SERBIA
NOTA CONGIUNTURALE
dicembre 2014
1. Quadro macroeconomico
a) Andamento congiunturale
L’economia serba nel 2013 ha registrato una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi
nove mesi del 2014 si registra un calo dello 0.6%. Il terzo trimestre del 2014 e’ stato segnato da un calo del
PIL del 3,7%. Intanto la produzione industriale nei primi nove mesi del 2014 e’ in calo del 5,7% rispetto allo
stesso periodo del 2013. Anche questo indicatore segna un calo del 16% nel terzo trimestre 2014.
La Serbia non ha ancora raggiunto i livelli produttivi del 2008 e la situazione dell’apparato produttivo del
paese non consente di intravedere segnali di decisa ripresa a breve termine. I precedenti governi, cosi’ come
quello attuale, puntavano molto sull’avvio dei lavori nel progetto del gasdotto Southstream, che avrebbe
dovuto imprimere un impatto positivo sull’andamento dell’economia. Tuttavia il futuro del progetto e’
entrato recentemente in un periodo di sostanziale incertezza. Molti sono gli analisti, serbi ed internazionali,
che prevedono come apprezzabilmente negativi gli effetti di un eventuale, definitivo, stop al progetto.
Nel 2014 si e’ verificato il rallentamento della crescita del PIL a causa dell’indebolimento di alcuni fattori
che hanno determinato la crescita nel 2013 nonche’ per via dell’implementazione di una politica fiscale
tendenzialmente restrittiva, noltre che per i danni dell’alluvione che ha colpito le zone centrali del Paese a
maggio 2014. Secondo i dati della Banca Nazionale della Serbia nel 2014 la descrescita del Pil dovrebbe
attestarsi al 2%, mentre per il 2015 le previsioni parlano di un decremento del Pil dello 0,5%.
Le possibilita’ di ripresa economica del paese appaiono legate all’incremento della produzione industriale,
con particolare riguardo a quella che si rivolge all’export. Secondo le previsioni della Banca Nazionale della
Serbia, il maggior contributo positivo alla performance del PIL nel 2014 derivera’ dalle esportazioni nette.
Non e’ difficile prevedere che la combinazione di una domanda interna debole e le scarse prospettive di
crescita per la zona euro possano avere un effetto frenante sull'economia serba. Le misure fiscali necessarie
previste per il 2014 ed il 2015 peseranno, inoltre, sulle prospettive di crescita del paese. L’alluvione di
maggio, una delle peggiori nella storia della penisola balcanica, ha colpito gravemente l’economia del Paese:
i danni totali sono stati stimati a due miliardi di euro. I settori che hanno accusato di piu’ il colpo sono quelli
dell’agricoltura e delle infrastrutture. Un ampio processo di ricostruzione e’ stato avviato ed il Governo
punta molto anche sull’aiuto della Unione Europea.
Il deficit delle partite correnti è stato dimezzato nel 2013, a causa principalmente di una riduzione del
disavanzo commerciale (esportazioni in crescita del 25,8%). E’ entrato in vigore un pacchetto di misure di
consolidamento fiscale che prevede una riduzione dei salari nel settore pubblico, l’aumento dell’aliquota
speciale dell’IVA, l'aumento dell’età pensionabile delle donne e la riduzione delle pensioni. Dopo mesi di
trattative si prevede la stipula di un accordo stand-by con il FMI e l’adozione di ulteriori misure di
consolidamento fiscale (dicembre 2014).
La Serbia sta compiendo progressi nel processo di adesione all'Unione europea. L'accordo di stabilizzazione
e di associazione (ASA) è entrato in vigore il 1 ° settembre 2013, mentre la prima conferenza
intergovernativa sui negoziati di adesione della Serbia si è tenuta a gennaio 2014, segnando l'inizio dei
negoziati di adesione all'UE della Serbia. Nel corso dell’anno si sono tenuti diversi incontri relativi alle
attivita’ di screeening sui vari capitoli negoziali, nessuno dei quali e’ stato ancora aperto alla trattativa
formale.
