Psicoalgologia: lo Psicologo in un`équipe di Medicina del Dolore

DAL DOLORE SENTITO AL DOLORE PENSATO
L’intervento dello Psicologo nei casi di dolore cronico
2 dicembre 2016 – Zanhotel Europa, Bologna
Psicoalgologia:
lo Psicologo in un’equipe di Medicina del Dolore
Dott.ssa Laura Ravaioli, Psicologa e Psicoterapeuta
Psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana
Centro Multidisciplinare di Medicina del Dolore e Spine Center
[email protected]
Nocicezione
Segnale che segue una
lesione
Dolore
Una percezione
complessa in cui è
coinvolta l’attività del
SNC.
“No brain, no Pain”!
(Cervero)
Il dolore fisico è
"il più autoritario di tutti
i processi“
(Freud, 1895)
Il dolore è un fenomeno
complesso:
accanto alle sue
manifestazioni nel
corpo, afferisce ad
un’area più vasta
dell’esperienza
umana e giunge a
designare uno stato
connotato da
sentimenti di infelicità
e di malessere
(G. Trombini, 1990)
Wildt “Maschera del dolore”
“Ai fini di una buona impostazione terapeutica
bisogna sospendere il giudizio sull’origine fisica
o psichica del dolore e costruire una zona
d’intervento in equilibrio tra ciò che è somatico
e ciò che è psicologico, senza cadere in alcuno
dei due versanti.”
M. Ercolani, “Malati di dolore”, 1997
MEDICINA DEL CORPO :
esame fatto dal medico
MEDICINA DELLA PSICHE:
esame fatto dal medico assieme al paziente
(Balint e Balint “Tecniche psicoterapiche in medicina”)
MEDICINA DEL DOLORE ?
“una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata ad un danno
tissutale attuale o potenziale”
(International Association for the Study of Pain, IASP) .
Lo psicologo nell’equipe
di medicina del dolore
•
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, PAIN ASSESSMENT
valutazione dell’influenza del dolore sulla vita del paziente e del ruolo delle
componenti psicologiche nell’esordio, nel mantenimento e nella cronicizzazione della
patologia dolorosa cronica.
•
VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA con attenzione alla presenza di comorbidità
psicologiche o psichiatriche, al potenziale comportamento di abuso di sostanze.
•
PRESA IN CARICO TERAPEUTICA anche se solo per il periodo del ricovero, delle
valenze affettive e della sofferenza psicologica del paziente, con interventi di
consulenza, tecniche psicocorporee, psicoterapia, corsi psicoeducazionali.
•
VALUTAZIONE PSICOLOGICA PRECHIRURGICA (Pre- surgical Psychological
Assessment) Indicazioni rispetto alla capacità del paziente di beneficiare del
trattamento medico- chirurgico e valutarne gli esiti.
Fattori psicologici possano predire il risultato di trattamenti sia invasivi che noninvasivi con una percentuale di successo dell’ 80% o più ed è stata raccomandata da
diverse linee guida dei trattamenti medici
•
FORMAZIONE DELLO STAFF MEDICO E PARAMEDICO sia sull’approccio al
paziente con dolore cronico che sulle dinamiche di gruppo.
La consulenza di uno
psicologo interno all’equipe vs.
invio ad una figura esterna
L’equipe attraverso la
cooperazione, il lavoro di gruppo e
l’adozione di un “linguaggio
comune” svolge quella funzione di
INTEGRAZIONE e fornisce un
modello che contrasta la divisione
mente/corpo che opera nel
paziente.
