, per una prima valutazione della risposta e per il monitoraggio della tollerabilità: la rimborsabilità del trattamento oltre i tre mesi deve basarsi sul non peggioramento dello stato cognitivo del paziente valutato tramite MMSE ed esame clinico; • ogni 6 mesi per successive valutazioni della risposta e della tollerabilità. AGGIORNAMENTI DI LEGISLAZIONE 10 Parliamo di... Vitamina D a cura di Simona Miraglia Scuola di Specializzazione in Geriatria, Policlinico P. Giaccone, Palermo La vitamina D è un gruppo di pro-ormoni liposolubili costituito da 5 diverse vitamine (D1, D2, D3, D4 e D5). Le due forme più importanti nella quale è possibile ritrovare la vitamina D sono la vitamina D2 ergocalciferolo e la vitamina D3 colecalciferolo. Il colecalciferolo (D3) deriva dal colesterolo ed è sintetizzato negli organismi animali, l’ergocalciferolo (D2) è invece di origine vegetale. BIOSINTESI ED EMIVITA. L’apporto di vitamina D è dovuto per l’80-90% alla sintesi cutanea di colecalciferolo in condizioni di adeguata esposizione ai raggi solari di appropriata lunghezza d’onda; la quantità di vitamina D (sia colecalciferolo sia ergocalciferolo) contenuta negli alimenti (10-20%) è del tutto insufficiente a coprirne il fabbisogno. La radiazione ultravioletta B di origine solare (con lunghezza d’onda compresa tra 290 e 315 nm) penetra nella pelle e trasformando il 7-deidrocolesterolo in pre-vitamina D3, la quale viene successivamente convertita in vitamina D3 o colecalciferolo. La vitamina D3 di origine cutanea raggiunge il torrente circolatorio, dove viene trasportata da una proteina a bassa affinità DBP (Vitamin D-Binding Protein). L’ergocalciferolo D2 si forma invece quando i raggi ultravioletti colpiscono l’ergosterolo, la sua forma pro-vitaminica di origine vegetale. L’assorbimento della vitamina D (D2 e D3) segue gli analoghi processi cui sono sottoposte le altre vitamine liposolubili: viene infatti inglobata nelle micelle, entra nell’epitelio intestinale dove viene incorporata nei chilomicroni che si riversano nella circolazione linfatica (emivita plasmatica 4-6 ore). La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o assunta attraverso la dieta è presente in una forma bio- FARMACI logicamente non attiva, per diventare tale deve subire due reazioni di idrossilazione dando vita al calcitriolo. La prima idrossilazione avviene in sede epatica a formare la 25(OH)-vitamina D, ad opera dell’enzima 25-idrossilasi, non soggetto a regolazione, ed in piccola quantità si accumulano nel tessuto adiposo. La quantità di 25(OH)-vitamina D che viene formata nel fegato è strettamente dipendente dalla disponibilità dei precursori. Anch’essa viene trasportata nel plasma dalla DBP, per la quale ha invece un’alta affinità. La sua emivita è di circa 2-3 settimane, per tali caratteristiche la concentrazione della 25(OH)-vitamina D circolante è considerato quale indicatore dello status vitaminico D. La 25(OH)-vitamina D viene successivamente idrossilata dall’enzima 1α-idrossilasi, presente nel tubulo prossimale renale, formando il calcitriolo o 1,25(OH)2-vitamina D il metabolita più attivo, la cui emivita plasmatica è di poche ore. L’attività di tale enzima è finemente regolata; viene inibita da iperfosforemia, ipercalcemia, fosfatonina FGF-23 e dallo stesso calcitriolo e stimolata da ipocalcemia, ipofosforemia e paratormone (PTH). La concentrazione di calcitriolo nel plasma, dove è trasportato dalla DBP, risulta molto variabile e può essere normale o addirittura aumentata in condizioni di carenza di vitamina D. Pertanto, essa non è adatta per la valutazione dello status vitaminico D. Il calcitriolo raggiunge gli organi bersaglio dove si lega a recettori specifici (Vitamin D Receptor, VDR). La quantità di D3 e D2 prodotte dipende dalle radiazioni ultraviolette, dalla superficie cutanea esposta, dal suo spessore e pigmentazione e dalla durata della permanenza alla luce. Nei mesi estivi la sovrapproduzione