DAL DOLORE SENTITO AL DOLORE PENSATO L’intervento dello Psicologo nei casi di dolore cronico 2 dicembre 2016 – Zanhotel Europa, Bologna Psicoalgologia: lo Psicologo in un’equipe di Medicina del Dolore Dott.ssa Laura Ravaioli, Psicologa e Psicoterapeuta Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana Centro Multidisciplinare di Medicina del Dolore e Spine Center [email protected] Nocicezione Segnale che segue una lesione Dolore Una percezione complessa in cui è coinvolta l’attività del SNC. “No brain, no Pain”! (Cervero) Il dolore fisico è "il più autoritario di tutti i processi“ (Freud, 1895) Il dolore è un fenomeno complesso: accanto alle sue manifestazioni nel corpo, afferisce ad un’area più vasta dell’esperienza umana e giunge a designare uno stato connotato da sentimenti di infelicità e di malessere (G. Trombini, 1990) Wildt “Maschera del dolore” “Ai fini di una buona impostazione terapeutica bisogna sospendere il giudizio sull’origine fisica o psichica del dolore e costruire una zona d’intervento in equilibrio tra ciò che è somatico e ciò che è psicologico, senza cadere in alcuno dei due versanti.” M. Ercolani, “Malati di dolore”, 1997 MEDICINA DEL CORPO : esame fatto dal medico MEDICINA DELLA PSICHE: esame fatto dal medico assieme al paziente (Balint e Balint “Tecniche psicoterapiche in medicina”) MEDICINA DEL DOLORE ? “una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale attuale o potenziale” (International Association for the Study of Pain, IASP) . Lo psicologo nell’equipe di medicina del dolore • VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, PAIN ASSESSMENT valutazione dell’influenza del dolore sulla vita del paziente e del ruolo delle componenti psicologiche nell’esordio, nel mantenimento e nella cronicizzazione della patologia dolorosa cronica. • VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA con attenzione alla presenza di comorbidità psicologiche o psichiatriche, al potenziale comportamento di abuso di sostanze. • PRESA IN CARICO TERAPEUTICA anche se solo per il periodo del ricovero, delle valenze affettive e della sofferenza psicologica del paziente, con interventi di consulenza, tecniche psicocorporee, psicoterapia, corsi psicoeducazionali. • VALUTAZIONE PSICOLOGICA PRECHIRURGICA (Pre- surgical Psychological Assessment) Indicazioni rispetto alla capacità del paziente di beneficiare del trattamento medico- chirurgico e valutarne gli esiti. Fattori psicologici possano predire il risultato di trattamenti sia invasivi che noninvasivi con una percentuale di successo dell’ 80% o più ed è stata raccomandata da diverse linee guida dei trattamenti medici • FORMAZIONE DELLO STAFF MEDICO E PARAMEDICO sia sull’approccio al paziente con dolore cronico che sulle dinamiche di gruppo. La consulenza di uno psicologo interno all’equipe vs. invio ad una figura esterna L’equipe attraverso la cooperazione, il lavoro di gruppo e l’adozione di un “linguaggio comune” svolge quella funzione di INTEGRAZIONE e fornisce un modello che contrasta la divisione mente/corpo che opera nel paziente. Autoritratto con ritratto del dottor Farill Frida Kahlo Indicatori per le prospettive prioritarie del lavoro d’equipe. dipendenza da sostanze di abuso (alcool, fumo, farmaci) … rispetto ai farmaci analgesici, ai farmaci oppiodi? il tipo di lavoro svolto dal paziente … recupero di funzionalità motorie/ prescrizione di attivazione per pensionamenti/invalidità aspettative del paziente … sostituire il termine “guarigione” con “gestione della cronicità”. eventuali procedimenti legali in corso o attesa di compensi e pensioni di invalidità … valutare il rischio di simulazione, ma anche i vantaggi secondari di malattia che spesso coinvolgono l’ambiente familiare e sono inconsci. Dolore «cronico»? Il termine riporta etimologicamente a chronos e definisce malattie che si prolungano lentamente per un tempo