Le trattative per l’adesione all’Organizzazione mondiale del Commercio (Word Trade Organization) sono
ancora in corso. A giugno 2013 il presidente del gruppo di lavoro per l'adesione della Serbia ha invitato la
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dicembre 2014
Serbia a completare i negoziati bilaterali e ad emanare la legislazione necessaria per concludere il processo
entro la fine del 2014, una scadenza che e’ stata posticipata diverse volte.
Pochi progressi sono stati compiuti per quanto riguarda la vendita di grosse aziende pubbliche. Il futuro della
società di telecomunicazioni di proprietà statale, Telekom Srbija, rimane incerto, mentre a maggio 2014 si e’
iniziato a considerare la possibilita’ di vendita. La società farmaceutica, Galenika, è stata offerta in vendita,
ma l'offerta è stata prorogata più volte a causa di mancanza di interesse degli investitori. Il governo sta
ancora cercando un partner strategico per l'acciaieria Zelezara Smederevo, dalla quale si e’ ritirata la US
Steel.
La compagnia aerea nazionale, JAT Airways, ha concluso una partnership strategica con la compagnia aerea
degli Emirati Arabi Uniti "Etihad Airways”. Secondo le disposizioni di questo accordo, firmato a luglio
2013, Etihad Airways ha acquisito il 49 % della JAT, che e’ successivamente stata rinominata “Air Serbia”.
La ristrutturazione del settore pubblico, dall’altra parte, rimane forse il compito principale per lo Stato nel
prossimo biennio, con riforme profonde e sostanziali che sono anche la condizione sine qua non della Banca
Mondiale e del FMI per il proseguimento dei programmi di assistenza.
I nuovi accordi di acquisto di energia sono stati adottati e il prezzo dell'elettricità e’ stato aumentato. A luglio
2013 il Ministero dell'Energia ha adottato nuovi modelli ufficiali degli accordi di acquisto di energia,
permettendo ai produttori di energia “privilegiati” di utilizzare gli incentivi per l'energia da fonti rinnovabili.
Con i problemi e le incertezze che riguardano la costruzione del gasdotto Southstream, la Serbia dovra’ per
forza compiere degli sforzi volti a sviluppare ulteriormente le tecnologie e le proprie capacita produttive nel
settore dell’energia rinnovabile (biomassa, idroelettrico ed altri).
Sono state introdotte diverse riforme fiscali. Alla fine del 2012 il tasso di imposta sul reddito delle società è
stato aumentato dal 10 al 15 per cento. La Serbia è calata dal 77° al 91° posto nel rapporto Doing Business
per il 2015 della Banca Mondiale che contiene un'analisi di 182 economie in tutto il mondo. Come riportato
nella relazione della Banca, la Serbia durante 2013/14 non ha attuato le riforme che sono state oggetto della
valutazione e che dovrebbero facilitare il quadro normativo, ed ha reso ancora più difficile il processo di
trasferimento di beni. La Banca afferma inoltre che è evidente che la Serbia sta cercando di migliorare il suo
quando normativo, ma che le maggiori sfide per il doing business sono: l'emissione di permessi di
costruzione, che sono i più costosi in tutta l'Europa e l'Asia centrale, e il numero di imposte e tasse pagate da
parte di imprenditori - 67 all'anno, il che e' un record europeo. La nuova bozza della legge sul lavoro ha
suscitato molto interesse e pareri contrastanti – la legge sarebbe volta a liberalizzare ulteriormente il mercato
del lavoro, facilitando i processi di assunzione e licenziamento del personale.
È stata inoltre introdotta una nuova legge sulle ferrovie, ideata per armonizzare il quadro giuridico nazionale
con la normativa comunitaria e per aprire il settore alla concorrenza. La legge introduce il principio della
separazione tra la gestione dell'infrastruttura ferroviaria e quella relativa all’operatività.
La stabilità del settore bancario è stata mantenuta, anche se alcune banche di piccole dimensioni sono entrate
in procedura di fallimento gia’ nel 2013.
L’economia sommersa rappresenta ancora oggi circa un terzo del PIL nazionale. Questo fenomeno per le
casse dello Stato comporta una perdita stimata superiore a 4 miliardi di euro l’anno, concentrato soprattutto
nel settore delle costruzioni. Le ultime stime riportano una cifra pari a 700.000 persone impiegate nella
“zona grigia”.