di vitamina D ne consente l’accumulo. Pochi sono gli alimenti che contengono 11 quantità apprezzabili di vitamina D, particolarmente ricco risulta l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (come il salmoni e le aringhe), il latte ed i suoi derivati, le uova, il fegato e le verdure verdi. Apporto medico calcolato in unità internazionali (UI) ogni 100g AZIONI SCHELETRICHE ED EXTRA-SCHELETRICHE La vitamina D favorisce il riassorbimento di calcio a livello renale, l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio ed i processi di mineralizzazione dell’osso ed anche di differenziazione di alcune linee cellulari e in alcune funzioni neuromuscolari. La regolazione dei livelli di calcio e fosforo nell’organismo avviene insieme all’azione di due importanti ormoni: la calcitonina ed il paratormone. La calcitonina ha azioni opposte a quelle della vitamina D, favorendo l’eliminazione urinaria e la deposizione di calcio nelle ossa, comportando una diminuzione dei livelli plasmatici di calcio. Il paratormone, invece, inibisce il riassorbimento renale dei fosfati, aumenta quello del calcio e stimola il rene a produrre 24,25(OH)D. A livello dell’osso promuove il rilascio di calcio. La produzione di questi ormoni e di vitamina D è strettamente dipendente dalla concentrazione plasmatica di calcio: una condizione di ipocalcemia stimola la produzione di paratormone e di 24,25(OH)D. Un aumento del calcio plasmatico, invece, favorisce la sintesi di calcitonina. Il delicato equilibrio che si viene a creare determina una buona regolazione dei processi di mineralizzazione. Sembra, anche che la vitamina D possa promuovere la differenziazione dei cheratinociti dell’epidermide e degli osteoclasti ossei e, forse, detiene anche un’azione antiproliferativa. Tra le azione extrascheletriche del calcitriolo ritroviamo la regolazione dell’espressione del gene della renina, modulazione della resistenza insulinica, della funzione endoteliale e della risposta immunitaria alle infezioni. FABBISOGNO NELL’ADULTO E IPOVITA-MINOSI I comuni dosaggi immunometrici disponibili sul mercato non dosano la vitamina D in quanto tale, ma i suoi due principali metabolici: la 25 OH Vitamina D il FARMACI 12 cui livello ematico risulta influenzato dall’esposizione al sole, dalla dieta o da eventuali terapie e la 1,25(OH) Vitamina D, molecola il cui livello ematico dipende dalla funzionalità renale o da eventuali trattamenti terapeutici. Si parla di deficienza di 25-idrossi-vitamina D quando il livello della vitamina sia al di sotto dei 20 ng/mL (50 nmol per litro). I livelli di 25-idrossivitamina D sono inversamente associati con i livelli di paratormone finchè il livello del 25 OH raggiunga 30-40 ng/mL. Un livello di 25-OH-D compreso tra 21-29 ng/ml può essere indicativo di una relativa insufficienza di vitamina D, mentre un livello di 30 ng/mL o superiore può essere considerato come indicatore di una quantità sufficiente di vitamina D. Nell’intossicazione da vitamina D si osservano livelli sierici di 25-OH-D maggiori di 150 ng per ml. Considerando tali valori è stato stimato che circa un miliardo di persone nel mondo ha una deficienza o un’insufficienza di vitamina D. Dal 40 al 100% degli anziani (uomini e donne) USA o Europei, che vivono ancora in comunità sono deficienti di vitamina D e circa il 50% delle donne in menopausa. Dati di letteratura hanno suggerito i seguenti intervalli di riferimento per la classificazione dello stato ottimale del livello di vitamina D. La 25-idorossivitamina D rappresenta il barometro dello stato vitaminico D; il dosaggio di 1,25idrossi vitamina D non deve essere mai utilizzato per rilavare un deficit di vitamina D in quanto i valori possono risultare normali o addirittura elevati a causa dell’iperparatiroidismo secondario. L’ipovitaminosi D è molto frequente nel Sud Europa ed in Italia ed è generalmente causata da ridotta capacità di sintesi cutanea, scarsa esposizione solare, aumentata