ALLEGATO RIASSUNTI MODIFICATI DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO (le modifiche apportate compaiono in grassetto corsivo) 3 1. NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALE AMARYL® 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 1 compressa contiene, come principio attivo: AMARYL® 1 mg: 3. glimepiride 1 mg FORMA FARMACEUTICA Compresse. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche AMARYL® è indicato nel diabete mellito di tipo II, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti. 4.2 Posologia e metodi di somministrazione Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un appropriato esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli effetti negativi, determinati dal non rispetto della dieta, non possono essere compensati dalla somministrazione delle compresse o dall'insulina. La scelta della dose è legata all’equilibio metabolico accertato con la determinazione del glucosio ematico ed urinario. La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se l’equilibrio metabolico è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento. Se la regolazione non è soddisfacente la dose deve essere aumentata in base alla situazione metabolica in modo graduale con un intervallo di circa 1-2 settimane fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Dosaggi giornalieri superiori a 4 mg di glimepiride non determinano un migliore effetto terapeutico se non in casi eccezionali. La dose massima giornaliera raccomandata è di 6 mg di glimepiride. Normalmente una dose unica giornaliera di glimepiride è sufficiente. Si consiglia l'assunzione immediatamente prima o durante una abbondante prima colazione al mattino, e se ciò non avvenisse, immediatamente prima o durante il primo pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno ingerite intere con un po' di liquido. Nel caso che un paziente manifesti una reazione ipoglicemica con 1 compressa di AMARYL® 1 mg questo significa che l’equilibrio metabolico con la sola dieta può essere ottenuto in tale paziente. Durante il trattamento, qualora un migliore controllo del diabete sia associato ad una aumentata sensibilità all'insulina, la richiesta di glimepiride può diminuire. Per evitare ipoglicemia si deve pertanto considerare opportuno ridurre per un poco di tempo la dose 4 o interrompere la terapia. La correzione della posologia deve essere considerata anche in caso di modificazione di peso del paziente di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® Un passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® può generalmente essere effettuato. Per il passaggio ad AMARYL® l’efficacia e l’emivita del precedente farmaco deve essere considerata. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio cloropropamide), un periodo di interruzione di alcuni giorni è opportuno al fine di minimizzare i rischi di reazioni ipoglicemiche dovute agli effetti additivi. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di AMARYL® al giorno. Basandosi sull’equilibrio metabolico la dose di glimepiride può essere aumentata ad intervalli come indicato nel caso di un primo trattamento. Passaggio dall'uso di insulina ad AMARYL®. In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete tipo II, precedentemente controllati con insulina, può essere indicato passare all'uso di AMARYL®. Questo cambiamento di terapia generalmente deve essere eseguito in ambiente ospedaliero. 4.3 Controindicazioni AMARYL® non deve essere impiegato nei seguenti casi: diabete insulino dipendente, coma diabetico, diabete chetoacidosico, alterazioni gravi della funzione renale o epatica, ipersensibilità alla glimepiride o ad altre sulfaniluree o sulfonamidi o agli altri componenti le compresse. In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, una sostituzione con insulina è richiesta. Gravidanza e allattamento. 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l'uso AMARYL® deve essere assunto poco prima o durante un pasto. In caso di pasti a intervalli irregolari e specialmente allorchè se ne omettano alcuni, il trattamento con AMARYL® può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi dell'ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, insonnia, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e della capacità di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista ed incapacità di parlare, tremore, paralisi, disturbi sensori, senso di vertigine, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre si attenuano con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. Come accertato con altre sulfaniluree nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia può ricomparire. 5 In caso di ipoglicemia grave o protratta oltre un certo periodo, controllata temporaneamente con l'usuale quantità di zucchero, si richiede immediato trattamento medico e occasionalmente ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: - scarsa cooperazione o, più comunemente nei pazienti più anziani, incapacità del paziente a cooperare - malnutrizione, irregolarità nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno - modifica della dieta - squilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati - consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto - compromissione della funzionalità renale - grave disfunzione epatica - sovradosaggio di AMARYL® - disturbi non compensati del sistema endocrino che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzione tiroidea e dell'ipofisi anteriore o nell'insufficienza surrenalica) - contemporanea "Interazioni"). somministrazione di alcuni altri medicinali (vedere Il trattamento con AMARYL® richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della emoglobina A1 e se possibile della fruttosamina. Regolari controlli ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) e della funzionalità epatica sono necessari durante il trattamento con AMARYL®. In situazioni stressanti (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili) può essere indicato passare temporaneamente alla terapia insulinica. Non esistono sufficienti esperienze circa l'uso di AMARYL® in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti dializzati. In pazienti con gravi disfunzioni renali o epatiche è indicato passare alla terapia insulinica. 4.5 Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione A seguito dell'assunzione di AMARYL® insieme ad altri medicamenti sia un aumento non voluto sia una diminuzione della attività ipoglicemizzante della glimepiride può manifestarsi. Per questo motivo, altri medicamenti dovrebbero essere associati solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Basandoci sull'esperienza con AMARYL® e con altre sulfaniluree le seguenti interazioni devono essere ricordate. Reazioni ipoglicemiche come manifestazione del potenziamento dell’azione ipoglicemica possono manifestarsi dopo la somministrazione simultanea di AMARYL® e per esempio: - fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone - insuline e altri prodotti antidiabetici - metformina 6 - salicilati e acido para-amino-salicilico - steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili - cloramfenicolo - anti-coagulanti cumarinici - fenfluramina - fibrati - ACE-inibitori - fluoxetina - allopurinolo - simpaticolitici - ciclofosfamidi, trofosfamidi e ifosfamidi - sulfimpirazone - alcune sulfonamidi ad azione protratta - tetracicline - MAO-inibitori - antibiotici chinolonici - probenecid - miconazolo - pentossifillina (alte dosi parenterali) - tritoqualina Un decremento dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride e un conseguente deterioramento dello stato metabolico può verificarsi quando insieme ad AMARYL® si assumono farmaci che contengono le seguenti sostanze: - estrogeni e progestinici - saluretici e diuretici tiazidici - tireomimetici e glucocorticoidi - derivati della fenotiazina, clorpromazina - adrenalina e simpaticomimetici - acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico - lassativi (dopo un uso protratto) - fenitoina - diazossido - glucagone - barbiturici - rifampicina - acetazolamide 7 Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia potenziamento che diminuzione dell'effetto di riduzione dei livelli glicemici. Durante il trattamento con farmaci simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina i segni della contro-regolazione adrenergica all'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione acuta o cronica di alcool può potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in un modo non prevedibile. La glimepiride può sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. 4.6 Gravidanza e allattamento AMARYL® non deve essere assunto durante la gravidanza. Il trattamento con insulina e’ richiesto in tale evenienza. Le pazienti che intendono rimanere incinte devono informare il proprio medico. Negli studi di tossicità riproduttiva, si è riscontrata embriotossicità, teratogenicità, ed effetti tossici sullo sviluppo. Tutti gli effetti tossici sullo sviluppo sono probabilmente causati dall'azione farmacodinamica di dosi estremamente alte e non sono specifiche di questa sostanza. I derivati sulfanilureici come la glimepiride passano nel latte materno in quantità tale da dover evitare l'allattamento al seno. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine Prima che il controllo metabolico ottimale venga raggiunto, ad esempio nel passare da un antidiabetico ad un altro, o se le compresse non vengono assunte regolarmente, lo stato di vigilanza e la capacità di reazione possono subire alterazioni tali che il paziente non può agire in sicurezza nel traffico stradale oppure mentre opera con macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Sulla base dell'esperienza con AMARYL® e altre sulfaniluree si possono segnalare i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia In rari casi reazioni ipoglicemiche sono state osservate dopo somministrazione di AMARYL®. Queste reazioni avvengono per lo più in maniera diretta, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come in ogni terapia antidiabetica con farmaci, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere anche il capitolo "Speciali avvertenze e specifiche precauzioni per l'uso"). Occhi Temporanei disturbi visivi possono verificarsi in particolare all'inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Tratto gastrointestinale Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea, pressione o una sensazione di pienezza dell'epigastrio e dolore addominale sono molto occasionali e possono raramente condurre all'interruzione del trattamento con AMARYL®. In casi isolati aumenti dei livelli degli enzimi epatici sono stati segnalati durante la terapia con sulfaniluree ed un peggioramento della funzione epatica, con colestasi, 8 itterizia ed epatite. Tali sintomi generalmente regrediscono dopo sospensione della terapia, sebbene una epatite grave può trasformarsi in una insufficienza epatica. Allergie Reazioni di ipersensibilità cutanea possono manifestarsi come prurito, rash e orticaria. In casi isolati reazioni modeste possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock. Sempre in casi isolati può svilupparsi ipersensibilità alla luce. Una vasculite allergica è possibile in casi isolati. È possibile anche una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi e loro derivati. Quadro ematico Alterazioni del quadro ematico sono rare durante la terapia con AMARYL®. Esse sono relative a trombocitopenia di grado da lieve a severa, leucopenia, eritrocitopenia, agranulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e pancitopenia. Esse sono generalmente reversibili una volta che sia stato sospeso il trattamento con AMARYL®. Varie Una riduzione delle concentrazioni sieriche del sodio può verificarsi. Negli studi controllati verso placebo infezioni del tratto respiratorio superiore erano più frequenti con glimepiride (14,2%) che con placebo (7,8%). Tale evenienza non era considerata correlata dall’investigatore. L’incidenza era simile tra glimepiride (4,6%) e glibenclamide (4,2%). 4.9 Sovradosaggio Per ingestione di dosi eccessive può verificarsi uno stato di ipoglicemia che può durare da 12 a 72 ore e che può risolversi solo dopo ricovero ospedaliero. I sintomi possono insorgere fino a 24 ore dopo l'assunzione del farmaco. In generale è auspicabile che il controllo avvenga in ambiente ospedaliero. Nausea, vomito e dolore epigastrico possono verificarsi. L’ipoglicemia può essere accompagnata generalmente da una sintomatologia neurologica come irrequietezza, tremori, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni. Il trattamento deve anzitutto impedire l'assorbimento del farmaco ingerito provocando il vomito, quindi somministrare acqua o limonata con aggiunta di carbone attivo (assorbente) o di sodio solfato (lassativo). Nel caso sia stata ingerita una elevata quantità di farmaco, è indicata una lavanda gastrica e la somministrazione successiva di carbone attivato e sodio solfato. Nel caso di ingestione di dosi molto pericolose il ricovero in una unità di terapia intensiva è consigliato. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se richiesto iniziare con 50 ml di una soluzione al 50% per via endovenosa in bolo seguita da una infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico. In particolare nel trattare casi di ipoglicemia da accidentale assunzione di AMARYL® da parte di bambini e di ragazzi, la dose di glucosio deve essere attentamente calcolata per evitare di produrre danno da iperglicemia e deve essere controllata da uno stretto monitoraggio della glicemia. 9 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche La glimepiride è una sostanza antidiabetica orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Essa può essere impiegata nel diabete mellito non insulino-dipendente. La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule pancreatiche beta allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre, la glimepiride sembra possedere un pronunciato effetto extrapancreatico, previsto anche per altre sulfaniluree. Secrezione di insulina Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando il canale del potassio sensibile all'ATP situato nelle membrane delle cellule beta. Il blocco del canale del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell'apertura del canale del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule. Questo determina liberazione di insulina per esocitosi. La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta collegate con il canale del potassio sensibile all'ATP ma in posizione di legame diversa da quelle usuali per le sulfaniluree. Attività extrapancreatica Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un'aumentata sensibilità dei tessuti periferici per l'insulina e una riduzione di assorbimento della stessa da parte del fegato. L'assorbimento di glucosio del sangue da parte delle cellule muscolari periferiche e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante l'utilizzo del glucosio stesso. La glimepiride aumenta rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio della membrana delle cellule muscolari e del tessuto adiposo; il risultato finale è uno stimolo all'assunzione di glucosio. La glimepiride aumenta l'attività' della glicosil-fosfatidil-inositolo specifica fosfolipasi C che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate. La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi. Generali Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L'effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, come ad esempio la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride. Non sono state notate significative differenze degli effetti provocati a seconda che il farmaco venga dato 30 minuti o immediatamente prima del pasto. Nel paziente diabetico si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica. Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione del glucosio sierico nelle persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell'effetto finale del farmaco. 10 5.2 Proprietà farmacocinetiche La biodisponibilità assoluta della glimepiride è totale. L'assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l'assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l'assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/die) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il picco ematico (Cmax) sia l'area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC). La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) e praticamente equivalente al volume di distribuzione dell'albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/minuto). Il tempo di dimezzamento nel siero, fattore questo importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. Dopo somministrazione di dosi elevate si sono accertati valori di emivita un poco più lunghi. Dopo una dose singola di glimepiride radiomarcata il 58% della radioattività è stata riscontrata nelle urine ed il 35% nelle feci. Glimepiride non modificata non è stata riscontrata nelle urine. Due metaboliti, quali risultato probabile di una metabolizzazione epatica, sono stati identificati sia nelle feci che nelle urine: un derivato idrossilico ed uno carbossilico. Dopo somministrazione orale di glimepiride il tempo di emivita finale dei due metaboliti era rispettivamente di 3-6 ore e di 5-6 ore. Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra significative differenze nella farmacocinetica e anche le variazioni individuali sono molto limitate. Non è stato osservato accumulo degno di nota. I dati di farmacocinetica sono simili nell'uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media; questo molto probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad una riduzione della quota legata alle proteine. L'eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo. I dati di cinetica in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli del volontario sano. Nell'animale la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è limitato. 5.3 Dati preclinici di tollerabilità Negli studi di tossicità subcronica e cronica nel ratto, topo e cane una diminuzione del glucosio sierico così come una degenerazione delle cellule beta-pancreatiche sono state osservate. Queste si sono dimostrate in linea di principio reversibili e sono considerate come segni di attività farmacodinamica. Negli studi di tossicità cronica nel cane, due degli animali che ricevevano la dose più elevata (320 mg/kg di peso corporeo) hanno sviluppato una cataratta. 11 Studi in vitro sul cristallino di bovini e ricerche sul ratto non hanno evidenziato un potenziale di induzione della cataratta nè attività co-catarattogenica. La glimepiride non ha evidenziato alcun effetto mutageno nè genotossico. Glimepiride ha causato un leggero incremento dell’incidenza dell’adenocarcinoma uterino nel ratto trattato alle dosi più elevate (345 mg/kg di peso corporeo). I fattori di sicurezza basati sul confronto di una esposizione sistematica (valori di AUC) di ratti femmina e di esseri umani, sono elevati in maniera sufficiente (circa 20%) da escludere un rischio per i pazienti trattati alle dosi terapeutiche proposte. Nel topo è stato notato un incremento dell’incidenza di iperplasia e di adenomi di gruppi di cellule. Questi sono da considerarsi un risultato della stimolazione cronica delle cellule beta. La somministrazione al ratto non mostra effetti sulla fertilità, sulla gravidanza o sul parto. Malformazioni (es. malformazioni relative all’apparato visivo, fessure e anomalie ossee) si sono manifestate nel ratto e nel coniglio, e solo nel coniglio, il numero di aborti e di decessi intrauterini è risultato aumentato. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio, sodio amidoglicolato, magnesio stearato, cellulosa e polivinilpirrolidone 25000. Inoltre come coloranti: - in AMARYL® 1 mg, ossido ferrico rosso (E 172) 6.2 Incompatibilità Non note. 6.3 Durata di stabilità La data di scadenza è indicata sulla confezione con la frase "Prep. n. ...; scade il ..." Il periodo di validità di AMARYL® è 3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare in ambiente asciutto a temperatura ordinaria (15-25°C) e tenere lontano dai bambini. 6.5 Natura e contanuto del contenitore 40 e 120 compresse di AMARYL® (in blister pack da 10 compresse ciascuno). Le compresse sono oblunghe, con linee di frattura sui due lati, di dimensione 8x4 mm. - AMARYL® 1 mg = di colorazione rosa 6.6 Istruzioni per l'uso e la preparazione Non ci sono istruzioni particolari. 12 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE COMMERCIO ALL’IMMISSIONE IN .............. 8. NUMERI DELL'AUTORIZZAZIONE COMMERCIO 9. DATA DI PRIMA DELL’AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 13 ALL'IMMISSIONE IN AUTORIZZAZIONE/RINNOVO 1. NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALE AMARYL® 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 1 compressa contiene, come principio attivo: AMARYL® 2 mg: 3. glimepiride 2 mg FORMA FARMACEUTICA Compresse. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche AMARYL® è indicato nel diabete mellito di tipo II, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti. 4.2 Posologia e metodi di somministrazione Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un appropriato esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli effetti negativi, determinati dal non rispetto della dieta, non possono essere compensati dalla somministrazione delle compresse o dall'insulina. La scelta della dose è legata all’equilibio metabolico accertato con la determinazione del glucosio ematico ed urinario. La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se l’equilibrio metabolico è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento. Se la regolazione non è soddisfacente la dose deve essere aumentata in base alla situazione metabolica in modo graduale con un intervallo di circa 1-2 settimane fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Dosaggi giornalieri superiori a 4 mg di glimepiride non determinano un migliore effetto terapeutico se non in casi eccezionali. La dose massima giornaliera raccomandata è di 6 mg di glimepiride. Normalmente una dose unica giornaliera di glimepiride è sufficiente. Si consiglia l'assunzione immediatamente prima o durante una abbondante prima colazione al mattino, e se ciò non avvenisse, immediatamente prima o durante il primo pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno ingerite intere con un po' di liquido. Nel caso che un paziente manifesti una reazione ipoglicemica con 1 compressa di AMARYL® 1 mg questo significa che l’equilibrio metabolico con la sola dieta può essere ottenuto in tale paziente. Durante il trattamento, qualora un migliore controllo del diabete sia associato ad una aumentata sensibilità all'insulina, la richiesta di glimepiride può diminuire. Per evitare ipoglicemia si deve pertanto considerare opportuno ridurre per un poco di tempo la dose 14 o interrompere la terapia. La correzione della posologia deve essere considerata anche in caso di modificazione di peso del paziente di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® Un passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® può generalmente essere effettuato. Per il passaggio ad AMARYL® l’efficacia e l’emivita del precedente farmaco deve essere considerata. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio cloropropamide), un periodo di interruzione di alcuni giorni è opportuno al fine di minimizzare i rischi di reazioni ipoglicemiche dovute agli effetti additivi. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di AMARYL® al giorno. Basandosi sull’equilibrio metabolico la dose di glimepiride può essere aumentata ad intervalli come indicato nel caso di un primo trattamento. Passaggio dall'uso di insulina ad AMARYL®. In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete tipo II, precedentemente controllati con insulina, può essere indicato passare all'uso di AMARYL®. Questo cambiamento di terapia generalmente deve essere eseguito in ambiente ospedaliero. 4.3 Controindicazioni AMARYL® non deve essere impiegato nei seguenti casi: diabete insulino dipendente, coma diabetico, diabete chetoacidosico, alterazioni gravi della funzione renale o epatica, ipersensibilità alla glimepiride o ad altre sulfaniluree o sulfonamidi o agli altri componenti le compresse. In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, una sostituzione con insulina è richiesta. Gravidanza e allattamento. 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l'uso AMARYL® deve essere assunto poco prima o durante un pasto. In caso di pasti a intervalli irregolari e specialmente allorchè se ne omettano alcuni, il trattamento con AMARYL® può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi dell'ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, insonnia, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e della capacità di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista ed incapacità di parlare, tremore, paralisi, disturbi sensori, senso di vertigine, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre si attenuano con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. Come accertato con altre sulfaniluree nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia può ricomparire. 