CP 41 IT Giornate della società civile

N. 41/2016
2 giugno 2016
Solidarietà e dialogo europeo sono d'importanza
fondamentale per la vita dei cittadini in Europa
LE GIORNATE DELLA SOCIETÀ CIVILE - edizione 2016
Esponenti delle organizzazioni e reti della società civile europea, membri del CESE e rappresentanti delle
istituzioni europee si sono riuniti a Bruxelles il 31 maggio e il 1° giugno per l’edizione annuale delle giornate
della società civile organizzate dal CESE. In questi due giorni le discussioni hanno riguardato
prevalentemente il tema della migrazione, nonché le sfide e i cambiamenti che essa comporta per la
società europea affinché ne sappia trarre il massimo vantaggio.
"Le giornate della società civile sono una delle manifestazioni più importanti per il Comitato economico e
sociale europeo", ha affermato il Presidente del CESE George Dassis nel suo discorso di apertura. "Le
organizzazioni della società civile hanno svolto un ruolo vitale nella recente crisi migratoria - la
mobilitazione dei cittadini è abbastanza forte per cambiare il corso della storia". Per preparare il terreno al
successivo dibattito sulla migrazione il Presidente Dassis ha illustrato ai presenti le missioni d'informazione
che alcuni membri del CESE hanno realizzato in 11 paesi dell'UE1, oltre che in Turchia, negli ultimi mesi.
Le conclusioni principali tratte da queste missioni, nonché i messaggi di fondo rivolti a capi di Stato e a
leader europei sono stati pubblicati in una relazione di sintesi basata sulle riunioni con circa 200 esponenti
delle parti interessate, soprattutto organizzazioni della società civile che si adoperano per i profughi e i
migranti. Dassis ha inoltre menzionato il recente lancio dell'edizione 2016 del premio CESE della società
civile, che intende premiare le organizzazioni della società civile e/o i privati cittadini che hanno contribuito
in misura significativa ad attenuare gli effetti della crisi migratoria prestando assistenza a profughi e
migranti e, quindi, promuovendo i valori europei e la coesione.
"In Europa, i popoli e gli individui sono in generale molto più aperti e obiettivi di quanto i governi europei
vorrebbero farci credere", ha dichiarato nel suo intervento Gesine Schwan, presidente e cofondatrice della
piattaforma di governance Humboldt-Viadrina. "Per evitare un'involuzione sotto la spinta delle forze di
destra e mettere un freno all'erosione della solidarietà in Europa, dobbiamo avviare un dialogo sociale e
abbiamo bisogno di un movimento democratico che coinvolga sia gli enti locali che le organizzazioni della
società civile". Allo scopo di gestire l’attuale afflusso di migranti e di profughi, Schwan ha proposto di creare
un fondo europeo destinato a fornire risorse per l’integrazione dei migranti negli enti locali d'Europa.
Questo fondo darebbe ai comuni e ai cittadini l'opportunità di agire e di impegnarsi nel processo di
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Austria, Svezia, Grecia, Ungheria, Germania, Croazia, Slovenia, Italia, Malta, Polonia e Bulgaria.
Rue Belliard/Belliardstraat 99 – 1040 Bruxelles/Brussel – BELGIQUE/BELGIË
Tel. +32 2 546 9779 – Fax +32 25469764
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integrazione. Schwan ha inoltre insistito sulla necessità di trasparenza e, quindi, sul coinvolgimento di
meccanismi di lotta alla corruzione in tutto il processo.
"Quando si tratta di migranti e di profughi, le organizzazioni della società civile e i cittadini si dimostrano
solidali e pronti ad aiutare", ha confermato Conny Reuter, copresidente del gruppo di collegamento del
CESE, citando ad esempio le visite e gli incontri che ha avuto con la popolazione locale a Lampedusa, oltre
che in Serbia, Austria, Svezia e Germania. Ha inoltre sottolineato che occorre evitare di distinguere tra "noi"
e "loro" quando si parla di profughi. "Se l'Europa vuole tener fede ai suoi valori, le soluzioni possono
soltanto essere basate sui diritti e puntare alla dignità dei profughi", ha infine affermato.
La rappresentante della Commissione europea Emmanuelle Grange ha anche sottolineato l’importanza di
progetti locali nei territori e ha indicato che la Commissione intende presentare un piano per l’integrazione
dei cittadini di paesi terzi. La Commissione sta inoltre sviluppando una banca dati contenente le buone
pratiche degli Stati membri, mettendo in luce le storie di successo osservate in varie parti d’Europa.
Durante i due giorni dell'evento, i partecipanti all'edizione 2016 delle giornate della società civile hanno
esaminato vari aspetti legati alla migrazione dal punto di vista della società civile, ossia la gioventù e
l'istruzione, l'integrazione sociale, le risposte alle cause della migrazione, la libertà di espressione, la
convivenza nella stessa società o in società parallele, e la libertà di circolazione nell'UE, alla luce delle sfide
e delle prospettive che questo comporta per i cittadini dell'UE. I partecipanti hanno convenuto che la fine
dello spazio Schengen non risolverebbe il problema della migrazione, ma comprometterebbe di fatto
l’integrazione europea. Il deputato tedesco al Parlamento europeo Jo Leinen ha affermato che tanto i
responsabili politici quanto la società civile devono misurarsi con le sfide della migrazione. Ha inoltre
rivendicato la necessità di canali d’immigrazione legale in Europa, di un accordo con l’Africa e di un sistema
comune di asilo in Europa. Paul Dujardin, direttore artistico del BOZAR, ha ricordato che occorre tener
conto anche del valore aggiunto che gli immigrati possono apportare e dell’importante funzione che la
cultura può svolgere per l’integrazione. "L’Europa non è un collettivo la cui realizzazione avverrà per forza
propria, ma un progetto in fieri plasmato dalle persone".
Per maggiori informazioni, si prega di contattare:
Siana Glouharova - Unità Stampa del CESE
E-mail: [email protected]
Tel. +32 2 546 92 76/ Cell.: + 32 (0) 473 53 40 02
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Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) è un organo istituzionale consultivo istituito dal Trattato di Roma nel 1957. Il
Comitato si compone di 350 membri, provenienti da tutta l'UE, nominati dal Consiglio dell'Unione europea. Esso rappresenta le
diverse componenti economiche e sociali della società civile organizzata. La funzione consultiva del Comitato permette ai suoi
membri, e quindi alle organizzazioni che essi rappresentano, di partecipare al processo decisionale dell'Unione europea.
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