Una collaborazione Servizio Controllo di Gestione-ASL Ce1 Cooperative Mediche Galeno,MMG,Ippocrate IEMSS Diagnosi e Management dell’Otite Media Acuta (OMA) Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Prefazione Per l’Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 la ricerca del continuo miglioramento delle prestazioni offerte ai propri utenti è un punto cardine. Per ottenere questo obiettivo siamo disposti ad impegnare risorse in termini di uomini, strutture e finanziamenti; per questo motivo la proposta del Professor Caputi di condurre un aggiornamento professionale attraverso tecniche di audit e feed-back ha trovato presso questa dirigenza immediato riscontro e piena disponibilità. Sapevamo, inoltre, di poter contare su una categoria di Medici di Medicina Generale particolarmente vivace dal punto di vista intellettuale e molto avanzata sui temi della formazione professionale permanente e della gestione moderna delle cure primarie. Pertanto la costituzione di un gruppo campione di 81 medici non ha trovato particolari difficoltà, così come il faticoso compito di Tutor è stato svolto da sei membri del gruppo con forte motivazione, direi al limite della dedizione. Né il personale della ASL coinvolto in questa esperienza ha fatto mai mancare la sua presenza, il supporto organizzativo e il giusto pungolo allo svolgersi dell’esperienza. Ad un anno dalla partenza del progetto esprimo la soddisfazione mia e di tutta la dirigenza di questa Azienda per il lavoro svolto che si concretizza nella pubblicazione di questi primi fascicoli in cui vengono rilevati, analizzati e discussi una serie di processi di cura riguardanti la gestione di problemi di malattie infettive nell’ambito delle Cure Primarie. La conoscenza dei quali ed il confronto con quanto si fa nel resto del mondo per problemi analoghi costituisce, senza dubbio, fonte di conoscenza e di miglioramento delle proprie performances. Da questo processo ne scaturirà un miglioramento delle prestazioni che i nostri Medici Generali saranno in grado di offrire ai propri assistiti contribuendo al raggiungimento di quell’obiettivo indicato all’inizio di queste righe. Certi di questo e del circuito “virtuoso” che questa esperienza può innescare è intenzione precisa della Azienda continuare a fornire tutto il supporto necessario agli attori di questo processo affinchè lo stesso prosegua nei prossimi anni con proficui risultati per la salute pubblica. Il Direttore Generale Dottor Francesco Testa Versione 1 del 30/11/2001 2 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Prefazione Per un moderno esercizio della Medicina è importante imparare a misurare quello che facciamo per la cura dei nostri pazienti. Misurare significa anche poter confrontare quanto fatto in termini di obiettivi di cura e poter decidere cosa è più utile fare per quel paziente con quel determinato problema di salute. Significa anche creare condizioni riproducibili e verificabili ovvero esercitare l’Arte Medica con un criterio che si avvicina, quanto più è possibile, ai criteri della Scienza. Fare ciò è importante per sottrarci ad una vecchia modalità di esercitare la Medicina tutta basata sulla esperienza personale e sul carisma del parere dell’Esperto, ed avvicinarci ad una modalità nuova che ci orienti nei nostri atti medici sulla scorta di Evidenze Scientifiche provate e riproducibili. In questa direzione si è mossa negli ultimi anni la Medicina Moderna e la Medicina Generale della nostra Azienda ha colto questa filosofia ed ha deciso di provare a misurare quanto, nell’esercizio della Professione di tutti i giorni, veniva fatto per i pazienti con problemi infettivi. E’ nato così il Progetto di audit e feed-back in Medicina Generale, autorevolmente supervisionato dal Prof. Achille Caputi, Farmacologo della Università di Messina, e posto in essere da 81 medici di famiglia della nostra ASL. Dal lavoro di “misurazione” che è stato compiuto in materia di patologie infettive, e dal confronto con la più recente letteratura