15 In caso di ipoglicemia grave o protratta oltre un certo periodo, controllata temporaneamente con l'usuale quantità di zucchero, si richiede immediato trattamento medico e occasionalmente ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: - scarsa cooperazione o, più comunemente nei pazienti più anziani, incapacità del paziente a cooperare - malnutrizione, irregolarità nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno - modifica della dieta - squilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati - consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto - compromissione della funzionalità renale - grave disfunzione epatica - sovradosaggio di AMARYL® - disturbi non compensati del sistema endocrino che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzione tiroidea e dell'ipofisi anteriore o nell'insufficienza surrenalica) - contemporanea "Interazioni"). somministrazione di alcuni altri medicinali (vedere Il trattamento con AMARYL® richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della emoglobina A1 e se possibile della fruttosamina. Regolari controlli ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) e della funzionalità epatica sono necessari durante il trattamento con AMARYL®. In situazioni stressanti (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili) può essere indicato passare temporaneamente alla terapia insulinica. Non esistono sufficienti esperienze circa l'uso di AMARYL® in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti dializzati. In pazienti con gravi disfunzioni renali o epatiche è indicato passare alla terapia insulinica. 4.5 Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione A seguito dell'assunzione di AMARYL® insieme ad altri medicamenti sia un aumento non voluto sia una diminuzione della attività ipoglicemizzante della glimepiride può manifestarsi. Per questo motivo, altri medicamenti dovrebbero essere associati solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Basandoci sull'esperienza con AMARYL® e con altre sulfaniluree le seguenti interazioni devono essere ricordate. Reazioni ipoglicemiche come manifestazione del potenziamento dell’azione ipoglicemica possono manifestarsi dopo la somministrazione simultanea di AMARYL® e per esempio: - fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone - insuline e altri prodotti antidiabetici - metformina 16 - salicilati e acido para-amino-salicilico - steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili - cloramfenicolo - anti-coagulanti cumarinici - fenfluramina - fibrati - ACE-inibitori - fluoxetina - allopurinolo - simpaticolitici - ciclofosfamidi, trofosfamidi e ifosfamidi - sulfimpirazone - alcune sulfonamidi ad azione protratta - tetracicline - MAO-inibitori - antibiotici chinolonici - probenecid - miconazolo - pentossifillina (alte dosi parenterali) - tritoqualina Un decremento dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride e un conseguente deterioramento dello stato metabolico può verificarsi quando insieme ad AMARYL® si assumono farmaci che contengono le seguenti sostanze: - estrogeni e progestinici - saluretici e diuretici tiazidici - tireomimetici e glucocorticoidi - derivati della fenotiazina, clorpromazina - adrenalina e simpaticomimetici - acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico - lassativi (dopo un uso protratto) - fenitoina - diazossido - glucagone - barbiturici - rifampicina - acetazolamide 17 Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia potenziamento che diminuzione dell'effetto di riduzione dei livelli glicemici. Durante il trattamento con farmaci simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina i segni della contro-regolazione adrenergica all'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione acuta o cronica di alcool può potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in un modo non prevedibile. La glimepiride può sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. 4.6 Gravidanza e allattamento AMARYL® non deve essere assunto durante la gravidanza. Il trattamento con insulina e’ richiesto in tale evenienza. Le pazienti che intendono rimanere incinte devono informare il proprio medico. Negli studi di tossicità riproduttiva, si è riscontrata embriotossicità, teratogenicità, ed effetti tossici sullo sviluppo. Tutti gli effetti tossici sullo sviluppo sono probabilmente causati dall'azione farmacodinamica di dosi estremamente alte e non sono specifiche di questa sostanza. I derivati sulfanilureici come la glimepiride passano nel latte materno in quantità tale da dover evitare l'allattamento al seno. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine Prima che il controllo metabolico ottimale venga raggiunto, ad esempio nel passare da un antidiabetico ad un altro, o se le compresse non vengono assunte regolarmente, lo stato di vigilanza e la capacità di reazione possono subire alterazioni tali che il paziente non può agire in sicurezza nel traffico stradale oppure mentre opera con macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Sulla base dell'esperienza con AMARYL® e altre sulfaniluree si possono segnalare i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia In rari casi reazioni ipoglicemiche sono state osservate dopo somministrazione di AMARYL®. Queste reazioni avvengono per lo più in maniera diretta, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come in ogni terapia antidiabetica con farmaci, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere anche il capitolo "Speciali avvertenze e specifiche precauzioni per l'uso"). Occhi Temporanei disturbi visivi possono verificarsi in particolare all'inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Tratto gastrointestinale Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea, pressione o una sensazione di pienezza dell'epigastrio e dolore addominale sono molto occasionali e possono raramente condurre all'interruzione del trattamento con AMARYL®. In casi isolati aumenti dei livelli degli enzimi epatici sono stati segnalati durante la terapia con sulfaniluree ed un peggioramento della funzione epatica, con colestasi, 18 itterizia ed epatite. Tali sintomi generalmente regrediscono dopo sospensione della terapia, sebbene una epatite grave può trasformarsi in una insufficienza epatica. Allergie Reazioni di ipersensibilità cutanea possono manifestarsi come prurito, rash e orticaria. In casi isolati reazioni modeste possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock. Sempre in casi isolati può svilupparsi ipersensibilità alla luce. Una vasculite allergica è possibile in casi isolati. È possibile anche una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi e loro derivati. Quadro ematico Alterazioni del quadro ematico sono rare durante la terapia con AMARYL®. Esse sono relative a trombocitopenia di grado da lieve a severa, leucopenia, eritrocitopenia, agranulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e pancitopenia. Esse sono generalmente reversibili una volta che sia stato sospeso il trattamento con AMARYL®. Varie Una riduzione delle concentrazioni sieriche del sodio può verificarsi. Negli studi controllati verso placebo infezioni del tratto respiratorio superiore erano più frequenti con glimepiride (14,2%) che con placebo (7,8%). Tale evenienza non era considerata correlata dall’investigatore. L’incidenza era simile tra glimepiride (4,6%) e glibenclamide (4,2%). 4.9 Sovradosaggio Per ingestione di dosi eccessive può verificarsi uno stato di ipoglicemia che può durare da 12 a 72 ore e che può risolversi solo dopo ricovero ospedaliero. I sintomi possono insorgere fino a 24 ore dopo l'assunzione del farmaco. In generale è auspicabile che il controllo avvenga in ambiente ospedaliero. Nausea, vomito e dolore epigastrico possono verificarsi. L’ipoglicemia può essere accompagnata generalmente da una sintomatologia neurologica come irrequietezza, tremori, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni. Il trattamento deve anzitutto impedire l'assorbimento del farmaco ingerito provocando il vomito, quindi somministrare acqua o limonata con aggiunta di carbone attivo (assorbente) o di sodio solfato (lassativo). Nel caso sia stata ingerita una elevata quantità di farmaco, è indicata una lavanda gastrica e la somministrazione successiva di carbone attivato e sodio solfato. Nel caso di ingestione di dosi molto pericolose il ricovero in una unità di terapia intensiva è consigliato. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se richiesto iniziare con 50 ml di una soluzione al 50% per via endovenosa in bolo seguita da una infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico. In particolare nel trattare casi di ipoglicemia da accidentale assunzione di AMARYL® da parte di bambini e di ragazzi, la dose di glucosio deve essere attentamente calcolata per evitare di produrre danno da iperglicemia e deve essere controllata da uno stretto monitoraggio della glicemia. 19 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche La glimepiride è una sostanza antidiabetica orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Essa può essere impiegata nel diabete mellito non insulino-dipendente. La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule pancreatiche beta allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre, la glimepiride sembra possedere un pronunciato effetto extrapancreatico, previsto anche per altre sulfaniluree. Secrezione di insulina Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando il canale del potassio sensibile all'ATP situato nelle membrane delle cellule beta. Il blocco del canale del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell'apertura del canale del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule. Questo determina liberazione di insulina per esocitosi. La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta collegate con il canale del potassio sensibile all'ATP ma in posizione di legame diversa da quelle usuali per le sulfaniluree. Attività extrapancreatica Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un'aumentata sensibilità dei tessuti periferici per l'insulina e una riduzione di assorbimento della stessa da parte del fegato. L'assorbimento di glucosio del sangue da parte delle cellule muscolari periferiche e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante l'utilizzo del glucosio stesso. La glimepiride aumenta rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio della membrana delle cellule muscolari e del tessuto adiposo; il risultato finale è uno stimolo all'assunzione di glucosio. La glimepiride aumenta l'attività' della glicosil-fosfatidil-inositolo specifica fosfolipasi C che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate. La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi. Generali Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L'effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, come ad esempio la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride. Non sono state notate significative differenze degli effetti provocati a seconda che il farmaco venga dato 30 minuti o immediatamente prima del pasto. Nel paziente diabetico si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica. Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione del glucosio sierico nelle persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell'effetto finale del farmaco. 20 5.2 Proprietà farmacocinetiche La biodisponibilità assoluta della glimepiride è totale. L'assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l'assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l'assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/die) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il picco ematico (Cmax) sia l'area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC). La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) e praticamente equivalente al volume di distribuzione dell'albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/minuto). Il tempo di dimezzamento nel siero, fattore questo importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. Dopo somministrazione di dosi elevate si sono accertati valori di emivita un poco più lunghi. Dopo una dose singola di glimepiride radiomarcata il 58% della radioattività è stata riscontrata nelle urine ed il 35% nelle feci. Glimepiride non modificata non è stata riscontrata nelle urine. Due metaboliti, quali risultato probabile di una metabolizzazione epatica, sono stati identificati sia nelle feci che nelle urine: un derivato idrossilico ed uno carbossilico. Dopo somministrazione orale di glimepiride il tempo di emivita finale dei due metaboliti era rispettivamente di 3-6 ore e di 5-6 ore. Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra significative differenze nella farmacocinetica e anche le variazioni individuali sono molto limitate. Non è stato osservato accumulo degno di nota. I dati di farmacocinetica sono simili nell'uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media; questo molto probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad una riduzione della quota legata alle proteine. L'eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo. I dati di cinetica in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli del volontario sano. Nell'animale la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è limitato. 5.3 Dati preclinici di tollerabilità Negli studi di tossicità subcronica e cronica nel ratto, topo e cane una diminuzione del glucosio sierico così come una degenerazione delle cellule beta-pancreatiche sono state osservate. Queste si sono dimostrate in linea di principio reversibili e sono considerate come segni di attività farmacodinamica. Negli studi di tossicità cronica nel cane, due degli animali che ricevevano la dose più elevata (320 mg/kg di peso corporeo) hanno sviluppato una cataratta. 