Il 2013 ha visto un’inflazione al livello del 2,2% sui dodici mesi, un minimo storico. Il livello medio dei
salari e’ cresciuto portando la retribuzione reale lorda pro capite a ottobre 2014 a circa 62.000 dinari pari a
circa 516 euro (circa 375 netti). Secondo le previsioni della Banca Nazionale Serba nell’ultimo trimestre del
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2014 e nel primo trimestre del 2015, l’inflazione dovrebbe aggirarsi, con oscillazioni dell’1,5% in piu’ o
meno, attorno al valore del 4%.
Le retribuzioni piu’ alte si riscontrano, come negli anni precedenti, nel settore finanziario (con circa 670 euro
netti), mentre la retribuzione più bassa viene segnalata nell’industria del tessile/abbigliamento (circa 300
euro). Dal 2008 al 2014 il settore privato in termini occupazionali si e’ contratto di un terzo e continua a
soffrire gli effetti della crisi economica e dell’aumento delle imposte statali.
L’alto livello del tasso di disoccupazione rimane uno dei principali problemi strutturali dell’economia serba:
a ottobre 2013 il tasso di disoccupazione era stimato oltre il il 30%, ovvero piu’ di un milione di persone,
anche se i dati ufficiali del Governo sostengono un livello molto piu’ contenuto (17.6%). I tagli
occupazionali hanno riguardato negli ultimi tre anni quasi esclusivamente il settore privato.
Le riserve della Banca Centrale in valuta estera durante il 2013 e soprattutto durante il 2014 sono calate (in
particolare in ragione di interventi sul mercato delle valute a sostegno del Dinaro serbo), raggiungendo a
ottobre 2014 il livello di 10,7 miliardi di euro, un livello sempre soddisfacente, ottenuto soprattutto grazie
all’emissione obbligazionaria sul mercato europeo.
La Serbia beneficia all’incirca di 200 milioni di euro di finanziamenti comunitari all’anno anche per il 2014.
Lo status di candidato ufficiale permetterà dai prossimi mesi di utilizzare tutte le 5 componenti dei fondi
IPA.
Il bilancio dello Stato nel periodo 2006 - 2013 è stato costantemente in deficit. Secondo la nuova finanziaria
del 2014 sono previste entrate pari a 930 miliardi di dinari serbi (circa 8,2 miliardi di euro) ed uscite pari a
1.113 miliardi di dinari (circa 9,8 miliardi di euro) per un deficit del 4,6% del PIL entro la fine dell’anno
2014. A ottobre del 2014 il bilancio positivo del budget e’ stato di poco piu’ di 2,3 milioni di euro, dovuto
prevalentemente ad una politica fiscale piu’ aggressiva ed al versamento dell’IVA.
La nuova legge finanziaria e’ stata preceduta da una serie di provvedimenti e leggi, come quella sui tagli alle
retribuzioni nel settore pubblico e la nuova legge sulla lavoro, la legge sull’IVA ed altre, volte ad
ammortizzare il calo dei consumi e tagliare i costi. Il piano, caraterizzato da parte degli esperti come molto
ambizioso, del premier Aleksandar Vucic, prevede incentivi per imprese private, tagli al settore pubblico,
progetti nei settori infrastrutture ed energia, nonche’ la stimolazione del settore edile – settore limitato a
pochi progetti ed in costante calo negli ultimi anni.
La finanziaria per il 2014 prevede una crescita del PIL dell’ 1% ed un tasso di inflazione massimo del 5,5%.
La nuova politica economica e fiscale, come annunciato dal Governo, sara’ volta a mantenere la stabilita’
macroeconomica, la crescita dell’economia e la lotta alla dissoccupazione. Le previsioni del Governo sono
basate sulla crescita della produzione della Fiat Automobili Srbija (FAS), l’aumento della produzione
agricola, delle esportazioni della Naftna Industrija Srbije (NIS) nonche’ sulla ripresa della produzione
dell’acciaieria di Smederevo, principale produttore industriale, il cui futuro appare ancora incerto.