pigmentazione cutanea, inquinamento ambientale e scarso introito alimentare di FARMACI vitamina D. Gruppi di popolazione a rischio di ipovitaminosi D sono rappresentati da anziani, pazienti con osteoporosi (con prevalenza in entrambe le popolazioni che raggiunge il 70-100%), donne in gravidanza o allattamento, bambini nella prima infanzia, immigrati di colore. Una volta stabilito il livello sierico ottimale di 25(OH)-vitamina D per la prevenzione di molteplici eventi clinici è necessario trasformare tale dato in quantità di apporto di vitamina D necessaria a raggiungere tale livello. Alcuni dati nella popolazione anziana hanno portato a stimare in 1600 UI/ die la dose di vitamina D necessaria per mantenere livelli sierici di 25(OH)-vitamina D attorno a 30 ng/ml, nella quasi totalità dei pazienti, in assenza di esposizione solare. Un altro studio prospettico randomizzato controllato ha dimostrato che solo un apporto medio di circa 4000 UI/die è in grado di raggiungere e mantenere tale livello. Bisogna sottolineare che se tali studi hanno ulteriormente tranquillizzato circa la sicurezza, almeno nel breve termine, di tali alte dosi di vitamina D, sono assenti studi che abbiano valutato sia la loro sicurezza nel lungo termine sia gli effetti sugli end-point clinici scheletrici ed extrascheletrici. Pertanto, ad oggi, la Commissione Europea sugli Alimenti ritiene generalmente prudente non superare il livello di 50 µg/die, anche se questo è da molti esperti considerato insufficiente nella maggior parte della popolazione al fine di raggiungere il livello ottimale di 25(OH)-vitamina D sierico. Numerosi studi clinici hanno documentato che, soprattutto nell’età avanzata, sono necessarie 8001000 U/die di vitamina D, da sola o in associazione al calcio, per ottenere una significativa riduzione del rischio di caduta e di frattura di femore. A tutt’oggi risultano pochissimi gli circa l’effetto della supplementazione con diverse dosi di vitamina D su end-point clinici, quali morbilità e mortalità cardiovascolare per coronaropatia, incidenza di diabete mellito tipo 1 e 2 e ipertensione arteriosa, correlati alle ripercussioni extrascheletriche della ipovitaminosi D. Non è pertanto 13 noto ad oggi, con sicurezza, quale sia il fabbisogno di vitamina D necessario a prevenire/ridurre la comparsa di tali manifestazioni cliniche. Attualmente la migliore evidenza disponibile, soprattutto in relazione alla prevenzione delle fratture e delle cadute nell’età avanzata, è a sostegno della supplementazione farmacologica di vitamina D, alla dose di 800-1000 UI/die fino ad una dose massimale di 2000 UI/die in condizione di severo deficit, assente esposizione solare e ridotto apporto dietetico od assorbimento di calcio. Altre modalità potenzialmente praticabili di supplementazione di vitamina D, come la fortificazione alimentare e l’aumentata esposizione solare, non sono ad oggi supportati da solida evidenza di efficacia e sicurezza. Le proprietà farmacocinetiche della vitamina D, che quando viene somministrata ad alte dosi si accumula in gran parte nei depositi adiposi, per poi essere rilasciata gradual mente nei successivi mesi, consentono di utilizzare diversi schemi di somministrazione: giornaliera, settimanale, mensile, trimestrale, semestrale o annuale. L’impiego di dosi crescenti consente di prolungare parallelamente l’intervallo tra le somministrazioni, con notevole vantaggio dal punto di vista della compliance terapeutica. È stata dimostrata la maggiore potenza del colecalciferolo rispetto all’ergocalciferolo quando somministrati ad alta dose singola (50.000 UI o 300.000 UI per os), verosimilmente a causa delle differenze strutturali nella catena laterale dei due composti che rendono la vitamina D3 più affine alla DBP e al VDR rispetto alla vitamina D2. Vari sono gli schemi equivalenti di supplementazione del colecalciferolo; quello a dose giornaliera (800-1000 UI/die); quello con alta dose