Risorgimento Archivo - Aula Virtual Maristas Mediterránea

IL RISORGIMENTO
Unificazione italiana
Cosa è e caratteristiche
¡  Il Risorgimento è un movimento insurrezionale che
ha lo scopo dell’INDIPENDENZA, UNITA’ NAZIONALE,
SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE dell’Italia e si
protrasse dai moti del 1820-21 fino all’Unità d’Italia
(1861)
¡  Viene portato avanti dai PATRIOTI, intellettuali e
borghesi alla guida del movimento che inizialmente
era organizzato da società segrete come la
CARBONERIA (organizzazione molto rigida dal
punto di vista gerarchico, il cui motto era “Libertà e
costituzione” e che si serviva di un linguaggio in
codice), le cui idee si diffusero mediante giornali e
riviste (Il Conciliatore, L’Antologia) e la musica
(Verdi, amore per la patria e libertà)
Moti del 1820-21 in Italia
¡ 
scoppiano rivolte a Napoli nel 1820 (promosse dal
generale Pepe), costringendo il re Ferdinando I a
concedere una costituzione e in Sicilia che diventa
indipendente. I moti falliscono perché interviene l’esercito
della Santa Alleanza e i Borbone nel 1821 tornano a
governare in modo assoluto
¡  Nel Lombardo Veneto, meglio governato dagli austriaci,
obiettivo è la costituzione e riforme liberali, ma condanne
e processi colpiscono i patrioti come lo scrittore Silvio
Pellico, il musicista Maroncelli e il conte Confalonieri
¡  Nel Regno di Sardegna nel 1821 i patrioti chiedevano al re
Vittorio Emanuele I la costituzione e si rivolsero all’erede al
trono Carlo Alberto, di idee liberali, per ottenere il suo
appoggio. Quando scoppiò la rivolta il re abdicò in realtà
in favore del fratello Carlo Felice, ma il reggente Carlo
Alberto concesse la costituzione; il provvedimento fu
disapprovato da Carlo Felice che scatenò una
repressione.
Moti del 1831 in Italia
¡  Si diffusero in Italia centrale dove Francesco IV
D’Asburgo D’Este, duca di Modena, si propone di
aiutare i patrioti che però di lui non si fidano:
infatti dopo che la rivolta si è estesa allo stato
Pontificio e al ducato di Parma, Ciro Menotti
viene arrestato per colpa del duca e ucciso per
intervento della Santa Alleanza; tutti i vecchi
sovrani di questi piccoli stati legati agli austriaci
furono riportati sul trono.
Motivi del fallimento dei
moti del 1820-21 e 30-31
¡  In Italia si stava sviluppando un movimento
nazionale liberale, ma era carente per strategie e
organizzazione:
-  la maggior parte del popolo non partecipava
- 
mancava una direzione unitaria delle società
segrete
- 
non c’era una forza ar mata capace di
fronteggiare la Santa Alleanza
¡  Occorreva poi delineare quale assetto politico
istituzionale dare alla penisola italiana qualora fosse
diventata indipendente
Idee e progetti
per un’Italia libera: che forma di
governo dare all’Italia?
¡ 1. PROGETTO DEMOCRATICO E
REPUBBLICANO
¡ 2. PROGETTO DEI LIBERALI
MODERATI
¡ 3. PROGETTO FEDERALE
-  3.1Neoguelfismo
-  3.2 Federalismo democratico
1. Progetto democratico
e repubblicano
¡  Giuseppe Mazzini fu portavoce di questo
progetto: genovese, incarcerato perché
carbonaro e per aver partecipato a
insurrezioni, fondò nel 1831 la GIOVINE
ITALIA e nel 1834 la GIOVINE EUROPA. Per lui
era decisiva la partecipazione popolare ai
moti per l’indipendenza e l’Italia avrebbe
dovuto diventare una repubblica.
Nonostante questo, appoggiò i Savoia
divenuti poi re d’Italia, ma prima di morire
tentò un’insurrezione anti-monarchia.
2. Progetto dei liberali
moderati
¡  Cesare Balbo e Massimo d’Azeglio, due borghesi
moderati piemontesi, promuovevano un unico
stato federato, diviso in regioni, sotto la guida di
una monarchia costituzionale, quella dei SAVOIA
(sovrani del regno di Sardegna) perché era il regno
più forte tra i vari stati italiani. Volevano evitare una
rivoluzione popolare ed erano convinti che i Savoia
tramite una guerra avrebbero potuto assoggettare
il resto della penisola.
