1 LINGUAGGIO Per linguaggio dobbiamo intendere l'insieme dei comportamenti verbali e non verbali, non solo appartenenti alla specie umana, finalizzati alla comunicazione. Il linguaggio è una delle capacità che più caratterizza la specie umana essendo quest'ultima anche un insieme complesso di simboli e segni che ci servono anche ad interpretare il nostro ruolo sociale secondo un copione che noi stessi creiamo. Secondo la definizione di De Saussure (1922), la lingua è una astrazione che sta ad indicare tutte le regole che, in una data comunità linguistica, in un periodo di tempo determinato, governano l'uso dei suoni, delle forme e degli strumenti lessicali, sintattici e semantici d'espressione. La comunicazione verbale linguistica si può differenziare in 'vocale' e 'non vocale'. Nel primo caso abbiamo parole pronunciate che vengono veicolate attraverso il canale uditivo, nel secondo abbiamo parole scritte veicolate invece attraverso il canale visivo. Esiste poi la comunicazione non verbale: vale a dire quel tipo di comunicazione veicolata attraverso mezzi diversi dalle parole. Questi messaggi senza parole vengono inviati tramite l'espressione facciale, i gesti, i movimenti, la postura e l'orientamento del corpo, la distanza o la vicinanza fisica, lo sguardo, il toccare, l'aspetto e il tono della voce. Alcuni di questi segnali sociali sono abbastanza lenti o statici, come la postura, l'abbigliamento o la distanza dall'altra persona; altri come i gesti e l'espressione facciale, sono rapidi e strettamente legati alla parola. Tutti gli esseri umani trasmettono e ricevono, codificano e decodificano i segnali della comunicazione non verbale. Spesso il fatto di inviarli è inconscio e consapevole quello di riceverli, ma a volte entrambe le azioni possono trovarsi sotto la soglia della coscienza. Per esempio, dilatare le pupille tendenzialmente è un segnale di attrazione sessuale, 2 ma né chi lo invia né chi lo riceve se ne rende conto. Anche i segnali che usiamo per sincronizzare le parole operano a livello inconscio. La comunicazione presuppone tre differenti elementi, ma tutti fondamentali perché il processo comunicativo si realizzi. Così avremo un 'soggetto A' emittente ed un 'soggetto B' ricevente. Fra i due il 'messaggio' veicolato nelle forme e con gli strumenti più svariati. Quando il soggetto A 'lancia il messaggio', il soggetto B ascolta e riceve attraverso i cinque sensi con la sola differenza che le persone udenti lo ricevono attraverso il canale acustico ed il canale motorio; le persone non udenti attraverso il canale gestuale-visivo. Quando lo sguardo, gli occhi, il corpo in generale unito al verbale raggiunge l'altra persona possono avvenire due situazioni. Solo nel caso in cui l'altra persona si gira, rendendosi conto che il primo esiste potremo parlare di "intersoggettività". A questa farà seguito la "reciprocità" con la risposta della persona al nostro sguardo e solo successivamente potremo avere l'"alternanza dei turni" con il venirsi a creare di un tempo limite negli sguardi tra una persona e l'altra. Ogni parte del corpo può veicolare durante un colloquio tra due o più persone emozioni e stati d'animo. Ad esempio, i movimenti del corpo, specie delle mani, sono un'altra fondamentale via di comunicazione. Alcuni gesti della mano che sono segnali di un chiaro equivalente verbale vengono detti 'emblemi' o 'simboli'. Gli italiani hanno un linguaggio gestuale particolarmente ampio, ma come hanno dimostrato Desmond Morris e i suoi colleghi, non è prudente supporre che il significato sia lo stesso nei diversi paesi. Un particolare studio è stato effettuato da Hall (1982). Lo studioso ha affrontato la "distanza interpersonale" come potente segnale di comunicazione non verbale. Egli ha individuato quattro differenti distanze a seconda del tipo di interazione: a)Intima; b)Personale; c)Sociale; d)Pubblica. La distanza intima 3 che va da 0 a 35 centimetri è riservata ai rapporti interattivi privati. A questa distanza si sentono gli odori e persino il calore di un altro corpo, il campo visivo è completamente dominato dall'altro soggetto ed è facile l'evenienza del contatto fisico. In questa situazione si tende ad adottare un tono di voce basso appena percettibile. La distanza personale-casuale (da 35 centimetri a poco più di un metro) è quella che normalmente si tiene nei rapporti familiari e di amicizia, quando si conversa in privato o ci si fanno confidenze. La distanza sociale (da 1 a 3 metri) copre tutte le occasioni di conversazione e di rapporti di lavoro. La distanza pubblica (da 3 metri in su) è quella che in genere separa l'oratore dal pubblico, il sacerdote dai fedeli, gli alti ufficiali dai subordinati. A questa distanza è facile che altri stimoli dell'ambiente distolgano l'attenzione da chi comunica.