DIALEGESTHAI Direttori Emilio Baccarini Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Giovanni Salmeri Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” DIALEGESTHAI μή νυν ἓν ἦθος μοῦνον ἐν σαυτῷ φόρει, ὡς φὴς σύ, κοὐδὲν ἄλλο, τοῦτ’ ὀρθῶς ἒχειν. ὃστις γὰρ αὐτὸς ἤ φρονεῖν μόνος δοκεῖ, ἢ γλῶσσαν, ἥν οὐκ ἂλλος, ἢ ψυχὴν ἒχειν, οὗτοι διαπτυχθέντες ὤφθησαν κενοί, ἀλλ’ἄνδρα, κεἴ τις ᾖ σοφός, τὸ μανθάνειν πόλλ’αἰσχρὸν οὐδὲν καὶ τὸ μὴ τείνειν ἄγαν. Non portare nell’animo l’idea, solitaria, che la verità sia tua e che nient’altro sia vero. Chi è convinto d’aver senno lui solo, d’avere lui solo la parola o l’anima, appena lo scopri, vedi che dentro è vuoto. Ma per un uomo, anche saggio, imparare, deporre l’ostinazione, non è mai disonorevole. —— S, Antigone, III episodio, vv. – Im wirklichen Gespräch geschieht eben etwas. . . (Nell’autentico dialogo qualcosa accade sul serio.) —— Franz R, Il nuovo pensiero Riprendendo l’antico termine διαλέγεσθαι (“dialogare”) come titolo di questa collana di ricerche filosofiche, in continuità di ispirazione con la rivista di filosofia on line (http://mondodomani.org/dialegesthai) vogliamo ripetere, da un lato, l’esigenza del rigore argomentativo del discorso vero proprio della filosofia, ma dall’altro, anche, ascoltare la vita e quindi ritrovare la dialogica prima della dialettica, che significa anche offrire una “testimonianza” della verità, non soltanto argomentativa, bensì anche come “passione personale” di ricerca della verità. Vogliamo situarci in questo spazio intermedio che oggi si presenta con un’urgenza nuova, in gran parte ancora da pensare, senza arroganza e senza la pretesa antidialogica di essere portatori di una verità semplicemente da comunicare. Vorremmo proporre una sorta di apologia della verità (dialogo) contro la certezza (violenza). Opera pubblicata con il contributo della Scuola IaD (Istruzione a Distanza) dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Husserl domani a cura di Emilio Baccarini Marco Deodati Contributi di Angela Ales Bello Andrea Altobrando Stefano Bancalari Daniela Bandiera Gianpaolo Bartoli Luca Bisin Vincenzo Costa Marco Deodati Miguel García–Baró López Ivano Liberati Délia Popa Alice Pugliese Michela Summa Francesco Saverio Trincia Nicola Zippel Copyright © MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: dicembre Indice Introduzione Emilio Baccarini, Marco Deodati Hyletica Sacro Religioso: per una fenomenologia della religione Angela Ales Bello Sul senso concreto della riduzione fenomenologica Andrea Altobrando Il paradosso dell’intersoggettività Stefano Bancalari Spazio, tempo e corporeità nell’“estetica” husserliana a partire da Ding und Raum Daniela Bandiera Husserl e Kelsen: fenomenologia “pura” e formalismo giuridico Gianpaolo Bartoli La sintesi visibile. La passività husserliana tra fenomenologia, psicologia, filosofia trascendentale Luca Bisin Egologia e storia Vincenzo Costa Il mondo ci tocca da vicino: una riflessione sul concetto di affezione a partire da Husserl Marco Deodati Indice La esencia original de las Investigaciones lógicas de Husserl Miguel García–Baró Fenomeno e monismo ontologico: Henry interprete di Husserl Ivano Liberati Structures de l’intersubjectivité: association, ressemblance, égalité Délia Popa L’evidenza dell’altro: lo statuto plurale dell’evidenza Alice Pugliese (Un)Selbstverständlichkeit: il metodo fenomenologico nella psichiatria, tra Husserl e Blankenburg Michela Summa Fenomenologia, assiologia, ontologia Francesco Saverio Trincia Per una fenomenologia dell’irrealtà: Husserl, Fink e la coscienza presentificante Nicola Zippel Note sugli autori Husserl domani ISBN 978-88-548-6928-8 DOI 10.4399/97888548692881 pag. 9–11 (dicembre 2013) Introduzione E B, M D A oltre anni dalla nascita di E. Husserl (–), la fenomenologia mostra una straordinaria vitalità che le consente di guardare con più interesse al futuro piuttosto che al passato. Prima che una metodologia d’indagine tra le tante della storia del pensiero occidentale, la fenomenologia husserliana è stata e vuole continuare ad essere una disciplina di rigore teoretico e quindi un’ottica, per usare un termine husserliano, un “atteggiamento”. L’atteggiamento fenomenologico è, infatti, l’elemento accomunante nella differenza degli sguardi e delle prospettive. Guardare fenomenologicamente significa lasciare che il reale si manifesti per ciò che è. In un tempo di confusione teorico–pratica, il tempo della crisi che viviamo, Husserl invita la filosofia a ritrovare la fiducia in se stessa e nel suo ruolo di scienza dei rizomata panton (radici di tutte le cose), scienza della coscienza capace di dare senso al mondo e all’uomo che lo abita. Proiettare nel futuro un pensatore che cronologicamente ci riporta indietro di oltre un secolo e mezzo, significa già di per sé