21 Studi in vitro sul cristallino di bovini e ricerche sul ratto non hanno evidenziato un potenziale di induzione della cataratta nè attività co-catarattogenica. La glimepiride non ha evidenziato alcun effetto mutageno nè genotossico. Glimepiride ha causato un leggero incremento dell’incidenza dell’adenocarcinoma uterino nel ratto trattato alle dosi più elevate (345 mg/kg di peso corporeo). I fattori di sicurezza basati sul confronto di una esposizione sistematica (valori di AUC) di ratti femmina e di esseri umani, sono elevati in maniera sufficiente (circa 20%) da escludere un rischio per i pazienti trattati alle dosi terapeutiche proposte. Nel topo è stato notato un incremento dell’incidenza di iperplasia e di adenomi di gruppi di cellule. Questi sono da considerarsi un risultato della stimolazione cronica delle cellule beta. La somministrazione al ratto non mostra effetti sulla fertilità, sulla gravidanza o sul parto. Malformazioni (es. malformazioni relative all’apparato visivo, fessure e anomalie ossee) si sono manifestate nel ratto e nel coniglio, e solo nel coniglio, il numero di aborti e di decessi intrauterini è risultato aumentato. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio, sodio amidoglicolato, magnesio stearato, cellulosa e polivinilpirrolidone 25000. Inoltre come coloranti: - in AMARYL® 2 mg, ossido ferrico giallo (E 172) e carminio indaco (E 132), lacca di alluminio 6.2 Incompatibilità Non note. 6.3 Durata di stabilità La data di scadenza è indicata sulla confezione con la frase "Prep. n. ...; scade il ..." Il periodo di validità di AMARYL® è 3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare in ambiente asciutto a temperatura ordinaria (15-25°C) e tenere lontano dai bambini. 6.5 Natura e contanuto del contenitore 40 e 120 compresse di AMARYL® (in blister pack da 10 compresse ciascuno). Le compresse sono oblunghe, con linee di frattura sui due lati, di dimensione 10x5 mm. - AMARYL® 2 mg = di colorazione verde 6.6 Istruzioni per l'uso e la preparazione Non ci sono istruzioni particolari. 22 7 TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE COMMERCIO ALL’IMMISSIONE IN ..................... 8. NUMERI DELL'AUTORIZZAZIONE COMMERCIO 9. DATA DI PRIMA DELL’AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 23 ALL'IMMISSIONE IN AUTORIZZAZIONE/RINNOVO 1. NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALE AMARYL® 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 1 compressa contiene, come principio attivo: AMARYL® 3 mg: 3. glimepiride 3 mg FORMA FARMACEUTICA Compresse. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche AMARYL® è indicato nel diabete mellito di tipo II, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti. 4.2 Posologia e metodi di somministrazione Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un appropriato esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli effetti negativi, determinati dal non rispetto della dieta, non possono essere compensati dalla somministrazione delle compresse o dall'insulina. La scelta della dose è legata all’equilibio metabolico accertato con la determinazione del glucosio ematico ed urinario. La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se l’equilibrio metabolico è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento. Se la regolazione non è soddisfacente la dose deve essere aumentata in base alla situazione metabolica in modo graduale con un intervallo di circa 1-2 settimane fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Dosaggi giornalieri superiori a 4 mg di glimepiride non determinano un migliore effetto terapeutico se non in casi eccezionali. La dose massima giornaliera raccomandata è di 6 mg di glimepiride. Normalmente una dose unica giornaliera di glimepiride è sufficiente. Si consiglia l'assunzione immediatamente prima o durante una abbondante prima colazione al mattino, e se ciò non avvenisse, immediatamente prima o durante il primo pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno ingerite intere con un po' di liquido. Nel caso che un paziente manifesti una reazione ipoglicemica con 1 compressa di AMARYL® 1 mg questo significa che l’equilibrio metabolico con la sola dieta può essere ottenuto in tale paziente. Durante il trattamento, qualora un migliore controllo del diabete sia associato ad una aumentata sensibilità all'insulina, la richiesta di glimepiride può diminuire. Per evitare ipoglicemia si deve pertanto considerare opportuno ridurre per un poco di tempo la dose 24 o interrompere la terapia. La correzione della posologia deve essere considerata anche in caso di modificazione di peso del paziente di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® Un passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® può generalmente essere effettuato. Per il passaggio ad AMARYL® l’efficacia e l’emivita del precedente farmaco deve essere considerata. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio cloropropamide), un periodo di interruzione di alcuni giorni è opportuno al fine di minimizzare i rischi di reazioni ipoglicemiche dovute agli effetti additivi. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di AMARYL® al giorno. Basandosi sull’equilibrio metabolico la dose di glimepiride può essere aumentata ad intervalli come indicato nel caso di un primo trattamento. Passaggio dall'uso di insulina ad AMARYL®. In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete tipo II, precedentemente controllati con insulina, può essere indicato passare all'uso di AMARYL®. Questo cambiamento di terapia generalmente deve essere eseguito in ambiente ospedaliero. 4.3 Controindicazioni AMARYL® non deve essere impiegato nei seguenti casi: diabete insulino dipendente, coma diabetico, diabete chetoacidosico, alterazioni gravi della funzione renale o epatica, ipersensibilità alla glimepiride o ad altre sulfaniluree o sulfonamidi o agli altri componenti le compresse. In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, una sostituzione con insulina è richiesta. Gravidanza e allattamento. 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l'uso AMARYL® deve essere assunto poco prima o durante un pasto. In caso di pasti a intervalli irregolari e specialmente allorchè se ne omettano alcuni, il trattamento con AMARYL® può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi dell'ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, insonnia, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e della capacità di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista ed incapacità di parlare, tremore, paralisi, disturbi sensori, senso di vertigine, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre si attenuano con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. Come accertato con altre sulfaniluree nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia può ricomparire. 25 In caso di ipoglicemia grave o protratta oltre un certo periodo, controllata temporaneamente con l'usuale quantità di zucchero, si richiede immediato trattamento medico e occasionalmente ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: - scarsa cooperazione o, più comunemente nei pazienti più anziani, incapacità del paziente a cooperare - malnutrizione, irregolarità nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno - modifica della dieta - squilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati - consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto - compromissione della funzionalità renale - grave disfunzione epatica - sovradosaggio di AMARYL® - disturbi non compensati del sistema endocrino che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzione tiroidea e dell'ipofisi anteriore o nell'insufficienza surrenalica) - contemporanea "Interazioni"). somministrazione di alcuni altri medicinali (vedere Il trattamento con AMARYL® richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della emoglobina A1 e se possibile della fruttosamina. Regolari controlli ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) e della funzionalità epatica sono necessari durante il trattamento con AMARYL®. In situazioni stressanti (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili) può essere indicato passare temporaneamente alla terapia insulinica. Non esistono sufficienti esperienze circa l'uso di AMARYL® in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti dializzati. In pazienti con gravi disfunzioni renali o epatiche è indicato passare alla terapia insulinica. 4.5 Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione A seguito dell'assunzione di AMARYL® insieme ad altri medicamenti sia un aumento non voluto sia una diminuzione della attività ipoglicemizzante della glimepiride può manifestarsi. Per questo motivo, altri medicamenti dovrebbero essere associati solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Basandoci sull'esperienza con AMARYL® e con altre sulfaniluree le seguenti interazioni devono essere ricordate. Reazioni ipoglicemiche come manifestazione del potenziamento dell’azione ipoglicemica possono manifestarsi dopo la somministrazione simultanea di AMARYL® e per esempio: - fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone - insuline e altri prodotti antidiabetici - metformina 26 - salicilati e acido para-amino-salicilico - steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili - cloramfenicolo - anti-coagulanti cumarinici - fenfluramina - fibrati - ACE-inibitori - fluoxetina - allopurinolo - simpaticolitici - ciclofosfamidi, trofosfamidi e ifosfamidi - sulfimpirazone - alcune sulfonamidi ad azione protratta - tetracicline - MAO-inibitori - antibiotici chinolonici - probenecid - miconazolo - pentossifillina (alte dosi parenterali) - tritoqualina Un decremento dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride e un conseguente deterioramento dello stato metabolico può verificarsi quando insieme ad AMARYL® si assumono farmaci che contengono le seguenti sostanze: - estrogeni e progestinici - saluretici e diuretici tiazidici - tireomimetici e glucocorticoidi - derivati della fenotiazina, clorpromazina - adrenalina e simpaticomimetici - acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico - lassativi (dopo un uso protratto) - fenitoina - diazossido - glucagone - barbiturici - rifampicina - acetazolamide 27 Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia potenziamento che diminuzione dell'effetto di riduzione dei livelli glicemici. Durante il trattamento con farmaci simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina i segni della contro-regolazione adrenergica all'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione acuta o cronica di alcool può potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in un modo non prevedibile. La glimepiride può sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. 4.6 Gravidanza e allattamento AMARYL® non deve essere assunto durante la gravidanza. Il trattamento con insulina e’ richiesto in tale evenienza. Le pazienti che intendono rimanere incinte devono informare il proprio medico. Negli studi di tossicità riproduttiva, si è riscontrata embriotossicità, teratogenicità, ed effetti tossici sullo sviluppo. Tutti gli effetti tossici sullo sviluppo sono probabilmente causati dall'azione farmacodinamica di dosi estremamente alte e non sono specifiche di questa sostanza. I derivati sulfanilureici come la glimepiride passano nel latte materno in quantità tale da dover evitare l'allattamento al seno. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine Prima che il controllo metabolico ottimale venga raggiunto, ad esempio nel passare da un antidiabetico ad un altro, o se le compresse non vengono assunte regolarmente, lo stato di vigilanza e la capacità di reazione possono subire alterazioni tali che il paziente non può agire in sicurezza nel traffico stradale oppure mentre opera con macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Sulla base dell'esperienza con AMARYL® e altre sulfaniluree si possono segnalare i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia In rari casi reazioni ipoglicemiche sono state osservate dopo somministrazione di AMARYL®. Queste reazioni avvengono per lo più in maniera diretta, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come in ogni terapia antidiabetica con farmaci, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere anche il capitolo "Speciali avvertenze e specifiche precauzioni per l'uso"). Occhi Temporanei disturbi visivi possono verificarsi in particolare all'inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Tratto gastrointestinale Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea, pressione o una sensazione di pienezza dell'epigastrio e dolore addominale sono molto occasionali e possono raramente condurre all'interruzione del trattamento con AMARYL®. In casi isolati aumenti dei livelli degli enzimi epatici sono stati segnalati durante la terapia con sulfaniluree ed un peggioramento della funzione epatica, con colestasi, 28 itterizia ed epatite. Tali sintomi generalmente regrediscono dopo sospensione della terapia, sebbene una epatite grave può trasformarsi in una insufficienza epatica. Allergie Reazioni di ipersensibilità cutanea possono manifestarsi come prurito, rash e orticaria. In casi isolati reazioni modeste possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock. Sempre in casi isolati può svilupparsi ipersensibilità alla luce. Una vasculite allergica è possibile in casi isolati. È possibile anche una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi e loro derivati. Quadro ematico Alterazioni del quadro ematico sono rare durante la terapia con AMARYL®. Esse sono relative a trombocitopenia di grado da lieve a severa, leucopenia, eritrocitopenia, agranulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e pancitopenia. Esse sono generalmente reversibili una volta che sia stato sospeso il trattamento con AMARYL®. Varie Una riduzione delle concentrazioni sieriche del sodio può verificarsi. Negli studi controllati verso placebo infezioni del tratto respiratorio superiore erano più frequenti con glimepiride (14,2%) che con placebo (7,8%). Tale evenienza non era considerata correlata dall’investigatore. L’incidenza era simile tra glimepiride (4,6%) e glibenclamide (4,2%). 