Guida alla virtualizzazione con Oracle VM VirtualBox Fabio Gozzo - 06 Luglio 2010 “Oracle VM VirtualBox è un software per la virtualizzazione gratuito ed estremamente versatile grazie al quale è possibile creare sistemi virtuali da utilizzare per gli usi più disparati. Andiamo a vedere come trarre maggiormente vantaggio da questo potente applicativo” Pagina 1 - Introduzione Oracle VM VirtualBox è un software di virtualizzazione per sistemi con architettura x86 che nel corso degli anni ha ottenuto il favore del pubblico soprattutto grazie al fatto di essere una delle poche soluzioni di livello professionale ad essere rilasciata a titolo gratuito. Sviluppato inizialmente da Innotek, ed in seguito portato avanti prima da Sun Microsystem e successivamente da Oracle, VirtualBox è uno strumento altamente flessibile che sa adattarsi sia ad ambiti d'utilizzo domestici che lavorativi. Sostanzialmente VirtualBox permette di creare macchine virtuali che operano in modo indipendente rispetto al sistema ospitante e possono essere utilizzate per gli scopi più disparati; è ad esempio possibile utilizzare le macchine virtuali per la realizzazione di ambienti di testing o di sviluppo pronti all'uso. Anche in ambito domestico la possibilità di creare una macchina virtuale può tornare estremamente utile, come ad esempio nel caso in cui volessimo provare un nuovo sistema operativo, o più semplicemente predisporre un sistema su cui poter giocare con videogiochi di vecchia data. Ovviamente questi sono solo alcuni degli ambiti d'utilizzo in cui è possibile avvalersi di VirtualBox. Lo scopo della guida di oggi è quello di illustrarvi passo passo come utilizzare questo potente software in modo estremamente semplice. Pagina 2 - Installazione di Oracle VM VirtualBox La prima cosa da fare per poter utilizzare VirtualBox è procurarsi il file d'installazione, che può essere scaricato liberamente da Internet a questo indirizzo. Essendo un'applicazione multipiattaforma, VirtualBox è disponibile per diversi sistemi operativi, tra cui ovviamente Windows, Mac OS X e svariate distribuzioni Linux, di conseguenza è necessario accertarsi di aver scaricato la versione più adatta al sistema operativo presente sulla macchina su cui si andrà ad installare l'applicazione. Nel corso della guida utilizzeremo la versione 3.2.4 di VirtualBox per Windows, confidando che gli utenti di altri sistemi operativi siano in grado di ovviare autonomamente ad alcune differenze di lieve entità che si presenteranno nel corso delle varie procedure di seguito descritte. Terminato il donwload del file d'installazione si può finalmente procedere con la fase successiva, ovvero l'installazione vera e propria del programma; una volta avviato il file d'installazione, apparirà una schermata di presentazione del software. Per proseguire oltre cliccate su "Next". Nella schermata successiva viene richiesto di accettare l'EULA, ovvero il contratto di licenza d'uso dell'applicazione. Per procedere è ovviamente necessario accettare le condizioni d'uso stabilite da Oracle, altrimenti in caso contrario l'installazione verrà interrotta. Successivamente viene data all'utente la possibilità di scegliere dove installare VirtualBox e quali componenti aggiuntivi dell'applicazione predisporre all'installazione. Se non avete particolari esigenze, impostate la cartella di destinazione e proseguite cliccando su "Next". Il prossimo passo consente all'utente di scegliere se creare o meno una scorciatoia sul desktop e nella barra di avvio veloce per lanciare VirtualBox; scegliete liberamente a vostra discrezione e poi proseguite. La prossima schermata avvisa l'utente che sta per essere installato un adattatore di rete virtuale per consentire ai sistemi virtualizzati di condividere la connessione di rete con la macchina fisica su cui stanno girando; tale procedura potrebbe durare anche alcuni minuti e disconnette temporaneamente il computer dalla rete; prima di procedere con questa fase consigliamo caldamente di sospendere le altre attività al momento in corso. Una volta terminata l'installazione dell'adattatore di rete virtuale è possibile procedere alla copia dei file necessari sul sistema, per procedere cliccate su "Yes". L'installazione impiegherà alcuni minuti prima di giungere al termine; la schermata successiva