riconoscimento di un valore assolutamente peculiare. Il ventesimo secolo si apre con la pubblicazione del primo libro delle Ricerche logiche, un’opera che è stata talmente decisiva per la filosofia contemporanea che forse non riusciamo ancora o non più a riconoscere e valutare l’importanza che ha avuto. Il primo decennio (–) si chiude con un testo che nel suo valore di manifesto ha ancora oggi un’enorme rilevanza: La filosofia come scienza rigorosa. Quest’anno ricordiamo il centenario dalla pubblicazione dell’opera che più di ogni altra ha contribuito a elaborare quell’atteggiamento fenomenologico che si diceva, Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica. Nelle Ricerche logiche, Husserl invitava a tornare zu den Sachen selbst, alle cose stesse, e questa fedeltà al reale, sarà la connotazione specifica Introduzione della fenomenologia, anche quando verrà accusata di idealismo. Il filosofo non è colui che costruisce sistemi, bensì è colui che è attento alla realtà che gli si dà attraverso i molteplici atti di una coscienza intenzionale in cui si costituisce il senso di questa stessa realtà. Vale la pena ricordare qui ancora una volta il famoso “principio di tutti i principi” esposto nel paragrafo del primo libro delle Idee: Ma basta con le teorie infondate. Nessuna immaginabile teoria può coglierci in errore nel principio di tutti i principi: cioè, che ogni visione originalmente offerente è una sorgente legittima di conoscenza, che tutto ciò che si dà originalmente nell’intuizione (per così dire in carne e ossa) è da assumere come esso si dà, ma anche soltanto nei limiti in cui si dà. È chiaro che qualunque teoria può attingere la sua verità soltanto dai suoi dati originari. Dunque. . . ogni affermazione che si limiti ad esprimere tali dati, esplicandoli con termini significativamente aderenti, costituisce effettivamente un cominciamento assoluto, un principium nel genuino senso della fondazione. Quanto qui Husserl afferma non è soltanto un principio metodologico, ma appunto il modo di porsi di fronte alla realtà per renderla significativa. La scoperta del primato della coscienza non è un semplice ritorno a una qualche forma di idealismo trascendentale, né una fuga tranquillizzante verso una dimensione di accertamento della verità che non ha bisogno di null’altro. Il soggetto fenomenologico, il soggetto monadico, come anche Husserl lo chiama, è fondamentalmente compito. A lui spetta la Sinngebung, la donazione di senso, attraverso cui il reale esce dalla semplice cosalità. Per questo forse la prospettiva che il padre della fenomenologia ha consegnato alla storia del pensiero continua ad esercitare una forte attrazione. Il ritorno a Husserl ha quindi una duplice valenza: da una parte conferma la validità di un metodo di ricerca che non ha esaurito la sua efficacia nella storicità del tempo, dall’altra mostra una forza che si può esplicitare con l’invito dello stesso Husserl ai suoi discepoli di proseguire ciascuno per la propria strada. Un vero maestro non produce epigoni, bensì maestri. Adolf Reinach, uno dei primi e più significativi discepoli di Husserl, cercando di rispondere alla domanda Was ist Phänomenologie?, scriveva: Nella fenomenologia non si tratta di un sistema di verità e proposizioni filosofiche in cui dovrebbero credere tutti coloro che si dicono fenomenologi. . . Introduzione Si tratta, invece, di un metodo del filosofare che è richiesto dai problemi della filosofia” . Forse in ciò sta la forza di attrazione maggiore di questo pensiero che non concede nulla alla gratificazione estetica. I contributi di questo volume sono quasi tutti testi presentati in un convegno omonimo organizzato presso l’Università di Roma Tor Vergata, in cui volutamente, accanto ad alcuni studiosi “maturi” della fenomenologia, erano stati invitati molti giovani ricercatori a presentare i primi risultati delle loro ricerche. Husserl domani assume così un duplice significato: da un lato la continua ripresa delle problematiche filosofiche indicate da Husserl e che hanno ancora molto da dire, dall’altro l’accoglimento dell’immer wieder, quasi un ruminare i problemi alla ricerca di nuovi significati. Il recupero del senso di questo ricercare è dunque il Leitfaden che attraversa i saggi, pur tra di loro molto diversi, contenuti nel presente volume, nell’auspicio che tale senso possa continuare a irrorare fecondamente i territori della riflessione attuale, anche in collaborazione con quelle scienze e quei saperi che non si sottraggono a un dialogo produttivo. L’indicazione sul “domani” vale quindi non solo in riferimento alla proposta teorica fenomenologica, ma anche in relazione a tutti quei nuovi studiosi che si fanno carico di questa tradizione filosofica mantenendola viva e vitale. Emilio Baccarini, Marco Deodati . Gesammelte Schriften, Halle, , p.