UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET ASSOCIATION INTERNATIONALE SANS BUT LUCRATIF BRUXELLES – BELGIQUE THÈSE FINALE EN «MUSICOTHÉRAPIE» “… LE FORME DEL PENSIERO MUSICALE” ARMONIZZANDO LE RISORSE INTERIORI GALANTE GIULIANA Matricule 2162 Bruxelles 2009 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Indice Introduzione pag. 4 I Capitolo pag. 7 "...Le Forme del Pensiero Musicale" 1.1 Presupposti Epistemologici pag. 7 1.2 L'approccio pag. 9 1.3 Risonanza corporea pag. 11 1.4 L'utenza pag. 12 1.5 Il setting nel contesto come matrice delle relazioni pag. 13 II Capitolo pag. 18 Il Progetto 2.1 La metodologia pag. 18 2.2 Parent-Training pag. 20 Projectwork pag. 22 III Capitolo pag. 37 Aspetti scientifici neuro-musicali 3.1 L'empatia secondo le neuroscienze pag. 37 3.2 Il ruolo degli emeisferi cerebrali nella creazione artistica pag. 43 3.3 Biologia del pensiero musicale pag. 48 3.4 Neurologia della musica pag. 50 2 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 3.5 Lo sviluppo ritmico-cognitivo dall'infanzia all'età adulta pag. 52 IV Capitolo pag. 56 Patologie 4.1 Sindrome di Down pag. 56 4.2 Tetraplegia pag. 63 4.3 Cromosopatia del Settimo pag. 65 Documentazione e verifica pag. 68 Conclusioni pag. 70 Documentazione Fotografica pag. 71 Appendice pag. 73 Bibliografia pag. 94 Riferimenti multimediali pag. 97 3 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Introduzione La musica nasce con l’uomo. Il grembo materno è il “kosmos” di tutto ciò, il luogo dove non esiste un solo attimo di silenzio, dove la musica è pulsazione, respiro, voce, emozioni, la conoscenza originaria della vita. La vibrazione è accoglienza incondizionata, volontà di vivere, assenza di giudizio. Il suono è “accolto” nell’essere umano che impara a muoversi perché è mosso, impara a parlare perché con-vibra nella Risonanza Sonoro-Emotiva del corpo materno. Una volta nato ritroverà nel mondo quelle vibrazioni ed emozioni che ha conosciuto nella trasmissione liquida. Nella nuova trasmissione, quella aerea, ogni conoscenza non è nuova, è il ritrovare un mondo già conosciuto in un mondo più grande. Tutto ciò accade ed accadrà nella relazione. Ci sono relazioni che favoriscono la crescita armonica dell’essere umano, ci sono relazioni che la inibiscono, che la bloccano (i traumi, la patologia, la dissociazione, … etc.). La musica è presente in ogni popolazione, in ogni momento storico, perché i suoni sono il tessuto della relazione originaria e attraverso i diversi 4 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 modi di fare musica gli essere umani continuano a riproporre le emozioni originarie della vita. Il con-vibrare nella Risonanza è l’essere mosso, cullato per imparare a muoversi, è l’esperienza dell’ordine ritmico-motorio. Il con-vibrare nella Risonanza è l’esperienza del canto, della voce, della parola, ricercando la relazione fra la musica e la risonanza corporea a partire dall’interno del grembo materno. Un bambino impara ad ascoltare se si sente ascoltato, accolto, non giudicato ma guidato nei momenti di difficoltà. Un bambino ascoltato impara ad ascoltare gli altri e a conoscere il mondo e se stesso; questo procedimento è al contempo educativo e terapeutico. Il Musicoterapeuta, tenendo conto dell’età, delle caratteristiche e delle difficoltà che il paziente presenta, deve portarlo ad attingere alle risorse interiori favorendo la costruzione di un’esperienza attiva con i suoni e gli strumenti. Attraverso la relazione e lo sperimentare insieme nasce il dialogo. Le esperienze più variegate ed interessanti si realizzano con le persone nelle quali l’ascolto sembrerebbe negato a causa di patologie quali: l’Autismo 5 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Primario, il Ritardo Mentale, le Anomalie Cromosomiche, le Encefalopatie, i Disturbi dell’Apprendimento e i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo nelle sue diverse forme. Le esperienze con i bambini “speciali” aprono una nuova strada allo sviluppo del linguaggio musicale, e a tutto il campo del non verbale. La Risonanza Corporea fa tornare l’ascolto nei bambini, per lo stesso motivo la Risonanza Corporea fa rinascere l’ascolto in bambini che presentano autismo infantile. Nei casi di lesioni cerebrali la Risonanza Corporea favorisce il rilassamento spontaneo. Anche in questo caso si evidenziano eventi che portano innovazioni nei trattamenti terapeutici, superando la logica della riabilitazione. Così è possibile procedere indicando le più svariate patologie e le possibilità di efficacia terapeutica della musicoterapia umanistica. Le possibilità di intervento possono spaziare dall’età neonatale fino all’età adulta, procedendo per le diverse tappe evolutive. 6 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 I Capitolo “…Le Forme del Pensiero Musicale” Aspetti Teorico-Organizzativi 1.1 Presupposti Epistemologici Le applicazioni della Musicoterapia ancora oggi dopo le evoluzioni degli ultimi anni sono molteplici ed hanno una valenza interdisciplinare, dall’ambito preventivo-educativo a quello riabilitativo-terapeutico. Spesso questi settori non sono separati, ma si connotano all’interno di una realtà composita. Qualunque atteggiamento o comportamento ha un suo motivo di essere. La lettura della diagnosi e i dati anamnestici non influenzano il modo di porsi in nessun caso. Il paziente, sia esso bambino, ragazzo, adulto va accolto così come si presenta. Dal primo incontro inizia una storia in musicoterapia che porterà verso eventi che nessuno può conoscere. Come scrisse Edith Stein, rapportarsi con una persona è porsi in relazione con ciò che si vede, si sente, si può toccare, ossia porre in relazione la propria corporeità con la corporeità dell’altra persona. 