settimanale (7000-10.000 UI/settimana), mensile (30.000-50.000 UI al mese), bi-trimestrale (100.000 UI ogni 2-3 mesi, rispettivamente), semestrale (300.000 UI ogni 6 mesi) o annuale (600.000 UI all’anno). Nei casi di deficit di vitamina D è consigliabile utilizzare un’alta dose iniziale per rifornire i depositi e successivamente passare ad una dose di mantenimento secondo uno dei precedenti schemi. I derivati 1α-idrossilati, che danno più frequentemente ipercalcemia ed ipercalciuria, sono da impiegare in condizioni di ipoparatiroidismo, insufficienza renale cronica (per livelli di creatininemia >2 mg/dl, filtrato glomerulare <30 ml/min/1.73 m2) o malassorbimento intestinale. Le prime alterazioni che si riscontrano in caso di deficienza di vitamina D, consistono in: diminuzione dei livelli sierici di calcio e fosforo con conseguente iperparatiroidismo secondario ed aumento della concentrazione di fosfatasi alcalina. Successivamente si hanno alterazione dei processi di mineralizzazione con rachitismo (nel bambino) ed osteomalacia (nell’adulto) e debolezza muscolare con aumentato rischio di caduta, fratture ricorrenti degli anziani deformazione ossea; inarcamento delle gambe e della colonna vertebrale, ingrossamento dell’ articolazione del polso, del ginocchio, dell’anca, muscoli scarsamente sviluppati, irritabilità nervosa, una carenza grave può causare tetania, intorpidimento muscolare, formicolii, spasmi. L’importanza della vitamina non si limita alle ossa, anche il morbo celiaco è collegato ad una carenza di vitamina D, sembra inoltre che esista un collegamento tra vitamina D e sordità e la sua carenza può provocare miopia e presbiopia. Negli ultimi anni l’attenzione dei ricercatori si sta concentrando su sclerosi multipla e artrite reumatoide. Sembra, infatti, che l’uso della vitamina D, anche in forma di integratori, comporti meno rischi di sviluppare la sclerosi multipla. Uno studio pubblicato sulla rivista Neurology, rivela che assumendo la dose giornaliera raccomandata di questa vitamina, la probabilità di contrarre questa malattia è quasi dimezzata. Così come l’assunzione di supplementi di vitamina D in pazienti anziane ha dimezzato il rischio di artrite reumatoide, per una probabile azione sulle cellule immunitarie e una ridotta azione infiammatoria. L’azione sembrerebbe, così, concentrarsi sull’inibizione dell’anormale crescita cellulare, un aspetto che rende la sua deficienza un fattore di rischio per almeno tre dei principali tumori: prostata, seno e colon. La vitamina potrebbe così essere anche un fattore pre- FARMACI 14 ventivo chemioterapico. Un ruolo sembrerebbe esserci anche nella psoriasi e in altri disturbi iperproliferativi cellulari, ma anche nell’ipertensione e nel diabete di tipo 1. Alcuni Studi recenti hanno portato alla luce come la carenza di vitamina D possa essere collegata con la sindrome influenzale. Studi recenti hanno suggerito che la vitamina D potrebbe avere un ruolo nella regolazione della risposta immunitaria di tipo innato contro gli agenti microbici. Da esperimenti in vitro si è evidenziato come l’1,25(OH)D possa stimolare la produzione di catelicidina umana (human cathelicidin antimicrobial peptide, CAMP), un peptide con azione antimicrobica, in differenti culture cellulari. L’espressione genica della catelicidina sembra essere regolata da un promotore del gene FARMACI CAMP contenente un elemento rispondente alla vitamina D (vitamin D response element, VDRE) cui si va a legare il recettore per la vitamina D. Secondo i ricercatori, l’1,25(OH)D è in grado di stimolare la produzione di altri peptidi antimicrobici: la defensina di tipo 2 (defensin β2, defβ2) la lipocalina associata alla gelatinasi neutrofila (neutophil gelatinase-associated lipocalin, ngal). Simili dati riprendendo un’ipotesi già sostenuta di Edgar Hoper-Simpson nel 1981, sostenendo che i picchi invernali di sindrome influenzale potrebbero essere dovuti ad una carenza di vitamina D a seguito d’una minor esposizione alla luce solare. Una ricerca americana infine sostiene che 10mcg di vitamina D al giorno riducono del 7% la mortalità per qualsiasi causa. 