Autoritratto con ritratto del dottor Farill
Frida Kahlo
Indicatori per le prospettive
prioritarie del lavoro d’equipe.
 dipendenza da sostanze di abuso (alcool, fumo, farmaci)
… rispetto ai farmaci analgesici, ai farmaci oppiodi?
 il tipo di lavoro svolto dal paziente … recupero di
funzionalità motorie/ prescrizione di attivazione per
pensionamenti/invalidità
 aspettative del paziente … sostituire il termine
“guarigione” con “gestione della cronicità”.
 eventuali procedimenti legali in corso o attesa di
compensi e pensioni di invalidità … valutare il rischio di
simulazione, ma anche i vantaggi secondari di malattia
che spesso coinvolgono l’ambiente familiare e sono
inconsci.
Dolore «cronico»?
Il termine riporta etimologicamente
a chronos e definisce malattie che
si prolungano lentamente per un
tempo
indeterminato
(per
distinguerle dalle acute, con
svolgimento rapido) ed è utilizzato
propriamente per un dolore che
persiste oltre i 6 mesi.
Il
dolore
che
trattiamo
e
impropriamente chiamiamo cronico
si caratterizza non per il tempo di
insorgenza ma per il sovvertimento
dell’apparato
di
percezione
(sensibilizzazione
centrale)
DOLORE CRONICIZZATO
Patologie che hanno rivelato un cambiamento nella sensibilità al dolore e
che si sono rivelate utili allo studio della sensibilizzazione centrale:
Fibromialgia, Osteoartrite, Dolore muscoloscheletrico con
ipersensibilità generalizzata, Cefalea, Nevralgia temporomandibolare,
Mal di denti, Dolore neuropatico, Dolore viscerale, Dolore postchirurgico.
La comorbidità di queste sindromi che si presenta in assenza di una infiammazione
o lesione neuronale, le simili caratteristiche cliniche e la risposta agli analgesici
che agiscono a livello centrale possono riflettere l’aspetto comune della
sensibilizzazione centrale nella loro patofisiologia.
Una domanda importante che necessita una risposta è: ci sono individui con
una più alta propensione ereditaria a sviluppare una sensibilizzazione centrale?
Se si, questo comporta un rischio maggiore di sviluppare sia la sensibilità al
dolore, sia la sua cronicizzazione?
Clifford J. Woolf “Central sensitization: Implications for the diagnosis and treatment of pain”
PAIN Volume 152, Issue 3, Supplement, March 2011
•
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DEL DOLORE, PAIN ASSESSMENT
valutazione dell’influenza del dolore sulla vita del paziente e del ruolo delle
componenti psicologiche nell’esordio, nel mantenimento e nella cronicizzazione della
patologia dolorosa cronica.
Valutazione multidimensionale del dolore
Pain Assessment
Perché è indispensabile?
•
•
•
perché il dolore è una spiacevole
esperienza sensoriale ed
emotiva associata ad un danno
tissutale attuale o potenziale
(def. IASP)
perché le componenti psicologiche
influenzano sempre la
percezione, aumentandola o
diminuendola.
perché la personalità, anche in
assenza di tratti patologici,
influenza la modalità di approccio
alla malattia ed è ancora più
rilevante nel caso di malattia
cronica.
• Assessment è contrapposto al
concetto di “misurazione”, che
considera spesso il solo
aspetto
di
intensità
del
dolore. Considera il dolore nei
suoi aspetti
di intensità e
qualità, ma anche il suo
significato e l’effetto sulla
persona.
• Il suo scopo è fornire dati
sufficienti ed accurati
per
aiutare l’equipe nella diagnosi,
nella scelta del trattamento
terapeutico e per valutare i
progressi e l’efficacia della
terapia
Uno studio descrittivo su 100 pazienti con dolore
cronico e/o persistente
L. Ravaioli, V. Paci, G. Sindaco, E. Monti, G.Pari
ATTIVITA’ LAVORATIVA:
dei 100 pazienti: 16 svolgevano un lavoro a tempo pieno;
12 pazienti l’attività lavorativa è stata completamente preclusa dal dolore;
42 essa è fortemente limitata.
UMORE:
58 pazienti hanno riportato un abbassamento del tono dell’umore, umore depresso,
sintomi d’ansia o attacchi di panico.
