Diapositiva 1 - WordPress.com

annuncio pubblicitario
IL RISORGIMENTO ITALIANO
Dopo la sconfitta di Carlo Alberto a Novara il popolo cominciò a ribellarsi,sostenuto dai democratici.
Le prime città furono Roma e Firenze.
A Roma il papa fu costretto ad abbandonare la città e si rifugiò a Gaeta, presso la corte di Ferdinando ll .
Il 9 febbraio 1849 fu eletta un’assemblea costituente che dichiarò decaduto il papato e proclamò la repubblica
romana.
A capo del nuovo governo vi era un triumvirato del quale faceva parte Giuseppe Mazzini.
GIUSEPPE MAZZINI
A Firenze si formò un governo democratico e il granduca di Toscana, Leopoldo d’Asburgo, dovette abbandonare la città e
rifugiarsi anch’egli a Gaeta.
Nel frattempo Venezia aveva proclamato la repubblica e la Sicilia si era proclamata indipendente dal regno di Napoli.
Ma questi erano governi provvisori e la repressione iniziò da subito.
L’Austria non fece fatica a riconquistare tutte le città lombarde ribellatesi.
L’unica che oppose maggiore resistenza fu Brescia che cadde dopo dieci giorni.
Gli Austriaci occuparono anche la Toscana permettendo il rientro del granduca Leopoldo.
Francia , Austria e il regno delle Due Sicilie si schierarono dalla parte del papa per restituirgli Roma.
Fu così che l’esercito francese, inviato da Luigi Napoleone Bonaparte, dopo un mese di lotte, restituì Roma al papa.
A contrastare i francesi furono i volontari di tutta Italia, tra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli.
Venezia fu l’ultima a cedere.
Si arrese agli Austriaci nell’agosto del 1849.
10 GIORNATE DI BRESCIA
Anche in Europa c’erano stati dei tentativi di insurrezione ma senza risultato.
La Germania voleva creare un regno federale ma non fu possibile perché il re di Prussia rifiutò la corona offertagli
dall’assemblea popolare.
L’imperatore Asburgo, Francesco Giuseppe, sconfisse gli Ungheresi con l’aiuto dello zar di Russia.
In Francia, Luigi Napoleone Bonaparte abolì la repubblica e, con un plebiscito popolare, riconobbe se stesso a capo della
nuova costituzione. Dopo un anno nacque il nuovo impero francese ed egli prese il nome di Napoleone III.
Alla fine della repressione solo il regno di Sardegna aveva resistito, infatti Vittorio Emanuele II si era rifiutato di abolire lo
statuto e il parlamento.
A capo del consiglio dei ministri fu Camillo Benso conte di Cavour.
Attuò una politica di riforme:
•Firmò trattati di libero scambio con gli altri paesi europei
•Costruì canali, strade e ferrovie
•Genova divenne il primo porto d’Italia
…..il Piemonte divenne uno stato moderno, in pieno sviluppo economico.
Strinse alleanze militari:
•Partecipò al Congresso di Parigi del 1856 e strinse un’alleanza con Napoleone III per liberare il Piemonte dalla pressione
austriaca.
Per poter partecipare al congresso Cavour inviò l’esercito piemontese in aiuto degli austro-inglesi contro i russi nella
guerra di Crimea.
•Nel luglio del 1859 Cavour e Napoleone III s’incontrarono segretamente a Plombières per concludere l’alleanza militare
contro gli Austriaci, a patto che fossero gli Austriaci ad attaccare per primi.
•In cambio il regno di Sardegna avrebbe ceduto alla Francia Nizza e Savoia.
CONGRESSO DI PARIGI
Intanto nel 1857 Cavour contribuì alla nascita della Società nazionale, un movimento indipendentista formato da
moderati, democratici e repubblicani, tra cui Giuseppe Garibaldi, allo scopo di lottare per l’unità d’Italia.
Per costringere gli Austriaci all’attacco furono inviate delle truppe piemontesi sul confine lombardo - austriaco,
dichiarando che fosse un’esercitazione.
Ma gli Austriaci si allarmarono e al rifiuto dei Piemontesi di lasciare il confine, dichiararono la seconda guerra
d’indipendenza , era il 26 aprile 1859.
