ADHD e NEUROIMAGING: aspetti epistemologici e implicazioni psico-pedagogiche Marta Sporchia Corso di Laurea in Scienze Pedagogiche A.A. 2012-2013 OBIETTIVO Discussione di alcuni PROBLEMI EPISTEMOLOGICI e METODOLOGICI legati al ruolo delle neuroscienze nella: -Diagnosi - Spiegazione - Trattamento dell’ADHD ADHD /DDAI (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) Con il termine ADHD si identifica un disturbo dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente che include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività, generati dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente, rendendo difficoltosi, e in taluni casi addirittura impedendo, il normale sviluppo e l’integrazione. LE NEUROIMMAGINI “Un’ insieme di tecniche di visualizzazione, nate e sviluppate per studiare la struttura e le funzioni delle aree cerebrali in vivo” (Sacco, 2012, p.1) • Tecniche di visualizzazione strutturale • Tecniche di visualizzazione funzionale METODO • Analisi di 10 studi di neuroimmagine sull’ADHD svolti con Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) • Utilizzo della piattaforma ProQuest • Criteri di selezione degli studi: - Diagnosi di ADHD secondo DSM-IV o ICD-10 -Utilizzo di fMRI - Soggetti con Adhd sottoposti a MPH - Compiti cognitivi utilizzati: Change Task – Effetto Stroop La Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) Ricerche 1- Vaidya C.J., et al.,Selective effects of methylphenidate in attention deficit hyperactivity disorder: a functional magnetic resonance study. Proc. Natl. Acad. Sci. USA . Neurobiology. Vol. 95, pp.14494– 14499, Novembre 1998. Soggetti: 10 M con diagnosi ADHD; 10 M controllo Età: 8-13 anni 80 $ ai soggetti con ADHD; 150 $ controllo Metodo 1 scansione fMRI senza farmaco 1 scansione fMRI con farmaco Le scansioni sono state effettuate a una settimana di distanza I soggetti con ADHD dovevano sospendere il farmaco 36 ore prima della scansione Ai soggetti del gruppo di controllo veniva somministrata una dose giornaliera di MPH Compito compito “go”: premere il pulsante per ogni lettera Change task: compito “no-go”: premere il tasto per ogni lettera tranne che per la lettera “X” Risultati Migliori prestazioni di tutti i sogg. con farmaco “no-go”: Sogg. con ADHD più errori “no-go”: Sogg. con ADHD e MPH miglioramento ADHD senza MPH: disfunzione corteccia frontale e laterale 2- Rubia K., et al., Hypofrontality in attention deficit Hyperactivity disorder during higher-order motor control: A study whit functional MRI. American Journal of Psychiatry, 199, n.156, p.891-896. Soggetti: 7 con diagnosi di ADHD (12-18 anni) 9 sogg. di controllo (12-17 anni) Utilizzo di fMRI Compito Controllo: 1. Visione di un aereo – premere il pulsante alla visione dell’aereo 2. Visione di un aereo seguito da un dirigibile- premere solo alla visione dell’aereo Sperimentale: 1. Visione dell’aereo seguito da una bomba- NON premere il pulsante se il velivolo era seguito dalla bomba ma solo se appariva da solo Risultati Compito Sperimentale: riuscita più bassa nei soggetti con ADHD Soggetti con ADHD- Aree disfunzionali: -Corteccia prefrontale - Area di Brodmann - Nucleo Caudato Ipofrontalità considerata la causa dell’ADHD Soggetto di Controllo Soggetto con ADHD Altri studi neuroscientifici sostengono che … Nonostante le anomalie riscontrate a livello di attivazione cerebrale i soggetti possono portare a termine un compito cognitivo correttamente anche attivando differenti aree cerebrali rispetto al gruppo di controllo, elaborando soluzioni alternative al compito richiesto. (Xiabo Li, et al., 2012) Le migliori prestazioni ottenute nei compiti non sarebbero dovute agli effetti del MPH, ma i soggetti arrivano a compiere delle performance migliori grazie alla pratica. (Suzanne et al., 2013) Progetto ADHD-200 Commento agli studi • Le tecniche di neuroimmagine presentano limiti metodologici e sollevano diverse questioni epistemologiche: Le scansioni fMRI sono strumenti di misurazione indiretta Problema dell’attivazione cerebrale di moduli cognitivi generici Le immagini cerebrali non sono fotografie del cervello in azione ma sono risultati di manipolazioni statistiche Le scansioni fMRI individuano correlazioni e non cause La tecnica fMRI pone il problema della validità ecologica degli esperimenti. Conclusioni -Lo studio dell’ADHD non può prescindere dagli studi effettuati in campo psico-pedagogico -Conoscere l’attività cerebrale di un soggetto con diagnosi di ADHD non basta per spiegare le cause del suo comportamenti - Riflessione sui problemi legati alla divulgazione neuroscientifica: tra il pubblico dei non esperti si pensa indebitamente di poter utilizzare i risultati emersi dagli esperimenti come strumenti diagnostici Riflessioni Psico-Pedagogiche • Psicofarmaci o interventi psico-educativi? •Decostruire la materialità dell’esperienza educativa che può contribuire alla definizione dell’ADHD •Ha senso parlare di utilità degli interventi psicopedagogici in questo disturbo sempre più connotato in termini biologici?