SONNO:
35 pazienti riportano disturbi del sonno, con difficoltà dell’addormentamento, risvegli notturni
oppure precoci con impossibilità di riprendere sonno e conseguente difficoltà di concentrazione
diurna
ATTIVITA’ SOCIALI:
59 pazienti riportano una limitazione medio/grave determinata dalla patologia algologica,
per alcuni le attività sociali sono precluse da un sentimento di vergogna;
7 affermano di aver perso le proprie amicizie o di aver interrotto definitivamente le attività sportive
amatoriali prima abitualmente praticate.
CAPACITA’ DI PRENDERSI CURA DI SE’: (nutrirsi ,lavarsi, vestirsi, pettinarsi)
per 4 persone essa è completamente preclusa (pazienti non autosufficienti),
per 28 persone essa è parzialmente limitata e devono svolgere questi movimenti con cautela e
con l’aiuto di un familiare.
Working
Activity
Persistent and chronic pain’ consequences on
everyday’s life: is pain intensity really the most
important thing in pain management? *
Mood
Laura Ravaioli, Valentina Paci, Gianfranco Sindaco, Enrico Monti,
Gilberto Pari
Unità Operativa di Medicina del Dolore, Ospedale Privato Villa Serena,
Forlì and Ospedale Privato Santa Maria Maddalena (Ro) – ITALY.
Tab.2: QUID
0%
12%
20%
Mild
• 59% Limited/precluded
Sleeping
• 35% Sleeping disorder
• 32% Pain doesn’t influence sleeping
• 33% Doesn’t know/ doesn’t answer
Self Care
•
•
•
•
Moderate
13%
23%
Strong
Very strong
Excruciating
32%
• 58% Negatively influences mood (positive
simptoms as in DSM-IV)
• 21% None or poor influenced or
preexistent psychopathology
• 21% Doesn’t know/doesn’t answer
Social • 21% None or poor influenced
Activities • 20% Doesn’t know/ doesn’t answer
No Pain
Present Pain Intensity
• 12% Precluded
• 42% Strongly restricted
• 20% None or poor influenced
4% Precluded
28% Strongly limited
49% None or poor influenced
19% Doesn’t know/doesn’t answer
COLLOQUIO CLINICO
“Valuta l’individuo, non soltanto il dolore” (Turk)
•
•
•
Storia clinica
Storia personale
-informazioni generali
-professione e lavoro attuale
-relazioni sociali/sentimentali
-ambiente familiare
-origine etnica
-la religione
Storia del dolore
- tempo e la modalità
- localizzazione del dolore
- descrizione del dolore
- durata
- causa di comparsa
- caratteristiche del dolore (intensità,qualità)
- risposta del dolore alle attività
- i sintomi associati
- le situazioni che migliorano o peggiorano la
sintomatologia.
La localizzazione e la durata del
dolore sono mediate dalla
corteccia somatosensoriale mentre
le regioni limbiche e paralimbiche
come la corteccia cingolata
anteriore e la corteccia dell’Insula
(ACC e IC) sono più importanti per
gli aspetti motivazionali ed
emozionali.
(Wall and Melzack’s Texbook of
Pain, sixth Ed.)
“When you dislike patients,
pain is taken less
seriously”
Ruddere et al. Pain , 152 (2011)
- Osservatori hanno attitudine
più negativa verso pz. dove
non c’è evidenza medica
- Osservatori hanno attitudine
più negativa quando la durata
del dolore è cronica (anche da
parte di personale sanitario)
La maschera (1945)
Frida Kahlo
Triade di emozioni negative nel dolore cronico
• Rabbia
• Tristezza
• Paura
sono alla base del disagio affettivo dei pazienti con dolore cronico
(Fernandez e Milbum, 1994)
Importanza della rabbia come dimensione affettiva nei pazienti con
dolore cronico (Schwarz,1991)
Cosa considero nel paziente:
-
-
Dall’anamnesi familiare e personale eventuali Reazioni da anniversario
Una persona cara nella vita del paziente che soffriva della stessa malattia o
con sintomatologia simile (concetto di identificazione di malattia)
Una storia traumatica di cui il paziente mi parla però in modo povero di
affetti
L’assenza di una certa vita fantasmatica (di fantasia) che può riguardare:
sogni (notturni o ad occhi aperti) fantasie, hobbies creativi etc..