internazionale e nazionale, sono nate queste “Raccomandazioni di buona pratica clinica” che costituiscono il punto di partenza, la misura iniziale di quanto oggi concordato da una gran parte di medici generali di questa Azienda. Esse nascono e sono il portato delle Evidenze Scientifiche sperimentali e della Esperienza pratica di tutti i giorni integrata dalle risorse disponibili realmente sul campo. Saranno lo strumento con cui misurarsi, nei prossimi mesi, per migliorare le prestazioni offerte ai cittadini con la consapevolezza di essere supportati nel nostro agire dalla autorevolezza del metodo scientifico e dalla flessibilità dell’esperienza. Il Direttore Sanitario Dr. Alessandro Accinni Versione 1 del 30/11/2001 3 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Introduzione “Motivare” le proprie prescrizioni da parte di un medico significa esporsi a critiche. Discutere pubblicamente tali “motivazioni” significa avere il coraggio di cercare il proprio errore ed iniziare un percorso formativo su problemi concreti. Questo è quanto sta oggi facendo un gruppo di Medici di Medicina Generale supportato e stimolato dalla Azienda Sanitaria Locale Caserta 1, come logica conseguenza di tale progetto di formazione permanente, che si basa sulla analisi e sul feed-back delle prescrizioni e sugli audit conseguenti, scaturisce la presente pubblicazione che rappresenta “Le Raccomandazioni di buona pratica clinica per la diagnosi ed il management delle infezioni delle alte vie aeree”. Trattasi, giustamente, di una versione datata 30/06/2001, proprio perché non punto di arrivo, bensì di partenza per un lavoro di applicazione e verifica, che vedrà nel prossimo futuro altre indagini, altri feed-back ed altri audit nel tentativo permanente di “migliorarsi” insieme. Avendo contribuito a questo processo non posso che esprimere ammirazione per questo gruppo di Colleghi sia per l’impegno profuso che per il sentito e dimostrato bisogno di migliorarsi riscontrato in tutti loro. Achille P. Caputi Professore Ordinario di Farmacologia Dipartimento Clinico e Sperimetale di Medicina e Farmacologia. Università di Messina Versione 1 del 30/11/2001 4 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Il Gruppo di lavoro I Tutors: De Lucia Vincenzo ** Letizia Giuseppe * Marino Antonio * Moretti Salvatore *** Natale Antonio ** Perone Vincenzo *** Medici di Medicina Generale: *Cooperativa Galeno, **Cooperativa MMG, *** Cooperativa Ippocrate. Hanno collaborato: 1. ASL CE1. Tari Michele G.. Dirigente Servizio Controllo Gestione. ASL CE1, responsabile del Progetto per l’ASL “Razionalizzazione della spesa farmaceutica “ Monitoraggio per l’ASL Di Monaco Delia. Responsabile Servizio di Farmacia. ASL CE1. Mancino Michele. Servizio Controllo Gestione. ASL CE1. Roncioni Attilio. Servizio Controllo Gestione. ASL CE1. 2. Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia. Università di Messina Dr. Giovanni Cucinotta. Dr. Vincenzo Arcoraci 3. Supporto organizzativo ed elaborazione dati: 1. Servizio Controllo Gestione ASL CE1. 2. Cooperative Mediche Galeno, MMG, Ippocrate. (Caserta) 3. Istituto Europeo Management Socio Sanitario. (Firenze) Versione 1 del 30/11/2001 5 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale I Medici di Medicina Generale: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. AFFINITA CIRO NATALE ANASTASIO ANTONIO APPERTI MARIA CLOTILDE BALLETTA ALESSANDRO BERNARDI GUIDO BOVE MARIO BUONO NICOLA CAMPANILE ANNA CANZANO SILVESTRO CARADONNA MARIA CASTELLANO MARIA CARMELA CENICCOLA MARIANNA CHIRICO MARIA TERESA CICALA FERDINANDO CONSOLI ANGELO CORBISIERO CARMINE CORRERA ALESSANDRO CORVINO PASQUALE CRESCENTE ANGELO D’ADDIO FILIPPO D’AMICO GIUSEPPE DE CESARE GIOVANNI DELL’AQUILA ANNA MARIA DELLE CURTI DOMENICO DE LUCIA FRANCESCO DE LUCIA FRANCO PIERINO DE MATTEIS ORNELLA DE ROSA MARCANTONIO DE SIRE GIUSTINO DEL GUERRA MICHELE DELLA ROCCA GIACINTO DESIATO ANGELO DI DOMENICO MICHELE DIODATI GIUSEPPE DI SORBO GIUSEPPE DI SORBO STEFANO DI ZAZZO CESARE FEDELE GENNARO