Tesina di Elettrodinamica classica: Eetto Pockels e modulatori elettrottici Davide D'Ambrosio 14/06/2012 1 Introduzione Con il orire delle applicazioni laser sviluppate negli ultimi anni è divenuto un problema pratico di grande interesse lo sviluppo di strumentazione che permettesse una modulazione del segnale laser controllabile tramite apposite variazioni di tensione. Un Modulatore elettro-ottico (EOM) è un dispositivo adatto a queste esigenze, in quanto capace di modulare un segnale in ingresso mediante il passaggio attraverso un cristallo che presenti eetti Kerr o Pockels. Tali materiali mostrano apprezzabili variazioni (locali) dell'indice di rifrazione in funzione del campo elettrico: tramite una dierenza di potenziale applicata a degli elettrodi posti alle estremità del cristallo si potranno quindi controllare le proprietà ottiche del mezzo. Sarà quindi possibile modicare lo stato di polarizzazione di un eventuale fascio incidente, o attraverso l'uso di polarizzatori incrociati ottenere una modulazione in ampiezza. In questa breve tesina ver- rà dapprima sviluppato un formalismo adatto a ricavare una forma del tensore elettrottico lineare che metta in evidenza le variazioni del suddetto in funzione delle particolari simmetrie del cristallo. Successivamente verrà presentato, come applicazione del formalismo introdotto, un modulatore elettrottico formato da un cristallo di KDP. Tensore Elettromagnetico In un materiale anisotropo (senza perdite e non otticamente attivo) vale la relazione: Di = X εij Ej (1) j dove εji = εij . Per arrivare a questo risultato basta scrivere la densità di energia elettrica U= 1 X 1 D·E = εij Ei Ej 8π 8π ij (2) e calcolarne la derivata temporale: U̇ = 1 X εij (Ei Ėj + Ėi Ej ) 8π ij (3) Questa quantità rappresenta il contributo al usso di potenza dovuto al campo elettrico. Procediamo quindi scrivendo il usso di potenza per unità di volume come [2]: −∇ · (E × H) = E · Ḋ + H · Ḃ Utilizzando per D (4) la forma 1 ricaviamo −∇ · (E × H) = X Ei εij Ėj + H · Ḃ (5) ij il primo termine del secondo membro dell'equazione precedente può essere riscritto nella forma 2 1X (εij Ei Ėj + εji Ej Ėi ) 2 ij (6) da questa equazione è semplice, confrontandola con l'eq. 3, dimostrare che deve essere εij = εji (7) Avendone dimostrato la simmetria procediamo sfruttando il fatto che il tensore dielettrico è rappresentabile tramite una matrice reale anch'essa simmetrica, che ha quindi 6 elementi linearmente indipendenti. Esplicitamente: εxx εyx εzx εxy εyy εzy εxz εyz εzz (8) E' possibile tuttavia, per ogni matrice reale e simmetrica, individuare una trasformazione ortogonale che diagonalizzi la matrice stessa. Il nuovo sistema di coordinate (X, Y, Z) individuato da questa trasformazione è detto sistema di assi principali ed in questo nuovo sistema il tensore dielettrico assume la forma: εXX 0 0 0 0 0 εY Y 0 εZZ (9) Data la densità di energia per unità di volume associata al campo (eq. 2) osserviamo che (nel sistema degli assi principali) può essere rappresentata nella forma: 2 2 1 DX DY2 DZ U= + + 8π εXX εY Y εZZ (10) dalla quale è evidente che le superci ad energia costante sono degli ellissoidi, detti per l'appunto ellissoidi degli indici , di equazione Y2 Z2 X2 + + =1 εXX εY Y εZZ (11) dove è stato posto X= 1 8πU 12 DX Y = 1 8πU 21 DY Z= 1 8πU 12 DZ Nel caso generico di assi non coincidenti con gli assi principali l'equazione assume la forma [1] 1 n21 2 x + 1 n22 2 y + 1 n23 2 z + 1 n24 3 yz + 1 n25 xz + 1 n26 xy = 1 (12) è possibile relazionare i coecienti 1/n2i ad (εXX , εY Y , εZZ ) attraverso appro- priate leggi di trasformazione delle coordinate. Ometteremo questo calcolo, non necessario ai ni della presente argomentazione. Ora studieremo come l'ellissoide degli indici viene modicato in presenza di un campo elettrico ed introduciamo a questo scopo il tensore di impermeabilità dielettrica relazione: Ei = X ηij attraverso la ηij Dj (13) j Ne segue che la matrice rappresentativa del tensore è l'inversa di εij (eq. 1), per cui è possibile scrivere la densità di energia per unità di volume in termini di ηij : U= 1 X ηij Di Dj 8π ij 1 (x, y, z) e se deniamo le coordinate (14) come x = Dx / (8πU ) 2 etc., possiamo scrivere: 1 = η11 x2 + η22 y 2 + η33 z 2 + 2η12 xy + 2η13 xz + 2η23 yz (15) Dal confronto con l'eq 12 è possibile mettere in relazione i coecienti 1 n2i ηij ed come segue η11 = 1 n21 η32 = η23 = , η22 = 1 n24 Se esprimiamo il tensore , η31 = η13 = ηij 1 n22 , 1 n25 η33 = , 1 n23 η12 = η21 = , 1 n26 . in serie di potenze rispetto alle componenti del campo (0) ηij = ηij + X rijk Ek + k possiamo allora dire che rijk ηij sijkl Ek El + ... kl è il tensore che descrive l'eetto elettro-ottico