La caratteristica principale del rapporto: la diffidenza , come nei pazienti
considerati “difficili” (Orefice)
I meccanismi di difesa principali: dissociazione mente/corpo e proiezione
dell’ aggressività sul corpo, che è sentito come nemico
Vantaggi secondari di malattia.
Vicende legali che possono portare a risarcimenti o accertamenti
pensionistici (anche escludendo la simulazione, non si può non considerare
il vantaggio secondario di malattia)
Ciò che non è riconosciuto a livello
mentale
e non si può dunque esprimere a parole ,
più facilmente prenderà la via del corpo
come espressione, e scarica,
diventando oggetto di somatizzazione.
Dolore da identificazione
Il significato è quello di mantenere il ricordo di persone
care decedute o comunque perse negli anni
precedenti;colpisce spesso i familiari di malati che
soffrono di forti dolori in qualche parte del corpo (…) si
tratta di un tentativo di partecipazione al dolore altrui nel
desiderio di capirlo meglio o anche di alleviare le
sofferenze (…) attraverso la compartecipazione alla
sofferenza, che comprende l’assunzione di un sintomo di
cui la persona soffriva in vita, la relazione originaria si
ricrea nella fantasia.
(M. Ercolani “Malati di dolore”)
Alessitimia (scuola di Boston)
a=senza; lexis=parola; thumos=cuore, affettività
• L’incapacità di esprimere i vissuti è legata a “una
difficoltà nel tradurre i vissuti corporei in parole, lessico
ed immagini, tramite una sorta di operazione creativa
linguistica.” Se lo “strumento traduttore”- funzione del
preconscio- manca, “il vissuto del corpo non può che
esprimersi come dolore, senso di peso gastrico,
oppressione
al
torace,
stanchezza
fino
al
malfunzionamento diretto del corpo, mentre termini
come tristezza, essere giù, essere disperati sono
sconosciuti” (R.Rossi, “L’esile maschera.Psicopatologia e psicodinamica della
depressione mascherata” in “La depressione mascherata” a cura di Pancheri, 2006).
• Il soggetto manca di parole per nominare i propri stati
affettivi, o, se è in grado di nominarli, di distinguere gli
uni dagli altri. (McDougall “Teatri del corpo” 1990)
Dissociazione
• Bromberg "out of body, out of mind, out of danger"
(2001) la dissociazione permette la fuga non soltanto
dalla mente, come avviene per rimozione, rigetto e
scissione, ma anche dal vissuto corporeo, in quanto
coinvolge in primo piano l'unità psicosomatica (Ciocca,
2012).
• L’unità mente -corpo è soggetta ad un processo di
integrazione che è un punto d'arrivo dello sviluppo che
non può essere dato per scontato (Ruggiero, 2011)
…. e neanche acquisito una volta per tutte in quanto
messo alla prova nelle diverse fasi dei cicli di vita e da
eventi traumatici.
A cosa servono i test?
•
Permettono un miglior inquadramento diagnostico e di decisione terapeutica. La
misurazione del dolore è parte fondamentale della valutazione e della strategia
terapeutica per il controllo del dolore.
(A. Caraceni, 2007)
•
Permettono un’adeguata presa in carico terapeutica valutando non solo
l’impatto che la malattia-dolore ha sul paziente, ma anche l’eventuale rinforzo
che problematiche psicologiche giocano sulla percezione del dolore, spesso
amplificandola.
•
Attraverso il follow up, permettono di seguire il processo di salute del paziente.