FERRAIOLO NICOLINA GAGLIONE ANTONIO GIGLIO ANNA MARIA GIGLIOFIORITO ARTURO GRECO AGOSTINO IODICE MARIA LUIGIA LASCO FRANCESCA LAURITANO GENNARO LETIZIA MARIA LO GRECO PIETRO Versione 1 del 30/11/2001 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. LOMBARDI INNOCENZO LONARDO ANNA C MANCINO ANTONIO MANCONE MANFREDI MARINO FRANCESCO CARLO MASSI ROBERTO MASTROIANNI ANNIBALE RENZO MINGIONE FRANCESCO MIANO GAETANO MORIELLO PASQUALE NEGRO CARLA ORLANDO VALERIO PARISELLA PASQUALE PASCARELLA ANDREA PASCARELLA DOMENICO PASCARELLA SILVIO PERRINO MANFREDI PETRAZZUOLI FERDINANDO PREZIOSO LUCIA PICCIRILLO ANDREA PORFIDIA GIOVANNI PULCINO LUPO GIACOMO PONSILLO LUIGI PONTILLO M GIOVANNA RICCIARDI BENEDETTO ROBERTI MICHELE RUSSO PASQUALE-MARCIANISE SALZILLO GIROLAMO SAURO ALFONSO SAVIGNANO L CARLA SCALZITTI FAUSTO SIBILLO ANTONIO SIRIGNANO RODOLFO SQUEGLIA FRANCO STRANGES MARIO TARTAGLIONE ETTORE TARTAGLIONE GIACOMO TARTAGLIONE MICHELE TROMBETTA ANTONIO TROMBETTA LUIGI TROTTA ANGELO ANTONIO VALENTINO MARIA VARLETTA ANGELO VOZZA GIACOMO ZITIELLO VINCENZO ZICCARDI FRANCESCA Pag. 6 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Autori: 1 2 3 4 5 6 De Lucia Vincenzo Letizia Giuseppe Marino Antonio Moretti Salvatore Natale Antonio Perone Vincenzo Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 7 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale Raccomandazioni di buona pratica clinica per Diagnosi e Management dell’Otite Media Acuta (OMA) Queste raccomandazioni di buona pratica clinica sono state redatte da un gruppo di lavoro della Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 per lo sviluppo della qualità e dell’appropriatezza delle cure in Medicina Generale. Esse si applicano in soggetti sino all’età di 18 anni, in buone condizioni generali, immunocompetenti. 1. Analisi della dimensione del problema L’otite media acuta (OMA) rappresenta una delle patologie più frequenti in età pediatrica, che tende a ridursi con l’aumentare dell’età fino ad incidere nell’adulto solo per circa l’1% (1). E’ stato stimato che ogni anno, il 30% dei bambini al di sotto dei 3 anni (2) ed il 65-93% entro i 7 anni (3) viene visto da un pediatra o da un medico di famiglia per almeno un episodio di OMA. Negli Stati Uniti il 25% delle prescrizioni di antibiotici ha un’indicazione specifica per la terapia di questa condizione, con un costo sociale compreso tra i 3 e i 4 milioni di dollari per anno (4). In Italia la quasi totalità dei pediatri-medici di famiglia tratta un bambino con OMA con un antibiotico (5). 2. Il ruolo della medicina generale 2.1 Effettuare un uso appropriato della terapia antibiotica per l’OMA; 2.2 Ridurre il rischio di generare antibiotico-resistenza; 2.3 Educare i genitori alla conoscenza dei sintomi suggestivi di OMA, indicatori di visita appropriata, fattori di rischio ed esiti dell’OMA; 2.4 Incrementare il tempestivo ed appropriato follow-up clinico dei pazienti con diagnosi di OMA 3. Definizione ed eziologia L’OMA è un’infezione dell’orecchio medio, caratterizzata dalla presenza di un versamento essudativo nella cavità timpanica. Alla base della frequente insorgenza dell’OMA nei bambini, vi è la particolare struttura anatomica della tuba di Eustachio. Nel bambino, infatti, presenta dimensioni ridotte, manca di sostegno ed ha un’inclinazione di soli 10° rispetto ai 45° dell’adulto. Quando la sintomatologia si presenta nell’adulto, data la scarsa incidenza, deve essere sempre esclusa la possibilità che un’otite media acuta sia il sintomo di malattie più gravi o di tumori che bloccano la pervietà della tuba di Eustachio. L’etiologia è prevalentemente batterica in circa il 70% e virale nel restante 30%. I batteri maggiormente responsabili sono lo S.Pneumoniae (25-40%), l’H.Influenzae (20-35%), la Moraxella Catharralis, lo Staphylococcus aureus e lo S.Pyogenes (6). Il meccanismo patogenetico può avvenire attraverso tre eventi: a) virale- nell’ambito di un’infezione delle alte vie aeree facilmente il virus determina una disfunzione della tuba con alterazione del trasporto muco-ciliare. Il ristagno delle secrezioni a livello dell’orecchio medio favorisce una successiva superinfezione batterica. Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 8 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale b) reflusso- dal nasofaringe i microrganismi possono risalire, a ritroso, nella tuba e qui trovare le condizioni favorenti l’infiammazione dell’orecchio medio. c) ostruzione- varie patologie, tra cui un’ipertrofia adenoidea, possono ostruire la tuba di Eustachio e quindi favorire un’infiammazione dell’orecchio medio. 4. Fattori predisponenti Numerosi sono i fattori che predispongono a questa malattia e sono suddivisibili in : - congeniti: anomalie cranio-facciali, anomalie della tuba, storia familiare di otite media, immunodeficienza, sesso maschile, razza. - acquisiti: allergia, allattamento artificiale, asilo, s. di Down, alterazione della flora nasofaringea, disfunzione della tuba, infezioni virali alte vie aeree, fumo passivo.(7 ) 5. I criteri diagnostici Dal punto di vista clinico l’OMA con effusione può manifestarsi con due entità nosologiche diverse. 5.1 Otite media acuta. Mentre i sintomi di un’OMA sono spesso drammatici, la malattia, raramente, rappresenta un’emergenza. E’, tuttavia, problematica la diagnosi di OMA, soprattutto per la difficoltà di visualizzare la membrana timpanica del bambino, che teoricamente dovrebbe essere osservata con otoscopio pneumatico, il cui uso in Italia, purtroppo, non è molto diffuso. Lo strumento, infatti, consente non solo di valutare l’aspetto della membrana timpanica, ma anche la sua mobilità sotto l’azione della pressione dell’aria, direttamente spinta nel condotto uditivo. Fanno porre diagnosi di OMA l’effusione dell’orecchio medio con segni locali di infiammazione (la membrana timpanica è iperemica , rigonfia, scarsamente mobile) e i sintomi associati (otalgia, febbre, otorrea, irritabilità, agitazione, scarso appetito). Per quanto riguarda i bambini più piccoli, la diagnosi può essere più difficile per la presenza unicamente di sintomi aspecifici quali febbre,vomito,diarrea,facile irritabilità,ne ci aiuta il riscontro di fastidio alla pressione del trago, anch’esso molto aspecifico. In questi piccoli pazienti,quando sono febbrili,l’esame otoscopio dovrebbe essere ,quindi, routinario .Volendo semplificare,ci si puo’ basare sulla contemporanea presenza di almeno uno dei sintomi clinici precedentemente menzionati ed di un quadro otoscopio suggestivo di una forma acuta,con presenza di arrossamento marcato, estroflessione , opacita’ o perforazione della membrana timpanica. 5.2 Otite media con effusione. Si distingue dalla precedente per la presenza di un’effusione con mancanza di segni e sintomi di infiammazione o pressione dietro la membrana. La membrana timpanica appare: opaca o gialla, in posizione normale o retratta, con diminuita mobilità.(8) Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 9 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale 6. Evoluzione L’inquadramento dell’OMA non dovrebbe più tenere conto delle caratteristiche dell’essudato (sieroso, catarrale o purulento), ma della persistenza o ricorrenza della patologia (8,9). In tal modo vengono distinte: - l’otite media acuta resistente: definita come persistenza di sintomi severi (dolore e febbre) dopo tre o cinque giorni di trattamento e presenza di segni obiettivi di infiammazione acuta. l’otite media acuta persistente: definita come otite media presente entro sei giorni dalla fine di una terapia antibiotica. l’otite media ricorrente: che prevede almeno tre episodi di OMA in 6 mesi o più di quattro in un anno. 7. Esami strumentali e di laboratorio Non sono previsti studi di imaging per la valutazione dell’OMA, ma la Radiografia e l’ esame Tac dovrebbero essere di aiuto in casi selezionati con sospetta mastoidite. Altri test sono: -Otoscopia pneumatica: come detto, è di importanza fondamentale nel porre diagnosi di OMA, però, seppure non di tipo pneumatico, si