15 Farmaci LASA: prevenire gli errori di terapia a cura di Ilaria Uomo1 e Katia Costa2 1 2 Dipartimento del Farmaco ASP Palermo Scuola di Specializzazione in Farmacognosia, Università degli Studi di Messina Negli ultimi anni la prevenzione degli eventi avversi dovuti ad errori in corso di terapia farmacologica è considerata una priorità della ssistenza sanitaria ed è oggetto d atenzione da parte dei principali organismi internazionali che si occupano di sanità. Il Ministero della Salute ha divulgato ad Ottobre 2009, per tutti gli operatori sanitari, un Rapporto denominato “Farmaci LASA e Sicurezza dei Pazienti”1, dedicato ad uno tra gli errori di terapia più frequenti, quello legato ai cosiddetti LOOKALIKE/SOUND-ALIKE ovvero LASA, acronimo anglosassone utilizzato per indicare i farmaci che possono essere scambiati con altri per la somiglianza grafica e/o fonetica del nome. L’ASHP (Società Americana dei Farmacisti del Sistema sanitario) ha calcolato che il 10% degli errori di terapia è dovuto allo scambio tra LASA, e che il 25% è maggiormente dovuto alla somiglianza dei nomi tra farmaci (in figura 1 un esempio) e il 33% alla grafica del packaging troppo simile (in figura 2 un esempio)2. La grafica dovrebbe in realtà fornire le informazioni più importanti e immediate necessarie a tutti coloro che sono coinvolti nelle fasi del processo di gestione del farmaco, soprattutto in ospedale (approvvigionamento, immagazzinamento e conservazione, prescrizione, trascrizione e interpretazione della prescrizione, preparazione/ allestimento, distribuzione, somministrazione) o sul territorio, negli ambulatori dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta, nelle farmacie pubbliche e private, nelle RSA o presso il domicilio del paziente. Tali errori possono anche venire generati dall’uso ancora presente della prescrizione telefonica o verbale in caso d’urgenza, o scritta a mano e di fretta, oppure dall’uso di abbreviazioni, che possono indurre confusione o fraintendimento. In Italia progetti specifici sulla sicurezza dei Farmaci LASA sono partiti al Policlinico Gemelli di Roma e all’Asur Marche di Macerata3 al fine di individuare le possibilità di errore, formare il personale e analizzare i Prontuari Terapeutici Ospedalieri (Pto), evidenziando i casi che potrebbero indurre l’errore. In particolare lo studio delle Marche ha evidenziato che circa il 35% dei medicinali inclusi nel Pto è a rischio di errore. Figura 1 SOUND-ALIKE somiglianza del nome, suono simile. FARMACI 16 Figura 2 LOOK-ALIKE somiglianza del packaging. IL PROGETTO MINISTERIALE L’iniziativa del Ministero, avviata circa un anno fa, intendeva quindi aumentare la consapevolezza da parte degli stakeholder (operatori sanitari, cittadini, manager della sanità, Aziende farmaceutiche) della possibilità di errore nell’uso dei farmaci LASA, raccogliere informazioni relative al packaging dei farmaci e sensibilizzare le Aziende farmaceutiche affinché prevedano, nella commercializzazione dei farmaci, criteri per evitare ogni fattore di confondimento nell’uso dei farmaci LASA. Il progetto comprende sia l’ambito territoriale sia ospedaliero ed è stato articolato in tre fasi: la prima, durata fino ad aprile 2009, che prevedeva un’indagine conoscitiva tramite la raccolta volontaria delle informazioni (anche attraverso la compilazione di un questionario) con l’attivazione di una casella di posta elettronica dedicata, Terapi- FARMACI [email protected], per valutare il grado di conoscenza della problematica su tutto il territorio nazionale. La casella di posta continuerà ad essere attiva nonostante la conclusione della prima fase, consentendo un’osservazione costante del fenomeno e delle buone pratiche avviate. Il Rapporto emerso dalla prima fase è stato pubblicato