•
Attraverso il follow up forniscono dati per convalidare all’equipe i risultati del
proprio lavoro a breve/medio/lungo termine.
Misurazione del dolore al momento del ricovero e dopo 1 mese
dalla dimissione
30,00
risultati dei questionari: dolore e
disabilità percepita (medie)
25,00
27,14
22,12
21,05
20,00
QUID (indice PRIr-T)
15,21
ODQ
15,00
VNS A RIPOSO
VNS IN MOVIMENTO
10,00
5,00
7,30
5,69
4,98
3,36
0,00
questionari compilati dai pazienti
SCALE DI MISURAZIONE
UNIPARAMETRICHE
(MONODIMENSIONALI = di intensità del dolore o del sollievo )
Mentre il ricordo delle attività ridotte a causa del dolore, e
quello del ricordo della localizzazione del dolore sono
piuttosto buone, la capacità di ricordare l’intensità del dolore
è molto scarsa, per cui le scale di intensità dovrebbero
essere usate per rilevare il solo dolore attuale.
SCALA ANALOGICA VISIVA
(Visual Analogic Scale)
•
•
•
•
•
È’ la rappresentazione visiva dell’ampiezza del dolore che un paziente avverte; l’esecuzione
richiede coordinazione visuo-motoria
Al paziente è chiesto di tracciare sulla linea un segno che rappresenti il livello di dolore provato; Il
punteggio è calcolato in mm dall’estremo che corrisponde all’intensità minima
E’ semplice, indipendente dal linguaggio, può essere facilmente ripetuta. E’ più accurata di una
scala verbale
Fornisce risultati più attendibili quando è limitata all’esperienza del dolore in corso, rispetto al
ricordo di un’esperienza precedente.
Tasso di insuccesso nel completamento 7%
NESSUN DOLORE _____________________________ IL PEGGIOR DOLORE
IMMAGINABILE
NESSUN SOLLIEVO ____________________________ SOLLIEVO COMPLETO
SCALA NUMERICA VERBALE
O SCALA DI VALUT. NUMERICA
(Verbal Numeric Scale o Number Rating Scale)
• scala in cui al paziente è chiesto di scegliere un numero fra 0 e 10
(o da 0 a 100) per rappresentare il livello di dolore, dove per 0 si
intende “nessun dolore” e 10 rappresenta “il peggior dolore
immaginabile”.
• Ha una buona concordanza con la VAS, ma non richiede la
coordinazione visuo-motoria e ha maggiori possibilità di
completamento
• Tasso di insuccesso nel completamento 2%
Nessun dolore
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Il peggior dolore
immaginabile
Nessun sollievo 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Sollievo completo
SCALA DI VALUTAZIONE VERBALE
(Verbal Rating Scale)
• La scala definisce l’intensità del dolore attraverso aggettivi; le
distanze fra i termini descrittivi si suppongono uguali.
• Si è mostrata più accurata della VAS nella valutazione degli effetti
degli analgesici sul dolore acuto.
• Offre però un numero ristretto di termini per rappresentare il dolore e
pertanto non consente una fine valutazione dello stesso
• E’ la più semplice e ha la maggior probabilità di completamento
(insuccesso <2%)
NESSUN DOLORE
DOLORE LIEVE
DOLORE MODERATO
DOLORE INTENSO
DOLORE MOLTO INTENSO
DOLORE:
ASSENTE
LIEVE
FASTIDIOSO
PENOSO
ORRIBILE
ATROCE
STRUMENTI DI MISURAZIONE
MULTIDIMENSIONALE DEL
DOLORE
Sono indispensabili soprattutto nel dolore cronico, dove sono le componenti
cognitivo-affettive e motivazionali a prevalere e a modificarsi nel corso delle
terapie, mentre spesso la componente sensoriale rimane intatta.
La parola merita non solo fiducia, ma è capace di rivelare molti aspetti della realtà.