7 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 "Soggetto dell’empatia è il noi” Una singola azione ed altrettanto una singola espressione, uno sguardo o un sorriso, possono perciò offrire la possibilità di gettarsi nel nucleo della persona. Noi siamo corpo e tutto accade all’interno del corpo: emozioni, sentimenti, desideri, tensioni, irrigidimenti emotivi che si manifestano nella muscolatura, nella postura, negli sguardi, nei cambi di intonazione della voce, nei gesti, nei movimenti, in scatti improvvisi. Husserl parla del Körper (il corpo fisiologico, anatomico), del Leib (il corpo che si emoziona), dello Schema Corporeo (il corpo che assume vibrazioni diverse nei diversi ambienti), del "corpo vivente linguistico". In Musicoterapia Umanistica è il Corpo vibrante, il luogo e il tempo del percepire il mondo circostante, le persone presenti, se stesso. Il Corpo Vibrante è l’esempio utile all’uomo per prolungare se stesso mediante l’estensione degli strumenti musicali. La musica è così dentro l’uomo da essere costantemente riproposta e ricreata in ogni suo aspetto. Il Project Work in questione è un proseguo del lavoro svolto lo scorso anno e per questo motivo non ne è stato cambiato il titolo “…Le Forme del Pensiero musicale”, un titolo che vuole significare un’evoluzione di “forme e 8 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 trasformazioni” che rispecchiano al meglio quest’ottica, e cioè il "fare musica": un dialogo fatto di movimento, gesti, posture, sguardi, parole, ordine ritmico. Il suono è, per sua natura, relazione perché ha un significato solo in rapporto con il mondo e con la percezione del mondo, ed è caratterizzato dalla soggettività, dalla particolarità e dalla limitatezza proprie di ogni percepire. Il percorso in questione ha come presupposto l’apertura verso il mondo e verso gli altri. Il paziente è il protagonista della sua storia e delle esperienze che sono accadute nell’arco di questi mesi. Attraverso la partecipazione e lo scorrere degli incontri sono avvenuti cambiamenti importanti che hanno caratterizzato l’efficacia dell’intervento terapeutico. 1.2 L’approccio L’approccio fin qui emerso è umanistico-fenomenologico. La stanza di musicoterapia nella quale è stato svolto il Project Work è accogliente, spaziosa quanto basta per le attività euritmiche e abbastanza raccolta per evitare la dispersione dell’attenzione. Gli strumenti venivano allineati sul pavimento e/o posti lateralmente, in modo tale da renderli visibili al paziente affinché potesse scegliere cosa suonare senza difficoltà. Spesso, dalla direzione dello sguardo, era possibile comprendere l’intenzionalità 9 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 anche di chi non disponeva del linguaggio verbale. Se uno strumento era a portata di mano, sul carrello, sul pavimento o su una sedia, l’utente poteva avvicinarsi e prenderlo senza difficoltà, e rispetto alla varietà del casi trattati questo presupposto era fondamentale. La stanza è stata predisposta in modo da lasciare all’utenza lo spazio utile per attività di movimento, con la possibilità di oscurare la stessa per creare giochi di luminosità con materiali specifici o realizzare giochi con le ombre, le sedie disposte ai lati in modo da poter essere utilizzate al bisogno, i materiali scelti in modo da poter essere sparsi o centrati in un punto. Ogni paziente presente nella stanza ha occupato lo spazio più adeguato per sé, al proprio modo di essere. Lo spazio è stato vissuto in modo idoneo alle attività in corso, compresi i cambi di ruolo. Ogni incontro svolto, dall’inizio dell’attività, è stato caratterizzato da un percorso che ha portato al raggiungimento di una risonanza comunicativa tra paziente e terapeuta. L’esperienza in questione, svolta presso il CEMU (Centro Europeo di Musicoterapia), è stata vissuta in un crescendo dell’intensità emotiva, articolando le varie attività in modo tale da consentire di esprimere le 10 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 emozioni vissute prima di giungere alla conclusione dell’incontro ed al commiato. Per questo motivo sono state utilizzate delle strategie di routine sia all’inizio che poco prima della fine di ogni seduta per concludere insieme agli utenti e regolare lo scorrere “emotivo” del tempo. 1.3 Risonanza corporea La prima vera conoscenza del mondo è “ Sonora”, è la modalità di vita che caratterizza la gestazione, un corpo vibrante grande, la madre, che accoglie la nuova vita. Gli strumenti musicali sono costruiti per Vibrare. La storia della musica conferma che gli strumenti per produrre suoni non sono mai sufficienti ad appagare le necessità creative ed espressive degli uomini. La cassa armonica del pianoforte a mezza coda è una poderosa cassa di risonanza, ma come direbbe Edwin E. Gordon, non avrà mai la risonanza del vibrare delle onde sonore materne. Senza questo vibrare dal vivo non c’è il suono, non c’è il con-vibrare, non è possibile rievocare la vita prima della nascita. L’utilizzo di apparecchiature elettroniche strutturate su bande sonore inevita-bilmente ristrette genera reazioni del sistema nervoso neurovegetativo (che controlla fra l’altro battito cardiaco e pressione). Gli studi fatti dalla Bertelè dimostrano gli effetti negativi ed irreversibili sul sistema neurovegetativo prodotti dall’utilizzo di apparecchiature elettroniche per bande ristrette. 11 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Utilizzando strumenti semplici e suoni “naturali” non si corrono pericoli di sorta perché gli strumenti acustici producono suoni ricchissimi di armonici. In questo modo di rado all’interno del progetto è capitato di stimolare eccessivamente l’utenza, e si è quasi sempre lavorato in situazione di equilibrio. L’utilizzo dei suoni melodici aveva lo scopo di agire su diversi aspetti: dal dialogo sonoro fatto di ritmi, melodie, armonie guidate dal movimento, dal respiro, dagli sguardi, al favorire un clima positivo, empatico e di condivisione tra terapeuta e paziente, in modo da creare una buona alleanza. 1.4 L’utenza Gli utenti del Project Work “Le forme del Pensiero Musicale” hanno effettuato il percorso individualmente. Questo tipo di modalità è stata utilizzata sia con bambini che non avevano mai svolto un percorso terapeutico musicale, sia con alcuni che lo scorso anno avevano fatto parte del suddetto progetto che quindi erano già in relazione con il contesto e con i materiali. Gli aspetti di cui si è tenuto conto sono stati: analisi del bisogno/richiesta; 12 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 come e in che modo il paziente sente e si esprime musicalmente; come e perché ogni singola persona contribuisce a rendere efficace l’incontro. Questa visione indica l’ordine fra suoni, ritmi e movimento. Ogni gesto del paziente, che può tenere fra le mani materiali diversi come maracas, piastre di legno, triangolo, … etc. produce liberamente un suono, che viene valorizzato dall’improvvisazione. Ciò che accade è l’essenza stessa dell’agire