PROEMIO ODISSEA
Struttura del Proemio
Invocazione: (verso 1) Come l'altro grande poema epico attribuito ad Omero, l'Iliade, anche
l'Odissea si apre con l'epiclesi ( o invocatio), cioè l'invocazione alla musa , affinché ispirasse il
poeta nella composizione dell'opera. In tal caso la musa è una sola, poiché in epoca omerica non
esisteva ancora la scissione delle muse in nove figure, a patrocinare le varie branche dell'arte.
Protasi: ( versi 1-21) La protasi ( o propositio), espone in grandi linee gli avvenimenti che
successivamente il poeta narrerà nei ventiquattro libri del poema. Vengono brevemente esposte
le vicende avventurose di Odisseo: le lunghe peripezie dopo la partenza da Troia, la morte dei suoi
compagni successivamente al macello dei buoi del Sole, la segregazione di Odisseo ad Ogigia da
parte della ninfa Calipso, il ritorno ad Itaca ostacolato da Posidone ( per l'accecamento del figlio, il
ciclope Polifemo), per poi essere sancito dal concilio divino.
Questo proemio, come anche quello dell'Iliade, altro poema epico attribuito ad Omero, costituisce
il modello per i successivi poemi epici e anche della letteratura cavalleresca.
Particolarità
A differenza del proemio dell'Iliade, quello dell'Odissea presenta una successiva ripresa
dell'invocazione della musa, al decimo verso. Tale elemento sarà poi ripreso nel proemio
dell'Eneide di Virgilio.
Elementi lessicali
Il testo greco inizia, segnando già il primo stacco con l'Iliade, con il termine ándra, cioè uomo,
essere umano ( tradotto anche come eroe). Si comprende quindi subito che l'Odissea rappresenta
essenzialmente la narrazione pur sempre delle vicende riguardanti Odisseo, spostando però in un
primo piano l'uomo, e quindi Odisseo stesso. Il personaggio di Odisseo è inoltre immediatamente
connotato dal primo aggettivo del testo, cioè polytropon. Esso ha svariati significati, fra cui "
sballottolato dal destino" e "multiforme". Esso quindi va a sottintendere due peculiarità di
Odisseo: le continue avversità del fato da lui subite, e quindi una profonda sofferenza, ma anche le
diverse sfaccettature della sua intelligenza e della sua scaltrezza, le diverse modalità che lo
portano a superare quelle stesse avversità.
TESTO (traduzione di Quasimodo)
"Narrami, o Musa,l' uomo dall'agile mente
che a lungo andò vagando,poi che cadde Troia,
la forte città,e di molte genti vide le terre
e conobbe la natura dell'anima,
e molti dolori patì nel suo cuore
lungo le vie del mare,
lottando per tornare in patria coi compagni,
che per loro follia (come simili a fanciulli!),
non poté sottrarre alla morte,
poi che mangiarono i buoi del Sole,
figlio del cielo, che tolse loro il tempo del ritorno. VOTO 6
Questo narrami ,o dea, figlia di Zeus ,
e comincia di dove tu vuoi.
Già i superstiti scampati alla morte violenta erano in patria,
lontani dalla guerra e dal mare :
lui solo sospirava il ritorno e la sua donna nelle grotte profonde di Calipso,
divina fra le dee , la ninfa ansiosa di averlo suo sposo.
VOTO 7
E quando col volgere degli anni ,
per volere dei numi,
giunse il tempo del ritorno ad Itaca,
anche là ,fra i suoi cari, non finirono le pene.
Pietà di lui sentivano gli dei ,
ma solo Poseidone restò fermo nell'ira contro il divino Odisseo,
fino al giorno del suo arrivo in patria. VOTO 8