Il Governo punta molto sul credito di 2,3 miliardi di dollari da parte degli Emirati Arabi Uniti che dovrebbe
essere concesso con tassi molto agevolati. Tale prestito ridurrebbe in maniera significativa il budget statale e
permetterebbe investimenti nei settori chiave. Secondo il governo serbo, il prestito sarebbe utilizzato anche
per ripagare i debiti piu’ onerosi (circa un miliardo di euro di interessi nel 2014).
Il debito pubblico della Serbia nel 2014 e’ ulteriorimente cresciuto, raggiungendo (ad ottobre 2014) 22,2
miliardi di euro, ovvero il 67,2% del PIL, mentre la finanziaria prevedeva un massimo del 45% del PIL. La
crescita del debito e’ dovuta in particolare all’emissione di titoli da parte dello Stato, ma anche alle
fluttuazioni del tasso di cambio, ovvero al mantenimento del valore della valuta serba.
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Il problema principale del Governo rimane quello del ripagamento dei crediti precedenti e degli obblighi
finanziari assunti. Il piano principale del Governo, adottato in collaborazione con la Banca Mondiale,
prevede la soluzione dello status delle imprese pubbliche entro la fine di giugno 2014. 29 grandi imprese
dovrebbero trovare un parter strategico entro la fine del 2014, tra queste spiccano Prva Petoletka (pneumatica
ed idraulica), IMK (produzione macchine agricole), FAP (produttore di autobus e camion).
La volonta’ della Serbia a raggiungere un accordo con il FMI nel periodo 2014-2015 dovrebbe fornire un
ulteriore impeto alle riforme. La svolta da imprimere alle politiche fiscali nelle fasi iniziali delle trattative
appare a portata di mano.
I principali indicatori macroeconomici della Serbia 2007-2013
DATI MACROECONOMICI
2008
2009
2010
2011
2012
2013
PIL in miliardi di dinari
2.723
2.815
3.034
3.359
3.267
3.618
PIL in milioni di euro
PIL, crescita reale, %
Inflazione, %
IDE, netti, milioni di euro
IDE, in % del PIL
Debito estero, miliardi di euro
Debito estero, % del PIL
33,418
5,5
8,6
1.820
5,6
21,8
65,2
29,967
-3,1
6,6
1.372
3,7
22,8
76,0
29,343
1,0
10,3
860
3,8
23,8
81,11
32,403
1,6
7,0
1.827
4,1
22
68,7
28.692
-2.0
12.2
210,0
0,8
24,8
86,2
31.980
2,5
2.2
768
2,4
26,0
62,3
Fonte: Ministero delle Finanze della Serbia, Banca Centrale della Serbia, Ente statistico Serbia, FMI,
settembre 2014
b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
L’interscambio commerciale della Serbia nel 2013 e’ stato di 26,4 miliardi di euro ed ha registrato una
crescita del 12,8% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni serbe hanno totalizzato 10,9 miliardi di euro,
in aumento del 25,8% rispetto al 2012, mentre le importazioni hanno registrato una lieve crescita (+5,1%),
totalizzando 15,5 miliardi di euro. Il 62% del commercio estero della Serbia e’ legato ai Paesi dell’UE.
Il 2013 ha confermato la posizione dell’Italia quale primo partner commerciale della Serbia, con un
interscambio pari a 3,568 miliardi di euro, composto da esportazioni serbe pari a 1,792 miliardi di euro –
quasi il doppio del 2012 (+92%), grazie soprattutto all’output dell’industria automotive dell’indotto FIAT, e
con importazioni dall’Italia pari a 1,775 miliardi di euro, in crescita del 24,7% rispetto al 2012. L’Italia
mantiene la maggiore quota del mercato serbo con l’11,5%, seguita da Germania (10,9%) e Federazione
Russa (9,2%).
Nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni serbe hanno registrato un trend di crescita (+3,1%),
totalizzando 8,291 miliardi di euro. Anche le importazioni nello stesso periodo si mantengono ad un buon
livello (+1,7%) con 11,429 miliardi di euro.
5
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Lo scambio commerciale con l’estero del Paese nel corso del periodo gennaio - settembre 2014 ha raggiunto
i 19,7 miliardi di euro.