mostra lo stato di avanzamento della copia dei file. Come di consueto al termine della procedura il programma di installazione ci comunicherà che tutto è andato a buon fine. Cliccate su "Finish" per confermare il completamento dell'installazione. Pagina 3 - Creiamo una nuova Virtual Machine Conclusa l'installazione di VirtualBox è giunto finalmente il momento di creare una macchina virtuale all'interno della quale girerà il nostro sistema virtualizzato, che d'ora in poi chiameremo sistema guest. Dopo aver avviato VirtualBox, per iniziare la creazione di una nuova macchia virtuale è sufficiente cliccare sul pulsante "Nuova" situato in alto a sinistra. L'azione appena compiuta avvierà la procedura guidata per la creazione di una nuova Virtual Machine. Premete sul tasto "Avanti" per proseguire. Il primo passaggio è molto semplice e richiede l'inserimento del nome da assegnare alla macchina virtuale e del sistema operativo che verrà installato all'interno della stessa. Essendo progettato per offrire un ambiente virtualizzato x86 generico, VirtualBox è in grado di supportare sistemi operativi di ogni tipo, inclusi anche quelli non presenti in elenco. Successivamente la procedura richiede all'utente di specificare l'ammontare di memoria RAM da assegnare alla macchina virtuale. Tale quantitativo di memoria va stabilito in base all'ammontare di memoria RAM messa a disposizione dalla macchina fisica, cercando di lasciarne una porzione libera sufficientemente ampia da consentire al sistema operativo host di girare senza problemi. Nel nostro caso il sistema su cui abbiamo installato VirtualBox mette a disposizione 2GB di RAM, pertanto abbiamo deciso di assegnarne 512MB alla macchina virtuale. Va inoltre ricordato che dalla versione 3.2.0 le installazioni di VirtualBox su sistemi basati su CPU a 64bit offrono la possibilità di far variare dinamicamente la quantità di memoria assegnata ad una macchina virtuale a seconda della reale necessità, cosa che torna particolarmente utile nel caso si debbano utilizzare 2 o più macchine virtuali contemporaneamente. La prossima fase consiste nella selezione del disco fisso virtuale sul quale verrà installato il sistema operativo. Un disco fisso virtuale non è altro che un file creato semplicemente allocando parte dello spazio messo a disposizione dal disco rigido della macchina fisica. Presupponendo che sia la prima volta che utilizzate VirtualBox, è necessario crearne uno nuovo selezionando la voce "Crea un nuovo disco fisso". Controllate inoltre che sia abilitata l'opzione "Disco fisso d'avvio" e premete "Avanti" per continuare. Sarà possibile aggiungere altri dischi virtuali alla virtual machine solo in un secondo momento, agendo attraverso il menù "Impostazioni". La procedura di creazione di nuovo disco virtuale inizia con una schermata introduttiva; cliccate su "Avanti" per procedere oltre. Di seguito viene richiesto all'utente se creare un disco ad espansione dinamica o a dimensione fissa. Come descritto nella seguente schermata, l'espansione dinamica consente di occupare esclusivamente lo spazio necessario al sistema guest espandendolo di volta in volta in caso di necessità, mentre scegliendo di creare un disco a dimensione fissa verrà subito allocato tutto lo spazio specificato. Il nostro consiglio è di creare un disco fisso virtuale a dimensione fissa, dato che le procedure per l'espansione dinamica possono influire negativamente sulle prestazioni della macchina virtuale. Il passo successivo prevede di stabilire dove dev'essere creato il disco fisso virtuale e che dimensioni deve avere. Nel scegliere la dimensione del disco tenete in considerazione quanto spazio libero avete sul vostro hard disk e cosa volete installare sulla macchina virtuale; nel nostro caso abbiamo previsto di allocare 8GB di spazio su disco per poter installare la distribuzione Linux Ubuntu. Una schermata di riepilogo vi richiederà di confermare le scelte appena fatte prima di procedere alla creazione vera e propria del disco fisso virtuale. Se le impostazioni sono tutte corrette, procedete cliccando su "Avanti"; l'operazione richiederà qualche minuto prima di giungere al termine. Una volta terminata la creazione del disco virtuale, la procedura di creazione della nostra macchina virtuale è finalmente terminata. Ulteriori