3. Progetto federale
¡  3.1 NEOGUELFISMO
L’ipotesi voluta da Vincenzo Gioberti, un religioso,
convinto che un’insurrezione violenta potesse
spaventare il papa e la nobiltà degli stati italiani;
occorreva l’unione dei regnanti italiani in una
confederazione di stati presieduta dal papa. La sua
posizione viene detta NEOGUELFISMO in riferimento
al Medioevo, dove guelfi erano sostenitori del papa,
ma la novità consisteva nell’evitare di fare guerre per
raggiungere lo scopo, ma solo delle riforme. L’Austria
non avrebbe mai accettato
¡  3.2 FEDERALISMO DEMOCRATICO
Carlo Cattaneo, borghese di Milano, propone una
confederazione democratica repubblicana con
autonomia dei singoli Stati senza ricorrere alla
fusione; ipotizzava la propria idea anche per
l’Europa. Dalla sua parte si mettono anche Carlo
Pisacane e Giuseppe Ferrari che oltre alla questione
nazionale pongono anche la questione sociale.
Anni di cambiamenti
¡  1846-48: biennio di eventi determinanti per i patrioti
-  Elezione di Pio IX al papato con iniziative di tipo liberale
(libertà di stampa, diminuzione censura, amnistia condannati
e rifugiati politici)
-  Il Granducato di Toscana con Leopoldo III fa una consulta
per la libertà di stampa
-  Il Regno di Sardegna con Carlo Alberto, re dal 1831,
promuove una riforma amministrativa
I tre stati sottoscrivono una lega doganale per modernizzare
l’economia e trovare unità almeno economica
Prima del conflitto
¡  1848 Palermo: dopo una sollevazione popolare Ferdinando
II di Borbone concede la costituzione
¡  Nel Regno di Sardegna a Torino il liberale Carlo Alberto
concede la costituzione detta STATUTO ALBERTINO
¡  Nel Lombardo Veneto insorgono contro gli austriaci:
-  17 marzo 1848 Venezia con i patrioti MANIN E TOMMASEO
-  18 marzo 1849 Milano LE CINQUE GIORNATE con fuga degli
austriaci nel quadrilatero Verona, Peschiera, Legnano,
Mantova
Prima guerra
d’indipendenza 1848-49
¡  Il 23 marzo 1848 CARLO ALBERTO, re di Sardegna, oltrepassa il Ticino e
dichiara guerra all’Austria spinto da liberali e democratici e sostenuto dai
governi di Toscana, Roma, Napoli: è la prima guerra nazionale!
¡  Importanti vittorie a Curtatone, Montanara e Goito furono ottenute dai
piemontesi e alleati, ma gli alleati temono che i successi rafforzino il re di
Sardegna e a cominciare dal papa ritirano i consensi, tanto che a
combattere rimane solo il R. di Sardegna che il 25 luglio venne sconfitto a
Custoza, firmando il 9 agosto l’armistizio.
¡  Marzo 1849: CARLO ALBERTO riprende la guerra, ma il 23 marzo viene
sconfitto a Novara e lascia il trono al figlio VITTORIO EMANUELE II che tratta
la resa con l’Austria che riprendono il controllo del Lombardo Veneto,
facendo crollare Brescia e abbattendo tutti i governi democratici nati nel
frattempo in Toscana e a Venezia. A Roma, dove era nato un triumvirato
composto da MAZZINI, SAFFI E ARMELLINI, l’allora presidente francese Luigi
Napoleone Bonaparte rimise sul trono il papa nel luglio 1849.
Camillo Benso,
conte di Cavour
¡  Nobile di idee liberali moderate, fu capo del governo del Regno di
Sardegna dal 1852 al 1861, fu il vero artefice della svolta che portò
all’Unità d’Italia. Egli rafforzò la monarchia sabauda, potenziando
industria, commercio e agricoltura e ridimensionò l’influenza della
Chiesa nello stato “libera Chiesa in libero Stato”.
¡  Era convinto che solo il Regno di Sardegna avrebbe portato tutta
l’Italia all’indipendenza; perciò costruì un sistema di alleanze: pensò
di far partecipare il regno di Sardegna alla guerra di Crimea (1855)
appoggiando turchi, francesi e britannici contro i russi. La
partecipazione gli consentì di partecipare al tavolo dei vincitori,
portando per la prima volta la QUESTIONE ITALIANA
¡  Fece accordi segreti a Plombiers (1858) con Napoleone III: se l’Austria
avesse attaccato il regno di Sardegna, la Francia avrebbe aiutato i
Savoia, ottenendo come ricompensa Nizza e la Savoia; promise che
l’Italia sarebbe diventata una confederazione con a capo il papa.