indeterminato (per distinguerle dalle acute, con svolgimento rapido) ed è utilizzato propriamente per un dolore che persiste oltre i 6 mesi. Il dolore che trattiamo e impropriamente chiamiamo cronico si caratterizza non per il tempo di insorgenza ma per il sovvertimento dell’apparato di percezione (sensibilizzazione centrale) DOLORE CRONICIZZATO Patologie che hanno rivelato un cambiamento nella sensibilità al dolore e che si sono rivelate utili allo studio della sensibilizzazione centrale: Fibromialgia, Osteoartrite, Dolore muscoloscheletrico con ipersensibilità generalizzata, Cefalea, Nevralgia temporomandibolare, Mal di denti, Dolore neuropatico, Dolore viscerale, Dolore postchirurgico. La comorbidità di queste sindromi che si presenta in assenza di una infiammazione o lesione neuronale, le simili caratteristiche cliniche e la risposta agli analgesici che agiscono a livello centrale possono riflettere l’aspetto comune della sensibilizzazione centrale nella loro patofisiologia. Una domanda importante che necessita una risposta è: ci sono individui con una più alta propensione ereditaria a sviluppare una sensibilizzazione centrale? Se si, questo comporta un rischio maggiore di sviluppare sia la sensibilità al dolore, sia la sua cronicizzazione? Clifford J. Woolf “Central sensitization: Implications for the diagnosis and treatment of pain” PAIN Volume 152, Issue 3, Supplement, March 2011 • VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, PAIN ASSESSMENT valutazione dell’influenza del dolore sulla vita del paziente e del ruolo delle componenti psicologiche nell’esordio, nel mantenimento e nella cronicizzazione della patologia dolorosa cronica. Valutazione multidimensionale del dolore Pain Assessment Perché è indispensabile? • • • perché il dolore è una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno tissutale attuale o potenziale (def. IASP) perché le componenti psicologiche influenzano sempre la percezione, aumentandola o diminuendola. perché la personalità, anche in assenza di tratti patologici, influenza la modalità di approccio alla malattia ed è ancora più rilevante nel caso di malattia cronica. • Assessment è contrapposto al concetto di “misurazione”, che considera spesso il solo aspetto di intensità del dolore. Considera il dolore nei suoi aspetti di intensità e qualità, ma anche il suo significato e l’effetto sulla persona. • Il suo scopo è fornire dati sufficienti ed accurati per aiutare l’equipe nella diagnosi, nella scelta del trattamento terapeutico e per valutare i progressi e l’efficacia della terapia Uno studio descrittivo su 100 pazienti con dolore cronico e/o persistente L. Ravaioli, V. Paci, G. Sindaco, E. Monti, G.Pari ATTIVITA’ LAVORATIVA: dei 100 pazienti: 16 svolgevano un lavoro a tempo pieno; 12 pazienti l’attività lavorativa è stata completamente preclusa dal dolore; 42 essa è fortemente limitata. UMORE: 58 pazienti hanno riportato un abbassamento del tono dell’umore, umore depresso, sintomi d’ansia o attacchi di panico. SONNO: 35 pazienti riportano disturbi del sonno, con difficoltà dell’addormentamento, risvegli notturni oppure precoci con impossibilità di riprendere sonno e conseguente difficoltà di concentrazione diurna ATTIVITA’ SOCIALI: 59 pazienti riportano una limitazione medio/grave determinata dalla patologia algologica, per alcuni le attività sociali sono precluse da un sentimento di vergogna; 7 affermano di aver perso le proprie amicizie o di aver interrotto definitivamente le attività sportive amatoriali prima abitualmente praticate. CAPACITA’ DI PRENDERSI CURA DI SE’: (nutrirsi ,lavarsi, vestirsi, pettinarsi) per 4 persone essa è completamente preclusa (pazienti non autosufficienti), per 28 persone essa è parzialmente limitata e devono svolgere questi movimenti con cautela e con l’aiuto di un familiare. Working Activity Persistent and chronic pain’ consequences