4.9 Sovradosaggio Per ingestione di dosi eccessive può verificarsi uno stato di ipoglicemia che può durare da 12 a 72 ore e che può risolversi solo dopo ricovero ospedaliero. I sintomi possono insorgere fino a 24 ore dopo l'assunzione del farmaco. In generale è auspicabile che il controllo avvenga in ambiente ospedaliero. Nausea, vomito e dolore epigastrico possono verificarsi. L’ipoglicemia può essere accompagnata generalmente da una sintomatologia neurologica come irrequietezza, tremori, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni. Il trattamento deve anzitutto impedire l'assorbimento del farmaco ingerito provocando il vomito, quindi somministrare acqua o limonata con aggiunta di carbone attivo (assorbente) o di sodio solfato (lassativo). Nel caso sia stata ingerita una elevata quantità di farmaco, è indicata una lavanda gastrica e la somministrazione successiva di carbone attivato e sodio solfato. Nel caso di ingestione di dosi molto pericolose il ricovero in una unità di terapia intensiva è consigliato. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se richiesto iniziare con 50 ml di una soluzione al 50% per via endovenosa in bolo seguita da una infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico. In particolare nel trattare casi di ipoglicemia da accidentale assunzione di AMARYL® da parte di bambini e di ragazzi, la dose di glucosio deve essere attentamente calcolata per evitare di produrre danno da iperglicemia e deve essere controllata da uno stretto monitoraggio della glicemia. 29 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche La glimepiride è una sostanza antidiabetica orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Essa può essere impiegata nel diabete mellito non insulino-dipendente. La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule pancreatiche beta allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre, la glimepiride sembra possedere un pronunciato effetto extrapancreatico, previsto anche per altre sulfaniluree. Secrezione di insulina Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando il canale del potassio sensibile all'ATP situato nelle membrane delle cellule beta. Il blocco del canale del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell'apertura del canale del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule. Questo determina liberazione di insulina per esocitosi. La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta collegate con il canale del potassio sensibile all'ATP ma in posizione di legame diversa da quelle usuali per le sulfaniluree. Attività extrapancreatica Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un'aumentata sensibilità dei tessuti periferici per l'insulina e una riduzione di assorbimento della stessa da parte del fegato. L'assorbimento di glucosio del sangue da parte delle cellule muscolari periferiche e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante l'utilizzo del glucosio stesso. La glimepiride aumenta rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio della membrana delle cellule muscolari e del tessuto adiposo; il risultato finale è uno stimolo all'assunzione di glucosio. La glimepiride aumenta l'attività' della glicosil-fosfatidil-inositolo specifica fosfolipasi C che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate. La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi. Generali Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L'effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, come ad esempio la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride. Non sono state notate significative differenze degli effetti provocati a seconda che il farmaco venga dato 30 minuti o immediatamente prima del pasto. Nel paziente diabetico si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica. Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione del glucosio sierico nelle persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell'effetto finale del farmaco. 30 5.2 Proprietà farmacocinetiche La biodisponibilità assoluta della glimepiride è totale. L'assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l'assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l'assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/die) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il picco ematico (Cmax) sia l'area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC). La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) e praticamente equivalente al volume di distribuzione dell'albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/minuto). Il tempo di dimezzamento nel siero, fattore questo importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. Dopo somministrazione di dosi elevate si sono accertati valori di emivita un poco più lunghi. Dopo una dose singola di glimepiride radiomarcata il 58% della radioattività è stata riscontrata nelle urine ed il 35% nelle feci. Glimepiride non modificata non è stata riscontrata nelle urine. Due metaboliti, quali risultato probabile di una metabolizzazione epatica, sono stati identificati sia nelle feci che nelle urine: un derivato idrossilico ed uno carbossilico. Dopo somministrazione orale di glimepiride il tempo di emivita finale dei due metaboliti era rispettivamente di 3-6 ore e di 5-6 ore. Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra significative differenze nella farmacocinetica e anche le variazioni individuali sono molto limitate. Non è stato osservato accumulo degno di nota. I dati di farmacocinetica sono simili nell'uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media; questo molto probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad una riduzione della quota legata alle proteine. L'eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo. I dati di cinetica in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli del volontario sano. Nell'animale la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è limitato. 5.3 Dati preclinici di tollerabilità Negli studi di tossicità subcronica e cronica nel ratto, topo e cane una diminuzione del glucosio sierico così come una degenerazione delle cellule beta-pancreatiche sono state osservate. Queste si sono dimostrate in linea di principio reversibili e sono considerate come segni di attività farmacodinamica. Negli studi di tossicità cronica nel cane, due degli animali che ricevevano la dose più elevata (320 mg/kg di peso corporeo) hanno sviluppato una cataratta. 31 Studi in vitro sul cristallino di bovini e ricerche sul ratto non hanno evidenziato un potenziale di induzione della cataratta nè attività co-catarattogenica. La glimepiride non ha evidenziato alcun effetto mutageno nè genotossico. Glimepiride ha causato un leggero incremento dell’incidenza dell’adenocarcinoma uterino nel ratto trattato alle dosi più elevate (345 mg/kg di peso corporeo). I fattori di sicurezza basati sul confronto di una esposizione sistematica (valori di AUC) di ratti femmina e di esseri umani, sono elevati in maniera sufficiente (circa 20%) da escludere un rischio per i pazienti trattati alle dosi terapeutiche proposte. Nel topo è stato notato un incremento dell’incidenza di iperplasia e di adenomi di gruppi di cellule. Questi sono da considerarsi un risultato della stimolazione cronica delle cellule beta. La somministrazione al ratto non mostra effetti sulla fertilità, sulla gravidanza o sul parto. Malformazioni (es. malformazioni relative all’apparato visivo, fessure e anomalie ossee) si sono manifestate nel ratto e nel coniglio, e solo nel coniglio, il numero di aborti e di decessi intrauterini è risultato aumentato. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio, sodio amidoglicolato, magnesio stearato, cellulosa e polivinilpirrolidone 25000. Inoltre come coloranti: - in AMARYL® 3 mg, ossido ferrico giallo (E 172). 6.2 Incompatibilità Non note. 6.3 Durata di stabilità La data di scadenza è indicata sulla confezione con la frase "Prep. n. ...; scade il ..." Il periodo di validità di AMARYL® è 3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare in ambiente asciutto a temperatura ordinaria (15-25°C) e tenere lontano dai bambini. 6.5 Natura e contanuto del contenitore 40 e 120 compresse di AMARYL® (in blister pack da 10 compresse ciascuno). Le compresse sono oblunghe, con linee di frattura sui due lati, di dimensione 10x5 mm. - AMARYL® 3 mg = di colorazione giallo pallido 6.6 Istruzioni per l'uso e la preparazione Non ci sono istruzioni particolari. 7 TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE 32 ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO ....................... 8. NUMERI DELL'AUTORIZZAZIONE COMMERCIO 9. DATA DI PRIMA DELL’AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 33 ALL'IMMISSIONE IN AUTORIZZAZIONE/RINNOVO 1. NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALE AMARYL® 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 1 compressa contiene, come principio attivo: AMARYL® 4 mg : 3. glimepiride 4 mg FORMA FARMACEUTICA Compresse. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche AMARYL® è indicato nel diabete mellito di tipo II, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti. 4.2 Posologia e metodi di somministrazione Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un appropriato esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli effetti negativi, determinati dal non rispetto della dieta, non possono essere compensati dalla somministrazione delle compresse o dall'insulina. La scelta della dose è legata all’equilibio metabolico accertato con la determinazione del glucosio ematico ed urinario. La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se l’equilibrio metabolico è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento. Se la regolazione non è soddisfacente la dose deve essere aumentata in base alla situazione metabolica in modo graduale con un intervallo di circa 1-2 settimane fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Dosaggi giornalieri superiori a 4 mg di glimepiride non determinano un migliore effetto terapeutico se non in casi eccezionali. La dose massima giornaliera raccomandata è di 6 mg di glimepiride. Normalmente una dose unica giornaliera di glimepiride è sufficiente. Si consiglia l'assunzione immediatamente prima o durante una abbondante prima colazione al mattino, e se ciò non avvenisse, immediatamente prima o durante il primo pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno ingerite intere con un po' di liquido. Nel caso che un paziente manifesti una reazione ipoglicemica con 1 compressa di AMARYL® 1 mg questo significa che l’equilibrio metabolico con la sola dieta può essere ottenuto in tale paziente. 34 Durante il trattamento, qualora un migliore controllo del diabete sia associato ad una aumentata sensibilità all'insulina, la richiesta di glimepiride può diminuire. Per evitare ipoglicemia si deve pertanto considerare opportuno ridurre per un poco di tempo la dose o interrompere la terapia. La correzione della posologia deve essere considerata anche in caso di modificazione di peso del paziente di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® Un passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® può generalmente essere effettuato. Per il passaggio ad AMARYL® l’efficacia e l’emivita del precedente farmaco deve essere considerata. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio cloropropamide), un periodo di interruzione di alcuni giorni è opportuno al fine di minimizzare i rischi di reazioni ipoglicemiche dovute agli effetti additivi. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di AMARYL® al giorno. Basandosi sull’equilibrio metabolico la dose di glimepiride può essere aumentata ad intervalli come indicato nel caso di un primo trattamento. Passaggio dall'uso di insulina ad AMARYL®. In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete tipo II, precedentemente controllati con insulina, può essere indicato passare all'uso di AMARYL®. Questo cambiamento di terapia generalmente deve essere eseguito in ambiente ospedaliero. 