in musicoterapia. Nel momento in cui il singolo sta suonando e il terapeuta accompagna, segue il paziente nel movimento degli altri elementi, che per quanto diversi si congiungono, l’utente, sentendosi accolto prosegue ascoltando ciò che viene suonato anche dall’altro. In tutto questo percorso è il linguaggio musicale ad avere la meglio, ad esprimere “davvero” quello che è accaduto in questi mesi. 1.5 Il setting nel contesto come matrice delle relazioni Mi preme sottolineare come in questo approccio il setting acquisisca un significato ben preciso. Il richiamo al setting evidenzia quanto una terapia/percorso si strutturi anche su misure “normative”: la seduta inizia e finisce all’ora stabilita, e ciò è 13 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 importante per il reciproco rispetto del patto terapeutico, tra analista e paziente. Il dominio del setting come spazio fisico è la premessa per pensare al setting come spazio mentale condiviso nel quale bisogna tener conto del contesto e della matrice delle relazioni. È un luogo ed un tempo in cui nascono e si sviluppano relazioni particolari che hanno come obiettivo la cura del paziente. Fanno parte di questo spazio il luogo fisico, le persone, il paziente, la famiglia, la patologia. Se non si ha chiaro questo concetto non si può pensare di fare terapia, significa rifiutare in qualche modo il proprio ruolo, rinunciare alla presa in carico del paziente. Nello “spazio” circolare della seduta è essenzialmente il terapeuta che conduce ed aiuta il paziente ad esprimere le emozioni con la musica. Il termine “spazio” in contrapposizione a quello di “contesto” è intenzionalmente usato per sottolineare la differenza di livello comunicativo che si verifica in uno “spazio circolare” nel quale la comunicazione passa 14 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 attraverso un piano prettamente sensoriale, che successivamente può, anzi deve, essere elaborato in pensiero. Ma di che cosa è fatto il setting/contesto relazione? Ecco alcuni esempi di setting all’interno di sedute di Musicoterapia: Il primo esempio riguarda un incontro di Musicoterapia con una ragazza affetta da S. Down, 13 anni: […] Si propone un setting flessibile, “permissivo”, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante, una Metodologia semidirettiva. Per integrare il campo di esperienza sono proposte attività vocali e di movimento, attività ludico musicali che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. L’approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi. Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali non convenzionali con materiali di diverso tipo sia in momenti individuali che di gruppo. 15 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Il secondo esempio riguarda un incontro di Musicoterapia con all’interno degli elementi di Arteterapia. La paziente L. ha 23 anni ed è affetta da Encefalopatia Post-Anossica, provocata da una Fibrillazione Ventricolare. […] Si propone un setting strutturato, familiare ed accogliente, che permetta la libera espressione, nel quale il mezzo vocale ha una grande forza, una relazione terapeutica gratificante e una Metodologia direttiva. Per integrare le esperienze vocali passate sono proposte attività legate al canto, alla rilettura dei testi, movimenti dolci, attività musicali che consentono di sviluppare le abilità mnemoniche pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso della voce cantata. Un setting che favorisca il rilassamento muscolare e l’espressività dei tratti del viso, che stimoli gli aspetti affettivi, psicomotori, sociali e cognitivi, e di conseguenza la memoria e i ricordi. Inoltre sono previste attività grafiche per associazione, di rappresentazione ad ogni incontro sul Cartellone Sonoro, che alla fine del percorso sarà consegnato a L. come restituzione. Un aspetto importante da approfondire per predisporre il setting, è quello che potremmo definire "esplorativo-relazionale”, col quale ci si propone di portare il paziente verso un autonomo processo di scoperta e nel quale il 16 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 terapeuta non è mai osservatore esterno, ma partecipante, e può scegliere di stare a fianco, dietro, più o meno vicino al paziente per condurre il lavoro. Uno spazio di azione così strutturato richiede particolari atteggiamenti: l’attenzione del conduttore a non intervenire eccessivamente nella produzione, far sì che ognuno possa esprimere le proprie emozioni senza sentirsi giudicato, a restituire il prodotto andando oltre l’aspetto artistico, e la sollecitudine a sostenere e incoraggiare il paziente di fronte ai fallimenti dei propri tentativi di comprensione o spiegazione del fenomeno indagato. 17 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 II Capitolo Il Progetto 2.1 La metodologia Il presupposto scientifico al capitolo secondo è assolutamente indicato per introdurre il Project Work in tutte le sue articolazioni, complesse e flessibili. Tanto si è detto e scritto sulle diverse Metodologie. Trattandosi di un contesto di relazione interpersonale il Metodo si presenta in modi che si rinnovano attimo per attimo. Si tratta di una visione dell’uomo come individuo attivo-recettivo secondo la quale l’interazione corporeo-sonoro-musicale avviene secondo la prospettiva epistemologica bio-psico-sociale. Tutti gli strumenti musicali a disposizione possono essere idonei, ma potrebbero non esserlo. Da un lato c’è il paziente, dall’altro il terapeuta. Se il paziente può muoversi a suo piacimento, secondo le emozioni o il vissuto del momento, il musicoterapeuta, rispondendo a ciò che vive il paziente, ha il 18 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 compito di tenere i fili della situazione. È una Metodologia "facilitante" che indica le condizioni in cui si trovano i due protagonisti del dialogo. Il facilitato ha a sua disposizione diversi strumenti musicali a corde, a percussione, a membrana, oltre allo strumentario Orff, e li utilizza liberamente rispetto all’impostazione della seduta. Questa metodologia ha lo scopo di far sorgere nel cliente l’intenzionalità verso l’ascolto in quanto condizione essenziale per accogliere le emozioni, viverle, per rapportarsi con il mondo delle cose, con se stesso e con gli altri nella relazione. Tutto deve avvenire rispettando i suoi comportamenti, i suoi gesti e i suoi tempi, così che possa comprenderne il valore ed andare verso il loro superamento. L’approccio utilizzato tiene in considerazione il valore profondo del l’accettazione incondizionata dell’altro, la dimensione empatica, il rispetto delle sue emozioni, l’entrare a far parte della sua storia dialogando, agendo, discutendo con lui, così da poter cogliere ogni minimo segnale di evoluzione e di cambiamento. Ogni utente, a prescindere dalla diagnosi presenta comportamenti particolari, dal carattere soggettivo. Essi sono segnali con i quali egli racconta qualcosa di se stesso, della sua storia. 