nella’area tematica “Governo clinico, qualità e sicurezza delle cure”, consultabile sul sito http://www.ministerosalute.it/qualita/qualita.isp, e comprende tutte le segnalazioni e le compilazioni del questionario (in forma anonima) effettuate da novembre 2008 ad aprile 2009. La seconda fase ha previsto la costituzione di un tavolo tecnico di esperti con lo scopo di produrre e divulgare una Raccomandazione specifica per evitare il verificarsi degli errori in terapia da condividere con Regioni e Province Autonome, Aziende sanitarie, Agenzia del Farmaco (AIFA), Istituto Superiore di Sanità (ISS), Federazione degli Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), Società scientifiche, Federfarma ed altre Istituzioni. La terza fase prevederà infine l’attivazione di un sistema di monitoraggio e valutazione costante delle informazioni sull’uso dei LASA, con la creazione di un archivio e la diffusione sul sito web del Ministero di un elenco dei farmaci a rischio di scambio. Bibliografia 1. http://www.ministerosalute.it/qualita/qualita.isp 2. “South Stars, Look-alike, Sound-alike” February 18, 2008 web. 3. III Forum Risk management in Sanità, 24 oreSanità, maggio 2009. 17 Nuove indicazioni terapeutiche per i medicinali autorizzati con procedura centralizzata a cura di Anna Rogato Dirigente Farmacista - Dipartimento del Farmaco ASP Palermo La commissione tecnico scientifica dell’AIFA ha espresso parere favorevole alla rimborsabilità, alle medesime condizioni di prezzo, classificazione e regime di fornitura attualmente in vigore, per le nuove indicazioni terapeutiche dei medicinali: HUMIRA (adalimumab) Artrite giovanile poliarticolare idiopatica - Humira in combinazione con metotressato è indicato per il trattamento dell’artrite giovanile poliarticolare idiopatica, in adolescenti di età compresa tra i 13e i 17 anni, che hanno avuto una risposta inadeguata ad uno o più farmaci anti-reumatici modificanti la malattia (DMARDs). Humira può essere somministrato come monoterapia in caso di intolleranza al metotressato o quando il tratta- mento continuato con metotressato non è appropriato. GURI n° 184 del 10/08/09. COPAXONE (glatiramer acetato) Copaxone è indicato nel trattamento di pazienti che hanno manifestato un primo episodio clinico ben definito e che sono considerati essere ad alto rischio di sviluppare sclerosi multipla clinicamente definita (CDMS). (GURI n° 185 del 11/08/09) PEGASYS (peginterferone alfa 2A) Trattamento dei pazienti con epatite cronica C che abbiano fallito un precedente trattamento con interferone alfa (peghilato o non peghilato ) in monoterapia o in terapia di associazione con ribavirina. (GURI n° 204 del 03/09/09). PRESCRIVERE E DISPENSARE: NEWS 18 NUOVI FARMACI IN COMMERCIO ADVATE (octocog alfa ) Due nuovi dosaggi: 2000 UI 1 flac polv. e 1 flac solv per sol.iniett. uso EV 3000 UI 1 flac polv. e 1 flac solv per sol.iniett. uso EV classificate in classe A/PT/PHT e sottoposte a monitoraggio intensivo delle reazioni avverse. Guri n° 232 del 06/10/09 MODIFICA INDICAZIONI TERAPEUTICHE PREZISTA (darunavir) nella formulazione 600 mg 60 cpr PREZISTA 600 mg, somministrato in associazione a una dose di ritonavir da 100 mg è indicato per il trattamento antiretrovirale dell’ infezione da HIV-1, in combinazione con altri antiretrovirali, in pazienti adulti pre-trattati, inclusi quelli fortemente pre-trattati. La scelta di iniziare un trattamento con PREZISTA co-somministrato con 100 mg di ritonavir, deve tenere in attenta considerazione i precedenti trattamenti del singolo paziente e le mutazioni associate ai diversi farmaci. L’analisi del genotipo o del fenotipo (laddove disponibile) e la storia di trattamento devono fungere da guida nell’impiego di PREZISTA. (GURI n° 204 del 03/09/09). NUOVO PIANO TERAPEUTICO PER IL PRINCIPIO ATTIVO IVABRADINA Per i medicinali CORLENTOR e PROCORALAN a base del principio attivo ivadradina è stato predisposto un piano terapeutico cartaceo in