4.3 Controindicazioni AMARYL® non deve essere impiegato nei seguenti casi: diabete insulino dipendente, coma diabetico, diabete chetoacidosico, alterazioni gravi della funzione renale o epatica, ipersensibilità alla glimepiride o ad altre sulfaniluree o sulfonamidi o agli altri componenti le compresse. In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, una sostituzione con insulina è richiesta. Gravidanza e allattamento. 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l'uso AMARYL® deve essere assunto poco prima o durante un pasto. In caso di pasti a intervalli irregolari e specialmente allorchè se ne omettano alcuni, il trattamento con AMARYL® può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi dell'ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, insonnia, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e della capacità di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista ed incapacità di parlare, tremore, paralisi, disturbi sensori, senso di vertigine, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre si attenuano con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. 35 Come accertato con altre sulfaniluree nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia può ricomparire. In caso di ipoglicemia grave o protratta oltre un certo periodo, controllata temporaneamente con l'usuale quantità di zucchero, si richiede immediato trattamento medico e occasionalmente ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: - scarsa cooperazione o, più comunemente nei pazienti più anziani, incapacità del paziente a cooperare - malnutrizione, irregolarità nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno - modifica della dieta - squilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati - consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto - compromissione della funzionalità renale - grave disfunzione epatica - sovradosaggio di AMARYL® - disturbi non compensati del sistema endocrino che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzione tiroidea e dell'ipofisi anteriore o nell'insufficienza surrenalica) - contemporanea "Interazioni"). somministrazione di alcuni altri medicinali (vedere Il trattamento con AMARYL® richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della emoglobina A1 e se possibile della fruttosamina. Regolari controlli ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) e della funzionalità epatica sono necessari durante il trattamento con AMARYL®. In situazioni stressanti (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili) può essere indicato passare temporaneamente alla terapia insulinica. Non esistono sufficienti esperienze circa l'uso di AMARYL® in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti dializzati. In pazienti con gravi disfunzioni renali o epatiche è indicato passare alla terapia insulinica. 4.5 Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione A seguito dell'assunzione di AMARYL® insieme ad altri medicamenti sia un aumento non voluto sia una diminuzione della attività ipoglicemizzante della glimepiride può manifestarsi. Per questo motivo, altri medicamenti dovrebbero essere associati solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Basandoci sull'esperienza con AMARYL® e con altre sulfaniluree le seguenti interazioni devono essere ricordate. Reazioni ipoglicemiche come manifestazione del potenziamento dell’azione ipoglicemica possono manifestarsi dopo la somministrazione simultanea di AMARYL® e per esempio: - fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone 36 - insuline e altri prodotti antidiabetici - metformina - salicilati e acido para-amino-salicilico - steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili - cloramfenicolo - anti-coagulanti cumarinici - fenfluramina - fibrati - ACE-inibitori - fluoxetina - allopurinolo - simpaticolitici - ciclofosfamidi, trofosfamidi e ifosfamidi - sulfimpirazone - alcune sulfonamidi ad azione protratta - tetracicline - MAO-inibitori - antibiotici chinolonici - probenecid - miconazolo - pentossifillina (alte dosi parenterali) - tritoqualina Un decremento dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride e un conseguente deterioramento dello stato metabolico può verificarsi quando insieme ad AMARYL® si assumono farmaci che contengono le seguenti sostanze: - estrogeni e progestinici - saluretici e diuretici tiazidici - tireomimetici e glucocorticoidi - derivati della fenotiazina, clorpromazina - adrenalina e simpaticomimetici - acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico - lassativi (dopo un uso protratto) - fenitoina - diazossido - glucagone - barbiturici 37 - rifampicina - acetazolamide Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia potenziamento che diminuzione dell'effetto di riduzione dei livelli glicemici. Durante il trattamento con farmaci simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina i segni della contro-regolazione adrenergica all'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione acuta o cronica di alcool può potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in un modo non prevedibile. La glimepiride può sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. 4.6 Gravidanza e allattamento AMARYL® non deve essere assunto durante la gravidanza. Il trattamento con insulina e’ richiesto in tale evenienza. Le pazienti che intendono rimanere incinte devono informare il proprio medico. Negli studi di tossicità riproduttiva, si è riscontrata embriotossicità, teratogenicità, ed effetti tossici sullo sviluppo. Tutti gli effetti tossici sullo sviluppo sono probabilmente causati dall'azione farmacodinamica di dosi estremamente alte e non sono specifiche di questa sostanza. I derivati sulfanilureici come la glimepiride passano nel latte materno in quantità tale da dover evitare l'allattamento al seno. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine Prima che il controllo metabolico ottimale venga raggiunto, ad esempio nel passare da un antidiabetico ad un altro, o se le compresse non vengono assunte regolarmente, lo stato di vigilanza e la capacità di reazione possono subire alterazioni tali che il paziente non può agire in sicurezza nel traffico stradale oppure mentre opera con macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Sulla base dell'esperienza con AMARYL® e altre sulfaniluree si possono segnalare i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia In rari casi reazioni ipoglicemiche sono state osservate dopo somministrazione di AMARYL®. Queste reazioni avvengono per lo più in maniera diretta, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come in ogni terapia antidiabetica con farmaci, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere anche il capitolo "Speciali avvertenze e specifiche precauzioni per l'uso"). Occhi Temporanei disturbi visivi possono verificarsi in particolare all'inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Tratto gastrointestinale Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea, pressione o una sensazione di pienezza dell'epigastrio e dolore addominale sono molto occasionali e possono raramente condurre all'interruzione del trattamento con AMARYL®. 38 In casi isolati aumenti dei livelli degli enzimi epatici sono stati segnalati durante la terapia con sulfaniluree ed un peggioramento della funzione epatica, con colestasi, itterizia ed epatite. Tali sintomi generalmente regrediscono dopo sospensione della terapia, sebbene una epatite grave può trasformarsi in una insufficienza epatica. Allergie Reazioni di ipersensibilità cutanea possono manifestarsi come prurito, rash e orticaria. In casi isolati reazioni modeste possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock. Sempre in casi isolati può svilupparsi ipersensibilità alla luce. Una vasculite allergica è possibile in casi isolati. È possibile anche una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi e loro derivati. Quadro ematico Alterazioni del quadro ematico sono rare durante la terapia con AMARYL®. Esse sono relative a trombocitopenia di grado da lieve a severa, leucopenia, eritrocitopenia, agranulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e pancitopenia. Esse sono generalmente reversibili una volta che sia stato sospeso il trattamento con AMARYL®. Varie Una riduzione delle concentrazioni sieriche del sodio può verificarsi. Negli studi controllati verso placebo infezioni del tratto respiratorio superiore erano più frequenti con glimepiride (14,2%) che con placebo (7,8%). Tale evenienza non era considerata correlata dall’investigatore. L’incidenza era simile tra glimepiride (4,6%) e glibenclamide (4,2%). 4.9 Sovradosaggio Per ingestione di dosi eccessive può verificarsi uno stato di ipoglicemia che può durare da 12 a 72 ore e che può risolversi solo dopo ricovero ospedaliero. I sintomi possono insorgere fino a 24 ore dopo l'assunzione del farmaco. In generale è auspicabile che il controllo avvenga in ambiente ospedaliero. Nausea, vomito e dolore epigastrico possono verificarsi. L’ipoglicemia può essere accompagnata generalmente da una sintomatologia neurologica come irrequietezza, tremori, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni. Il trattamento deve anzitutto impedire l'assorbimento del farmaco ingerito provocando il vomito, quindi somministrare acqua o limonata con aggiunta di carbone attivo (assorbente) o di sodio solfato (lassativo). Nel caso sia stata ingerita una elevata quantità di farmaco, è indicata una lavanda gastrica e la somministrazione successiva di carbone attivato e sodio solfato. Nel caso di ingestione di dosi molto pericolose il ricovero in una unità di terapia intensiva è consigliato. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se richiesto iniziare con 50 ml di una soluzione al 50% per via endovenosa in bolo seguita da una infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico. In particolare nel trattare casi di ipoglicemia da accidentale assunzione di AMARYL® da parte di bambini e di ragazzi, la dose di glucosio deve essere attentamente calcolata per evitare di produrre danno da iperglicemia e deve essere controllata da uno stretto monitoraggio della glicemia. 39 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche La glimepiride è una sostanza antidiabetica orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Essa può essere impiegata nel diabete mellito non insulino-dipendente. La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule pancreatiche beta allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre, la glimepiride sembra possedere un pronunciato effetto extrapancreatico, previsto anche per altre sulfaniluree. Secrezione di insulina Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando il canale del potassio sensibile all'ATP situato nelle membrane delle cellule beta. Il blocco del canale del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell'apertura del canale del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule. Questo determina liberazione di insulina per esocitosi. La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta collegate con il canale del potassio sensibile all'ATP ma in posizione di legame diversa da quelle usuali per le sulfaniluree. Attività extrapancreatica Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un'aumentata sensibilità dei tessuti periferici per l'insulina e una riduzione di assorbimento della stessa da parte del fegato. L'assorbimento di glucosio del sangue da parte delle cellule muscolari periferiche e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante l'utilizzo del glucosio stesso. La glimepiride aumenta rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio della membrana delle cellule muscolari e del tessuto adiposo; il risultato finale è uno stimolo all'assunzione di glucosio. La glimepiride aumenta l'attività' della glicosil-fosfatidil-inositolo specifica fosfolipasi C che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate. La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi. Generali Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L'effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, come ad esempio la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride. Non sono state notate significative differenze degli effetti provocati a seconda che il farmaco venga dato 30 minuti o immediatamente prima del pasto. Nel paziente diabetico si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica. Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione del glucosio sierico nelle persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell'effetto finale del farmaco. 