consiglia di utilizzare l’otoscopia semplice per la visione diretta della membrana timpanica. -Timpanometria : questo test è semplice da effettuarsi, anche quando la membrana timpanica non può essere visualizzata. Indica la presenza o l’assenza di effusione nell’orecchio medio, fornendo una misura indiretta della compliance della membrana timpanica e una stima della pressione nell’orecchio medio. Tuttavia da sola non può differenziare l’OMA dall’OME. In associazione con l’otoscopia pneumatica migliora l’accuratezza della diagnosi. -Test audiometrici: non sono utili per l’OMA. -Nasofaringoscopia: può definire i fattori anatomici favorenti l’OMA e mostrare materiale purulento all’apertura nasale della tuba di Eustachio, ma non è di alcun valore diagnostico di acuzie. -Timpanocentesi: rappresenta il “gold standard” per la diagnosi di OMA. Non ci sono esami di laboratorio patognomonici. Una conta dei globuli bianchi potrebbe essere elevata e l’emocoltura è positiva solo nel 3% dei casi con febbre e non è raccomandata routinariamente. 8. Complicanze 8.1 OME: è la più comune delle complicazioni. L’otite media con effusione (OME) è caratterizzata dalla presenza, per oltre sei mesi, di un versamento all’interno dell’orecchio medio che, nella maggioranza dei casi, segue un episodio di OMA. La risoluzione è spontanea entro 12 mesi in circa il 90% dei casi e può causare un moderato disagio. Tuttavia, se bilaterale, potrebbe comportare perdita di udito con conseguente ritardo della parola e della favella. Il trattamento di questa condizione non è appannaggio del medico di famiglia ma dovrebbe essere di competenza dello specialista. 8.2 La mastoidite era una complicazione comune, ma ora, con il trattamento antibiotico, è diventata molto rara. Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 10 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale 8.3 La perforazione della membrana del timpano è frequente e, spesso, guarisce da sola. Qualora permanga, può portare a un’otite media cronica, la cui definizione coinvolge tutta la membrana del timpano. 8.4 Complicazioni intracraniche, come l’ascesso epidurale o la trombosi del seno cavernoso, sono molto rare. 8.5 Timpanosclerosi: a seguito di ripetuti processi infiammatori si può creare il blocco della catena ossiculare determinando cicatrici endotimpaniche o la fissità degli ossicini anche senza che sia presente una perforazione timpanica, portando conseguentemente alla perdita dell’udito. 8.6 Colesteatoma: è il risultato di un indebolimento della struttura della membrana del timpano a seguito di ripetute infiammazioni dell’orecchio medio; la membrana diventa flaccida dando origine a tasche di retrazione. La mancata o ridotta ventilazione dell’orecchio medio aspira la tasca di retrazione che diventa sempre più profonda. Il materiale epiteliale prodotto dalle sue superfici si accumula e si trasforma in colesteatoma, che può infettarsi, perforare le pareti della tasca e iniziare la sua evoluzione distruttiva. In altri casi le cellule epiteliali migrano attraverso una perforazione permanente. 9. Criteri terapeutici Le discussioni riguardano le ragioni dell’utilizzo della terapia antibiotica. Questo interrogativo può sembrare apparentemente banale se si tiene conto che l’eziologia dell’OMA è prevalentemente batterica e che le complicanze intracraniche dell’OMA sono passate dal 2% dell’era preantibiotica all’attuale irrilevante percentuale (10). Tuttavia, nel corso degli ultimi 20 anni, molti autori, in vari trials, hanno valutato quale fosse il beneficio della terapia antibiotica rispetto al trattamento sintomatico. I risultati sono di grande interesse e mostrano che l’OMA si risolve spontaneamente entro 3 giorni dall’inizio dei sintomi nell’80% dei casi e che soltanto il 20-30% richiede un trattamento con antibiotici (11). Negli Stati Uniti i piccoli pazienti vengono trattati fin dall’inizio con l’antibiotico non potendo prevedere i casi che si risolvono spontaneamente (7). Il trattamento con un antibiotico