on everyday’s life: is pain intensity really the most important thing in pain management? * Mood Laura Ravaioli, Valentina Paci, Gianfranco Sindaco, Enrico Monti, Gilberto Pari Unità Operativa di Medicina del Dolore, Ospedale Privato Villa Serena, Forlì and Ospedale Privato Santa Maria Maddalena (Ro) – ITALY. Tab.2: QUID 0% 12% 20% Mild • 59% Limited/precluded Sleeping • 35% Sleeping disorder • 32% Pain doesn’t influence sleeping • 33% Doesn’t know/ doesn’t answer Self Care • • • • Moderate 13% 23% Strong Very strong Excruciating 32% • 58% Negatively influences mood (positive simptoms as in DSM-IV) • 21% None or poor influenced or preexistent psychopathology • 21% Doesn’t know/doesn’t answer Social • 21% None or poor influenced Activities • 20% Doesn’t know/ doesn’t answer No Pain Present Pain Intensity • 12% Precluded • 42% Strongly restricted • 20% None or poor influenced 4% Precluded 28% Strongly limited 49% None or poor influenced 19% Doesn’t know/doesn’t answer COLLOQUIO CLINICO “Valuta l’individuo, non soltanto il dolore” (Turk) • • • Storia clinica Storia personale -informazioni generali -professione e lavoro attuale -relazioni sociali/sentimentali -ambiente familiare -origine etnica -la religione Storia del dolore - tempo e la modalità - localizzazione del dolore - descrizione del dolore - durata - causa di comparsa - caratteristiche del dolore (intensità,qualità) - risposta del dolore alle attività - i sintomi associati - le situazioni che migliorano o peggiorano la sintomatologia. La localizzazione e la durata del dolore sono mediate dalla corteccia somatosensoriale mentre le regioni limbiche e paralimbiche come la corteccia cingolata anteriore e la corteccia dell’Insula (ACC e IC) sono più importanti per gli aspetti motivazionali ed emozionali. (Wall and Melzack’s Texbook of Pain, sixth Ed.) “When you dislike patients, pain is taken less seriously” Ruddere et al. Pain , 152 (2011) - Osservatori hanno attitudine più negativa verso pz. dove non c’è evidenza medica - Osservatori hanno attitudine più negativa quando la durata del dolore è cronica (anche da parte di personale sanitario) La maschera (1945) Frida Kahlo Triade di emozioni negative nel dolore cronico • Rabbia • Tristezza • Paura sono alla base del disagio affettivo dei pazienti con dolore cronico (Fernandez e Milbum, 1994) Importanza della rabbia come dimensione affettiva nei pazienti con dolore cronico (Schwarz,1991) Cosa considero nel paziente: - - Dall’anamnesi familiare e personale eventuali Reazioni da anniversario Una persona cara nella vita del paziente che soffriva della stessa malattia o con sintomatologia simile (concetto di identificazione di malattia) Una storia traumatica di cui il paziente mi parla però in modo povero di affetti L’assenza di una certa vita fantasmatica (di fantasia) che può riguardare: sogni (notturni o ad occhi aperti) fantasie, hobbies creativi etc.. La caratteristica principale del rapporto: la diffidenza , come nei pazienti considerati “difficili” (Orefice) I meccanismi di difesa principali: dissociazione mente/corpo e proiezione dell’ aggressività sul corpo, che è sentito come nemico Vantaggi secondari di malattia. Vicende legali che possono portare a risarcimenti o accertamenti pensionistici (anche escludendo la simulazione, non si può non considerare il vantaggio secondario di malattia) Ciò che non è riconosciuto a livello mentale e non si può dunque esprimere a parole , più facilmente prenderà la via del corpo come espressione, e scarica, diventando oggetto di somatizzazione. Dolore da identificazione Il significato è quello di mantenere il ricordo di persone care decedute o comunque perse negli anni precedenti;colpisce spesso i familiari di malati che soffrono di forti dolori in qualche parte del corpo (…) si tratta di un tentativo di partecipazione al dolore altrui nel desiderio di capirlo meglio o