@ Gomportamento g 1 r-:.lj -:l l: ll:ii-r,-l:iit-ti!l'l-illi-If.T Ia Averc ragione non basta. Esibire pnove scientifiche neanche. Per îar cambiare idea a certe persone servono ascolto, intelligenza @.., qualche strategia. ,.-t-.i' Scomeffi chefioqD COnmCOl iscussioni logoran- ti spesso in questo mo- farci impazzire. Prima di picchiare Ia testa contro il muro, però, meglio fare un respiro profondo, porsi qualche doman- 68 | Focus Settembre 201 5 a atl . otaoo .a .a .a .O rf rl .a .a nulla di fatto e a un grande senso di frustrazione: finiscono così, se dobbiamo averci a che fare tutti i giorni, in famiglia o sul lavoro, possono .. rl che portano a un do i tentativi di convincere qualcuno ad adottare il nostro punto di vista. Accade perfino quando a sostegno delle nostre tesi presentiamo prove scientifiche inconfutabili. Alcuni dei nostri interlocutori, anzi, sembrano totalmente impermeabili alla logica e alla razionalità (vedí ríquadro): persone cffirîEByii$LìrFFdí:lii-' da e poi provare a mettere ca piu efficace. in atto la tatti- <Quando qualcuno è particolarmente resistente, occorre chiederci: non è che per caso siamo noi, con iI nostro tentativo di fargli cambiare idea, gli artefici del suo irrigidimento?>, awerte Mat- pria idea a mano a mano che qualcuno Ia mette in dubbio>. Insomma, insistere troppo rischia di essere controproducente: occorre adottare strategie diverse. Impresa ardua: far cambiare idea a una persona, anche lapirì conciliante, è sem- pre difficilissimo. L'uomo è infatti un teo Rampin, psichiatra e ipnoterapeuta, autore dí Tecníche di controllo mentale (Aurelia). <Molte persone, infatti, si au- "conseryatore cognitivo", cioè tende a mantenere le proprie idee anche di fronte a prove che dimostrano il contrario. topersuadono sempre di pirì della pro- <Per fare cambiare idea a una persona è r ? E H fi i Ér !ì I # ! il i l O ti:Èrs,;,*n,,g aOt. I coN ouEsTr TrPr È nÙ DrFFrcrrE! CAPETOSTE. Alcune persone sembrano resistere a ogni argomentazione scientifica e razionale. Eccole. Dogmatici. Partono da princìpi indiscutibili, di solito "verità di fede", ed entrano in collisione anche con la scienza se questa mette in discussione i loro dogmi. Complottisti. Per stabilire dove stia la verità individuano chi si awantaggia in una determinata siiuazione: è la prova necessaria e sufficiente che costoro (politici, case farmaceutiche, multinazionali...) ne siano i responsabili, Hanno difficoltà a tollerare la complessità e le casualità che governano la vita. Sono difficili da convincere perché, dal loro punto di vista, si muovono sui binari della razionalità. Tradizionalisti. Sposano un'idea perché è quella della maggioranza, o perché hanno sempre pensato che fosse così. Sono intellettualmente pigri, abitudinari anche nella vita e diffidano di qualsiasi novità. Bulli. Gome Fonzie di Happy days, non sanno dire "ho sbagliato". Si impuntano su una tesi solo perché ormai si sono pronunciati in tal senso, e ammettere di avere torto sarebbe una sconfitta personale. Per loro è decisamente più importante non perdere la faccia che stabilire quale sia la verità. ";; a. oo o ao vostra: come ha osservato Antonio Damasio, neuroscienzato della University of Southern California a Los Angeles, ragione ed emozioni non sono in contrapposizione. Le emozioni sono anzi parte integrante di ogni processo decisionale, tantè che se non ne proviamo non siamo in grado di prendere nessuna posizione. Quindi: vanno capite e rispettate. Molto spesso, per esempio, sotto certe affermazioni "estreme" ci sono rabbia e/o paura. Meglio sapere di che cosa si sta parlando veramente, prima di ribattere. a. a. O. a. SINCRONIZZATEVI. Per favorire