sostituzione del precedente piano terapeutico da compilarsi online e non è più obbligatoria la compilazione della scheda di reclutamento secondo le indicazioni pubblicate sul sito http://monitoraggio-farmaci.agenziafarmaco.it/ PRESCRIVERE E DISPENSARE: NEWS 19 PRESCRIVERE E DISPENSARE: NEWS 20 Legge 648/96 Inserimenti e modifiche a cura di Anna Rogato RIBAVIRINA Inserimento dei medicinali REBETOL e COPEGUS nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN ai sensi della legge 648/96 per l’indicazione: “terapia dell’epatite cronica e della cirrosi compensata da virus dell’epatite C, in combinazione con gli interferoni peghilati, nei pazienti con talassemia major o talassemia intermedia che necessitano di terapia trasfusionale” nel rispetto delle condizioni indicate nell’allegato 1.GURI n° 208 del 08/09/09. PLERIXAFOR (mozobil) Inserimento del medicinale nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN ai sensi della legge 648/96 per l’indicazione terapeutica: PRESCRIVERE E DISPENSARE: NEWS “in combinazione con G-CSF per incrementare la mobilizzazione delle cellule staminali ematopoietiche al sangue periferico per la raccolta e il conseguente trapianto autologo in pazienti con linfoma o mieloma multiplo che mobilizzano scarsamente”, nel rispetto delle condizioni indicate nell’allegato 1. Guri 223 del 25/09/09. MIFEPRISTONE Esclusione dall’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del SSN ai sensi della legge 648/96. Si ricorda che il MIFEPRISTONE era stato inserito nell’elenco della 648/96 con il provvedimento CUF del 15 gennaio1999 per l’indicazione: trattamento della sindrome di CUSHING di origine paraneoplastica. GURI n° 209 del 09/09/09. 21 Note informative importanti a cura di Anna Rogato RELENZA (zanamivir) Nuove informazioni di sicurezza riguardanti il corretto utilizzo della formulazione: polvere per inalazione. La ditta produttrice del medicinale, GLAXO SMITH KLINE, ha ricevuto la segnalazione del decesso di una paziente affetta da influenza e in trattamento con il medicinale, rimosso dal confezionamento approvato (Rotadisk), solubilizzato e somministrato attraverso ventilazione meccanica. La morte della paziente è stata attribuita all’ostruzione del ventilatore dovuta alla collosità dell’eccipiente lattosio in soluzione, pertanto la formulazione polvere per inalazione non è idonea alla ricostituzione in qualsiasi formulazione liquida e non è raccomandata per l’impiego in qualsiasi nebulizzatore o nella ventilazione meccanica. INTELENCE (etravirina) Sono stati riportati casi talvolta fatali di sindrome da ipersensibilità grave ,inclusi casi di rash da farmaco con eosinofilia e sintomatologia sistemica (sindrome DRESS) e casi di necrolisi tossica epidermica (TEN). Nei casi sospetti bisogna interrompere immediatamente l’uso del farmaco all’involontario sovradosaggio associato all’utilizzo del medicinale: assunzione giornaliera della dose settimanale nel trattamento delle affezioni cutanee e dermatologiche, calcolo erroneo delle dosi chemioterapiche sulla base dell’area di superficie corporea nel trattamento delle malattie neoplastiche. Pertanto la ditta produttrice del farmaco, WYETH, consiglia di utilizzare il farmaco in maniera appropriata seguendo gli schemi posologici autorizzati e di far riferimento al riassunto delle caratteristiche del prodotto per ogni altra informazione. FABRAZYME (agalsidasi beta ) Ulteriore ridotta disponibilità del farmaco e conseguentemente ulteriori restrizioni alle raccomandazioni per il trattamento dei pazienti (possibile riduzione di dosaggio anche nei pazienti adulti di sesso maschile) che sostituiscono le precedenti emanate nel giugno 2009. Gli eventi avversi devono essere segnalati secondo le modalità correnti: compilazione del modello unico di segnalazione riportando in esso anche il numero di lotto registrato nella cartella del paziente. Le nuove raccomandazioni si applicheranno fino al momento in cui i problemi