40 5.2 Proprietà farmacocinetiche La biodisponibilità assoluta della glimepiride è totale. L'assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l'assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l'assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/die) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il picco ematico (Cmax) sia l'area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC). La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) e praticamente equivalente al volume di distribuzione dell'albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/minuto). Il tempo di dimezzamento nel siero, fattore questo importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. Dopo somministrazione di dosi elevate si sono accertati valori di emivita un poco più lunghi. Dopo una dose singola di glimepiride radiomarcata il 58% della radioattività è stata riscontrata nelle urine ed il 35% nelle feci. Glimepiride non modificata non è stata riscontrata nelle urine. Due metaboliti, quali risultato probabile di una metabolizzazione epatica, sono stati identificati sia nelle feci che nelle urine: un derivato idrossilico ed uno carbossilico. Dopo somministrazione orale di glimepiride il tempo di emivita finale dei due metaboliti era rispettivamente di 3-6 ore e di 5-6 ore. Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra significative differenze nella farmacocinetica e anche le variazioni individuali sono molto limitate. Non è stato osservato accumulo degno di nota. I dati di farmacocinetica sono simili nell'uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media; questo molto probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad una riduzione della quota legata alle proteine. L'eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo. I dati di cinetica in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli del volontario sano. Nell'animale la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è limitato. 5.3 Dati preclinici di tollerabilità Negli studi di tossicità subcronica e cronica nel ratto, topo e cane una diminuzione del glucosio sierico così come una degenerazione delle cellule beta-pancreatiche sono state osservate. Queste si sono dimostrate in linea di principio reversibili e sono considerate come segni di attività farmacodinamica. Negli studi di tossicità cronica nel cane, due degli animali che ricevevano la dose più elevata (320 mg/kg di peso corporeo) hanno sviluppato una cataratta. 41 Studi in vitro sul cristallino di bovini e ricerche sul ratto non hanno evidenziato un potenziale di induzione della cataratta nè attività co-catarattogenica. La glimepiride non ha evidenziato alcun effetto mutageno nè genotossico. Glimepiride ha causato un leggero incremento dell’incidenza dell’adenocarcinoma uterino nel ratto trattato alle dosi più elevate (345 mg/kg di peso corporeo). I fattori di sicurezza basati sul confronto di una esposizione sistematica (valori di AUC) di ratti femmina e di esseri umani, sono elevati in maniera sufficiente (circa 20%) da escludere un rischio per i pazienti trattati alle dosi terapeutiche proposte. Nel topo è stato notato un incremento dell’incidenza di iperplasia e di adenomi di gruppi di cellule. Questi sono da considerarsi un risultato della stimolazione cronica delle cellule beta. La somministrazione al ratto non mostra effetti sulla fertilità, sulla gravidanza o sul parto. Malformazioni (es. malformazioni relative all’apparato visivo, fessure e anomalie ossee) si sono manifestate nel ratto e nel coniglio, e solo nel coniglio, il numero di aborti e di decessi intrauterini è risultato aumentato. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio, sodio amidoglicolato, magnesio stearato, cellulosa e polivinilpirrolidone 25000. Inoltre come coloranti: - in AMARYL® 4 mg, ossido ferrico carminio indaco, lacca di alluminio (E 132) 6.2 Incompatibilità Non note. 6.3 Durata di stabilità La data di scadenza è indicata sulla confezione con la frase "Prep. n. ...; scade il ..." Il periodo di validità di AMARYL® è 3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare in ambiente asciutto a temperatura ordinaria (15-25°C) e tenere lontano dai bambini. 6.5 Natura e contanuto del contenitore 40 e 120 compresse di AMARYL® (in blister pack da 10 compresse ciascuno). Le compresse sono oblunghe, con linee di frattura sui due lati, di dimensione 10x5 mm. - AMARYL® 4 mg = di colorazione azzurro chiaro 6.6 Istruzioni per l'uso e la preparazione Non ci sono istruzioni particolari. 42 7 TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE COMMERCIO ALL’IMMISSIONE IN .................... 8. NUMERI DELL'AUTORIZZAZIONE COMMERCIO 9. DATA DI PRIMA DELL’AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 43 ALL'IMMISSIONE IN AUTORIZZAZIONE/RINNOVO 1. NOME DELLA SPECIALITÀ MEDICINALE AMARYL® 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA 1 compressa contiene, come principio attivo: AMARYL® 6mg: 3. glimepiride 6 mg FORMA FARMACEUTICA Compresse. 4. INFORMAZIONI CLINICHE 4.1 Indicazioni terapeutiche AMARYL® è indicato nel diabete mellito di tipo II, quando la dieta, l'esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti. 4.2 Posologia e metodi di somministrazione Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un appropriato esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli effetti negativi, determinati dal non rispetto della dieta, non possono essere compensati dalla somministrazione delle compresse o dall'insulina. La scelta della dose è legata all’equilibio metabolico accertato con la determinazione del glucosio ematico ed urinario. La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se l’equilibrio metabolico è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento. Se la regolazione non è soddisfacente la dose deve essere aumentata in base alla situazione metabolica in modo graduale con un intervallo di circa 1-2 settimane fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno. Dosaggi giornalieri superiori a 4 mg di glimepiride non determinano un migliore effetto terapeutico se non in casi eccezionali. La dose massima giornaliera raccomandata è di 6 mg di glimepiride. Normalmente una dose unica giornaliera di glimepiride è sufficiente. Si consiglia l'assunzione immediatamente prima o durante una abbondante prima colazione al mattino, e se ciò non avvenisse, immediatamente prima o durante il primo pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno ingerite intere con un po' di liquido. Nel caso che un paziente manifesti una reazione ipoglicemica con 1 compressa di AMARYL® 1 mg questo significa che l’equilibrio metabolico con la sola dieta può essere ottenuto in tale paziente. 44 Durante il trattamento, qualora un migliore controllo del diabete sia associato ad una aumentata sensibilità all'insulina, la richiesta di glimepiride può diminuire. Per evitare ipoglicemia si deve pertanto considerare opportuno ridurre per un poco di tempo la dose o interrompere la terapia. La correzione della posologia deve essere considerata anche in caso di modificazione di peso del paziente di un cambiamento nello stile di vita, e nel caso in cui altri fattori incrementino il rischio di ipoglicemia o iperglicemia. Passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® Un passaggio da un altro antidiabetico orale ad AMARYL® può generalmente essere effettuato. Per il passaggio ad AMARYL® l’efficacia e l’emivita del precedente farmaco deve essere considerata. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con lunga emivita (per esempio cloropropamide), un periodo di interruzione di alcuni giorni è opportuno al fine di minimizzare i rischi di reazioni ipoglicemiche dovute agli effetti additivi. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di AMARYL® al giorno. Basandosi sull’equilibrio metabolico la dose di glimepiride può essere aumentata ad intervalli come indicato nel caso di un primo trattamento. Passaggio dall'uso di insulina ad AMARYL®. In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete tipo II, precedentemente controllati con insulina, può essere indicato passare all'uso di AMARYL®. Questo cambiamento di terapia generalmente deve essere eseguito in ambiente ospedaliero. 4.3 Controindicazioni AMARYL® non deve essere impiegato nei seguenti casi: diabete insulino dipendente, coma diabetico, diabete chetoacidosico, alterazioni gravi della funzione renale o epatica, ipersensibilità alla glimepiride o ad altre sulfaniluree o sulfonamidi o agli altri componenti le compresse. In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, una sostituzione con insulina è richiesta. Gravidanza e allattamento. 4.4 Speciali avvertenze e speciali precauzioni per l'uso AMARYL® deve essere assunto poco prima o durante un pasto. In caso di pasti a intervalli irregolari e specialmente allorchè se ne omettano alcuni, il trattamento con AMARYL® può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi dell'ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, insonnia, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e della capacità di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista ed incapacità di parlare, tremore, paralisi, disturbi sensori, senso di vertigine, debolezza, perdita dell'autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino ed incluso il coma, respirazione superficiale e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica quali sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache. Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre si attenuano con l'assunzione di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci. 45 Come accertato con altre sulfaniluree nonostante l'iniziale successo delle contromisure, l'ipoglicemia può ricomparire. In caso di ipoglicemia grave o protratta oltre un certo periodo, controllata temporaneamente con l'usuale quantità di zucchero, si richiede immediato trattamento medico e occasionalmente ospedalizzazione. I fattori che favoriscono l'ipoglicemia includono: - scarsa cooperazione o, più comunemente nei pazienti più anziani, incapacità del paziente a cooperare - malnutrizione, irregolarità nell'orario dei pasti, pasti omessi o periodi di digiuno - modifica della dieta - squilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati - consumo di alcolici, in particolare se concomitante a mancato consumo del pasto - compromissione della funzionalità renale - grave disfunzione epatica - sovradosaggio di AMARYL® - disturbi non compensati del sistema endocrino che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla contro-regolazione dell'ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzione tiroidea e dell'ipofisi anteriore o nell'insufficienza surrenalica) - contemporanea "Interazioni"). somministrazione di alcuni altri medicinali (vedere Il trattamento con AMARYL® richiede controlli regolari dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della emoglobina A1 e se possibile della fruttosamina. Regolari controlli ematici (specialmente dei leucociti e dei trombociti) e della funzionalità epatica sono necessari durante il trattamento con AMARYL®. In situazioni stressanti (quali ad esempio traumi, operazioni chirurgiche, malattie febbrili) può essere indicato passare temporaneamente alla terapia insulinica. Non esistono sufficienti esperienze circa l'uso di AMARYL® in pazienti con disfunzione epatica molto grave e in pazienti dializzati. In pazienti con gravi disfunzioni renali o epatiche è indicato passare alla terapia insulinica. 4.5 Interazioni con altri farmaci e altre forme di interazione A seguito dell'assunzione di AMARYL® insieme ad altri medicamenti sia un aumento non voluto sia una diminuzione della attività ipoglicemizzante della glimepiride può manifestarsi. Per questo motivo, altri medicamenti dovrebbero essere associati solo dopo aver avvertito il medico o dietro sua prescrizione. Basandoci sull'esperienza con AMARYL® e con altre sulfaniluree le seguenti interazioni devono essere ricordate. Reazioni ipoglicemiche come manifestazione del potenziamento dell’azione ipoglicemica possono manifestarsi dopo la somministrazione simultanea di AMARYL® e per esempio: - fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone 46 - insuline e altri prodotti antidiabetici - metformina - salicilati e acido para-amino-salicilico - steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili - cloramfenicolo - anti-coagulanti cumarinici - fenfluramina - fibrati - ACE-inibitori - fluoxetina - allopurinolo - simpaticolitici - ciclofosfamidi, trofosfamidi e ifosfamidi - sulfimpirazone - alcune sulfonamidi ad azione protratta - tetracicline - MAO-inibitori - antibiotici chinolonici - probenecid - miconazolo - pentossifillina (alte dosi parenterali) - tritoqualina Un decremento dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride e un conseguente deterioramento dello stato metabolico può verificarsi quando insieme ad AMARYL® si assumono farmaci che contengono le seguenti sostanze: - estrogeni e progestinici - saluretici e diuretici tiazidici - tireomimetici e glucocorticoidi - derivati della fenotiazina, clorpromazina - adrenalina e simpaticomimetici - acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico - lassativi (dopo un uso protratto) - fenitoina - diazossido - glucagone - barbiturici 47 - rifampicina - acetazolamide Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono indurre sia potenziamento che diminuzione dell'effetto di riduzione dei livelli glicemici. Durante il trattamento con farmaci simpaticolitici quali i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina i segni della contro-regolazione adrenergica all'ipoglicemia possono essere ridotti o assenti. L'assunzione acuta o cronica di alcool può potenziare o ridurre l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in un modo non prevedibile. La glimepiride può sia potenziare che ridurre gli effetti dei derivati cumarinici. 