configurazioni e modifiche alla macchina virtuale potranno essere fatte attraverso il pulsante "Impostazioni" presente nella schermata principale di VirtualBox. Pagina 4 - Installazione sistema operativo Guest Finora ci siamo limitati ad installare VirtualBox e a creare una macchina virtuale "vuota". Il passo successivo dunque consiste nell'installare un sistema operativo all'interno della macchina virtuale per renderla effettivamente utilizzabile. Ovviamente non andremo a spiegarvi come si installa un sistema operativo (cosa peraltro molto semplice se si tratta di Windows o di alcune distribuzioni Linux come Ubuntu, Fedora e Mandriva, giusto per citarne alcune), ma ci soffermeremo su come configurare VirtualBox in preparazione all'installazione. Per la stesura di questa parte della guida utilizzeremo la distribuzione Linux Ubuntu, tuttavia la procedura di configurazione è valida anche per tutti gli altri sistemi operativi. Il primo passaggio da effettuare consiste nel configurare la nostra macchina virtuale affinché non esegua il boot dall'hard disk ma dall'unità ottica virtuale, al fine di consentirci di installare il sistema operativo. Dalla schermata principale di VirtualBox selezionate la macchia virtuale appena creata e cliccate sul pulsante "Impostazioni" presente in alto a sinistra. Vi apparirà la seguente schermata: Nella colonna a sinistra sono presenti varie voci attraverso le quali è possibile gestire ogni aspetto della nostra macchina virtuale. Al momento ci interessa solamente modificare la sequenza delle periferiche d'avvio, pertanto cliccate su "Sistema" e modificate l'ordinamento delle voci presenti nel riquadro "Ordine di avvio" in modo tale da far comparire l'unità ottica al primo posto. Completato questo passaggio, scegliete dal menù laterale la voce "Archiviazione". Da questa schermata è possibile andare a configurare tutte le periferiche di storage virtuali della virtual machine e di conseguenza anche l'unità ottica. VirtualBox permette di accedere direttamente alle unità ottiche presenti sulla macchina fisica oppure di montare un'immagine ISO di un CD/DVD in maniera del tutto trasparente. Nel nostro caso avendo Linux Ubuntu già masterizzato su un supporto DVD, abbiamo impostato come "Dispositivo CD/DVD" il lettore DVD del sistema host indicato con la lettera D; se invece avete a disposizione solamente l'immagine ISO del sistema operativo che volete installare, potete cliccare sul pulsante a fianco alla voce "Dispositivo CD/DVD" per avviare il gestore dei supporti virtuali e provvedere ad aggiungere l'immagine ISO. Una volta configurata l'unità ottica, la procedura di preparazione all'installazione del sistema operativo è terminata. Per avviare l'installazione del sistema operativo ora non resta che avviare la macchina virtuale e lasciare che esegua il boot da CD/DVD. Pagina 5 - Installazione Guest Additions Nelle pagine precedenti abbiamo visto quasi tutto quello che c'è da sapere per poter utilizzare VirtualBox senza problemi. Oracle tuttavia mette a disposizione degli utenti anche una serie di strumenti aggiuntivi estremamente utili noti come Guest Additions. Le Guest Additions non sono altro che driver da installare all'interno del sistema guest allo scopo di migliorare l'usabilità e le performance della macchina virtuale; l'unica limitazione delle Guest Addition è che supportano pienamente solo alcuni sistemi operativi, tra cui però fortunatamente compaiono Windows 2000 / XP / Server 2003 / Vista / Server 2008 / 7 e le distribuzioni Linux con kernel 2.6 o superiore. L'installazione delle Guest Additions non è molto complessa, ma varia a seconda del sistema operativo installato all'interno della virtual machine: su Windows ad esempio si fa prima a farlo che a dirlo, mentre su Linux sono necessari alcuni passaggi preparatori. Iniziamo da Windows. Avviate la macchina virtuale e attendete che Windows diventi operativo. Non appena sarà possibile interagire con il desktop, selezionate dal menù della finestra della macchina virtuale la voce "Dispositivi" e successivamente "Installa Guest Additions". VirtualBox provvederà a scaricare da Internet le Guest Additions, dopodiché avvierà l'installazione del software appena scaricato. Sotto Linux la procedura di installazione delle Guest Additions risulta