Libertà e indipendenza Il Risorgimento italiano e i movimenti patriottici europei Le società segrete Dopo la restaurazione i “patrioti”, ossia coloro che avevano idee liberali in politica, si riunirono in società segrete. La società segreta più famosa in Italia fu la Carboneria. Obiettivo di tutte le società segrete era quello di costringere i sovrani a concedere la Costituzione. Nei Paesi il cui sovrano era sentito come straniero lo scopo era anche l’indipendenza. In Italia le società segrete insorsero nel 1820-21 in Piemonte, in Sicilia e a Napoli e chiesero la Costituzione. Ci fu anche una lunga insurrezione in Spagna, repressa nel 1823, per lo stesso scopo. I moti furono repressi, anche con l’aiuto dell’Austria (Santa Alleanza). Le insurrezioni in Italia e in Europa Nel 1830 i parigini si ribellarono contro il re Carlo X di Borbone, che aveva tentato di limitare i diritti costituzionali e lo costrinsero a fuggire. Il nuovo re Luigi Filippo, confermò la Costituzione, la rese più liberale e rinunciò al diritto divino dei re. Il Regno di Francia mantenne però il suffragio censitario e durò sino al 1848. Dei moti carbonari scoppiarono in Emilia Romagna nel 1831, ma non ebbero successo duraturo perché Francesco IV di Modena fece arrestare i capi della congiura. LA LIBERTÀ CHE GUIDA IL POPOLO, DI Eugène Delacroix Le insurrezioni del 1830-31 Il fallimento dei moti carbonari aveva dimostrato che non ci si poteva fidare dei re. Giuseppe Mazzini (18051872) lasciò la Carboneria e fondò un nuovo movimento patriottico, non più segreto, la Giovine Italia. Mazzini rilanciò l’idea di unità italiana e propose di fondare una repubblica democratica (a suffragio universale). I moti mazziniani non ebbero successo. Giuseppe Mazzini Anche altri pensarono ad un’unione degli Stati italiani. Una proposta alternativa a quella di Mazzini fu quella del piemontese Vincenzo Gioberti (18011852), che propose una federazione di Stati italiani sotto la presidenza del Papa. Il milanese Carlo Cattaneo (1801-1869) propose invece una repubblica federale e democratica, sul modello degli Stati Uniti d’America. L’ipotesi federalista Nel 1848 quattro Stati italiani cedettero alle richieste dei liberali e concedettero la Costituzione: Due Sicilie (11 febbraio) Toscana (17 febbraio) Sardegna (4 marzo) Roma (14 marzo) Le Costituzioni in Italia Nel 1848 Parigi scacciò Luigi Filippo e nacque la Seconda Repubblica francese La notizia diede coraggio ai patrioti e si ribellarono Vienna, Milano, Venezia e Francoforte. Alla notizia dell’insurrezione di Milano, Carlo Alberto di Savoia si decise a dichiarare guerra all’Austria. I sardo-piemontesi ebbero l’aiuto di volontari toscani, napoletani e romani, ma la guerra fu vinta dall’Austria. Gli italiani, anche se uniti tra loro, non riuscirono a vincere e Carlo Alberto si arrese. Neanche la Germania riuscì ad unificarsi, ma il re di Prussia Federico Guglielmo IV concesse una Costituzione BANDIERA TRICOLORE CON LO SCUDO DI SAVOIA. Carlo Alberto la usò per la prima volta nel 1848 La prima guerra d’indipendenza Dopo la resa di Carlo Alberto, a Venezia, a Roma e a Firenze si proclamò la repubblica. Il papa Pio IX fuggì da Roma e giunse Mazzini, che si pose a capo della Repubblica Romana, difesa da Giuseppe Garibaldi. Anche il granduca di Toscana Leopoldo II fuggì. Le Repubbliche in Italia nel 1849 Nel 1848 fu eletto presidente della repubblica in Francia Luigi Napoleone Bonaparte. Come suo zio Napoleone I nel 1851 trasformò la Francia in Secondo Impero e prese il nome di Napoleone III. Luigi Napoleone intervenne nel Lazio, sconfisse Garibaldi e riportò il Papa a Roma. Firenze e poi Venezia furono sconfitte dagli Austriaci. A Napoli fu sospesa la Costituzione dal re Ferdinando II di Borbone. I Piemontesi intervennero di nuovo in Lombardia, ma furono sconfitti e Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II, il quale mantenne lo Statuto. NAPOLEONE III La fine dei moti Nel 1852 Camillo Benso di Cavour divenne Primo Ministro del Regno di Sardegna. Egli ottenne l’appoggio di Napoleone III e pose il Regno di Sardegna alla guida del movimento unitario. Nel 1859 l’Austria, provocata da Cavour, dichiarò guerra al Regno di Sardegna e Napoleone III intervenne in appoggio ai piemontesi. Con l’appoggio dei Francesi il Piemonte ottenne la Lombardia. La seconda guerra d’indipendenza Nel 1859 Cavour aveva inviato suoi agenti per occupare l’Emilia Romagna e la Toscana, da cui furono scacciati i precedenti governi Nel 1860 Cavour ottenne da Napoleone III il permesso di annettere queste due regioni in cambio di Nizza e Savoia, che passarono alla Francia. Annessioni al Regno di Sardegna Nel 1860 Garibaldi partì con poco più di Mille volontari, sbarcò in Sicilia e cominciò ad occupare il Regno delle Due Sicilie. Egli riuscì a sconfiggere più volte l’esercito borbonico e arrivò a Napoli in pochi mesi. Garibaldi sarebbe voluto arrivare a Roma, ma Vittorio Emanuele II con il suo esercito lo raggiunse e glielo impedì (la cosa non piaceva a Napoleone III, che continuava a difendere il Papa). Lungo la strada per andare a Napoli Vittorio Emanuele II occupò le Marche e l’Umbria. Nel 1861 fu proclamato il Regno d’Italia con capitale Torino. La spedizione dei Mille Il Regno d’Italia nel 1861 Vittorio Emanuele II L’Italia unita Nel 1862 divenne Cancelliere (Primo Ministro) prussiano Otto von Bismarck. Egli si alleo con molti Stati tedeschi e sconfisse l’Austria nel 1866, annettendo alla Prussia alcuni Stati tedeschi alleati dell’Austria. Nel 1870 dichiarò guerra a Napoleone III e lo sconfisse. Nel 1871 i capi di tutti gli Stati tedeschi proclamarono il Reich (Impero Tedesco), con a capo il re di Prussia Guglielmo I. La Germania nacque come Stato federale e costituzionale. Bismarck e l’unità tedesca Il Reich tedesco nel 1871 L’unificazione dell’Italia e della Germania non fu il risultato del volere dei popoli, ma di quello dei re. L’unità fu il risultato di una serie di operazioni militari, non della volontà popolare. I nuovi Stati furono costituzionali, ma non democratici (suffragio censitario). Il sogno dei patrioti divenne una giustificazione per il potere dei più ricchi. Bilancio critico