19 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 È determinante l’apprezzamento del valore comunicativo delle posture, degli atteggiamenti, del modo di respirare, il valore comunicativo della voce, la sua particolare intonazione (il registro vocale), il tipo di vocalizzo o altro. Sono tutti segnali indicativi della storia personale. 2.2 Parent-Training Nel progetto in questione un aspetto importante che è emerso è stata la richiesta del Parent-Training, in cui l’interazione ha visto la partecipazione tra: il musicoterapeuta; il bambino (paziente); i genitori (un genitore). L’inclusione e il coinvolgimento dei genitori è stato un aspetto aggiunto in itinere che non solo ha soddisfatto una richiesta degli stessi, in questo caso la madre, ma si è rivelato al contempo un’esigenza. La musica ha permesso di affrontare quelle difficoltà/inibizioni che influiscono nella relazione duale Madre-Figlio e facilitare la comunicazione non verbale. In questo contesto la metodologia adottata è stata umanistico-sistemica. Il percorso terapeutico, attraverso l’interagire col bambino, coinvolge un 20 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 genitore, e ciò che accade nella realtà modifica il modo di pensare del genitore. Non è necessario discutere sui pregiudizi, sui modi comuni di pensare, su previsioni più o meno infauste per il futuro; è importante affidarsi a ciò che accade, e questa modalità di pensiero è difficile da trasmettere ai genitori, che tendono a lasciarsi andare dopo alcuni incontri. Quando un bambino sfoga le sue emozioni e trova accoglienza in momenti difficili, incomincia a riscoprire la sua corporeità attraverso il contatto diretto con il terapeuta e con la madre, che condividono con lui tale esperienza sonoroaffettiva, riprende fiducia in se stesso e si comporta in modo imprevedibile anche per i genitori. Così ha senso parlare di storia, di percorso, di condivisione delle esperienze e delle emozioni. Ciò che accade è condiviso dalle persone presenti, è un camminare verso un traguardo che si definisce insieme. I genitori chiedono spiegazioni, espongono dubbi, raccontano eventi significativi della loro vita e di quella del figlio in modo estemporaneo, suggerito da quello che sta accadendo. Le credenze dei genitori sono così messe in discussione dagli eventi che accadono nel corso degli incontri e con l’obiettivo di procedere verso una crescita interiore comune. 21 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Project Work Utente: C. G. Età: 6 Anni Diagnosi: Cromosopatia Polimalformativa del 7 Organizzazione degli incontri: uno a settimana da 60’ Luogo: CEMU (Centro Europeo di Musicoterapia) Durata: Ottobre 2008 – Febbraio 2009 22 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Premessa G. è un bambino affetto da Cromosopatia Polimalformativa, con gravi difficoltà visive, psico-motorie, di coordinamento, compromissione di alcune aree cognitive, che riguardano il linguaggio, la memoria, l’attenzione e la concentrazione. Il bambino ha partecipato al Progetto “Le Forme del Pensiero Musicale”, su richiesta della famiglia, lo scorso anno per un periodo di 8 mesi, dal 19/09/2007 al 25/06/2008. Ha iniziato il percorso con sedute individuali, dal 9/01/2008 ha partecipato agli incontri all’interno di un gruppo misto con altri 3 bambini di età differenti. Questo passaggio è stato per lui molto importante, in quanto è stato stimolato dal punto di vista sonoro-musicale, attraverso dei suoni e dei vocalizzi che ha interiorizzato come papapa, lalala, e qualche parola come Ciao, Vieni. Il confronto col gruppo lo ha portato a relazionarsi attraverso gli strumenti e il canto, inoltre da marzo a giugno del 2008 il bambino ha partecipato a 8 incontri di Parent-Training con la madre, dalla durata di 45 minuti. 23 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Le difficoltà presenti lo scorso anno riguardavano l’utilizzo di tutti i canali della comunicazione; dunque si è proseguito anche quest’anno attraverso una metodologia applicata che vuole congiungere musicoterapia attiva e musicoterapia recettiva all’interno di una prassi nella quale i brani musicali, opportunamente scelti, hanno avuto il fine di stimolare sensazioni, emozioni, immagini mentali. Si tratta di una visione umanistica del paziente come individuo attivorecettivo secondo la quale l’interazione corporeo-sonoro-musicale avviene in una totalità bio-psico-sociale verso l’acquisizione di abilità e competenze funzionali all’integrazione sociale. Attraverso tali attività è possibile favorire i processi cognitivi, sinestesici, di socializzazione e l’apprendimento. Obiettivi Collegare certe qualità sonore a certi strumenti. Scoprire lo strumento musicale come mezzo espressivo. Rafforzare la lateralizzazione e la coordinazione motoria. Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità 24 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 dell’attività. Voce-linguaggio verbale. Strumento. Motivare la creatività e la capacità espressiva. Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali in una dinamica di gruppo. Favorire la realizzazione di un processo creativo significativo nella forma primaria e globale e in quella più articolata: voce, movimento, manipola-zione degli strumenti, spirito esplorativo. Favorire il livello di concentrazione-attenzione. Favorire la crescita emotiva e la capacità di socializzazione. Strumenti e Metodi Si propone un setting strutturato come “semi-permissivo”, in quanto i tempi dell’attenzione di G. sono più lunghi, e risponde bene agli stimoli, un ambiente facilitante la libera espressione e una relazione terapeutica gratificante e una Metodologia semi-direttiva. 