anche di alleviare le sofferenze (…) attraverso la compartecipazione alla sofferenza, che comprende l’assunzione di un sintomo di cui la persona soffriva in vita, la relazione originaria si ricrea nella fantasia. (M. Ercolani “Malati di dolore”) Alessitimia (scuola di Boston) a=senza; lexis=parola; thumos=cuore, affettività • L’incapacità di esprimere i vissuti è legata a “una difficoltà nel tradurre i vissuti corporei in parole, lessico ed immagini, tramite una sorta di operazione creativa linguistica.” Se lo “strumento traduttore”- funzione del preconscio- manca, “il vissuto del corpo non può che esprimersi come dolore, senso di peso gastrico, oppressione al torace, stanchezza fino al malfunzionamento diretto del corpo, mentre termini come tristezza, essere giù, essere disperati sono sconosciuti” (R.Rossi, “L’esile maschera.Psicopatologia e psicodinamica della depressione mascherata” in “La depressione mascherata” a cura di Pancheri, 2006). • Il soggetto manca di parole per nominare i propri stati affettivi, o, se è in grado di nominarli, di distinguere gli uni dagli altri. (McDougall “Teatri del corpo” 1990) Dissociazione • Bromberg "out of body, out of mind, out of danger" (2001) la dissociazione permette la fuga non soltanto dalla mente, come avviene per rimozione, rigetto e scissione, ma anche dal vissuto corporeo, in quanto coinvolge in primo piano l'unità psicosomatica (Ciocca, 2012). • L’unità mente -corpo è soggetta ad un processo di integrazione che è un punto d'arrivo dello sviluppo che non può essere dato per scontato (Ruggiero, 2011) …. e neanche acquisito una volta per tutte in quanto messo alla prova nelle diverse fasi dei cicli di vita e da eventi traumatici. A cosa servono i test? • Permettono un miglior inquadramento diagnostico e di decisione terapeutica. La misurazione del dolore è parte fondamentale della valutazione e della strategia terapeutica per il controllo del dolore. (A. Caraceni, 2007) • Permettono un’adeguata presa in carico terapeutica valutando non solo l’impatto che la malattia-dolore ha sul paziente, ma anche l’eventuale rinforzo che problematiche psicologiche giocano sulla percezione del dolore, spesso amplificandola. • Attraverso il follow up, permettono di seguire il processo di salute del paziente. • Attraverso il follow up forniscono dati per convalidare all’equipe i risultati del proprio lavoro a breve/medio/lungo termine. Misurazione del dolore al momento del ricovero e dopo 1 mese dalla dimissione 30,00 risultati dei questionari: dolore e disabilità percepita (medie) 25,00 27,14 22,12 21,05 20,00 QUID (indice PRIr-T) 15,21 ODQ 15,00 VNS A RIPOSO VNS IN MOVIMENTO 10,00 5,00 7,30 5,69 4,98 3,36 0,00 questionari compilati dai pazienti SCALE DI MISURAZIONE UNIPARAMETRICHE (MONODIMENSIONALI = di intensità del dolore o del sollievo ) Mentre il ricordo delle attività ridotte a causa del dolore, e quello del ricordo della localizzazione del dolore sono piuttosto buone, la capacità di ricordare l’intensità del dolore è molto scarsa, per cui le scale di intensità dovrebbero essere usate per rilevare il solo dolore attuale. SCALA ANALOGICA VISIVA (Visual Analogic Scale) • • • • • È’ la rappresentazione visiva dell’ampiezza del dolore che un paziente avverte; l’esecuzione richiede coordinazione visuo-motoria Al paziente è chiesto di tracciare sulla linea un segno che rappresenti il livello di dolore provato; Il punteggio è calcolato in mm dall’estremo che corrisponde all’intensità minima E’ semplice, indipendente dal linguaggio, può essere facilmente ripetuta. E’ più accurata di una scala verbale Fornisce risultati più attendibili quando è limitata all’esperienza del dolore in corso, rispetto al ricordo di un’esperienza precedente. Tasso di insuccesso nel completamento 7% NESSUN DOLORE _____________________________ IL PEGGIOR DOLORE IMMAGINABILE NESSUN SOLLIEVO ____________________________ SOLLIEVO COMPLETO SCALA NUMERICA VERBALE O SCALA DI VALUT. NUMERICA (Verbal Numeric Scale o Number Rating Scale) • scala in cui al paziente è chiesto di scegliere un numero fra 0 e 10 (o da 0 a 100) per rappresentare il livello di dolore, dove per 0 si intende “nessun dolore” e 10 rappresenta “il peggior dolore immaginabile”. • Ha una buona concordanza con la VAS, ma non richiede la coordinazione visuo-motoria e ha maggiori possibilità di completamento • Tasso di insuccesso nel completamento 2% Nessun dolore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Il peggior dolore immaginabile Nessun sollievo 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sollievo completo SCALA DI VALUTAZIONE VERBALE (Verbal Rating Scale) • La scala definisce l’intensità del dolore attraverso aggettivi; le distanze fra i termini descrittivi si suppongono uguali. • Si è mostrata più accurata della VAS nella valutazione degli effetti degli analgesici sul dolore acuto. • Offre però un numero ristretto di termini per rappresentare il dolore e pertanto non consente una fine valutazione dello stesso • E’ la più semplice e ha la maggior probabilità di completamento (insuccesso <2%) NESSUN DOLORE DOLORE LIEVE DOLORE MODERATO DOLORE INTENSO DOLORE MOLTO INTENSO DOLORE: ASSENTE LIEVE FASTIDIOSO PENOSO ORRIBILE ATROCE STRUMENTI DI MISURAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE Sono indispensabili soprattutto nel dolore cronico, dove sono le componenti cognitivo-affettive e motivazionali a prevalere e a modificarsi nel corso delle terapie, mentre spesso la componente sensoriale rimane intatta. La parola merita non solo fiducia, ma è capace di rivelare molti aspetti della realtà. (Melzack e Wall) McGill Pain Questionnaire (Melzack) Classificazione di 102 termini divisi in tre classi maggiori: sensoriale, emotivo-affettiva e valutativa, ed in 16 sottoclassi Vi è una VRS per misurare l’intensità del dolore presente e il disegno di un corpo per la localizzazione • • • • • Possibile aiuto nell’aiuto della diagnosi differenziale, in quanto ogni tipo di dolore è caratterizzato da una diversa costellazione di descrittori verbali, ma tale capacità può essere invalidata da alti livelli di ansia e altri disturbi psicologici. Si è dimostrato uno strumento valido, affidabile, coerente, sensibile ed utile. SF-MPQ (Short Form): Consiste in 15 parole che rappresentano la componente sensoriale (11) quella affettiva (4) scelte tra quelle più frequenti. Correlata con il MPQ, sensibile Adatta alla somministrazione alle persone anziane Diffusissimo nei paesi anglosassoni e tradotto in diverse lingue straniere Versioni italiane: Italian version of MPQ, Italian Pain Questionnaire (Maiani, Sanavio) Questionario Italiano del Dolore (QUID) • • • • una scala di intensità del dolore presente (PPI Present Pain Intensity) identifica l’intensità del dolore su cinque punti (da lieve, moderato, forte, fortissimo, ad atroce) una scala intervallare semantica costituita da 42 descrittori del dolore, distribuiti in quattro classi principali (sensoriale, affettiva, valutativa e mista). Utile per diagnostica algologica: si è rivelato capace di discriminare, sulla base di specifiche costellazioni semantiche, tra sindromi dolorose differenti con un coefficiente medio di precisione del 74.8%; adatto anche a monitorare l’efficacia globale dell’effetto terapeutico e valutare l’impatto di questo sulle singole dimensioni dell’esperienza dolorosa: sensoriale, affettiva, valutativa (De Benedittis, Lorenzetti 1990). Particolarmente nel dolore cronico, sono le componenti cognitivo-affettivemotivazionali a prevalere e a modificarsi in corso delle terapie, mentre la componente sensoriale rimane intatta. QUALITA’ DI VITA Quality of life L‘ SF-36 è un questionario sullo stato di salute del paziente; breve (solitamente impiega non più di 10 minuti per la sua