ADHD Meccanismi neurobiologici ADHD Le caratteristiche primarie del disturbo sono: Deficit di attenzione sostenuta Deficit di memoria a breve termine Deficit di pianificazione e autoregolazione (mancanza delle funzioni esecutive) Iperattività impulsività Meccanismi neurobiologici La difficoltà a controllare il proprio comportamento dipende da difficoltà in tre processi cognitivi coinvolti nell’inibizione comportamentale: Difficoltà a inibire una risposta predominante, precedentemente associata ad un rinforzo; Difficoltà a fermarsi in corrispondenza di risposte che si snodano in uno spazio temporale per decidere se continuare o meno l’esecuzione, a causa di questa difficoltà non possono permettersi una dilazione nel fornire risposte più appropriate; Difficoltà nel controllare le interferenze, cioè quando devono proteggere le loro risposte da stimoli esterni competitivi con lo schema comportamentale principale richiesto. Meccanismi neurobiologici Le strutture cerebrali coinvolte nell’ADHD sono: La corteccia prefrontale dorsolaterale (memoria di lavoro e pianificazione), orbitale (processi di inibizione del comportamento) e cingolata anteriore (controllo emotivo, organizzazione e controllo dei processi cognitivi) che svolgono un ruolo di primo piano nella gestione delle emozioni, nelle funzioni esecutive, nell’organizzazione temporale del comportamento, nei processi motivazionali. Meccanismi neurobiologici Gangli della base, regioni interconnesse con le regioni centrali, con cui articolano il controllo delle risposte impulsive e del monitoraggio delle azioni orientate allo scopo. Talamo, strutture limbiche, amigdala e ippocampo. Tali regioni sono caratterizzate da anomalie strutturali che appaiono precocemente nello sviluppo. Meccanismi neurobiologici I bambini con ADHD hanno una riduzione del 5% del volume totale del cervello e del 10-12% nelle regioni cerebrali implicate nelle funzioni di controllo del comportamento. Studi di neuroimaging funzionale hanno evidenziato che, quando svolgono dei compiti di inibizione e di controllo della risposta, i bambini con ADHD hanno pattern anormali di attivazione nelle aree delle corteccia prefrontale e nei gangli della base, che hanno anche dimensioni minori (Marzocchi, Bacchetta, 2011). Meccanismi neurobiologici Nucleo caudato, globulo pallido, corpo calloso e cervelletto, che rivestono un ruolo importante nella pianificazione del movimento, nei soggetti con ADHD hanno dimensioni ridotte rispetto ai bambini del gruppo di controllo. Le strutture limbiche sembrano essere implicate nella genesi dell’ADHD. In particolare l’ippocampo è implicato nei processi attenzionali attraverso la memoria di lavoro visuo-spaziale (Bedard et al., 2004) e nei processi di modulazione delle funzioni esecutive (Sergeant et al., 2002). Studi hanno messo in luce la presenza di un ingrossamento bilaterale dell’ippocampo e una prova indiretta di una perdita di volume dell’amigdala (Plessen et al., 2006). Fattori di rischio genetici La disfunzione attenzionale, l’impulsività e l’iperattività sarebbero causate secondo studi di neuroimaging e studi genetici da un malfunzionamento in diverse parti del sistema nervoso centrale, soprattutto per quanto riguarda il trasporto della dopamina. La maggior parte degli studi genetici ha per oggetto i geni regolatori delle catecolamine, in particolare il sistema dopaminergico perché l’ADHD sembra essere caratterizzato dalla presenza di anomalie in diversi sistemi di neurotrasmettitori (Biederman et al., 2006).