sembra migliorare il decorso a breve termine della malattia. Pertanto, se ne raccomanda l’uso scegliendo come trattamento di prima scelta un ciclo di 10 giorni con amoxicillina, al dosaggio di 40mg/kg/die in tre somministrazioni. Nei casi in cui la diagnosi è solo presunta (per la difficoltà della visione otoscopica), l’attesa, con l’utilizzo di soli farmaci sintomatici (per es. paracetamolo), ha un fondamento scientifico, come dimostrato dai comportamenti terapeutici adottati in alcuni paesi (12,13). É importante, però, ricordare lo sviluppo di resistenze all’amoxicillina. Al momento, negli Stati Uniti, la frequenza di resistenza allo S.Pneumoniae non supera il 25-30% e rappresenta il valore oltre il quale un antibiotico dovrebbe essere abbandonato (7). In Italia, la perdita della sensibilità alla penicillina, che spesso si accompagna a refrattarietà ad altri farmaci, è risultata essere del 10,2% (13), di gran lunga inferiore a quella riscontrata in altri paesi come Spagna e Francia, ben sopra il 40%. L’incidenza di resistenza è più alta nel Sud che nel Centro e Nord Italia. E’ da notare, inoltre, come i tassi di resistenza alla penicillina nei tre anni di Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 11 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale attività dell’Osservatorio Epidemiologico Italiano hanno mostrato un calo di incidenza (14,3% nel 1997; 12,7% nel 1998; 10,2% nel 1999), e che il tasso di refrattarietà ai macrolidi, oscillante intorno al 25%, eccede di gran lunga quello mostrato dai beta-lattamici (14). Per l’H.Influenzae, sempre secondo OEI, la produzione di beta-lattamasi rappresenta il più importante fattore di resistenza. Tale meccanismo mostra un incremento continuo nei tre anni studiati (si è passati dal 5% del 1997 al 16% del 1999 con valori più elevati nel Sud Italia). Anche per la M.Catharralis la produzione di beta-lattamasi risulta essere il principale, se non l’unico, meccanismo di resistenza (dal 55,9% del 1997 all’87% del 1999). Pertanto, per questi patogeni gli antibiotici che possono fornire una totale copertura terapeutica sono rappresentati dalle cefalosporine iniettabili di 3^ generazione e dall’amoxicillinaac.clavulanico (14). In caso di insuccesso terapeutico (resistenza del microrganismo, ipersensibilità, etc.) gli antibiotici di seconda scelta sono rappresentati dall’amoxicillina-ac.clavulanico, alla dose di 45 mg/kg7die bid per 10gg, oppure da una cefalosporina orale come il cefuroxime (35mg/kg/die bid per 10gg); o da una cefalosporina iniettabile di 3^ generazione come il ceftriaxone alla dose di 5075 mg/die in unica somministrazione per via i.m. In caso di allergia alle penicilline, il trattamento verrà effettuato con macrolidi, in special modo azitromicina e claritromicina, pur avendo sviluppato gli agenti microbici citati elevate resistenze verso questa categoria di farmaci. L’uso di decongestionanti nasali e corticosteroidi non è supportato dalla letteratura, così come l’uso di gocce otologiche anestetiche per il controllo della sintomatologia dolorosa (potrebbero impedire un’accurata valutazione otoscopica e, in caso di perforazione della membrana timpanica, si correrebbe il rischio di una sordità iatrogena dovuta all’azione degli aminoglicosidi e della polimixina. Tali composti, in genere associati ai più comuni preparati,sono altamente tossici per il nervo acustico (8, 11). L’otite media resistente si avvarrà di antibiotici di seconda scelta. L’invio allo specialista dovrebbe essere indicato se il dolore e la febbre persistono per 4-5 giorni dopo l’inizio dell’antibiotico di seconda scelta o se si presentano complicazioni. Il trattamento dell’otite media persistente si avvarrà della terapia con un antibiotico di seconda scelta, così come indicato per la resistente. Nell’otite media ricorrente si consiglia una profilassi antibiotica in special modo per i bambini ad alto rischio (palatoschisi, anomalie cranio-facciali, S. di Down, primo episodio al di sotto dei 6 mesi, storia familiare