la connessione con l'interlocutore può essere utile assumere una postura a lui speculare, imitarne i gesti (senza esagerare!) e le espressioni. Serve a entrare in sintonia, è come dire: "sono simile a te". Sintoniz- O. a. a. a. a pirì utile usare, insieme alle argomentazioni razionali, anche l'arte dellapersuasione, cioè appellarsi alle emozioni, agli istinti, a ragionamenti che sembrano filare anche se in realtà non sono affatto logicb, suggerisce Rampin. <Questo perché in realtà tutti noi, anche se non ce ne rendiamo conto, siamo restii a ragiona- re in modo logico>. Ecco allora qualche trucco per riuscire a portare gli altri dalla nostra parte. ASCOLTATE. Bisogna mostrare disponi- bilitàverso l'interlocutore e dargli modo di esprimere le sue ragioni. Invece che fare affermazioni, all'inizio ponete domande, mostrandovi curiosi e rispettosi. Questo vi permette di stabilire una connessione emotiva. Non dimenticate che chi awalora unbpinione irrazionale è mosso dalle emozioni pirì che dal ragionamento. Il che non deve però farvi pensare che la sua idea sia pirì debole della zate anche il linguaggio, riprendendo le stesse parole ed espressioni. Evitate invece di atteggiarvi a professori: aumenta Ie distanze, raffreddail rapporto e spinge l'altro ad affilare le armi. Anessuno piace essere trattato da stupido: se fate i saputelli, la battaglia è persa in partenza. IDENTIFICATE LE RADlCl. Cercate di ca- pire da dove provengono le sue idee. Alcune opinioni, infatti, non sono neutre, ma dicono chi siamo e a quale gruppo ap- parteniamo: è il caso, per esempio, della fede politica o di quella religiosa. Cam- ) Settembre 2015 Focus | 69 Per convinceÍe qualcuno bisogna prima capirc come e dove le sue idee hanno radici biarle significa rinunciare a un pezzo della propria identità, e questo non è facile per nessuno. Perfino gli scienziati, pur in presenza di prove eclatanti, faticano a cambiare opinione se a quell'idea hanno dedicato la loro vita. Secondo Thomas Kuhn, filosofo statunitense, la scienza procede per "salti", e non in modo linea- 't î eEiîÌ V@ ,a\'/óil &? a IlaEHEnattt &Fflc(;r îa[' aa .a oo oo a proprio perché gli studiosipirì anziani, maggiorpotere nell'ambiente scientifico, si oppongono alle idee che non si accordano ai loro paradigmi. Per imporre I'eliocentrismo è servita la rivoluzione copernicana. Perciò, se vi rendete conto che lostinazione dellaltro ha radici nel suo senso di appartenenza a una certa comunità (politica religios4 etnica, sportiva...), prima di proporre i vostri dubbi esprimete tutto il rispetto possibile per la sua "famiglia". Dopo vi re, che detengono il .a rO .a .O .O .a .a ascolterà più volentieri. .a FATE ARGOMENTARE, Date Ia possibilità al vostro interlocutore di fare un vero o e proprio comizio, senza interromperlo e facendogli solo alcune domande per chiarire i punti oscuri del suo ragionamento. A volte si darà da solo la zappa sui piedi. Accade a causa di quella che i ricercatori americani Leonid Rozenblit e Frank Keil chiamano "illusione della conoscenza profonda": si è convinti di saper molte cose, ma quando si è costretti ad andare a fondo (come awiene ai genitori incalzati dai continui "perché?" dei bambini) prima o poi ci si impantana. DISCUTETE Dl PERSONA. E non su In- ternet! Uno dei luoghi meno "civili" per 70 | Focus Settembre 201 5 a i social network. È noto che la rete pullula di haters ("odiatori'), utenti che disprezzano e criticano distruttivamente gli altri. Inoltre nelle discussioni online manca il linguaggio corporeo, necessario per sintonizzarvi con l'altro e per correggere il tiro quando dialogare sono il discorso prende la piega sbagliata. Infine, scriptamanenf: chi si è espresso in un senso difficilmente ritornerà sulle sue idee, specie se la discussione awiene in una piattaforma pubblica. Ecco perché, come suggerisce Christie Aschwanden, blogger ed editorialista del Washington Posú, piuttosto che discutere su book è Face- meglio farsi una birra al bar. STIMOLATE L'AUTOSTIMA. Prima di ogni "affondo" è importante valorizzare i punti buoni dei ragionamenti dellhltro, mostrando stima e apprezzamento. Come ha dimostrato Brendan Nyhan, politologo e docente al Dartmouth College, negli Stati Uniti, se una persona si sente accettata e considerata, invece che sfidata, sarà più disposta a rivedere le FOCALTZZFEVI SUt FATTI. Più che sull'idea in sé, che chi è convinto fatica ad abbandonare, meglio concentrarsi sui fatti che la contraddicono, o sulle eccezioni che potrebbero rendere accettabile all'altro la propria tesi. <Persuadono più i fatti che le parole>, puntualizza Rampin, <quindi si dowebbe cercare di rendere concrete le nostre argomentazioni con immagini vivide o esempi tratti dall'esperienza>. Se una persona rifiuta le teorie di Darwin perché contraddicono la Bibbia, può essere utile ricordare che molti cattolici (meglio fare nomi e coginomi di comuni conoscenze) credono nell'evoluzione e non per questo smettono di credere in Dio. Insistere sulla infondatezza di una convinzione, al contrario, ottiene a O' .O o . oa OOo solo di rinforzarla. USATE I PARADOSSI. Le affermazioni paradossali aiutano a sgretolare le certezze. Sono destabilizzantí, mandano l'altro in confusione, predisponendolo a lasciare spazio a idee diverse. Per questo ne faceva largo uso anche Milton Erickson, il fondatore dell'ipnosi modern4 con i pazienti più resistenti. Qualche esempio? "Lasicurezzaè la cosa pitr pericolosa del mondo" (Huge Walpole), o "Confessare una debolezza è un gesto di superioritf' (Dino Basili) o ancora "Ogni volta che la gente è dhccordo con me, ho la sensazione di avere torto" (Oscar Wilde, un vero maestro dei paradossi). a. a. a. a. fr !o a. a. IPOTIZ.ZATÉ DI AVERE TORTO. sue posizioni e perfino ad accettare idee botto è quasi impossibile. Tutti hanno diverse dalle sue. Assecondare la visione dell'interlocutore non vuol dire sposare la suatesi, ma sottolineare Ie sue "buone ragioni" e mostrare di comprenderle. bisogno di tempo per abituarsi a un'idea nuova, per raccogliere più. elementi possibile evalutare ipro e i contro. <Napoleone diceva: ho fretta, quindi vado lentamente), ricorda Rampin. <Andare piano NON ABBIATE FRETTA. Gutta cavat lapígli antichi Romani, cioè la goccia scava la pietra: con pazienza, e a piccole dosi, si arriva a modificare anche le posizioni più rigide. Secondo Howard Gardner, docente di psicologia all'Università di Harvard, cambiare idea d'un portapirì rapidamente ai risultatiperché dem, dicevano si evita che I'interlocutore eriga barriere difensive rigide e insormontabilb. Insinuare qualche dubbio, soprattutto in caso di idee fortemente identitarie (vedí al punto "ídentificate Ie radici'), è già un risultato di cui andare soddisfatti. Nondate per scontato di avere ragione. È aimcile ammetterlo, ma questa possibilità esiste, eccome. Si tratta anzi di un punto fondamentale, senza il quale i nove trucchi precedenti falliscono miseramente: se partite con la certezza che la vostra idea sia quellagiusta, ilvostro interlocutore si sentirà manipolato e preso in giro. È quindi importante essere sempre dispo- sti a cambiare idea in presenza di elementi nuovi che mostrano la questione sotto una luce diversa. Per restare nel campo dei paradossi: è irrazionale anche perseguire Ia razionalità a tutti i costi. O MaÉa Erba Settembre 2015 Focus | 71