Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ CAPITOLO 5: esercizi ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.1 Dai seguenti dati termodinamici standard a 25°C: kJ ⋅ mol −1 0.0 0.0 -285.8 ∆ f H° H2 (g) O2 (g) H2O (l) kJ ⋅ mol −1 0.0 0.0 -237.1 ∆ f G° S° J ⋅ K −1 ⋅ mol −1 130.7 205.1 69.9 Calcolare la variazione dell’energia libera di formazione (di Gibbs) di una mole di acqua quando viene riscaldata da 25°C a 35°C alla pressione standard. Svolgimento. La reazione di formazione dell’acqua liquida è la seguente: ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.2 Si calcoli il calore di reazione del benzene a cicloesano dai seguenti valori per l’entalpia standard di formazione di benzene liquido ( ∆ f H ° = 49.0 kJ ⋅ mol −1 ) e di cicloesano liquido ( ∆ f H ° = −156.0 kJ ⋅ mol −1 ) a 25°C. Stimare la variazione di energia interna per la reazione. Svolgimento. La reazione in esame è la seguente: C6H6 (l) + 3H2 (g) → C6H12 (l) Per valutare il calore di reazione, cioè il ∆ r H ° della reazione, applichiamo la legge di Hess: Hess ∆ r H ° = ∆ f H °(C 6 H 12 (l ), T0 ) − ∆ f H °(C 6 H 6 (l ), T0 ) = −205kJ ⋅ mol −1 , per T0 = 298K. Consideriamo ora la variazione di energia interna nel processo di formazione di una mole di cicloesano a pressione costante (pari a P0) e a temperatura costante (T0 ), cioè valutiamo ∆ rU °(T0 ) per la reazione scritta. Dalla relazione generale U = H − P ⋅ V , applicata al caso specifico, ricaviamo: _____________________________________________________________________________ 1 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ ∆ rU 0 (T0 ) = ∆ r H 0 (T0 ) − P 0 ⋅ ∆ rV 0 (T0 ) , dove ∆ rV 0 (T0 ) è il volume standard di reazione: ∆ rV °(T0 ) = V °(C 6 H 12 (l ), T0 ) − V °(C 6 H 6 (l ), T0 ) − 3 ⋅ V °( H 2 ( g ), T0 ) ≅ −3 ⋅ V °( H 2 ( g ), T0 ) R ⋅T ≅ −3 ⋅ 0 0 = −0.074m 3 . P Si è assunto che: • i volumi di una mole di cicloesano e di benzene liquidi siano circa uguali (e si elidano nella somma algebrica) o che, comunque, la loro differenza sia trascurabile rispetto al volume di tre moli di idrogeno gassoso; • l’idrogeno gassoso abbia comportamento ideale, adottando l’equazione di stato dei gas perfetti. Infine: ∆ rU 0 (T0 ) = ∆ r H 0 (T0 ) − P 0 ⋅ ∆ rV 0 (T0 ) = ∆ r H 0 (T0 ) − 3 ⋅ RT0 = −197.6kJ ⋅ mol −1 . ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.3 Calcolare la variazione di energia libera di Gibbs molare per l’idrogeno quando viene compresso isotermicamente da 1 atm a 100 atm alla temperatura di 298 K. Si assuma per l’idrogeno la seguente equazione di stato: p ⋅ (v − b ) = R ⋅ T , dove v indica il volume molare e b = 2.661 ⋅ 10 −2 l mol . Svolgimento. L’energia libera di Gibbs molare è il potenziale chimico: µ ≡ G n . Dobbiamo, quindi, valutare come esso varia in seguito alla compressione isoterma del gas. L’equazione di stato fornita ci consente di esplicitare la dipendenza di µ dalla pressione a temperatura fissata. Infatti: ∂G =V ∂P T ⇒ ∂µ =v. ∂P T Dall’equazione di stato assunta per l’idrogeno si ha: v= RT + P ⋅ b RT = +b, P P _____________________________________________________________________________ 2 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ per cui: caso in esame RT ∂µ +b. =v = P ∂P T Per valutare la variazione ∆µ dobbiamo integrare la derivata parziale (∂µ ∂P )T tra i due valori di pressione, a T fissata: RT dµ = + b ⋅ dP P dµ = ⇒ RT ⋅ dP + b ⋅ dP . P P1 P1 P1 P1 RT ∂µ RT ∫0 dµ = ∆µ = µ (T , P1 ) − µ (T , P0 ) = P∫ ∂P ⋅ dP = P∫ P + b ⋅ dP = P∫ P ⋅ dP + P∫ b ⋅ dP = 0 0 0 0 T 1 P1 P 1 P RT =∫ ⋅ dP + ∫ b ⋅ dP = RT ⋅ ln 1 + b ⋅ (P1 − P0 ) . P P0 P0 P0 Sostituendo i valori numerici nelle unità fornite ( R = 8.20578 ⋅ 10 −2 l ⋅ atm ⋅ K −1 mol −1 ) otteniamo: ∆µ = 8.20578 ⋅ 10 − 2 l ⋅ atm ⋅ K −1 mol −1 ⋅ 298K ⋅ ln 100atm + 2.661 ⋅ 10 − 2 l ⋅ atm −1 ⋅ (100 − 1)atm = 1atm = 115.2l ⋅ atm ⋅ mol −1 ≡ 11.7 kJ ⋅ mol −1 . (ricordare che 1l ⋅ atm ≡ 101.3 J ). ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.4 In un contenitore a volume costante sono inizialmente presenti mezza mole di vapore acqueo e mezza mole di acqua liquida, in equilibrio a 100°C. Quant’è la pressione esercitata dal sistema ed il numero di moli di liquido se la temperatura viene innalzata di 5 gradi? (assumere una densità dell’acqua liquida pari a 1 g/cm3 costante al variare della temperatura ed una entalpia di vaporizzazione di 40.7 kJ/mol ). Svolgimento. Possiamo schematizzare il problema con la seguente figura: ng0 = 0.5 ↑↓ nl0 = 0.5 ng0 = ? H2O (g) H2O (l) + 5 °C → H2O (g) ↑↓ nl0 = ? H2O (l) _____________________________________________________________________________ 3 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ Occorre determinare la pressione finale e la nuova ripartizione tra liquido e vapore conseguente alla trasformazione da T0 = 373 K a T1 = 378 K. • La pressione finale è pari a P(378K), dato che è mantenuto l’equilibrio tra le fasi. Per determinarla utilizziamo l’equazione di Clausius-Clapeyron (assumendo comportamento ideale del vapore acqueo), tenendo presente che alla temperatura di 100°C la tensione di vapore è P(373K) = 1 atm. La forma integrata tra le due temperature è: 1 1 ⋅ − , T2 T1 ln ∆H ev P2 =− P1 R ln P2 40.7 ⋅ 10 3 J ⋅ mol −1 =− P1 8.31JK ⋅ mol −1 P2 = e 0.1736 = 1.19 , P1 ove ∆H ev = 40.7 kJ ⋅ mol −1 . Quindi: 1 1 ⋅ − = 0.1736 , 378 373 P2 = 1.19 ⋅ P1 = 1.19atm . (anche P2 = 1.205 ⋅ 10 5 Pa , essendo 1 atm ≡ 1.013×105 Pa). • La nuova ripartizione liquido/vapore: Si può ragionevolmente assumere che il volume totale del contenitore (costante) sia interamente occupato dal vapore, sia a 373K che a 378K. Tale assunzione può essere facilmente verificata nota la densità della fase liquida (1 g/cm3 ); a 373K il volume molare del liquido è dato da: ρ= vl = m , V PM H 2O ρ H O (l ) 2 dividendo per le moli n: = ρ m m = n= , n V v v= m⋅n ρ = PM ρ , dunque: 18 g ⋅ mol −1 = 18cm 3 mol −1 = 1.8 ⋅ 10 − 5 m 3 mol −1 . −3 1g ⋅ cm Per stimare il volume molare del vapore utilizziamo l’equazione di stato dei gas ideali: vg = R ⋅ T0 8.314 J ⋅ K −1 mol −1 ⋅ 373K = = 3.1 ⋅ 10 − 2 m 3 mol −1 . 