(Melzack e Wall)
McGill Pain Questionnaire
(Melzack)
Classificazione di 102 termini divisi in tre classi maggiori:
sensoriale, emotivo-affettiva e valutativa, ed in 16 sottoclassi
Vi è una VRS per misurare l’intensità del dolore presente e il
disegno di un corpo per la localizzazione
•
•
•
•
•
Possibile aiuto nell’aiuto della diagnosi differenziale, in
quanto ogni tipo di dolore è caratterizzato da una diversa
costellazione di descrittori verbali, ma tale capacità può
essere invalidata da alti livelli di ansia e altri disturbi
psicologici.
Si è dimostrato uno strumento valido, affidabile, coerente,
sensibile ed utile.
SF-MPQ (Short Form):
Consiste in 15 parole che rappresentano la componente
sensoriale (11) quella affettiva (4) scelte tra quelle più
frequenti.
Correlata con il MPQ, sensibile
Adatta alla somministrazione alle persone anziane
Diffusissimo nei paesi
anglosassoni e tradotto
in
diverse
lingue
straniere
Versioni italiane: Italian
version of MPQ, Italian
Pain
Questionnaire
(Maiani, Sanavio)
Questionario Italiano del Dolore (QUID)
•
•
•
•
una scala di intensità del dolore presente
(PPI Present Pain Intensity) identifica
l’intensità del dolore su cinque punti (da
lieve, moderato, forte, fortissimo,
ad
atroce)
una scala intervallare semantica costituita
da 42 descrittori del dolore, distribuiti in
quattro classi principali (sensoriale,
affettiva, valutativa e mista).
Utile per diagnostica algologica: si è
rivelato capace di discriminare, sulla base
di specifiche costellazioni semantiche, tra
sindromi dolorose differenti con un
coefficiente medio di precisione del
74.8%; adatto anche a monitorare
l’efficacia globale dell’effetto terapeutico e
valutare l’impatto di questo sulle singole
dimensioni
dell’esperienza
dolorosa:
sensoriale, affettiva, valutativa (De
Benedittis, Lorenzetti 1990).
Particolarmente nel dolore cronico, sono
le
componenti
cognitivo-affettivemotivazionali a prevalere e a modificarsi
in corso delle terapie, mentre la
componente sensoriale rimane intatta.
QUALITA’ DI VITA
Quality of life
L‘ SF-36
è un questionario sullo stato di salute del
paziente; breve (solitamente impiega non
più di 10 minuti per la sua compilazione) e
preciso (lo strumento è valido e
riproducibile)
Tutte le domande, tranne una, si riferiscono
ad un periodo di quattro settimane
precedenti la compilazione del questionario.
L’ SF-12
è la versione breve del questionario
SF 36,in cui attraverso 12 delle 36
domande originali si indaga sui due
indici sintetici:
Physical Component Summary e
Mental Component Summary
anziché sulle 8 scale originali.
(contiene la domanda che riguarda il dolore)
Studi di validazione hanno inoltre dimostrato
che l'SF-36 ha capacità discriminanti nei
confronti di popolazioni con problemi
psichiatrici o problemi fisici e di discriminare
tra gruppi di popolazioni con condizioni
mediche severe da gruppi di popolazioni
moderatamente malate o sane.
In Italia il questionario è stato tradotto ed
adattato culturalmente a metà degli anni 90
Versione italiana: G. Apolone, P.
Mosconi, L. Quattrociocchi, A.L.
Gianicolo, N. Groth, J.E. Ware Jr.
Altri Questionari
•
Multidimensional Pain Inventory, MPI (Rudy1989). 12 sottoscale che
misurano in particolare gli aspetti psicosociali. La scala di interferenza
combina le funzioni fisiche e sociali, e la sottoscala di generale attività è una
potenziale
indicatore
di
funzioni
legate
al
dolore.