L’Italia si e’ confermata nel periodo gennaio - settembre 2014 il primo acquirente con 1.467 milioni di euro,
con una crescita del 11,8%, seguita dalla Germania (1.467 milioni, +5,0%) e dalla Bosnia - Erzegovina con
729 milioni di euro (+11%).
La classifica dei principali fornitori serbi del 2014 nello stesso periodo e’ guidata invece dalla Germania
(1.364 milioni, in crescita del 9,1%), che ha superato di pochissimo la Russia (1.318 milioni, con una crescita
straordinaria del 51,2%) e l’Italia (1.303 milioni di euro, in lieve flessione del 0,6%).
E’ da sottolineare il fatto che l’Italia si conferma nel periodo gennaio - settembre 2014, cosi’ come per
l’intero 2013, il principale partner commerciale serbo assoluto, con un interscambio di piu’ di 2770 milioni
di euro, ovvero piu’ del 14% dell’interscambio complessivo della Serbia.
Investimenti diretti esteri
La Serbia ha ricevuto 539,8 milioni di euro in investimenti diretti esteri (IDE) nel primo semestre del 2014,
secondo i dati del Ministero delle Finanze, ritenuti non sufficienti per un economia basata prevalentemente
sull’introit di IDE dall’estero, con un industria domestica relativamente sviluppata e dotata di strumentazioni
produttive in buona parte obsolete.
La decisione definitiva di coinvolgere la Serbia nel progetto di costruzione del gasdotto South Stream e’ stata
approvata a ottobre 2012. I lavori in Serbia hanno avuto inizio a novembre 2013, ed il valore complessivo
del progetto e’ stato stimato a 1,7 miliardi di euro. La Serbia avrebbe dovuto incassare circa 200 milioni di
euro all’anno nei primi anni dal transito del gas, mentre si prevedeva che quando il gasdotto sarebbe stato
completamente utilizzato si sarebbe trattato di circa mezzo miliardo di euro di introiti all’anno. Nel 2012, la
Naftna Industria Srbije, di proprieta’ russo-serba, ha completato il processo di ammodernamento della
Rafinerija Nafte Pancevo (550 milioni di euro). Il progetto avrebbe dovuto portare alla Serbia anche la
stabilita’ nelle forniture di energia e prezzi piu’ contenuti del gas, nonche’ i benefici effetti dal lato
occupazionale relativi all’impiego di circa 2.000 addtti. Tuttavia, il futuro del progetto e’, mentre si scrive, in
forte discussione anche a causa della complessita’ dei rapporti di settore tra EU e Russia.
D’altro canto, il Paese risente ancora delle conseguenze negative dell’uscita della US Steel dalla Zelezara
(Acciaieria) Srbije, per anni il principale generatore di esportazioni della Serbia. Dopo ripetuti tender non
giunti ad effetto, lo Stato sta trattando con diverse aziende straniere e prevede di poter giungere ad un
accordo nel corso del 2015, nonostante il poco interesse suscitato presso le multinazionali del settore e le
condizioni poco favorevoli sul mercato.
Un bando pubblico per l'elezione dell'advisor per la vendita della Telekom Srbija e’ stato pubblicato entro
settembre 2014. Successivamente sarà noto secondo quale modello l’operatore nazionale di
telecomunicazioni sarà venduto e la vendita dovrebbe essere completata in un anno, come annunciato dal
Governo.
Il progressivo dispiegamento dell’investimento FIAT che mobilita attorno al miliardo di Euro, assieme al
consolidamento del polo tessile italiano ed alla presenza di leadership in ambito finanziario, fa’ dell’Italia
attualmente l’investitore più visibile e significativo in Serbia.
Infine, il Governo e la Citta’ di Belgrado puntano molto sul progetto 'Belgrado sull'acqua': progetto edilizio e
commerciale che dovrebbe essere realizzato nella capitale serba con finanziamenti degli Emirati Arabi Uniti.
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dicembre 2014
La societa’ araba Eagle Hills, incaricata della realizzazione del progetto edilizio, ha pubblicato i bandi di
concorso per la costruzione della Torre Belgrado e di un centro commerciale, due delle strutture che
caratterizzeranno l'intera area interessata. Il Governo ha annunciato che nel progetto saranno coinvolti
architetti e societa' serbe, con possibilita' di lavoro per 20 mila persone.
