Gli Stati dell’io Lo Stato dell'Io secondo E. Berne è un sistema di sentimenti a cui corrisponde un insieme di modelli di comportamento. (Per un approfondimento si possono consultare le opere di Berne già citate, in particolare: Analisi Transazionale e Psicoterapia). L'ideatore dell'Analisi Transazionale ha ipotizzato l'esistenza di tre Stati dell'Io che ha familiarmente chiamato: Genitore, Adulto, Bambino. E. Berne, nella sua pratica psicoterapeutica, constatò che le classificazioni e le diagnosi psichiatriche "disturbavano" il suo rapporto con i pazienti, gli impedivano di avvicinarli emozionalmente, di capirli "realmente" nelle loro sofferenze. Coglieva la "malattia" ma non la "persona" malata. I famosi avvocati che si recavano al suo studio chiedendo il suo aiuto assomigliavano, egli notò, più a dei "bambini" che ad illustri e stimati professionisti "adulti". Fu proprio utilizzando l'intuito che giunge ad identificare lo Stato dell'Io, la edizione del momento della persona con cui interagiva. Gli adulti in regressione ed emozionalmente turbati si comportavano dunque come bambini. Il cambiamento di comportamento li faceva successivamente apparire in maniera ancora totalmente diversa: ad esempio li trasformava da "bambini" in "genitori" - "critici" o "protettivi" - secondo una tipica modalità genitoriale. Da qui l'idea dello Stato dell'Io Genitore. Lo stesso adulto poteva poi riprendere il suo consueto stile logico, il suo comportamento razionale dimostrando così di attivare il suo Stato dell'Io Adulto. Gli Stati dell'Io hanno dunque una origine intuitiva ma sono osservabili anche da un punto di vista sociale. E. Berne indica quattro modalità per la loro diagnosi: la diagnosi comportamentale, storica, fenomenologica e sociale. Data la complessità della loro natura solo il soggetto può essere certo dello Stato dell'Io di volta in volta attivato. Nel caso particolare della "relazione simbiotica complementare" gli Stati dell'Io interessati sono lo Stato dell'Io Generatore e Adulto di un interlocutore, e lo Stato dell'Io Bambino dell'altro interlocutore. Il progetto di uscita da questo genere di relazione, che tende a ripetersi con diversi interlocutori, è l'attivazione degli Stati dell'Io non "funzionanti" in ciascuno dei soggetti in relazione. Il primo interlocutore potrà diventare "libero" nella relazione quando sarà in grado di rendere funzionante il proprio Stato dell'Io Bambino. A questo punto non dovrà dipendere dallo stato dell'Io Bambino del proprio interlocutore: e i bisogni e le emozioni dell'altro non lo "ricatteranno" in modo automatico. Potrà cioè rimanere "toccato", ma non ferito, e rispondere in modo "libero" al proprio interlocutore. Il secondo interlocutore, che interagisce solo con lo stato dell'Io Bambino, si renderà libero e autonomo nella relazione rendendo attivi e funzionanti i propri Stati dell'Io Genitore e Adulto. Potrà cioè pensare e prendersi cura di sé senza dipendere dall'altro. La pienezza e l'autonomia dei due interlocutori consentirà loro di entrare in relazione per "condividere" le loro esperienze e la loro esistenza rimanendo indipendenti, autonomi. Solo a questo punto l'"io" e il "tu" possono essere in grado di strutturare il "noi": la relazione della pienezza, della libertà e della intimità.