breakthrough pain e dolore incidente

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BREAKTHROUGH PAIN E DOLORE INCIDENTE
Il breakthrough pain si può definire come un aumento transitorio dell’intensità del dolore in un
paziente con dolore di base ben controllato dalla terapia analgesica di base, somministrata ad orari
fissi. L’eziologia è prevalentemente di natura neoplastica, il numero di episodi è variabile
mediamente da uno a sei nelle 24 ore, la durata di ogni episodio è circa trenta minuti, la sede del
dolore generalmente coincidente con quella del dolore di base. Nel 50% dei casi è possibile
identificare un fattore scatenante l’episodio, quale ad esempio la tosse, o un movimento, o la
distenzione della vescica da ritenzione urinaria.
Questo tipo di dolore, più o meno intenso, che si manifesta nell’intervallo di tempo fra due
somministrazioni di farmaci analgesici, deve essere distinto dalla comparsa di un dolore in un
paziente altrimenti asintomatico o da quello che compare in chi sta già eseguendo una terapia
antalgica che può rivelarsi totalmente o anche solo parzialmente efficace perché in corso di
definizione (aggiustamento posologico degli oppioidi). La forma più comune di breakthrough pain
è il dolore incidente dovuto al movimento e causato da metastasi ossee. Devono essere previste dosi
aggiuntive di farmaco per controllare il dolore che sopraggiunge nonostante il paziente sia già in
trattamento con dosi regolari di farmaci analgesici. Esse devono essere indicativamente pari alla
dose di farmaco a pronto rilascio che si somministra ogni quattro ore o in alternativa equivalenti ad
1/6 della dose totale giornaliera. Se il paziente segnala troppo frequentemente un dolore incidente o
deve assumere troppe dosi di “riserva”, in aggiunta alle somministrazioni programmate ad orari
fissi, si dovrà aumentare la dose totale giornaliera di farmaco. Farmaci comunemente usati per
trattare gli episodi di breakthrough pain sono: gli oppioidi a breve emivita, quali la morfina,
l’idrocodone e l’ossicodone, somministrati per via parenterale per ottenere una maggiore rapidità
d’azione; i FANS, per via sublinguale o parenterale; protossido d’azoto al 50% con ossigeno (da
non usare in presenza di distensione addominale); ed inoltre, come seconda scelta, antidepressivi,
antiaritmici, anestetici locali, steroidi, anticonvulsivanti.
CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA DURATA
ACUTO
CRONICO
PERSISTENTE
INTERMITTENTE
REMITTENTE
INCIDENTE
INTERVALLARE -BREAKTROUGH
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