compilazione) e preciso (lo strumento è valido e riproducibile) Tutte le domande, tranne una, si riferiscono ad un periodo di quattro settimane precedenti la compilazione del questionario. L’ SF-12 è la versione breve del questionario SF 36,in cui attraverso 12 delle 36 domande originali si indaga sui due indici sintetici: Physical Component Summary e Mental Component Summary anziché sulle 8 scale originali. (contiene la domanda che riguarda il dolore) Studi di validazione hanno inoltre dimostrato che l'SF-36 ha capacità discriminanti nei confronti di popolazioni con problemi psichiatrici o problemi fisici e di discriminare tra gruppi di popolazioni con condizioni mediche severe da gruppi di popolazioni moderatamente malate o sane. In Italia il questionario è stato tradotto ed adattato culturalmente a metà degli anni 90 Versione italiana: G. Apolone, P. Mosconi, L. Quattrociocchi, A.L. Gianicolo, N. Groth, J.E. Ware Jr. Altri Questionari • Multidimensional Pain Inventory, MPI (Rudy1989). 12 sottoscale che misurano in particolare gli aspetti psicosociali. La scala di interferenza combina le funzioni fisiche e sociali, e la sottoscala di generale attività è una potenziale indicatore di funzioni legate al dolore. Italian Version: Ferrari, Novara, Sanavio, Zerbini • • Tampa Scale of Kinesiophobia (Miller et al 1991) Fear-Avoidance Beliefs Questionnaire (Waddell et al 1993) in particolare sul dolore alla schiena. Chronic Pain Coping Inventory (CPCI); Jensen et al 1995) Pain Self-Efficacy Questionnaire (Nicholas 2007) che include anche l’indagine di aspetti di attività generale come “socializzo con i miei amici o parenti come prima nonostante il dolore”) In Italia tutti validati: Monticone et al. • • • Chronic Pain Acceptance Questionnaire (CPAQ) (McCracken1998 ) rivisto da Vowels et al (2008) comprende 20 items tra cui “coinvolgimento nell’attività”. Esiste anche una versione “parent report”: misura l’accettazione la malattia dolore del bambino da parte dei genitori. (Versione italiana: Bernini, Pennato, Cosci, Berrocal, 2010) Diagnosi attraverso il DSM in pazienti con dolore cronico. Tratto da McWilliams et al. Pain, 2003 DIAGNOSI PAZIENTI CON DOLORE CRONICO (n=382) POPOLAZIONE GENERALE (n=5495) Disturbi dell’Umore 83(21.7%) 551 (10%) Depressione 77 (20.2%) 510 (9.3%) Distimia 20 (5.2%) 128 (2.3%) Disturbi d’Ansia 134 (35.1%) 992 (18.1%) Disturbo d’Ansia generalizzata 28 (7.3%) 144 (2.6%) Disturbo da ADP con Agorafobia 25 (6.5%) 103 (1.9%) Fobia Semplice 60 (15.7%) 456 (8.3%) Fobia Sociale 45 (11.8%) 428 (7.8%) Agorafobia con o senza ADP 32 (8.4%) 182 (3.3%) Disturbo post-traumatico da Stress 41 (10.7%) 182 (3.3%) TESTS DI PERSONALITA’ Per misurare fattori emotivi che sono spesso associati all’esperienza algogena, come ad esempio ansia e depressione e valutare le reciproche influenze tra personalità del paziente ed esperienza dolorosa • Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI- II) • BDI-II (Beck Depression Inventory, Beck, 2006 vers. Italiana) • Center for Epidemiologic Studies Depression Scale (CES-D) Radloff 1977- Fava, 1982 • STAI (State Trait Anxiety Inventory) Spielberg, Scuola Palo Alto, 1989 vers. Italiana) • CBA (Cognitive Behavioral Assessment) • Symptom Checklist–90 Revised (SCL-90R; Derogatis 1983) nove dimensioni sintomatologiche primarie, tre indici globali. Vers. Italiana Sarno et. Al. Pain Medicine is now facing the unresolved enigma on why, independently from the central nervous system (body) damage, in some patients pain can be controlled by medical intervention (pharmacological therapy or spinal surgery) while others tend to chronicize. Katz, J. "Commentary", PAIN 153 (2012) 505–506 Fattori di rischio di sviluppo di dolore cronico Predisp. individuale Fattori sociali Dolore cronico Fattori psicologici Fattori ambientali • Pain is a distressing experience associated with actual or