4.6 Gravidanza e allattamento AMARYL® non deve essere assunto durante la gravidanza. Il trattamento con insulina e’ richiesto in tale evenienza. Le pazienti che intendono rimanere incinte devono informare il proprio medico. Negli studi di tossicità riproduttiva, si è riscontrata embriotossicità, teratogenicità, ed effetti tossici sullo sviluppo. Tutti gli effetti tossici sullo sviluppo sono probabilmente causati dall'azione farmacodinamica di dosi estremamente alte e non sono specifiche di questa sostanza. I derivati sulfanilureici come la glimepiride passano nel latte materno in quantità tale da dover evitare l'allattamento al seno. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine Prima che il controllo metabolico ottimale venga raggiunto, ad esempio nel passare da un antidiabetico ad un altro, o se le compresse non vengono assunte regolarmente, lo stato di vigilanza e la capacità di reazione possono subire alterazioni tali che il paziente non può agire in sicurezza nel traffico stradale oppure mentre opera con macchinari. 4.8 Effetti indesiderati Sulla base dell'esperienza con AMARYL® e altre sulfaniluree si possono segnalare i seguenti effetti indesiderati. Ipoglicemia In rari casi reazioni ipoglicemiche sono state osservate dopo somministrazione di AMARYL®. Queste reazioni avvengono per lo più in maniera diretta, possono essere gravi e di non facile correzione. Il verificarsi di queste reazioni dipende, come in ogni terapia antidiabetica con farmaci, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere anche il capitolo "Speciali avvertenze e specifiche precauzioni per l'uso"). Occhi Temporanei disturbi visivi possono verificarsi in particolare all'inizio del trattamento e sono causati dalle variazioni della glicemia. Tratto gastrointestinale Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea, pressione o una sensazione di pienezza dell'epigastrio e dolore addominale sono molto occasionali e possono raramente condurre all'interruzione del trattamento con AMARYL®. 48 In casi isolati aumenti dei livelli degli enzimi epatici sono stati segnalati durante la terapia con sulfaniluree ed un peggioramento della funzione epatica, con colestasi, itterizia ed epatite. Tali sintomi generalmente regrediscono dopo sospensione della terapia, sebbene una epatite grave può trasformarsi in una insufficienza epatica. Allergie Reazioni di ipersensibilità cutanea possono manifestarsi come prurito, rash e orticaria. In casi isolati reazioni modeste possono evolvere in reazioni gravi, con dispnea, caduta della pressione arteriosa e qualche volta shock. Sempre in casi isolati può svilupparsi ipersensibilità alla luce. Una vasculite allergica è possibile in casi isolati. È possibile anche una allergia crociata con sulfaniluree, sulfonamidi e loro derivati. Quadro ematico Alterazioni del quadro ematico sono rare durante la terapia con AMARYL®. Esse sono relative a trombocitopenia di grado da lieve a severa, leucopenia, eritrocitopenia, agranulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica e pancitopenia. Esse sono generalmente reversibili una volta che sia stato sospeso il trattamento con AMARYL®. Varie Una riduzione delle concentrazioni sieriche del sodio può verificarsi. Negli studi controllati verso placebo infezioni del tratto respiratorio superiore erano più frequenti con glimepiride (14,2%) che con placebo (7,8%). Tale evenienza non era considerata correlata dall’investigatore. L’incidenza era simile tra glimepiride (4,6%) e glibenclamide (4,2%). 4.9 Sovradosaggio Per ingestione di dosi eccessive può verificarsi uno stato di ipoglicemia che può durare da 12 a 72 ore e che può risolversi solo dopo ricovero ospedaliero. I sintomi possono insorgere fino a 24 ore dopo l'assunzione del farmaco. In generale è auspicabile che il controllo avvenga in ambiente ospedaliero. Nausea, vomito e dolore epigastrico possono verificarsi. L’ipoglicemia può essere accompagnata generalmente da una sintomatologia neurologica come irrequietezza, tremori, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni. Il trattamento deve anzitutto impedire l'assorbimento del farmaco ingerito provocando il vomito, quindi somministrare acqua o limonata con aggiunta di carbone attivo (assorbente) o di sodio solfato (lassativo). Nel caso sia stata ingerita una elevata quantità di farmaco, è indicata una lavanda gastrica e la somministrazione successiva di carbone attivato e sodio solfato. Nel caso di ingestione di dosi molto pericolose il ricovero in una unità di terapia intensiva è consigliato. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se richiesto iniziare con 50 ml di una soluzione al 50% per via endovenosa in bolo seguita da una infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico. In particolare nel trattare casi di ipoglicemia da accidentale assunzione di AMARYL® da parte di bambini e di ragazzi, la dose di glucosio deve essere attentamente calcolata per evitare di produrre danno da iperglicemia e deve essere controllata da uno stretto monitoraggio della glicemia. 49 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE 5.1 Proprietà farmacodinamiche La glimepiride è una sostanza antidiabetica orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Essa può essere impiegata nel diabete mellito non insulino-dipendente. La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina dalle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule pancreatiche beta allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre, la glimepiride sembra possedere un pronunciato effetto extrapancreatico, previsto anche per altre sulfaniluree. Secrezione di insulina Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando il canale del potassio sensibile all'ATP situato nelle membrane delle cellule beta. Il blocco del canale del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell'apertura del canale del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule. Questo determina liberazione di insulina per esocitosi. La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta collegate con il canale del potassio sensibile all'ATP ma in posizione di legame diversa da quelle usuali per le sulfaniluree. Attività extrapancreatica Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un'aumentata sensibilità dei tessuti periferici per l'insulina e una riduzione di assorbimento della stessa da parte del fegato. L'assorbimento di glucosio del sangue da parte delle cellule muscolari periferiche e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante l'utilizzo del glucosio stesso. La glimepiride aumenta rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio della membrana delle cellule muscolari e del tessuto adiposo; il risultato finale è uno stimolo all'assunzione di glucosio. La glimepiride aumenta l'attività' della glicosil-fosfatidil-inositolo specifica fosfolipasi C che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate. La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi. Generali Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L'effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, come ad esempio la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride. Non sono state notate significative differenze degli effetti provocati a seconda che il farmaco venga dato 30 minuti o immediatamente prima del pasto. Nel paziente diabetico si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica. Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione del glucosio sierico nelle persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell'effetto finale del farmaco. 50 5.2 Proprietà farmacocinetiche La biodisponibilità assoluta della glimepiride è totale. L'assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l'assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l'assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/die) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il picco ematico (Cmax) sia l'area sotto la curva concentrazione/tempo (AUC). La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) e praticamente equivalente al volume di distribuzione dell'albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/minuto). Il tempo di dimezzamento nel siero, fattore questo importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. Dopo somministrazione di dosi elevate si sono accertati valori di emivita un poco più lunghi. Dopo una dose singola di glimepiride radiomarcata il 58% della radioattività è stata riscontrata nelle urine ed il 35% nelle feci. Glimepiride non modificata non è stata riscontrata nelle urine. Due metaboliti, quali risultato probabile di una metabolizzazione epatica, sono stati identificati sia nelle feci che nelle urine: un derivato idrossilico ed uno carbossilico. Dopo somministrazione orale di glimepiride il tempo di emivita finale dei due metaboliti era rispettivamente di 3-6 ore e di 5-6 ore. Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra significative differenze nella farmacocinetica e anche le variazioni individuali sono molto limitate. Non è stato osservato accumulo degno di nota. I dati di farmacocinetica sono simili nell'uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media; questo molto probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad una riduzione della quota legata alle proteine. L'eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo. I dati di cinetica in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli del volontario sano. Nell'animale la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è limitato. 5.3 Dati preclinici di tollerabilità Negli studi di tossicità subcronica e cronica nel ratto, topo e cane una diminuzione del glucosio sierico così come una degenerazione delle cellule beta-pancreatiche sono state osservate. Queste si sono dimostrate in linea di principio reversibili e sono considerate come segni di attività farmacodinamica. Negli studi di tossicità cronica nel cane, due degli animali che ricevevano la dose più elevata (320 mg/kg di peso corporeo) hanno sviluppato una cataratta. 51 Studi in vitro sul cristallino di bovini e ricerche sul ratto non hanno evidenziato un potenziale di induzione della cataratta nè attività co-catarattogenica. La glimepiride non ha evidenziato alcun effetto mutageno nè genotossico. Glimepiride ha causato un leggero incremento dell’incidenza dell’adenocarcinoma uterino nel ratto trattato alle dosi più elevate (345 mg/kg di peso corporeo). I fattori di sicurezza basati sul confronto di una esposizione sistematica (valori di AUC) di ratti femmina e di esseri umani, sono elevati in maniera sufficiente (circa 20%) da escludere un rischio per i pazienti trattati alle dosi terapeutiche proposte. Nel topo è stato notato un incremento dell’incidenza di iperplasia e di adenomi di gruppi di cellule. Questi sono da considerarsi un risultato della stimolazione cronica delle cellule beta. La somministrazione al ratto non mostra effetti sulla fertilità, sulla gravidanza o sul parto. Malformazioni (es. malformazioni relative all’apparato visivo, fessure e anomalie ossee) si sono manifestate nel ratto e nel coniglio, e solo nel coniglio, il numero di aborti e di decessi intrauterini è risultato aumentato. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE 6.1 Elenco degli eccipienti Lattosio, sodio amidoglicolato, magnesio stearato, cellulosa e polivinilpirrolidone 25000. Inoltre come coloranti: - in AMARYL® 6 mg, ossido ferrico giallo tramonto FCF, lacca di alluminio (E 110). 6.2 Incompatibilità Non note. 6.3 Durata di stabilità La data di scadenza è indicata sulla confezione con la frase "Prep. n. ...; scade il ..." Il periodo di validità di AMARYL® è 3 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare in ambiente asciutto a temperatura ordinaria (15-25°C) e tenere lontano dai bambini. 6.5 Natura e contanuto del contenitore 40 e 120 compresse di AMARYL® (in blister pack da 10 compresse ciascuno). Le compresse sono oblunghe, con linee di frattura sui due lati, di dimensione 10x5 mm. - AMARYL® 6 mg = di colorazione arancione 6.6 Istruzioni per l'uso e la preparazione Non ci sono istruzioni particolari. 52 7 TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE COMMERCIO ALL’IMMISSIONE IN ................. 8. NUMERI DELL'AUTORIZZAZIONE COMMERCIO 9. DATA DI PRIMA DELL’AUTORIZZAZIONE 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO 53 ALL'IMMISSIONE IN AUTORIZZAZIONE/RINNOVO