Ottica geometrica La luce è un’onda, ma questo non si vede in tutti i fenomeni la direzione di propagazione rettilinea, con delle eccezioni Per dimensioni degli oggetti e delle fenditure molto più grandi della lunghezza d’onda, la natura ondulatoria può essere trascurata per dimensioni inferiori, si ha diffrazione e comportamenti legati all’ottica ondulatoria L’ottica geometrica descrive la luce come formata da raggi che si propagano rettilineamente Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Riflessione e rifrazione Alla superficie di separazione tra due mezzi la luce può essere riflessa o trasmessa (rifratta) Le regole per stabilire l’angolo di riflessione e rifrazione si possono dedurre da principi fisici (di Huygens o di Fermat) oppure dalle equazioni dell’elettromagnetismo 1 Il raggio incidente, riflesso e trasmesso giacciono sullo stesso piano 2 Il raggio incidente e quello riflesso fanno lo stesso angolo con la normale 3 Il raggio incidente e quello rifratto fanno, con la normale, angoli θ e ϕ, legati dalla relazione n1 sin(θ) = n2 sin(ϕ) Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Dimostrazione dal principio di Fermat Il principio di Fermat dice che, per andare da un punto all’altro, la luce sceglie sempre il percorso più veloce (oppure quello più lento) Fisso due punti attraverso cui passa la luce e vario il punto della superficie di separazione dei due mezzi dove il raggio attraversa la superficie Posso sempre scegliere A e B a distanza h dalla superficie, per cui L1 cos(θ) = L2 cos(ϕ) = h Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 La componente x della distanza tra A e B è anch’essa costante, e vale L1 sin(θ) + L2 sin(ϕ) = costante Derivando rispetto a θ L1 cos θ + L2 cos ϕ dϕ dϕ = 0 = h cos2 θ + h cos2 ϕ dθ dθ Il tempo impiegato per andare da A a B è tA→B = h h L1 L2 + = + v1 v2 v1 cos θ v2 cos ϕ Voglio che il tempo impiegato per andare da A a B sia minimo; posso sempre scegliere A e B a distanza h dalla superficie ∂tA→B (θ) h sin θ h sin ϕ dϕ =0=− − 2 ∂θ v1 cos θ v1 cos2 ϕ dθ Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Confrontando le due equazioni si trova che v1 sin ϕ = v2 sin θ ⇒ sin θ sin ϕ = v1 v2 e quindi, definendo indice di rifrazione n = c/v n1 sin θ = n2 sin ϕ Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Dispersione In generale, l’indice di rifrazione dipende leggermente dalla frequenza della radiazione. A parità di angolo di incidenza quindi, la luce rifratta sarà deviata ad angoli diversi a seconda della frequenza (colore). Questa è la dispersione della luce La dispersione di un materiale si può misurare in base alla differenza degli indici di rifrazione per luce blu-viola e rossa nviola − nrosso La deviazione media si misura come ngiallo − 1 Il rapporto tra queste due grandezze da’ il potere dispersivo di uno strumento ottico L’arcobaleno è un fenomeno dovuto alla dispersione della luce nelle goccioline d’acqua Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Indici di rifrazione tipici Sostanza n Gas 1 Acqua 1.33 Acool etilico 1.36 Diamante 2.47-2.75 Vetro 1.5-1.6 Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Angolo limite Dalla legge n1 sin θ1 = n2 sin θ2 trovo che per n1 > n2 non è consentito un angolo θ2 arbitrariamente grande dato che n1 n1 sin θ2 = sin θ1 < n2 n2 Ne segue che per θ2 > arcsin nn21 (angolo limite) non è possibile trasmettere la luce, che viene interamente riflessa Nota: cosa vede un pesce che guardi verso l’alto? Funzionamento della fibra ottica Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Immagini reali e virtuali Se ci guardiamo allo specchio, vediamo la nostra immagine in una posizione dove la luce non può arrivare L’immagine si dice allora virtuale Se la luce passa attraverso il luogo dove si forma l’immagine, questa è reale. Posso mettere uno schermo o una pellicola dove si trova l’immagine I nostri occhi formano l’immagine di un oggetto là dove convergono i raggi di luce provenienti da quell’oggetto L’immagine di un oggetto che si trova in un liquido di indice di rifrazione n, si forma ad una profondità d/n, dove d è la profondità dell’oggetto Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Prisma Se faccio passare la luce attraverso un prisma con un angolo γ tra le due facce, la luce che emerge non è parallela a quella incidente La luce viene deviata di un’angolo θ1 − ϕ1 + θ2 − ϕ2 Si trova che quest’angolo ha un’unico minimo, il che implica, per reversibilità, che ϕ1 = ϕ2 , θ1 = θ2 , γ = 2ϕ Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Superfici sferiche Se la superficie di separazione dei mezzi è curva, in generale, i raggi provenienti da un oggetto non convergeranno in un punto, a meno che gli angoli in gioco siano piccoli Posso definire l’asse principale come la retta che passa per in centro di curvatura ed è perpendicolare alla superficie Un punto si chiama fuoco principale se tutti i raggi paralleli che vengono da questo punto vuoto, dopo la rifrazione, sono paralleli all’asse Un punto si dice fuoco secondario se tutti i raggi paralleli all’asse, dopo la rifrazione convergono in questo punto La distanza tra fuoco e superficie sferica si chiama distanza focale Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Formazione delle immagini Il fuoco è il punto dove convergono esattamente i raggi solo se questi fanno un angolo piccolo con l’asse (raggi parassiali) In questo caso è possibile vedere come si forma un immagine, tracciando i raggi che passano per il fuoco (paralleli) e per il centro di curvatura (perpendicolari alla superficie) Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13 Formazione delle immagini Per capire come si forma l’immagine dispongo una freccia perpendicolarmente all’asse ottico e vedo dove si formano i punti immagine di punta e coda della freccia Dato che ogni punto forma la propria immagine dove i raggi convergono, è sufficiente avere due raggi per vedere dove questo avvenga i due raggi in questione possono essere quello parallelo, che, dopo la rifrazione, deve passare per il fuoco, e quello che passa per il centro di curvatura, inalterato L’ingrandimento dell’immagina è dato da d 0 /d = (i − R)/(o + R) Marcello Borromeo corso di Fisica per Farmacia - Anno Accademico 2012-13