25 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali e di movimento, attività ludico musicali che consentono di sviluppare le abilità musicali pregresse e di imparare ad esprimersi con l’uso di diversi linguaggi. Inoltre è prevista la pratica di semplici strumenti musicali convenzionali e non, con materiali di diverso tipo, come maracas artigianali con il riso all’interno, o bicchieri – contrabbasso, con un semplice elastico posto ai lati. Dal mese di Novembre 2008 ogni 2 settimane, su richiesta della madre, è stato programmato un incontro di Parent-Training, come supporto per offrire ai genitori ulteriori strumenti per relazionarsi col bambino. Materiali Tastiera, chitarra, batteria. Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.). Letture. Stereo. Favole sonore. Materiali da disegno. Cartoncini, bicchieri, palloni, teli, … etc. 26 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Documentazione La documentazione è stata elaborata attraverso l’utilizzo di una Scheda di Ingresso, un Protocollo da compilare a ogni seduta ed uno specifico sul P.T., un’integrazione con foto e video, una scheda di Lettura Vocale, per delineare gli incontri nei diversi momenti e un questionario di Parent-Training intermedio/finale per documentare gli aspetti relativi al supporto materno. Verifica Sono stati previsti momenti di verifica in itinere per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito; eventualmente, con le variazioni necessarie per una migliore fruizione del Project Work. Utente: V. S. Età: 4 Anni Diagnosi: Sindrome di Down Organizzazione degli incontri: un incontro settimanale da 60’ Luogo: CEMU (Centro Europeo di Musicoterapia) Durata: Ottobre 2008 - Maggio 2009 27 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Premessa V. è un bimbo di 4 anni affetto da Sindrome di Down con un lieve ritardo mentale. È allegro, vivace, affettuoso, ama la musica, non ha mai partecipato ad un progetto terapeutico. I genitori, soprattutto la madre, insegnante d’infanzia, ha seguito molto il bambino lavorando sull’ascolto, sin dalla nascita, proponendo musica specifica per bambini, canzoncine melodiche, filastrocche, … etc. V. in casa dispone di una batteria, una tastiera e vari strumenti a percussione. Ha una voglia di suonare continua, con una pulsazione e volumi alti, intensi, se non interrotto tende a diventare compulsivo. Nonostante il livello cognitivo sia buono in termini di attenzione, memoria, concentrazione le difficoltà che ha V. consistono nell’utilizzazione di una comunicazione ancora sillabata e poco chiara. E’ necessario perseguire, attraverso un’appropriata metodologia, all’acquisi-zione di abilità e competenze come strumenti funzionali all’integrazione vocale dei fonemi e all’orientamento. E' importante all'interno dell'attività musicale globale la gestualità, il movimento, lavorare sulla postura, in quanto il bambino tende ad essere statico e nella posizione da seduto, la pratica vocale e strumentale, la 28 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 didattica dell’ascolto, la musica d’insieme, con tutte le conseguenti implicazioni di acquisizione. Attraverso tali attività è possibile favorire anche i processi di socializzazione, l’apprendimento cooperativo e aumento dell’autostima. 29 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Obiettivi Proporre l’osservazione dello strumentario (oltre la batteria). Scoprire lo strumento musicale-vocale come mezzo espressivo. Superamento delle stereotipie (Pulsazione - Compulsiva). Rafforzare la lateralizzazione e la coordinazione motoria. Tradurre i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività. Corpo - stimolare al movimento dinamico - Giochi ritmici. Voce. Motivare la creatività e la capacità espressiva. Favorire la realizzazione di un processo creativo significativo nella forma primaria e globale e in quella più articolata: voce, movimento, manipola-zione degli strumenti, spirito esplorativo. 30 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Strumenti e Metodi Si è proposto un setting strutturato come “direttivo”, facilitante la libera espressione attraverso l’effetto sorpresa, una relazione terapeutica gratificante e un Metodologia direttiva. Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali e di movimento, attività ludico musicali che consentono di sviluppare le abilità musicali e di imparare ad esprimersi con intensità e pulsazioni diverse, correlate all’ascolto, e con l’uso di diversi linguaggi. L’approccio espressivo stimola gli aspetti affettivi, psicomotori, sinestesici. Materiali Tastiera, chitarra, batteria. Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.). Letture. Stereo. Favole sonore. Corde- Sonagli. 31 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Documentazione La documentazione è stata raccolta attraverso l'utilizzo di una Scheda di Ingresso e di un protocollo da compilare a ogni seduta, e integrata con foto in momenti diversi degli incontri. Verifica Sono stati previsti momenti di verifica in itinere, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito con le variazioni necessarie per una migliore fruizione del Project Work. Utente: O. C. E. Età: 3 Anni Diagnosi: Tetraplegia Spastico-Distonica Organizzazione degli incontri: un incontro settimanale a scuola da 60’ Luogo: Scuola dell’Infanzia “Rodari”, Finale Emilia Durata: 10 incontri 32 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Premessa E. un bambino nigeriano di 3 anni, è affetto da Tetraplegia SpasticoDistonica con atteggiamento estensorio degli arti inferiori, ipertonico flessorio degli arti superiori, non ha ancora raggiunto il controllo del capo a causa di una marcata ipotonia assiale, e presenta epilessia sintomatica. Il deficit di produzione di movimento è soprattutto sul lato destro, con disturbi della regolazione del tono muscolare (spasticità ipertonica), della coordinazione e del controllo posturale del capo. È stato seguito dai Servizi sociali dal luglio del 2008, appena giunto in Italia. La famiglia, compresa la gravità della situazione, è intervenuta seguendo il bambino per operare su diversi fronti. Il bambino non ha mai svolto attività espressive, per cui il lavoro che si è pensato di svolgere a scuola ha visto la partecipazione del gruppo classe, all’interno di un progetto Psico-motorio, con l’insegnante di classe, l’insegnante di sostegno/Musicoterapeuta, come componente attiva. E. è un bambino abituato a stare assieme ad altre persone, con