Per quanto riguarda i contributi e gli incentivi per gli investitori esteri, il Governo serbo forniva fino a circa
un anno fa anche sovvenzioni significative per investimenti che prevedevano la creazione di nuovi posti di
lavoro, ma dopo la ristrutturazione del Governo del maggio 2013, questo programma di incentivi è stato
messo in discussione. Dopo le elezioni di marzo 2014, il governo serbo ha preso la decisione di continuare a
sovvenzionare la creazione di nuovi posti di lavoro. Tuttavia, dal nuovo Decreto , non ancora divenuto Legge
dello stato, sulle condizioni e sui modi di attrazione di investimenti diretti, non risulta chiaro l’ammontare
delle sovvenzioni per posto di lavoro, che in precedenza andava da 4.000 a 10.000 euro a seconda
dell’attività e della zona in cui veniva effettuato l’investimento. Inoltre, alcune condizioni sono state
inasprite: la novità principale rispetto alla legislazione precedente è che le aziende che desiderano
beneficiare dell’aiuto finanziario dello Stato devono garantire ai nuovi assunti uno stipendio superiore del
20% rispetto allo stipendio minimo garantito. In aggiunta, in alcuni settori, per ottenere aiuti dallo Stato, gli
investitori saranno tenuti a assumere due volte il numero di dipendenti previsti dai regolamenti precedenti.
L’importo totale dei mezzi assegnati per investimenti superiori a 50 milioni di euro non può superare il 25%
dei costi giustificati dell’investimento, mentre per investimenti di oltre 100 milioni di euro, la percentuale
massima è del 17%. L’ammontare delle sovvenzioni verrà stabilito in base ai costi giustificati
dell’investimento oppure in base ai costi degli stipendi lordi per i nuovi posti di lavoro nei due anni che
seguono la realizzazione del progetto d’investimento. Indipendentemente dal valore dell’investimento, una
delle condizioni per l’ottenimento delle sovvenzioni è che l’investitore fornisca come minimo il 25%
dell’investimento.
Le sovvenzioni verrebbero gestite, come prima, dall’Agenzia per gli investimenti esteri (SIEPA) sotto la
responsabilità del Ministro delle Finanze che si troverà a capo della commissione per l’attribuzione dei
finanziamenti.
Come finora, potranno concorrere all’assegnazione delle sovvenzioni le imprese che investono nella
produzione, in servizi soggetti a scambi internazionali e in progetti strategici nell’ambito del turismo. Questo
riguarda sia le società serbe che quelle estere, a condizione che siano in attività da almeno tre anni e che nel
corso della realizzazione del progetto d’investimento aumentino il numero di dipendenti.
Bisogna tener conto inoltre che esiste anche la possibilita’ di ottenere incentivi indiretti, come terreni
edificabili, accesso alle infrastrutture, capannoni esistenti o altro da parte dei comuni locali.
7
dicembre 2014
I principali acquirenti della Serbia nel periodo gennaio – dicembre 2013
Posizione Paese
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Italia
Germania
Bosnia ed Erzegovina
Federazione Russa
Montenegro
Romania
Repubblica Macedone
Stati Uniti
Slovenia
Croazia
Totale
Valore Variazione %
in 000 di euro
1.792.463
+91,6
1.308.414
+28,5
887.585
+6,1
799.058
+18,4
630.854
+2,4
590.573
-16,0
427.393
+15,1
369.519
+381,8
360.409
+9,8
311.917
+4,1
10.998.968
+25,8
I principali fornitori della Serbia nel periodo gennaio – dicembre 2013
Posizione Paese
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Valore Variazione %
in 000 euro
Italia
1.775.171
+24,7
Germania
1.691.114
+5,7
Federazione Russa
1.428.572
-11,1
Cina
1.136.225
+5,4
Ungheria
761.198
+4,9
Polonia
731.844
+79,1
Kazakhstan
671.866
+105,0
Austria
473.420
- 7,0
Francia
452.766
+11,3
Romania
437.678
-31,7
Totale
15.463.063
+5,1
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
8
dicembre 2014
Di seguito si riportano gli ultimi dati di scambio relativi a settembre 2014.