potential tissue damage with sensory, emotional, cognitive, and social components. • Updating the definition of pain Williams, Amanda C. de C.; Craig, Kenneth D., Pain, November 2016 - Volume 157 Issue 11 - p 2420–2423 CATASTROFIZZAZIONE “la tendenza a considerare in modo esageratamente negativo gli stimoli nocivi” Pain Catastrophizing Scale Scala clinica autosomministrabile di 13 item a cui si attribuisce un punteggio su una scala da 0 a 4 ed ha tre differenti categorie: ruminazione, ingigantimento (“magnification”) e senso di impotenza ( “helplessness”). The Pain Catastrophizing Scale: Development and Validation, Michael J. L. Sullivan, Scott R. Bishop and Jayne Pivik, Psychological Assessment, 1995, Vol. 7, No. 4, 524-532 Validazione italiana: Monticone M, Baiardi P, Ferrari S, Foti C, Mugnai R, Pillastrini P, Rocca B, Vanti C. Development of the Italian version of the Pain Catastrophising Scale (PCS-I): cross-cultural adaptation, factor analysis, reliability, validity and sensitivity to change. Qual Life Res. 2012 Aug;21(6):1045-50. Psicoalgologia: una ipotesi di definizione Possiamo definire con il nome di “Psicoalgologia” la disciplina che si occupa delle variabili psicologiche connesse al dolore e alla sua valutazione, e in generale delle implicazioni psico-sociali del dolore persistente e cronico (malattia dolore). Essa riunisce e comprende nozioni teoriche e cliniche dell’Algologia e della Psicologia. Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: Difficoltà dei pazienti a riferire il proprio dolore a causa di: • questioni culturali (alcune culture insegnano a non lamentarsi per il dolore) • questioni di genere (gli uomini devono essere forti e non lamentare dolore) • questioni famigliari (cambiamenti nell’equilibrio famigliare quando un componente si ammala) • questioni personali (significati personali della malattia dolore, consci ed inconsci, immagine di sé e ruolo sociale) Psicoalgologia VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, CONSULENZA PSICOLOGICA E PSICOTERAPIA Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: I pazienti hanno paura ad assumere farmaci ed intraprendere un percorso medico: • paura della dipendenza • paura che il farmaco/intervento danneggi le parti sane del corpo Psicoalgologia VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, VALUTAZIONE PSICOLOGICA PRECHIRURGICA, CORSI PSICOEDUCATIVI Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: Credenza che il dolore sia ineluttabile: • abbandono delle cure • frustrazione • depressione Psicoalgologia PSICOTERAPIA, CORSI PSICOEDUCAZIONALI SUL DOLORE Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: Comorbidità del dolore cronico con altri disturbi mentali, in particolare ansia e depressione: • non riconosciute • trascurate nella cura • necessità di aiutare i medici a riconoscerle in quanto influenzano la percezione del dolore Psicoalgologia PSICOTERAPIA, FORMAZIONE DEI MEDICI E DEL PERSONALE PARAMEDICO Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: Staff medico/ospedaliero: • • • • Poca formazione sul dolore Pregiudizi su farmaci ed effetti collaterali Necessità di valutazione multidimensionale del dolore Mancanza di empatia o di ascolto del paziente Psicoalgologia FORMAZIONE DEI MEDICI E PERSONALE PARAMEDICO, CORSI AI MMG, CORSI PSICOEDUCATIVI AI PAZIENTI, VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”? Aree critiche: Aspetti culturali e legislativi del dolore • Legge n.38 del 2010: confusione tra cure palliative e algologia • Problemi di disponibilità delle cure • Mancato riconoscimento sociale della malattia dolore Psicoalgologia EVENTI DI SENSIBILIZZAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA, FORMAZIONE DEL PERSONALE MEDICO E PARAMEDICO, LAVORO D’EQUIPE Frida Kahlo- Il cervo ferito, 1946 Nickolas Muray - Frida con Granizo, 1939 Grazie per l’attenzione! [email protected]