una buona capacità uditiva, ed è abituato ad ascoltare musica. È stato importante per E. l'attività musicale come momento strutturato, di ascolto attivo, di esplorazione sensoriale, in maniera olistica, con l'aggiunta 33 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 del movimento, la pratica strumentale, centrata sull'ascolto, sull'espressività, sull’associazione stimolo-risposta, dei suoni vocali e di quelli onomatopeici. Gli incontri sono stati pensati e strutturati con un assetto triangolarecircolare, assieme all' insegnante di sezione, che è stata parte attiva nei momenti di canto d’insieme e in tutte le altre fasi del Progetto, con lo scopo di favorire la relazione tra E. con la classe e di armonizzarla. Obiettivi Promuovere la Circolarità della relazione coi pari. Stimolare all’Orientamento Sonoro-Spaziale. Utilizzare lo strumento musicale associato all’aspetto motorio. Tradurre costantemente i contenuti musicali in ambiti e codici espressivi diversi in modo graduato, a seconda della complessità dell’attività. Corpo - Giochi motori. Uso dello Strumento (Attivo-Passivo). Ampliare i canali di comunicazione attraverso esperienze globali. 34 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Strumenti e Metodi L’ambiente in cui si è svolto il PW è stato la palestra. Si è proposto un setting dinamico, aperto e flessibile, con una disposizione dello spazio-strumentario circolare, in cui muoversi liberamente, facilitante la libera espressione, una relazione terapeutica gratificante e una Metodologia direttiva/semi-direttiva. Per integrare il campo di esperienza sono state proposte attività vocali, lavorato sulla percezione del corpo, sulla respirazione, modulazione vocale, reazione feedback alle proposte sonore, ritmiche e di movimento, con variazioni graduali, attività musicali e proposte che consentono di sviluppare diversi linguaggi. Il ruolo dei compagni di classe è stato determinante perche i bambini hanno imparato ad avere con E. un contatto corporeo adeguato alla sua problematica e stabilire un contatto migliore in sezione. Materiali Chitarra. Strumentario Orff (Tamburi, piastre, maracas, … etc.). Stereo. Suoni onomatopeici. 35 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Palloncini, corde, stoffe. Tappeti morbidi-cuscini, percorsi. Documentazione La documentazione si è svolta attraverso l'utilizzo di un Protocollo e una Scheda di Lettura Vocale da compilare a ogni seduta, integrata in momenti diversi degli incontri. Si è proposto a metà percorso un questionario per documentare il punto di vista delle insegnanti. Verifica Ogni incontro si è trascritto su un diario, per poter osservare le nuove dinamiche, con momenti di verifica in itinere, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti durante il percorso. 36 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 III Capitolo Aspetti scientifici neuro-musicali 3.1 L’empatia secondo le neuroscienze La conoscenza del sistema nervoso centrale, in particolare dei meccanismi relativi al funzionamento di alcune aree l’encefalo, ha subito negli ultimi anni un vero e proprio ‘scatto’ in avanti a seguito delle aumentate capacità di indagine e di ricerca derivate dalle nuove tecnologie. In particolare, la Tomografia a Emissione di Positroni (PET), la Risonanza Magnetica Funzionale (FMRI), la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) e la Magnetoencefalografia (MEG), hanno permesso di studiare in profondità il funzionamento di singoli neuroni o di gruppi di essi. La ricerca sperimentale può oggi verificare le proprie ipotesi studiando in vivo, e in maniera non invasiva, sia animali (generalmente ratti e scimmie) che esseri umani (sia individui sani che ‘casi clinici’ patologici). Nel passato la ricerca aveva come campo di studio l’anatomia del cervello e successivamente la fisiologia del sistema nervoso, senza riuscire 37 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 (per carenze tecnologiche) a definire i meccanismi che sottendono il comportamento, il pensiero e le emozioni. Fino a pochi anni fa ci si limitava a studiare gli effetti del controllo neuromuscolare che produce il movimento; oggi è possibile capire cosa è in grado di determinare un’azione, il suo scopo e la sua motivazione. Numerose osservazioni, ottenute da branche del sapere diverse da quella medico-biologica, come la psicologia, la psicoanalisi, la pedagogia e la sociologia, hanno iniziato a trovare conferme nelle ricerche sperimentali degli ultimi anni. Lo studio del sistema nervoso centrale ha sviluppato a tal punto il proprio terreno di ricerca da inglobare diverse discipline e dare origine ad una nuova branca del sapere che va sotto il nome di Neuroscienze. Attualmente molti gruppi di ricerca nel mondo stanno raccogliendo una grande quantità di dati che derivano da altrettanti numerosi modelli sperimentali; alcuni importanti neuroscienziati, come Antonio Damasio di Iowa City e Giacomo Rizzolatti di Parma, stanno cercando di divulgare le nuove scoperte con l’intento di renderne partecipi anche i non addetti ai lavori. Oltre a neuroscienziati che potremmo definire ‘puri’, esistono neuropsicanalisti e psicoterapeuti, come Allan Schore, che stanno tentando di unificare le conoscenze della neurobiologia, della neurologia comportamentale, della neuropsicologia e della neuropsicanalisi, includendo 38 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 anche le ricerche sullo sviluppo di psicologi evolutivi come Daniel Stern e Bertrand Cramer. Negli ultimi anni inoltre sono stati meglio definiti i complessi rapporti che legano l’attività cerebrale con il sistema immunitario e con il sistema endocrino, dando piena giustificazione ai molti disturbi psicosomatici. Volendo semplificare la grande complessità di questa materia e volendo concentrare l’attenzione sulle principali scoperte o perlomeno quelle per le quali gli studi appaiono maggiormente definitivi, possiamo analizzare due distinti argomenti: I neuroni specchio. L’azione dell’emisfero cerebrale destro. I neuroni specchio sono un gruppo di cellule localizzate in una precisa parte del cervello (zona fronto-parietale) che possiedono la capacità di guidare un’azione, ma nel contempo anche di ‘pensare’ un atto potenziale; questi neuroni sono capaci di reagire non soltanto ad un semplice stimolo, ma anche di ‘comprendere’ il significato di quello stimolo. Questa scoperta conduce a stabilire che le diverse aree cerebrali non sono, come si pensava, suddivise per eseguire distintamente compiti esecutivi e compiti di controllo, ma che azione e percezione risultano alla fine costituire un’unica funzione. 