I principali fornitori della Serbia nel periodo gennaio – settembre 2014
Pos
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Paese
Germania
Russia
Italia
Cina
Polonia
Ungheria
Austria
Francia
Romania
Turchia
Mondo
Valore in 1.000 di euro
1.364.037
1.318.256
1.303.067
859.931
561.211
559.947
356.342
322.978
315.559
311.697
11.429.950
Variazione %
9.1
51.2
-0.6
3.5
4.3
-0.6
2.7
2.7
-4.0
5.8
1.7
Quota %
16.45
15.9
15.72
10.37
6.77
6.75
4.3
3.9
3.81
3.76
I principali acquirenti della Serbia nel periodo gennaio – settembre 2014
Pos
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Paese
Italia
Germania
Bosnia - Erzegovina
Russia
Montenegro
Romania
Macedonia
Slovenia
Croazia
Francia
Mondo
Valore in 1.000 di euro
1.467.703
1.018.019
728.658
577.746
429.554
408.502
335.195
267.999
264.667
236.371
8.291.725
Variazione %
11.8
5.0
11.0
-2.8
-12.4
-0.9
6.4
6.0
16.1
24.4
3.1
Quota
17.7
12.28
8.79
6.97
5.18
4.93
4.04
3.23
3.19
2.85
Fonte: Elaborazioni ICE – Agenzia su dati Ente per la statistica della Serbia
2. Andamento dei rapporti bilaterali commerciali e individuazione delle aree di intervento
a) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali
Per quanto riguarda le importazioni serbe dall’Italia nel 2013, l’Italia e’ stata seguita dalla Germania (1,691
miliardi di euro), dalla Federazione Russa (1,428 miliardi di euro) e dalla Cina (1,136 miliardi di euro),
mentre i principali mercati di sbocco della merce serba sono stati, dopo l’Italia, Germania (1,3 miliardi di
euro), Bosnia – Erzegovina (888 milioni di euro) e Federazione Russa (800 milioni di euro).
9
dicembre 2014
I settori merceologici piu’ rilevanti per il 2013, per quanto riguarda le esportazioni italiane sono stati
nell’ordine: veicoli, segnalati da una crescita del ben 295% (614 milioni di euro), filati, tessuti e prodotti
tessili (97 milioni di euro, mantenendo il livello del 2012) e macchine di impiego generale (78 milioni di
euro, in calo del 16%, come consequenza delle difficolta’ dell’industria serba). A tal riguardo e’ indicativo
anche il calo delle importazioni per la lavorazione del metallo dall’Italia (-70%)
Sul versante dell’export serbo, il settore dei veicoli nel 2013 ha segnato una crescita del 308% (per un totale
di un miliardo di euro nel 2013) ed ha costituito il 56% dell’import italiano dalla Serbia, seguito da
abbigliamento (133 milioni di euro) e calzature (109 milioni).
Sul versante delle importazioni serbe dall’Italia si registrano i veicoli, filati, tessuti e prodotti tessili, ma
anche il calo delle macchine di impiego generale, tradizionale punto di forza dell’Italia, (-24,5%).
Nel periodo gennaio - settembre 2014 l’Italia risulta ancora il primo partner commerciale della Serbia, con
un interscambio complessivo di 2.770 milioni di euro, costituito da 1.467 milioni di euro di importazioni
(+11,8% rispetto allo stesso periodo del 2013) e da 1.303 milioni di euro di esportazioni (-0,6% rispetto
all’anno precedente). Il saldo commerciale a favore della Serbia e' stato pari a circa 164 milioni di euro,
sottolineando un rapporto commerciale simmetrico. L’Italia e’ negli ultimi vent’anni sempre stata tra i primi
tre acquirenti della Serbia e le esportazioni serbe nel nostro Paese hanno pesato per piu’ di un quinto delle
esportazioni totali in UE.
Va comunque considerato che una componente rilevante e’ costituita da lavorazioni in conto terzi,
soprattutto nei settori delle calzature, del tessile-abbigliamento e del legno-arredamento e di altre produzioni
effettuate dalle numerose aziende italiane che hanno investito nel Paese.