A questa guerra parteciparono quindicimila volontari, i Cacciatori delle Alpi , comandati da Garibaldi.
Al loro fianco ci furono i francesi di Napoleone III.
Gli Austriaci furono sconfitti dai Francesi prima a Magenta e poi a Solferino e infine a San Martino dai Piemontesi.
SECONDA GUERRA
D’INDIPENDENZA
Ma Napoleone, temendo di perdere il controllo dell’Italia , a causa delle richieste di annessione degli altri stati italiani
(Toscana, Emilia e Romagna) al regno di Sardegna, pose fine alla seconda guerra d’indipendenza, tradendo Vittorio
Emanuele II, firmando con l’Austria l’armistizio di Villafranca l’11 luglio 1859.
La Lombardia andava ai Savoia e il Veneto all’Austria.
Toscana, Emilia e Romagna si rifiutarono di sottomettersi nuovamente ai vecchi sovrani e i governi provvisori, nel marzo
del 1860, indissero dei plebisciti per l’annessione al Piemonte che ebbero risultato positivo.
Grazie alle annessioni degli altri stati italiani, il regno di Sardegna comprendeva:
•Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana, Emilia, Romagna e Sardegna.
Nel frattempo, in favore dell’unità d’Italia, c’erano stati dei tentativi di liberare il regno delle Due Sicilie.
Ci avevano provato i fratelli Bandiera nel 1844 e Carlo Pisacane nel 1857. Entrambi i tentativi fallirono.
Il primo fallì perché i fratelli Bandiera, sbarcati in Calabria, furono scambiati per briganti e uccisi.
Pisacane invece sbarcò a Sapri, in Campania, contando sull’aiuto dei contadini meridionali.
Ma i Borboni, che governavano Napoli, avevano sparso la voce che era in arrivo una banda di delinquenti e il popolo
aiutò la polizia.
Pisacane morì.
Il nuovo tentativo fu fatto da Garibaldi che partì dal porto di Quarto, Genova, la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860.
Sbarcò in Sicilia con circa mille volontari e perciò fu chiamata la Spedizione dei Mille.
Sconfissero subito i borbonici nella battaglia di Calatafimi ma la battaglia decisiva di Milazzo costrinse i Borboni ad
abbandonare l’isola.
Garibaldi, dopo aver liberato tutta la Sicilia, abolì la tassa sul macinato e promise di distribuire ai contadini le terre tolte
al demanio (stato).
Ma quando fu il momento di sostenere i contadini nell’insurrezione contro i latifondisti, a Bronte, Garibaldi e i suoi uomini
si schierarono dalla parte dei proprietari terrieri e repressero la rivolta,così facendo ottenne il loro appoggio.
Dopo la battaglia di Milazzo Garibaldi proseguì verso il centro Italia e sbarcò in Calabria.
I garibaldini avanzarono senza arrestarsi fino a Napoli, dove entrarono il 7 settembre.
Sapendo dell’arrivo di Garibaldi il re Francesco II, figlio di Ferdinando, abbandonò la città per rifugiarsi a Gaeta.
SPEDIZIONE DEI MILLE
Intanto Cavour era preoccupato per l’avanzata di Garibaldi, temendo che questi volesse proclamare una repubblica nel
sud Italia e conquistare Roma.
Per impedire che accadesse bisognava fermare l’esercito garibaldino e Cavour chiese il permesso di Napoleone III per
intervenire.
Fu inviato l’esercito piemontese nello stato pontificio. Nel frattempo Garibaldi aveva sconfitto i Borboni nello scontro di
Volturno e allora Vittorio Emanuele II, a comando dell’esercito piemontese, decise di bloccarlo personalmente.
I due si incontrarono a Teano, il 26 ottobre 1860, e Garibaldi consegnò al re tutte le terre conquistate in suo nome.
Intanto anche Marche, Umbria e regno delle Due Sicilie furono annesse, tramite plebiscito, al Regno di Sardegna.
A questo punto quasi tutta l’Italia era unita, mancavano solo Veneto, Trento e Trieste (sotto gli Austriaci), Lazio (Roma).
Il 17 marzo 1861 il parlamento di Torino proclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia e Torino capitale d’Italia .
Scarica