di disponibilità del farmaco saranno risolti. METHOTREXATE La ditta produttrice WYETH ha segnalato casi di tossicità, alcuni dei quali con esito fatale, dovuti L’azienda produttrice prevede di risolvere la ridotta disponibilità del farmaco entro il 2009. FARMACOVIGILANZA 22 MANCATA SEGNALAZIONE DI CASI DI OSTEONECROSI DEI MASCELLARI DA BIFOSFONATI Il Centro regionale di Farmacovigilanza ha emanato la nota n° 1770 del 07/10/09 che lamenta una mancata segnalazione dei casi di Osteonecrosi dei mascellari da Bifosfonati. La sottosegnalazione di questi casi si è evidenziata in un congresso sull’argomento. Pertanto si invitano i medici prescrittori di Bifosfonati e gli operatori sanitari, che hanno riscontrato o riscontrano nell’ambito della loro attività questa specifica reazione avversa, di segnalare sia i casi attuali che i FARMACOVIGILANZA casi pregressi compilando la scheda di segnalazione (modello unico), firmandola e inviandola al responsabile della Farmacovigilanza della struttura di appartenenza per il successivo inserimento dei casi nella RETE NAZIONALE di FARMACOVIGILANZA. Per le strutture che fanno capo all’ASP PALERMO le schede di segnalazione dovranno essere inviate al Dipartimento del Farmaco con le seguenti modalità: – o per fax al numero 091-7033019 – o per posta all’indirizzo: via Pindemonte, 88 c.a.p. 90129 Palermo 23 FARMACOVIGILANZA 24 Modalità di segnalazione reazioni avverse vaccini influenza pandemica Il Ministero della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali ha emanato l’ORDINANZA 11 settembre 2009 - Misure urgenti in materia di profilassi vaccinale dell’influenza pandemia. All’articolo 5 si ordina la notifica immediata degli eventuali eventi avversi conseguenti alla somministrazione dei vaccini pandemici al Sistema Nazionale di Farmacovigilanza. L’AIFA ha predisposto una scheda di segnalazione ad hoc scaricabile dal sito dell’AIFA www.agenziafarmaco.it) e pubblicata nella pagina seguente, per segnalare tutte le reazioni avverse: • GRAVI • NON GRAVI • ATTESE • INATTESE dando priorità alle ADR gravi o fatali, alle gravi e inattese e agli eventi avversi di particolare interesse quali: neuriti, convulsioni, anafilassi, encefaliti, vasculiti, sindrome di Guillain-Barrè, paralisi di Bell, patologie demielinizzanti, fallimenti vaccinali. Per la segnalazione di questi eventi si raccomanda di rispettare le definizioni di caso disponibili (Brigthon e collaboratori) e si raccomanda di fornire informazioni complete, tuttavia in caso di elementi parziali si segnala lo stesso e successivamente si forniscono ulteriori dettagli sul caso. La nota Assessoriale n° 1908 del 13/10/09 ha disposto che le segnalazioni per le reazioni avverse da vaccino pandemico, possono essere inviate direttamente per: • e-mail all’indirizzo: [email protected] • fax al n° 091 7075774 al Centro Regionale di Farmacovigilanza e Vaccinovigilanza. o in alternativa al responsabile di Farmacovigilanza della struttura di appartenenza. Per le strutture che fanno capo all’ASP PALERMO le schede di segnalazione potranno essere inoltrate al Dipartimento del farmaco per: • fax al n° 091 7033019 • e-mail: [email protected] • posta all’indirizzo: via Pindemonte, 88 - Palermo CAP 90129. FARMACOVIGILANZA 25 FARMACOVIGILANZA NOTE E APPUNTI: ............................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................................................................ 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Siamo focalizzati su farmaci orfani in ematologia Investiamo il 30% del fatturato in Ricerca e Sviluppo Dedichiamo 170 ricercatori solo alle terapie cellulari Rivoluzioniamo il modo di affrontare le neoplasie, colpendo in maniera selettiva e specifica i fattori responsabili della crescita delle cellule tumorali INNOVAZIONE PER LA VITA 35 Presentazioni Orali e 128 Abstract sui propri prodotti all’Annual American Society of Hematology Meeting del 2008. www.celgene.it