li- neare (eetto Pockels) mentre Ricordando che X sijkl descrive l'eetto quadratico (eetto Kerr). è l'inverso del tensore dielettrico, il quale è simmetrico e reale, si deduce che anche il tensore di impermeabilità dielettrica è reale e simmetrico. E' necessario dunque imporre la simmetria delle prime due componenti del tensore elettrottico rijk le quali, in quanto uniche due componenti libere dal- la sommatoria, inuenzano la forma di ηij . Introduciamo quindi un nuovo indice h 1 2 3 h= 4 5 6 i, j = 1 i, j = 2 i, j = 3 ij = 23 , 32 ij = 13 , 31 ij = 12 , 21 4 attraverso il quale si può rappresentare il tensore una matrice rhk con tre colonne e sei righe. rijk (di rango 3) attraverso Utilizzando questa notazione è possibile scrivere la variazione delle costanti ottiche ∆(1/n2i ) al prim'ordine come il prodotto matriciale ∆(1/n21 ) ∆(1/n22 ) ∆(1/n23 ) ∆(1/n24 ) ∆(1/n25 ) ∆(1/n26 ) = r11 r21 r31 r41 r51 r61 r12 r22 r32 r42 r52 r62 r13 r23 r33 r43 r53 r63 Ex Ey Ez Riportiamo a titolo di esempio i coecienti della matrice rhk (16) per sistemi cri- stallini tetragonali [1]: rij = 0 0 0 r41 0 0 0 0 0 0 r41 0 0 0 0 0 0 r63 per questi materiali i coecienti indipendenti si riducono a due. Modulatori elettrottici Materiali come quelli presentati nel precedente paragrafo sono spesso utilizzati per la produzione di modulatori elettrottici. Questi non presentano una naturale birifrangenza, ma se sottoposti ad un campo esterno producono un ritardo tra le componenti del campo. Uno dei materiali più utilizzati è il potassio diidrogeno fosfato (KDP). Come tutti i cristalli uniassiali l'ellissoide degli indici segue l'equazione (in assenza del campo elettrico esterno): X2 Y2 Z2 + 2 + 2 =1 2 no no ne (17) tenendo presente il formalismo sviluppato nel precedente paragrafo, la precendente equazione sotto l'eetto di un campo elettrico esterno diventa: Y2 Z2 X2 + + + 2r41 EX Y Z + 2r41 EY XZ + 2r63 EZ XY = 1 n2o n2o n2e 5 (18) Un caso particolare di notevole interesse è quello in cui il campo elettrico è diretto lungo l'asse Z, conseguentemente EY = EX = 0. Se ora rideniamo il sistema di coordinate come segue: x−y X= √ , 2 x+y Y = √ , 2 Z=z sostituendo nella eq.18 otteniamo ( siano ora 1 nx = 1/ q 1 1 z2 2 2 + r E )x − r E )y =1 + ( + 63 z 63 z n2o n2o n2e ( n12 +r63 Ez ) ed o ny = 1/ q ( n12 −r63 Ez ). Sviluppando per o (19) r63 Ez otteniamo 1 nx = no − n3o r63 Ez 2 1 ny = no + n3o r63 Ez 2 nel nuovo sistema di assi principali dunque avremo x2 y2 z2 + 2 + 2 =1 2 nx ny ne (20) Supponiamo ora che il cristallo venga attraversato da un fascio diretto lungo ẑ . Le componenti x̂ ed ŷ incontrano diversi indici di rifrazione, accumulando quindi una dierenza di fase pari a ωL c ny ed Γ = (nx − ny ) sostituendo le espressioni trovate per potenziale V nx ed ipotizzando una dierenza di fornita da due elettrodi posti come in gura 1 (b), tale che E = V /L otteniamo: Γ= la quantità n3o r63 ωV c (21) Γ è detta ritardo e dipende quindi in maniera lineare dalla dierenza di potenziale applicata. Risulta comodo esprimere questa grandezza in funzione di una quantità detta tensione a mezz'onda Vλ/2 = πc ωn3o r63 6 in gura (a) assi principali di un cristallo di KDP in assenza di campo esterno; (b) variazione degli assi principali in funzione del campo applicato; (c) intersezione dell'ellissoide degli indici con un piano perpendicolare all'asse Z: in assenza di campo esterno la curva è una circonferenza, applicando un campo esterno costante la curva diventa un'ellisse 7 sostituendo nell'eq. 21 si ottiene dunque Γ=π In questa forma è evidente che la ottenere un ritardo π Vλ/2 V Vλ/2 rappresenta la tensione da applicare per tra le due componenti del fascio in uscita. In generale quindi è possibile modicare la polarizzazione del fascio incidente controllando il ritardo tra le componenti del fascio in uscita. Ponendo il cristallo tra due polarizzatori incrociati si ottiene cosi una modulazione d'ampiezza. Proprio quest'ultima congurazione ha trovato notevole successo nell'ambito dei laser ad impulsi giganti, in cui è necessario avere la possibilità di controllare le perdite all'interno di una cavità laser per aumentare l'inversione di popolazione tra i livelli energetici coinvolti. L'uso di modulatori elettrottici come celle di Kerr o di Pockels ha permesso di svincolare questi laser dall'uso di metodi di modulazione elettromeccanici quali ad esempio specchi rotanti, che richiedevano velocità pari a circa 30000 giri al minuto [3], velocità alle quali non è facile assicurare la dovuta precisione. 8 Riferimenti bibliograci [1] Robert W. Boyd, Nonlinear Optics [2] A.Yariv, Quantum Electronics [3] A.Sasso, Appunti del corso Laboratorio di sica della materia 9