La comunicazione tra genitori e figli

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La comunicazione tra genitori e figli
revisionato il 26 gennaio 2016 - a cura di Grazia Pezzini, Psicologa
Nella nostra vita la cominicazione riveste un ruolo fondamentale. Essa può essere vista sia come semp
Pertanto, si può affermare che la finalità della comunicazione è duplice: informare e
persuadere. Alla base di ogni buona comunicazione c’è sempre la capacità di saper ascoltare. Per diventare
un “buon ascoltatore” o per meglio dire un “ascoltatore attivo” bisogna far propri cinque elementi
chiave della comunicazione:
1. prestare attenzione – E’ bene dare a chi parla la massima attenzione così da recepirne
al massimo il messaggio; per questo è bene guardare l’interlocutore in viso senza farsi distrarre
da pensieri interni o da altri fattori esterni;
2. mostrare apertamente che si sta ascoltando - Si può usare il linguaggio del corpo (o
non-verbale) per comunicare che si sta dando attenzione. Annuire di tanto in tanto, sorridere ed
usare altre espressioni facciali, assumere una postura aperta, incoraggiare chi parla a
continuare con piccoli cenni verbali (“si”, “uh huh”), fa sì che l’interlocutore si senta ascoltato;
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3. fornire informazioni di ritorno all’interlocutore - Le proprie convinzioni, idee e opinioni
possono distorcere la comprensione del messaggio. Perciò ripetere quello che l’altro dice
parafrasandolo (“Quello che mi dici sembra…”), fare domande che possano chiarire alcuni punti
(“Che cosa intendi dire…” “Vuoi dire che…”), riassumere periodicamente le affermazioni
dell’altro, danno la conferma dell’ascolto, oltre che ridurre la probabilità di un’errata
interpretazione di ciò che è stato detto;
4. rinviare a dopo i propri giudizi - Quando si comunica le interruzioni sono solo una
perdita di tempo: frustrano l’interlocutore e limitano la piena comprensione del messaggio.
Lasciare finire l’interlocutore senza interromperlo con altre argomentazioni è una buona norma;
5. rispondere in maniera appropriata alle circostanze - L’ascolto attivo si basa sul
rispetto e la comprensione. E’ bene esprimere le proprie opinioni con rispetto trattando gli altri
come vorrebbero essere trattati.
L’ascolto attivo è un’abilità che si può apprendere ed allenare ed ha un ruolo
fondamentale nella comunicazione efficace
E’ molto importante per i genitori riuscire a comunicare in maniera efficace con i propri figli: ciò
giova non solo a questi ultimi, ma a tutti i membri della famiglia indistintamente.
I figli imparano le modalità comunicative dai loro genitori: perciò se questi usano una
comunicazione aperta ed efficace lo stesso faranno i figli.
Quando la comunicazione tra genitori e figli è efficace i figli si creano un’immagine di se stessi
positiva e gratificante; di contro quando la comunicazione è inefficace spesso si insinua in loro
l’idea di essere inascoltati o incompresi e di conseguenza di essere poco importanti. I genitori
che comunicano efficacemente con i propri figli sono soddisfatti nel vedere che vengono
ascoltati e che i figli fanno ciò che loro gli dicono di fare. Al tempo stesso i figli sanno ciò che i
genitori si aspettano da loro e perciò sono più tranquilli e si sentono compresi dalla famiglia.
E’ quando i figli sono piccoli che si deve cominciare a porre le basi per una comunicazione
efficace: i genitori si devono mostrare disponibili quando i figli fanno domande o quando
vogliono intraprendere un discorso; è importante che i genitori si mostrino anche amorevoli e
comprensivi. L’atmosfera che così viene a crearsi fa in modo che i figli siano più propensi ad
aprirsi e confidarsi con i propri genitori.
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Quando i genitori ascoltano i propri figli dovrebbero sempre mostrare interesse e
prestare la massima attenzione a ciò che gli viene detto
Quando si parla col proprio figlio, soprattutto se è molto piccolo, è bene mettersi al suo livello
comunicativo, adottando un linguaggio verbale e non-verbale (gesti, espressioni facciali,
posture, ecc.) che può essere ben compreso da lui. Comportamenti quali l’accucciarsi, o il
chinarsi mentre gli si parla, così da guardarlo negli occhi, è rassicurante e favorisce da parte
sua una comunicazione spontanea. Apostrofarlo dall’alto, invece, non farà che aumentare in lui un senso di disagio ed inadeguatezza e molto probabilmente un blocco nella comunicazione.
