P271 NUOVA MUTAZIONE DEL GENE KIT IN UNA

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NUOVA MUTAZIONE DEL GENE KIT IN UNA PAZIENTE CON PIEBALDISMO
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C. Barone , L. Brandimarte , C. Matteucci , C. Mecucci , S. Melchionda , M. Ruggieri , P. Stanziale , L. Zelante , T.
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Mattina
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Genetica Medica –Università di Catania Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione Diagnosi e Cura delle Malattie
Genetiche Rare, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico- Vittorio Emanuele di Catania
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Struttura di Genomica dei Tumori A.O. Università degli Studi di Perugia
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Dipartimento Scienze della Formazione, Università degli Studi di Catania
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Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico, Casa Sollievo della Sofferenza, San Giovanni Rotondo
Introduzione
Il piebaldismo (OMIM 17200) è una rara patologia autosomico dominante caratterizzata dalla presenza di macchie ipopigmentate a livello della parte mediana della fronte e diffuse a livello di torace, addome ed arti. È causato da mutazioni
inattivanti o delezioni del gene KIT o del gene SLUG.
Caso clinico
Riportiamo il caso di una paziente, secondogenita di genitori sani non consanguinei, giunta in consulenza all’età di 11 anni
per la presenza di grandi macchie ipocromiche ed acromiche a livello di torace, addome ed arti associate a numerose
macchie caffellatte. La probanda presentava inoltre ciuffo bianco di capelli nella regione mediale della fronte. L’analisi
molecolare degli esoni 2, 8,10, 11, 17 del gene c-kit mediante DHPLC e sequenziamento diretto evidenziava una mutazione missenso c.2429 A>G p.D810G (NM_000222.2; CCDS3496.1) nell’esone 17. Tale mutazione non risulta descritta in
letteratura, ma altre mutazioni missenso localizzate nella stessa regione sono responsabili di piebaldismo. Inoltre, l’analisi
della mutazione tramite i softwares PolyPhen 2 (http://genetics.bwh.harvard.edu/pph2/) e SIFT (http://sift.jcvi.org/) ci hanno
indicato che la sostituzione dell’acido aspartico in posizione 810 della proteina è probabilmente dannosa in quanto tale
aminoacido è altamente conservato nella scala evolutiva. La presenza di numerose macchie caffelatte ha reso altresì opportuna l’analisi molecolare del gene NF1 che non ha evidenziato, mediante MLPA, delezioni /duplicazioni del gene. È in
corso analisi di sequenziamento.
Conclusioni
Il quadro clinico della nostra paziente presenta manifestazioni tipiche del piebaldismo e macchie caffellatte caratteristiche
della NF1. La concomitante presenza di manifestazioni di questo tipo può creare difficoltà per una corretta diagnosi di
piebaldismo o NF1. Diversi casi della letteratura (Stevens et al, 2012), suggeriscono che le macchie caffelatte ed il freckling possano costituire segni clinici occasionali osservabili nel piebaldismo, e la contemporanea presenza di mutazioni
responsabili del piebaldismo e mosaicismo per mutazioni del gene NF1 non è mai stata riportata. Riteniamo comunque
corretto completare le indagini molecolari del gene NF1.
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