Con il dispiegamento progressivo dell’investimento della FIAT e delle aziende associate, gli investimenti
complessivi italiani negli ultimi anni sono stimabili a circa 2 miliardi di euro.Vi sono circa 500 aziende
italiane presenti in Serbia, per un giro d’affari stimato a 2,4 miliardi di euro e un livello occupazionale
stimato di oltre 20.000 addetti.
Il numero di aziende italiane che hanno investito direttamente in Serbia negli ultimi anni è quasi triplicato.
Nel quadro del processo di privatizzazione avviato dallo stato serbo, le aziende italiane figurano al secondo
posto per numero di aziende acquisite.
10
dicembre 2014
SERBIA - SCAMBI TOTALI CON L’ITALIA
PERIODO: GENNAIO – DICEMBRE 2013
VALORI: .000 EURO
ESPORTAZIONI
1.792.463
IMPORTAZIONI
1.775.171
01 – 12. 2013 %
01 – 12. 2012 %
Esp.
Imp.
SALDO
17.292
+91,6
PRINCIPALI PRODOTTI ESPORTATI
+24,7
01 – 12.2013 %
01 – 12.2012 %
+308
-11,7
+15,3
-1,5
+93,7
-24,1
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Veicoli
Abbigliamento
Calzature
Ferro e acciaio
Prodotti di metallo non menzionati
Metalli non ferrosi
999.743
132.946
109.414
62.887
48.446
46.728
7.
8.
Materie plastiche in forme primarie
Prodotti di caucciu’
38.387
33.123
172,5
29,5
9.
10.
Vari prodotti finiti, non menzionati
Filati, tessuti e prodotti tessili
25.447
21.474
98,1
9,5
PRINCIPALI PRODOTTI IMPORTATI
Veicoli
1.
614.823
Filati, tessuti e prodotti tessili
2.
96.914
Macchine d’impiego generale
3.
78.485
Pelle e pelletteria
4.
71.384
Diversi prodotti finiti, non menzionati
5.
71.249
Macchine per impieghi speciali
6.
64.765
Prodotti di metallo non menzionati
7.
61.849
Ferro e acciaio
8.
53.557
Abbigliamento
9.
49.021
10. Carta, cartone e cellulosa
41.163
Fonte: Elaborazione Ice su dati Ente per la statistica della Serbia
01 – 12. 2013%
01 – 12. 2012%
295,4
+0,4
-15,6
+11,2
+69,0
-18,0
-8,2
+13,6
-2,9
-6,3
11
dicembre 2014
SERBIA - SCAMBI TOTALI CON L’ITALIA
PERIODO: GENNAIO – SETTEMBRE 2014
VALORI: .000 EURO
ESPORTAZIONI
1.467.703
IMPORTAZIONI
1.303.067
01 – 09.2014 %
01 – 09.2013 %
Esp.
Imp.
SALDO
164.636
+11,8
PRINCIPALI PRODOTTI ESPORTATI
-0,6
01 – 09.2014 %
01 – 09.2013 %
10,4
30,8
6,6
38,4
1,2
-1,1
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Veicoli
Abbigliamento
Calzature
Ferro e acciaio
Prodotti di metallo non menzionati
Metalli non ferrosi
7.
8.
Prodotti di caucciu’
Cereali
25.892
23.232
-2,0
85,4
9.
10.
Mangimi
Filati, tessuti e prodotti tessili
22.135
21.658
79,2
36,9
818.725
127.089
87.810
67.005
35.390
34.616
01 – 09. 2014%
01 – 09. 2013%
PRINCIPALI PRODOTTI IMPORTATI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Veicoli
Filati, tessuti e prodotti tessili
Macchine d’impiego generale
Macchine per impieghi speciali
Pelle e pelletteria
Prodotti finiti non menzionati
Ferro e acciaio
Abbigliamento
Prodotti di metallo non menzionati
Carta, cartone e cellulosa
385.334
111.399
69.234
57.003
56.784
54.273
44.628
42.712
40.168
30.298
-16,5
25,8
16,1
22,3
7,5
4,8
15,6
25,3
-15,5
-1,1
Fonte: Elaborazione Ice su dati Ente per la statistica della Serbia
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dicembre 2014