Italian
Version: Ferrari, Novara, Sanavio, Zerbini
•
•
Tampa Scale of Kinesiophobia (Miller et al 1991)
Fear-Avoidance Beliefs Questionnaire (Waddell et al 1993) in particolare sul
dolore alla schiena.
Chronic Pain Coping Inventory (CPCI); Jensen et al 1995)
Pain Self-Efficacy Questionnaire (Nicholas 2007) che include anche
l’indagine di aspetti di attività generale come “socializzo con i miei amici o
parenti come prima nonostante il dolore”) In Italia tutti validati: Monticone et al.
•
•
•
Chronic Pain Acceptance Questionnaire (CPAQ) (McCracken1998 ) rivisto
da Vowels et al (2008) comprende 20 items tra cui “coinvolgimento
nell’attività”. Esiste anche una versione “parent report”: misura l’accettazione la
malattia dolore del bambino da parte dei genitori. (Versione italiana: Bernini,
Pennato, Cosci, Berrocal, 2010)
Diagnosi attraverso il DSM in
pazienti con dolore cronico.
Tratto da McWilliams et al. Pain, 2003
DIAGNOSI
PAZIENTI CON
DOLORE CRONICO
(n=382)
POPOLAZIONE
GENERALE
(n=5495)
Disturbi dell’Umore
83(21.7%)
551 (10%)
Depressione
77 (20.2%)
510 (9.3%)
Distimia
20 (5.2%)
128 (2.3%)
Disturbi d’Ansia
134 (35.1%)
992 (18.1%)
Disturbo d’Ansia generalizzata
28 (7.3%)
144 (2.6%)
Disturbo da ADP con Agorafobia
25 (6.5%)
103 (1.9%)
Fobia Semplice
60 (15.7%)
456 (8.3%)
Fobia Sociale
45 (11.8%)
428 (7.8%)
Agorafobia con o senza ADP
32 (8.4%)
182 (3.3%)
Disturbo post-traumatico da Stress
41 (10.7%)
182 (3.3%)
TESTS DI PERSONALITA’
Per misurare fattori emotivi che sono spesso associati
all’esperienza algogena, come ad esempio ansia e
depressione e valutare le reciproche influenze tra
personalità del paziente ed esperienza dolorosa
• Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI- II)
• BDI-II (Beck Depression Inventory, Beck, 2006 vers. Italiana)
• Center for Epidemiologic Studies Depression Scale (CES-D)
Radloff 1977- Fava, 1982
• STAI (State Trait Anxiety Inventory) Spielberg, Scuola Palo Alto,
1989 vers. Italiana)
• CBA (Cognitive Behavioral Assessment)
• Symptom Checklist–90 Revised (SCL-90R; Derogatis 1983) nove
dimensioni sintomatologiche primarie, tre indici globali. Vers.
Italiana Sarno et. Al.
Pain Medicine is now facing the unresolved enigma
on why, independently from the central nervous
system (body) damage, in some patients pain can be
controlled by medical intervention (pharmacological
therapy or spinal surgery) while others tend to
chronicize.
Katz, J. "Commentary", PAIN 153 (2012) 505–506
Fattori di rischio di sviluppo di dolore cronico
Predisp.
individuale
Fattori
sociali
Dolore
cronico
Fattori
psicologici
Fattori
ambientali
• Pain is a distressing experience
associated with actual or potential tissue
damage with sensory, emotional,
cognitive, and social components.
•
Updating the definition of pain
Williams, Amanda C. de C.; Craig, Kenneth D., Pain, November 2016 - Volume 157 Issue 11 - p 2420–2423
CATASTROFIZZAZIONE
“la tendenza a considerare in
modo esageratamente negativo gli
stimoli nocivi”
Pain Catastrophizing Scale
Scala clinica
autosomministrabile di
13 item a cui si
attribuisce un
punteggio su una scala
da 0 a 4 ed ha tre
differenti categorie:
ruminazione,
ingigantimento
(“magnification”)
e senso di impotenza (
“helplessness”).
