LA COMUNICAZIONE NON VERBALE ¾ permette di valutare la congruenza tra quello che una persona dice e quello che sente (stati d’animo) ¾ è per la maggior parte frutto dell’apprendimento sociale ed è legata al tipo di relazioni primarie e secondarie che l’individuo struttura nel corso della sua vita. ¾ I segnali sono per la maggior parte inconsci e non sono percepibili immediatamente né da chi riceve il messaggio né da chi lo trasmette. 1 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE effetti fondamentali Chiarifica i significati verbali il senso da attribuire ai messaggi verbali dipende dalla comunicazione non verbale. La domanda “E’ successo qualcosa?" da un punto di vista verbale è neutra, ma nella relazione tra gli interlocutori, potrebbe essere manifestazione di tensione, preoccupazione, ansia, ironia o curiosità. Può rinforzare il messaggio aumenta l'efficacia della comunicazione verbale. Quando nelle relazioni interpersonali dico sorridendo e con tono quasi imbarazzato "Guarda che ora mi arrabbio", nessuno crede sul serio che io stia per arrabbiarmi. Difende emíttente e rícevente consente l'espressione "filtrata" di contenuti ambigui, contraddittori, imbarazzanti. "Credo che, tutto sommato, si debba considerare l'ipotesi di rivedere qualche aspetto dei lavoro", detto a un superiore con tono cauto e qualche pausa di incertezza, è un modo per evitare di dire brutalmente "Lei ha sbagliato" e dare l’impressione di giudicarlo. 2 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Chi trasmette può farlo in modo: 1. Inconsapevole - un'espressione sul volto (incredulità) della quale l’emittente non è assolutamente consapevole. 2. consapevole ma non scelto - espressioni di dolore, vergogna, disgusto o paura dei quali ci accorgiamo ma che non possiamo controllare. 3. pienamente intenzionale - gesti di richiamo o di saluto. chi riceve può farlo in modo: 1. Inconsapevole –capisce dal tono rigido del suo interlocutore che si tratta di un rimprovero, non effettua un'analisi razionale del segnale ma reagisce automaticamente in modo congruo al richiamo. 2. Consapevole –mostra di saper ascoltare, rilevando i segnali non verbali di tensione del suo interlocutore. 3 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Espressioni non verbali cinesica - espressioni realizzate attraverso il corpo La postura (il modo di stare fermi, sia in piedi che seduti), i gesti delle mani, i movimenti (inchino, piede che batte, testa che oscilla), espressíoní del volto, lo sguardo. prossemica - uso dello spazio e dei rapporti spaziali nelle interazioni (gomito a gomito, a distanza) paraverbale - espressioni dell'apparato vocale non costituite da parole (tono, ritmo, volume della voce, schiarirsi la voce, emettere suoni). artefatti – riguarda sia gli oggetti (portacenere sulla scrivania) sia l'abbigliamento (in maniche di camicia, in giacca e cravatta). fattori ambientali - arredamento, illuminazione, temperatura recepiti e interpretati come segnali (uffici spaziosi, muri scrostati, luce fioca). 4 LA COMUNICAZIONE NON VERBALE Gestione della comunicazione a livello di rícezione entrano in gioco le capacità di ascolto: rilevare e analizzare i segnali non verbali che il nostro interlocutore ci invia. a livello di emissione si tratta di riuscire a controllare, nei limiti del possibile, le proprie espressioni non verbali in modo che ci aiutino a orientare la comunicazione nel senso che vogliamo. 5