Ci sono alcune semplici regole che è bene tenere a mente quando si interagisce con i figli,
soprattutto quando sono piccoli:
1. usare frasi concise - Una buona regola è essere sintetici, verificando se ciò che è stato
detto è stato ben compreso: l’irrequietezza e la mancanza di contatto oculare sono due indici
che denotano certamente distrazione da parte dei figli e che quindi impediscono una buona
comprensione del messaggio verbale che si sta trasferendo;
2. porre la domanda giusta - Il genitore dovrebbe porre al figlio domande “aperte” invece di
fare domande “chiuse” (quelle cioè che presuppongono come risposta un “si” o un “no”). Le
domande “aperte” sono tutte quelle che cominciano con “Che cosa…” “Dove…” Chi…”
Come…”. Ovviamente bisogna evitare di porre al figlio troppe domande in successione così da
confonderlo e da farlo sentire sotto interrogatorio;
3. condividere col figlio i propri pensieri e le proprie idee ma senza esprimere giudizi - Si
trasmettono così valori e principi; inoltre se il genitore si confida abitualmente con il proprio
figlio, questi molto più facilmente si confiderà con lui;
4. ammettere i propri limiti - Quando il figlio fa una domanda al genitore e questi non sa
rispondere è meglio riconoscere i propri limiti nelle conoscenze piuttosto che dargli risposte a
caso. Può essere un utile spunto per insegnare al figlio come cercare la risposta ad esempio
utilizzando un’enciclopedia o internet;
5. dare al figlio le informazioni richieste – E’ necessario fare attenzione che le risposte siano
adeguate all’età del figlio. Il genitore dovrebbe incoraggiarlo a porre domande, e lasciare che da
solo tragga le sue conclusioni per poi confrontarle con le proprie.
Prima o poi in tutte le famiglie si presentano momenti conflittuali: perciò è importante imparare a
smorzare i toni della comunicazione per riportarla ad essere efficace. Ecco alcuni suggerimenti
pratici di
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cose da fare:
1. affrontare un problema alla volta - Per evitare confusione è bene affrontare un aspetto
alla volta così da non rischiare di perdere di vista il problema di fondo;
2. trovare un modo creativo di risolvere il problema - Il genitore deve considerare che ci può
essere più di una soluzione ad un singolo problema: si tratta solo di trovare, insieme al figlio,
quella che accontenta entrambi. Procedere in questo modo fa sì che si impari ad essere più
flessibili;
3. essere cortesi - Non si deve dimenticare che i figli meritano rispetto: bisogna imparare a
controllarsi anche durante una conversazione conflittuale evitando di dire cose che potrebbero
ferirli;
4. fare riferimenti più a se stesso che all’altro – E’ meglio dire “Mi sento sconfortato quando
non metti in ordine i tuoi giocattoli!” invece di dire “Non metti mai in ordine i giocattoli!”; in questo
modo si danno informazioni sul proprio stato d’animo conseguente al comportamento del figlio,
anziché accusarlo o rimproverarlo. Questo atteggiamento aumenta nel bambino il senso di
responsabilità circa le proprie azioni e lo porta ad esprimere anch’egli i propri stati d’animo;
5. essere pronti a perdonare – E’ bene che il genitore insegni al proprio figlio ad essere
disponibile al perdono;
cose da evitare:
1. brontolare e fare sermoni - Bisogna comunicare con frasi brevi e chiare ciò che si vuole.
E’ inutile ribadire i concetti più del necessario: un concetto espresso in maniera chiara non ha
bisogno di essere ripetuto una seconda volta;
2. interrompere - Quando il figlio sta parlando è bene aspettare che abbia finito di esprimersi
prima di replicare;
3. evitare le critiche - Ogni critica viene vissuta come un attacco personale e se proprio deve
essere fatta deve essere solo riferita a quanto viene verbalizzato e non diretta al figlio come
persona;
4. non fare mai riferimento ad errori pregressi - Se il figlio ha commesso un errore in
passato, è bene cercare di non mensionarlo;
5. cercare di controllare il figlio facendo leva sul suo senso di colpa - Ciò è profondamente
sbagliato e nuoce al rapporto genitore-figlio;
6. essere sarcastici o ridicolizzare - Questo comportamento ferisce il figlio e lo fa sentire
rifiutato, non amato e inadeguato;
7. dire al figlio cosa deve fare - Bisogna lasciare al figlio la possibilità di trovare insieme la
soluzione più idonea al problema. Se gli si dice ciò che deve o non deve fare, crederà che non
può avere alcun controllo sulle sue azioni;
8. minacciare - Le minacce sono raramente efficaci e creano ostilità;
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9. mentire - I genitori dovrebbero essere aperti ed onesti verso i propri figli così da
incoraggiare in loro un comportamento analogo. I figli sono molto sensibili nell’intuire quando
non gli si sta dicendo la verità;
10. negare il vissuto del figlio - Il figlio va incoraggiato cercando di interpretare il suo vissuto,
consolandolo e facendogli sentire che nonostante tutto si è dalla sua parte.
La comunicazione efficace presuppone molto lavoro e pratica: i genitori dovrebbero fare
lo sforzo di comunicare efficacemente con i propri figli fin da quando sono piccoli. Il
risultato non può che essere una relazione genitore-figlio più positiva e meno stressante
FONTI D'INFORMAZIONE:
http://www.parenting-ed.org/handouts/communication-parent%20to%20child.pdf
http://www.parenting-ed.org/handouts/Communicating%20with%20Child%20Handout.pdf
http://www.mindtools.com/CommSkll/ActiveListening.htm
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