The
Pain
Catastrophizing
Scale:
Development and Validation, Michael J. L.
Sullivan, Scott R. Bishop and Jayne Pivik,
Psychological Assessment, 1995, Vol. 7, No.
4, 524-532
Validazione italiana: Monticone M, Baiardi
P, Ferrari S, Foti C, Mugnai R, Pillastrini P,
Rocca B, Vanti C.
Development of the
Italian version of the Pain Catastrophising
Scale (PCS-I): cross-cultural adaptation,
factor analysis, reliability, validity and
sensitivity to change. Qual Life Res. 2012
Aug;21(6):1045-50.
Psicoalgologia:
una ipotesi di definizione
Possiamo definire con il nome di
“Psicoalgologia” la disciplina che si occupa
delle variabili psicologiche connesse al
dolore e alla sua valutazione, e in
generale delle implicazioni psico-sociali
del dolore persistente e cronico (malattia
dolore). Essa riunisce e comprende
nozioni teoriche e cliniche dell’Algologia e
della Psicologia.
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
Difficoltà dei pazienti a riferire il proprio dolore a causa di:
• questioni culturali (alcune culture insegnano a non lamentarsi per il
dolore)
• questioni di genere (gli uomini devono essere forti e non lamentare
dolore)
• questioni famigliari (cambiamenti nell’equilibrio famigliare quando un
componente si ammala)
• questioni personali (significati personali della malattia dolore, consci
ed inconsci, immagine di sé e ruolo sociale)
Psicoalgologia
VALUTAZIONE
MULTIDIMENSIONALE DEL
DOLORE, CONSULENZA
PSICOLOGICA E
PSICOTERAPIA
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
I pazienti hanno paura ad assumere farmaci ed
intraprendere un percorso medico:
• paura della dipendenza
• paura che il farmaco/intervento danneggi le parti
sane del corpo
Psicoalgologia
VALUTAZIONE
MULTIDIMENSIONALE DEL
DOLORE, VALUTAZIONE
PSICOLOGICA
PRECHIRURGICA,
CORSI PSICOEDUCATIVI
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
Credenza che il dolore sia ineluttabile:
• abbandono delle cure
• frustrazione
• depressione
Psicoalgologia
PSICOTERAPIA, CORSI
PSICOEDUCAZIONALI
SUL DOLORE
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
Comorbidità del dolore cronico con altri disturbi mentali,
in particolare ansia e depressione:
• non riconosciute
• trascurate nella cura
• necessità di aiutare i medici a riconoscerle in quanto
influenzano la percezione del dolore
Psicoalgologia
PSICOTERAPIA,
FORMAZIONE DEI MEDICI
E DEL PERSONALE
PARAMEDICO
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
Staff medico/ospedaliero:
•
•
•
•
Poca formazione sul dolore
Pregiudizi su farmaci ed effetti collaterali
Necessità di valutazione multidimensionale del dolore
Mancanza di empatia o di ascolto del paziente
Psicoalgologia
FORMAZIONE DEI MEDICI
E PERSONALE
PARAMEDICO, CORSI AI
MMG, CORSI
PSICOEDUCATIVI AI
PAZIENTI, VALUTAZIONE
MULTIDIMENSIONALE
DEL DOLORE
Perché c’è bisogno di una “Psicoalgologia”?
Aree critiche:
Aspetti culturali e legislativi del dolore
• Legge n.38 del 2010: confusione tra cure palliative e
algologia
• Problemi di disponibilità delle cure
• Mancato riconoscimento sociale della malattia dolore
Psicoalgologia
EVENTI DI
SENSIBILIZZAZIONE
DELL’OPINIONE
PUBBLICA, FORMAZIONE
DEL PERSONALE MEDICO
E PARAMEDICO, LAVORO
D’EQUIPE
Frida Kahlo- Il cervo ferito, 1946
Nickolas Muray - Frida con Granizo, 1939
Grazie per l’attenzione!
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