invece leggermente più complicata e varia leggermente da una distribuzione all'altra. Prima di tutto è necessario installare il pacchetto dkms che serve per la generazione di moduli esterni del kernel. Se state utilizzando una distribuzione Linux basata sul sistema di gestione dei pacchetti di Debian, come ad esempio Ubuntu, potete lanciare da terminale il seguente comando: "sudo apt-get install dkms", mentre su Fedora il comando da lanciare è "yum install dkms". Per l'installazione di dkms utilizzando altri sistemi di gestione dei pacchetti consigliamo di consultare la relativa man page. Terminata l'installazione di dkms possiamo procedere in modo del tutto analogo a come abbiamo fatto in precedenza con Windows: selezioniamo la voce "Dispositivi" dalla barra menù della finestra della macchina virtuale e successivamente "Installa Guest Additions". Anche in questo caso, VirtualBox ci chiederà di scaricare un'immagine ISO contenente le Guest Addition e provvederà a montarla automaticamente al termine del download. Qualora la distribuzione Linux che avete installato all'interno della macchina virtuale preveda un sistema per l'autorun per i supporti CD/DVD, potete avviare l'installazione delle Guest Additions sfruttando questa funzionalità. In caso contrario sarà invece necessario avviare manualmente l'installazione delle Guest Additions. Tale operazione può essere svolta velocemente da terminale: dopo essere entrati nella cartella in cui è montata l'immagine ISO del CD (sotto Ubuntu dovrebbe essere /media/cdrom), è sufficiente lanciare con diritti d'amministratore lo script di installazione autorun.sh con il comando: "sudo ./autorun.sh". Una volta avviato lo script di installazione, sia che lo abbiate fatto partire da terminale o sfruttando l'autorun, apparirà la seguente schermata: Attendete che l'installazione giunga al termine e poi provvedete a riavviare il sistema. Ora che le Guest Additions sono installate, potete finalmente godervi appieno il vostro nuovo sistema virtuale. Pagina 6 - Lo sapevi che... ? Di seguito vi proponiamo una serie di notizie ed informazioni interessanti relative a VirtualBox. Ci riproponiamo di aggiornare questo elenco ogni qualvolta ce ne sarà l'occasione, pertanto se avete da segnalarci qualcosa di interessante a riguardo non esitate. VirtualBox è rilasciato a titolo gratuito sotto licenza proprietaria per scopi personali o di valutazione, ma dal gennaio 2007 esiste anche una versione chiamata VirtualBox Open Source Edition (OSE) rilasciata sotto licenza GNU Public License. VirtualBox Open Source Edition differisce dall'altra versione per l'assenza di alcune funzionalità, ma per l'uso domestico rappresenta ugualmente una valida alternativa. Nelle prime versioni VirtualBox non era in grado di sfruttare a dovere le CPU multicore, ma dalle ultime release rilasciate è anche possibile stabilire quanti core avrà la CPU della macchina virtuale, a patto che il sistema host sia dotato di un processore in grado di supportare la virtualizzazione via hardware. Come ogni altra applicazione, VirtualBox è dotato di diverse scorciatoie da tastiera per velocizzare alcune procedure. In particolare torna particolarmente utile ricordarsi le combinazioni per effettuare un hard reset (HOST+R), per passare alla modalità schermo intero (HOST+F), o per catturare un'istantanea della macchina virtuale; ricordiamo che di default il pulsante HOST corrisponde al tasto CRTL destro della tastiera, ma dalle impostazioni di VirtualBox è possibile configurarlo diversamente. VirtualBox utilizza per la creazione dei dischi fissi virtuali il formato .VDI ma è compatibile anche con i formati .VMDK, .VHD e .HDD utilizzati rispettivamente dai software per la virtualizzazione di VMWare, Microsoft e Parallels. Con VirtualBox è quindi possibile andare a riutilizzare il disco di macchine virtuali create con altri software di virtualizzazione semplicemente creando una nuova virtual machine a partire dai suddetti dischi. In rete esistono diversi siti che forniscono macchine virtuali già pronte all'uso, equipaggiate con una vasta gamma di software e sistemi operativi, adatti alle esigenze più disparate. VMWare ad esempio fornisce sul proprio sito un gran numero di queste soluzioni, molte delle quali possono essere utilizzate anche con VirtualBox.