39 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 I neuroni specchio sono stati scoperti più di una decina di anni fa, ma solo negli ultimi si è riusciti a definire nel dettaglio il loro funzionamento e quindi anche la loro grande importanza per la conoscenza del comportamento umano. Questi neuroni hanno dimostrato di potersi attivare sia per eseguire una determinata azione sia in seguito all’osservazione di una azione simile compiuta da un altro individuo. Scrive Rizzolatti: “l’attivazione dei neuroni specchio è in grado di generare una rappresentazione motoria interna (atto potenziale) dell’atto osservato, dalla quale dipenderebbe la possibilità di apprendere via imitazione”. Prima ancora dell’imitazione queste cellule posseggono la capacità di riconoscere e di comprendere il significato posseduto dagli atti osservati. In pratica risulta che la stessa comprensione che regola l’esecuzione delle nostre azioni, permette la comprensione delle azioni altrui. Per comprendere il significato e l’intenzione delle azioni degli altri è sufficiente che il soggetto possegga la conoscenza delle proprie esecuzioni (abbia cioè tali azioni tra il proprio patrimonio motorio). La maggior parte delle ricerche ha lavorato utilizzando modelli sperimentali che sfruttavano l’esecuzione di azioni in relazione ad un controllo visivo, ma lo stesso modello risulta valido anche per altri ambiti sensoriali, ad esempio quello relativo agli stimoli sonori (ascolto un suono, lo comprendo e lo riproduco). 40 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Rispetto alle ricerche compiute sulle scimmie, nell’uomo il sistema dei neuroni specchio è risultato molto più esteso e complesso. Nella nostra specie queste cellule si sono dimostrate capaci di codificare sia lo scopo dell’atto osservato sia gli aspetti temporali che compongono i singoli movimenti; sono inoltre risultate capaci di rispondere ad azioni mimate. Ogni forma di apprendimento che avviene attraverso l’imitazione necessita della partecipazione di altre aree corticali, ma il sistema di controllo di questo processo è attuato dal sistema dei neuroni specchio, che può agire mettendo in atto un duplice controllo di tipo facilitatorio o inibitorio (ad esempio i neonati, che hanno una spiccata propensione per l’imitazione, possiederebbero un sistema di controllo inibitorio particolarmente debole in quanto ancora immaturo). La situazione emotiva sembra in grado di ‘condizionare’ l’azione di controllo facilitazione-inibizione in base ad uno specifico contesto. Scrive ancora Rizzolatti: “i neuroni specchio e la selettività delle loro risposte determinano uno spazio d’azione condiviso, all’interno del quale ogni atto e ogni catena d’atti, nostri o altrui, appaiono immediatamente iscritti e compresi, senza che ciò richieda alcuna esplicita o deliberata operazione conoscitiva”. Percezione ed esecuzione posseggono pertanto uno ‘schema rappresentazionale comune’. 41 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 È molto probabile che dal sistema dei neuroni specchio nel corso dell’evoluzione sia originato il substrato neuronale necessario per la comparsa delle prime forme di comunicazione tra gli individui che ha portato infine allo sviluppo del linguaggio. In particolare le origini del linguaggio andrebbero ricercate, prima ancora che nelle forme di espressione vocale, nell’evoluzione di un sistema di comunicazione intenzionale attuato attraverso i gesti: prima della bocca sarebbe stata la mano a ’parlare’ e la via di apprendimento sarebbe stata quella imitativa controllata da neuroni specchio specifici denominati eco. Gli esperimenti più affascinanti riguardano il substrato anatomicofunzionale dell’empatia (la capacità di comprendere lo stato emozionale dell’altro, di percepire ciò che percepisce l’altro). Esperienze recenti indicano che osservare un viso altrui che esprime un’emozione, stimola nell’osservatore i medesimi centri cerebrali che si attivano quando lui stesso presenta una reazione emotiva analoga. Il centro neuronale deputato a questa funzione specchio sarebbe l’insula, una zona del cervello dove sono rappresentati gli stati interni del corpo e dove avviene l’integrazione visceromotoria (la cui attivazione trasforma gli input sensoriali in reazioni viscerali). Bisogna considerare che nonostante ognuno di noi sia in grado di percepire il dolore dell’altro, la compartecipazione empatica a questo dolore 42 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 è diversa tra un individuo e l’altro. Conclude Rizzolatti: “il meccanismo dei neuroni specchio incarna sul piano neurale quella modalità del comprendere che, prima di ogni mediazione concettuale e linguistica, dà forma alla nostra esperienza degli altri (…) e alla rete delle nostre relazioni interindividuali e sociali”. 3.2 Il ruolo degli emisferi cerebrali nella creazione artistica Per quanto riguarda la dominanza emisferica, numerosi studi hanno permesso di capire che il nostro cervello possiede due distinte tappe maturative durante le quali prevale uno dei due emisferi, destro e sinistro. La nostra intelligenza adulta è prevalentemente logico-matematica e procede per processi deduttivi basandosi fondamentalmente sulla capacità di astrazione che si sviluppa dopo i primi due anni di vita e il cui controllo è localizzato nell’emisfero sinistro. Quando il bambino riesce a capire che la palla non è soltanto l’oggetto rotondo e colorato che tiene in mano, ma è anche l’immagine mentale (l’idea) che riesce a vedere col pensiero, inizia un processo per la nostra specie particolarmente importante la cui evoluzione ulteriore è rappresentata dallo sviluppo del linguaggio (scritto o parlato). Ad un certo punto della sua 43 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 maturazione il bambino inizia a padroneggiare anche l’uso del simbolo, di quella parola - ‘palla’ - capace di evocare e rappresentare l’oggetto concreto. A questo punto dello sviluppo mentale inizia una modalità di pensiero che utilizza parole e concetti, e da questo momento in avanti la memoria utilizzerà come proprio codice la parola. È probabilmente