5 P (T0 ) 1.013 ⋅ 10 Pa Si osserva che v g >> vl , dunque, dato che il numero di moli di liquido e di gas alla temperatura T0 è identico, n g0 = nl0 = 0.5 moli, si ha anche V g >> Vl e quindi: V = V g + Vl ≅ V g . Tale approssimazione sarà a maggior ragione lecita a 378K, dato che parte del liquido è evaporato. Imponiamo, quindi, la condizione che il volume del vapore sia identico alle due temperature, ottenendo: _____________________________________________________________________________ 4 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ V g373 = V g378 n g378 = n g373 ⋅ ⇒ n g373 ⋅ v g373 = n g378 ⋅ v g378 T0 P (T1 ) , ⋅ T1 P(T0 ) ⇒ ⇒ n g378 = 0.5mol ⋅ n g373 ⋅ RT0 RT1 = n g378 ⋅ , P(T0 ) P (T1 ) quindi: 373K 1.19atm ⋅ = 0.59mol . 378 K 1.00atm Le moli di liquido si ottengono, infine, per differenza: nl = ntot − n g = (1 − 0.59 )mol = 0.41mol . ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.5* Stimare il punto di fusione dell’acqua alla pressione di 100 atm. Le densità del ghiaccio e dell’acqua sono: ρ ghiaccio = 0.917 g ⋅ cm −3 , L’entalpia di fusione è: ρ acqua = 1.000 g ⋅ cm −3 . ∆ f H = 6008 J ⋅ mol −1 . Svolgimento. Per stimare il punto di fusione T1 alla pressione P1 = 100 atm conviene sfruttare l’evidenza che la linea di coesistenza solido-liquido è approssimativamente una retta di elevata pendenza: grandi aumenti di pressione realizzano piccoli abbassamenti del punto di fusione. In figura è schematizzata tale situazione: Per sfruttare tale informazione è conveniente utilizzare l’equazione di Clapeyron nella forma-base seguente: dP(T ) ∆ f S (T ) = . dT ∆ f V (T ) _____________________________________________________________________________ 5 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ Ammettere una pendenza lineare di P(T) verso T equivale a porre costante la pendenza della curva, cioè stabilire che: ∆ f S (T ) ∆ f V (T ) ≈ ∆ f S (T0 ) ∆ f V (T0 ) ∼ costante lungo la linea solido-liquido, dove si è scelta la temperatura T0 = 273.15K alla quale possiamo intendere riferiti i dati forniti. Quindi: dP(T ) ∆ f S (T0 ) ; = dT ∆ f V (T0 ) P(T1 ) − P(T0 ) = T1 = T0 + integrando tra le temperature T0 e T1 si ottiene: ∆ f S (T0 ) ∆ f V (T0 ) ∆ f V (T0 ) ∆ f S (T0 ) ⋅ (T1 − T0 ) , da cui ricaviamo: ⋅ (P (T1 ) − P(T0 ) ) . La variazione di entropia alla transizione è data da: ∆ f S (T0 ) = ∆ f H (T0 ) T0 = 6008 J ⋅ mol −1 = 22.0 J ⋅ K −1 mol −1 , 273.15K e stimiamo il volume di transizione come: ∆ f V (T0 ) = V (l , T0 , P(T0 ) ) − V (s, T0 , P (T0 ) ) ≈ V 0 (l , T0 ) − V = PM H 2O ρ H O (l ) 2 − 0 (s, T0 ) PM H 2O ρ H O(s) 2 = in quanto P(T0) = 1 atm ≅ 1 bar. 18 g ⋅ mol −1 18 g ⋅ mol −1 − = −1.6 ⋅ 10 − 6 m 3 ⋅ mol −1 . 6 −3 6 −3 1.000 ⋅ 10 g ⋅ m 0.917 ⋅ 10 g ⋅ m Sostituendo tali valori nell’espressione che dà T1 otteniamo: T1 = 273.15 K + − 1.6 ⋅ 10 −6 m 3 mol −1 ⋅ (100 − 1) ⋅ 1.013 ⋅ 10 5 Pa = 272.4 K . 22.0 J ⋅ K −1 mol −1 ( ) L’abbassamento del punto di fusione risulta pari a ∆T fus = −0.73K . * questo esercizio, compresa la figura, è stato concesso dal ricercatore Frezzato Diego, Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università degli Studi di Padova. ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.6 _____________________________________________________________________________ 6 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ La temperatura di solidificazione di un dato solvente è di 21.0°C quando è puro, e diminuisce di 3.0°C quando la sua frazione molare è ridotta a 0.98 per aggiunta di un composto insolubile nella fase solida. Determinare l’entalpia di fusione del solvente. Svolgimento. L’abbassamento del punto di congelamento di un solvente (abbassamento crioscopico), a causa di soluti disciolti in fase liquida, è correlato alla molalità del soluto, mi, mediante la seguente relazione: ∆T fus = K f ⋅ mi , RT f0 con K f la costante crioscopia del solvente: K f = 2 ∆fH ⋅M0, dove T f0 indica il punto di congelamento del solvente puro, ∆ f H è il suo calore latente di fusione e M 0 indica la massa molare del solvente in kg/mol. Sostituendo l’espressione della costante crioscopia nell’equazione per l’abbassamento del punto di congelamento si ottiene: ∆T fus = RT f0 2 ∆fH ⋅ M 0 ⋅ mi = RT f0 2 ∆fH ⋅ (1 − x0 ) , (per quest’ultimo passaggio si è tenuto conto del fatto che, per soluzioni diluite (xi << 1), vale M 0 ⋅ mi ≈ xi = (1 − x0 ) ). Ricaviamo, dunque, il calore latente di fusione: ∆fH = RT f0 2 ∆T f ⋅ (1 − x0 ) = 8.314 J ⋅ K −1 mol −1 ⋅ (294 K ) ⋅ (1 − 0.98) = 4790 J ⋅ mol −1 . 3K 2 ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.7 Quant’è l’abbassamento della temperatura di congelamento di una soluzione di un polimero in acqua, data la pressione osmotica Π = 38mmHg a 25°C ? (la costante crioscopia dell’acqua è K f = 1.86 K ⋅ kg ⋅ mol −1 ). Svolgimento. L’abbassamento crioscopico e il valore della pressione osmotica, sono correlate alla concentrazione del soluto mediante le relazioni: ∆ T f = K f ⋅ mi , Π= RT ⋅ ni , V dove mi è la molalità del soluto, mentre ni è il numero di moli di soluto in un volume di soluzione V. Notiamo subito che per determinare l’abbassamento crioscopico dobbiamo valutare mi. _____________________________________________________________________________ 7 Introduzione alla Termodinamica – Esercizi svolti ________________________________________________________________________________ Per soluzioni acquose diluite a a 25°C, dato che la densità dell’acqua è pari a 1 kg/L, è lecito assumere che valga mi ≅ ci (numericamente), con ci la concentrazione molare del soluto. Per ricavare ci utilizziamo l’equazione della pressione osmotica (convertendo la pressione osmotica in unità S.I.): 38 Π= atm × 1.013 ⋅ 10 5 Pa = 5065 Pa . 760 Quindi: ni Π 5065 Pa = = = 2.04 mol m 3 = 2.04 ⋅ 10 −3 mol L ≡ ci ≈ mi . V RT 8.314 J ⋅ K −1 mol −1 ⋅ 298 K Ottenuto questo valore di molalità possiamo ricavare l’abbassamento crioscopico: ∆T f = K f ⋅ mi = 1.86kg ⋅ K ⋅ mol −1 ⋅ 2.04 ⋅ 10 −3 mol ⋅ kg −1 = 3.8 ⋅ 10 −3 K . Dunque ∆T f = −3.8 ⋅ 10 −3 K è la variazione della temperatura di congelamento rispetto al solvente puro. ________________________________________________________________________________ Esercizio n. 5.8 _____________________________________________________________________________ 8