di otite media ricorrente, esposizione a fumo passivo). L’antibiotico di scelta è la amoxicillina, alla dose di 20 mg/kg/die qid e la durata dovrà essere prolungata per 2-6 mesi. I genitori dovrebbero essere informati che la profilassi ha mostrato una riduzione della frequenza di OMA del 40-50% (8). Il posizionamento di un tubo di drenaggio viene occasionalmente impiegato nella gestione dei ripetuti episodi di otite media. L’obiettivo è quello di migliorare la ventilazione dell’orecchio medio, permettendo alla cavità stessa di ritornare rapidamente in condizioni di normalità. Il tubo può, inoltre, prevenire l’insorgenza di danni strutturali o la formazione di un colesteatoma ed ha mostrato di diminuire la perdita di udito relativa all’otite media e di ridurre la sua frequenza nei 612 mesi seguenti al posizionamento (8).L’adenoidectomia ha recentemente dimostrato di ridurre il rischio di OMA in bambini di 4-8 anni di età e potrebbe essere indicata al di fuori di questa fascia di età. Questo beneficio è indipendente dalla grandezza delle adenoidi e dalla sintomatologia ostruttiva (8). Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 12 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale 10. Criteri per l’invio allo specialista Generalmente il consulto con lo specialista dovrebbe essere richiesto per l’OMA che non ha risposto al trattamento medico, o complicata da perdita di udito, per intolleranza al trattamento medico o deterioramento della struttura dell’orecchio medio; risulta, invece, sempre appropriato l’invio allo specialista in presenza di paziente affetto da OME . 11. Scelta terapeutica Tabella —Antibiotici per il trattamento dell’Otite Media Dosaggi consigliati Scelta antibiotico Età pediatrica < 12 anni > 12 anni Prima Scelta 250-500 mg tid Amoxicillina 40 mg/kg/die tid per 10 giorni 40 mg/kg/die tid per 5 giorni bambini a basso rischio (età>2, assenza di storia di cronica o ricorrente otite media e membrana timpanica intatta) 60-80 mg/kg/die tid per 10 giorni con aree con alti livelli di resistenza per lo pneumococco Seconda scelta Amoxicillina-clavulanato 45 mg/kg/die bid per 10 giorni 875 mg bid per 10 giorni Cefuroxime 30 mg/kg/die bid per 10 giorni 500 mg bid per 10 giorni Cefprozil 30 mg/kg/die bid per 10 giorni 250-500 mg bid per 10 giorni Ceftriaxone 50-75 mg/kg IM per 1 giorno 1 g IM ∞ 1 1 cpr (160 Trimethoprim10 mg trimethoprim/kg/die bid ∞ 10 giorni sulfametossazolo mg/800 mg) bid per 10 giorni Azitromicina 10 mg/kg/die 1° giorno; 5 mg/kg/die per 2-5 giorni 500 mg 1°giorno; poi 250 mg per 2-5 Claritromicina 15 mg/kg/die bid per 10 giorni 500 mg bid per 10 giorni Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 13 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale % casi di OMA MMG CE1 N. Schede 6.143 Schede valide per A.V.R. 1.909 (89,9%) Diagnosi di Otite 227 (11,9%) N.Molecole prescritte 28 Indagini di laboratorio 1 Indagini strumentali 8 O.M.A. Antibioticoterapia Molecole Prescrizioni Auton. 162 Costo Terap. Ciclo medio Prescriz.Specialistiche 65 Amoxi/Clav. 25 (15,4%) 35.711 37.500 5 (7,7 %) Claritromicina 19 (11,7 %) 28.905 39.360 10 (15,4 %) Cefixime 16 ( 9,9 %) 39.840 39.010 9 (15,4 %) Azitromicina 38.306 Ceftibuten 16 ( 9,9 %) 50.509 Cefprozil 13 (8 %) 33.778 Amoxicillina 9 (5,6 %) 17.491 14.189 Versione 1 del 30/11/2001 7 (9,2 %) 3 (4,6 %) Pag. 14 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale MANAGMENT OTITE MEDIA ACUTA CRITERI DIAGNOSTICI PER OMA O OME OME OMA GUARIGIONE Antibioticoterapia OMA RICORRENTE OMA PERSISTENTE OMA RESISTENTE PROFILASSI Antibioticoterapia protratta Trattamento di II Scelta Fallimento Terapeutico INVIO SPECIALISTA Versione 1 del 30/11/2001 Pag. 15 Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 Gruppo di lavoro per la qualità delle Cure in Medicina Generale REFERENZE BIBLIOGRAFICHE 1 Serra, Cavallo, Nicolosi, Sutera, Nicoletti: Eziologia e razionale terapeutico dell’OMA nell’adulto, Giorn. Batt. Virol. 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