Seconda guerra
d’indipendenza (1859)
¡  Il re Vittorio Emanuele II, su consiglio di Cavour, da abile stratega, provocò gli
austriaci mettendo soldati alle frontiere. Il governo austriaco inviò un
ultimatum che venne respinto: era guerra (26 aprile 1859). Napoleone III
inviò le sue truppe e i franco piemontesi sconfissero a Magenta gli austriaci il
4 giugno, mentre Giuseppe Garibaldi liberava alcune città del nord; altre
vittorie furono ottenute il 24 giugno a Solferino e san Martino.
¡  Frattanto gli stati di Firenze, Modena e Parma e lo stato della Chiesa con
PLEBISCITI chiesero annessioni al regno di Sardegna: fatto che preoccupò
Napoleone III che l’8 luglio 1859 firmò l’armistizio di Villafranca. Vittorio
Emanuele dovette accettare la pace di Zurigo: otteneva la Lombardia, non
il Veneto e nei vari stati italiani sarebbero tornati i sovrani legittimi.
¡  Tutti gli stati non erano d’accordo. Cavour intraprese allora trattative con la
Gran Bretagna e strinse un nuovo patto con Napoleone III: avrebbe ceduto
Nizza e la Savoia (che ancora non gli erano state consegnate) se la Francia
avesse riconosciuto l’annessione di Toscana, Emilia Romagna, Parma e
Modena al Regno di Sardegna. Così avvenne l’11 e 12 marzo 1860.
Giuseppe Garibaldi
¡  Ligure, carbonaro, rischiò l’arresto e fuggì in America latina dove
combattè per la libertà di quei popoli. Tornato in Italia con la
moglie Anita, si adoperò per l’unità con l’impresa dei 1.000, le
camicie rosse.
¡  A chiedere il suo intervento furono i rivoluzionari siciliani che si
sentivano esclusi. Garibaldi ricevette l’approvazione del re e di
Cavour
¡  Il 5 maggio 1860 partì da Quarto (Genova) e sbarcò l’11 maggio
in Sicilia, conquistando Palermo e mettendo alla fuga i Borbone.
¡  Promise ai siciliani la distribuzione delle terre, ma non riuscì a
realizzarla, reprimendo anche delle rivolte come a Bronte.
¡  Il 7 settembre entrò a Napoli e sconfisse sul Volturno le truppe
borboniche per l’ultima volta.
L’unificazione italiana
¡  L’azione di Garibaldi era sorprendente: per paura che la Francia
intervenisse, Cavour costrinse il re Vittorio Emanuele II a
intervenire: ci fu l’annessione con plebisciti di Umbria e Marche e
il 26 ottobre 1860 a Teano Garibaldi consegnò simbolicamente
al re le chiavi del sud (il 21 e 22 ottobre tutto il sud Italia votò per
l’annessione al regno di Sardegna) e potè ritirarsi a Caprera.
¡  Il 17 marzo 1861 il Parlamento riunitosi a TORINO decretò la
nascita del Regno d’Italia e Vittorio Emanuele II re per grazia di
Dio e volontà della nazione.
¡  Cavour morì il 6 giugno 1861; alla completa unità mancavano
VENETO, LAZIO CON ROMA, TRENTINO E FRIULI VENEZIA GIULIA.
La terza guerra
d’indipendenza (1866)
¡  1866: la guerra tra Austria e Prussia consentì di conquistare il
Veneto. L’Italia si alleò con la Prussia, ma l’esercito venne
sconfitto a Custoza e la flotta a Lissa; solo Garibaldi al
comando delle truppe vinse a Bezzecca. In ogni caso la Prussia
vinse a Sadowa contro l’Austria e l’Italia ottenne il Veneto
come da accordi.
¡  Nel frattempo i rapporti con papa Pio IX si fecero tesi,
specialmente perché nel 1864 la capitale fu spostata a Firenze,
più vicina a Roma, sede del papa. Con il Sillabo, il papa
condannò le conquiste italiane, rafforzando la divisione tra
stato italiano e Chiesa.
Roma capitale (1871)
¡  Garibaldi tentò di conquistare Roma nel 1862 e nel 1867, ma venne
sconfitto dai francesi di Napoleone III che proteggevano il papa.
¡  L’occasione si presentò nel 1870: la Prussia aveva dichiarato guerra
alla Francia, così Napoleone III lasciò Roma senza difese: era
l’occasione del re d’Italia che attaccò Roma: l’esercito entrò nella
capitale con la breccia di Porta PIA (20 settembre 1870)
¡  Nell’estate 1871 Roma divenne capitale d’Italia; per il papa venne
approvata la legge delle Guarentigie che gli assegnava Vaticano,
Castelgandolfo e Laterano e alla Chiesa vennero garantiti diritti. Il
papa Pio IX non accettò e nel 1874 con il Non expedit chiese ai
cattolici d non votare per lo stato italiano. Si apriva così la
QUESTIONE ROMANA