questo il motivo che impedisce di ricordare quanto è stato vissuto e percepito prima dei due anni di vita. In realtà, i ricordi dei primi anni (compresi quelli della vita prenatale e del momento della nascita) restano nel nostro cervello, ma vengono archiviati in un codice che non utilizza le parole e i concetti astratti. Prima dello sviluppo del linguaggio il bambino pensa per emozioni e sentimento e la memoria è definita di tipo ‘evocativo’; il bambino cioè ‘ritrova’ le percezioni e le emozioni già vissute. Anche il feto, mostrando fenomeni di ‘abituazione’, mostra di sapersi adattare e di saper fare esperienza attraverso gli stimoli e le sensazioni dell’ambiente uterino. In questo primo momento della vita la parte di cervello dominante, anziché la sinistra, risulta essere la destra, il cosiddetto emisfero ‘non verbale’ dove vengono elaborate le emozioni e le percezioni sensoriali. A questa età possediamo un pensiero emotivo e la relazione con l’ambiente (oggetti e persone) può avvenire attraverso il corpo e i sensi. La sensibilità e la capacità 44 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 empatica regolano la comunicazione con le figure di accudimento, fornendo una prima elaborazione della realtà (un’idea del mondo e dell’esistenza). Secondo le ricerche e la teoria di Allan Schore l’ambiente che il bambino incontra nel primo anno di vita, mediato dalla persona che principalmente si prende cura di lui, influenza e orienta lo sviluppo e l’evoluzione delle sue strutture cerebrali, determinando la capacità futura di autoregolare le emozioni, di gestire lo stress e di modulare la relazione con gli altri. Esistono prove che supportano la supremazia della funzione sulla struttura, nel senso che sarebbe la struttura morfologica a svilupparsi in seguito ad uno stimolo funzionale primario e non viceversa. L’emisfero destro si è dimostrato capace di controllare il linguaggio non verbale (che comprende le espressioni facciali, i toni vocali e i gesti), dominando anche nelle percezioni musicali, olfattive e tattili; avrebbe inoltre un collegamento privilegiato con il Sistema Nervoso Autonomo e quindi con le funzioni del corpo cosiddette involontarie. Fortunatamente nel successivo periodo della vita l’attività dell’emisfero destro, emotiva e sensoriale, non viene cancellata, ma soltanto affiancata (e in parte ‘soffocata’) dall’esuberanza e dalla logorrea del cervello sinistro (occorre considerare inoltre che i due emisferi sono strettamente collegati e interconnessi da specifiche strutture deputate a questa funzione di 45 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 integrazione). È suggestivo riflettere come sia possibile, in particolari situazioni, che il nostro cervello ‘emotivo’ riesca a prendere le redini del nostro controllo per attivare comportamenti creativi o per dare origine a mansioni ad ‘alta sensibilità’. Uno di questi momenti della vita si realizza senz’altro alla nascita di un figlio oppure quando ci si trova a prestare cure e conforto a chi sta terminando la propria vita; queste situazioni sono infatti difficilmente compatibili con una occupazione o uno stile di vita che richiede calcolo e controllo (la mamma e il papà manager saranno modesti genitori o saranno cattivi manager). Anche durante la creazione artistica, o qualora sia necessario far prevalere intuito e sensibilità in alternativa al calcolo e all’opportunità, è ancora l’emisfero destro a prevalere (forse è per questo che raramente politica ed economia riescono ad essere al servizio dell’uomo e dei suoi bisogni più profondi). Si dice che l’artista è colui che vede al di là delle cose (“non si vede che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”), in realtà l’artista vede con occhi diversi, vede con la parte di cervello infantile e primordiale, quella che dà colore agli odori e che dà una forma fisica alle emozioni. Il poeta è forse l’artista per eccellenza perché usa le parole, un simbolo astratto e concettuale, utilizzandole in maniera impropria e originale (nel senso letterale del termine), trasformando (o sublimando) un codice che nasce per 46 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 servire la logica in un codice al servizio delle emozioni. Anche la meditazione, l’ascesi e la preghiera non hanno bisogno di logica né di concetti o di parole (e spesso si crede di pregare, quando invece semplicemente si sta pensando a Dio); in queste situazioni è necessario liberare la parte più sensibile e più ancestrale della nostra mente, quella che ha vissuto prima del linguaggio, quando (pur senza conoscere) ‘sentivamo’ di essere tenuti in braccio, protetti, nutriti ed amati (probabilmente, senza bisogno di grande consapevolezza, chi sa pregare col proprio cervello sensibile percepisce di essere tenuto in braccio da Dio). Questa parte della nostra mente accompagna la nostra vita, la nostra relazione con gli altri quando dobbiamo sostenere e rinforzare la nostra azione comunicativa utilizzando il corpo, i gesti e la mimica del viso; quando non abbiamo più parole per esprimerci, arriviamo a usare il silenzio e lasciamo che siano la nostra presenza e i nostri occhi a ‘parlare’. Lo sguardo è considerato lo specchio dell’anima, in realtà gli occhi hanno la stessa derivazione embrionale del cervello e quindi sono direttamente in collegamento con quanto la mente sta vivendo; anche la pelle, come gli occhi, origina dal sistema nervoso e per questo motivo anche il contatto fisico si dimostra capace di comunicazione profonda. Le neuroscienze hanno appena iniziato a svelare i tesori contenuti nelle 47 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 nostra mente e a spiegare l’origine dei nostri comportamenti più complessi ed evoluti. Probabilmente il futuro riserverà grandi sorprese, ma possiamo già da ora contare su due importanti pilastri: la certezza che la nostra identità è definita dalla relazione con i nostri simili e la scoperta che i nostri comportamenti sono strettamente collegati alle primissime esperienze della nostra esistenza. 3.3 Biologia del pensiero musicale Le componenti delle abilità musicali, come di ogni altra abilità cognitiva, hanno precise localizzazioni cerebrali. L’orientamento biologico della psicologia cerca di spiegare il comportamento umano in termini di operazioni del cervello e del sistema nervoso che sono, a loro volta, influenzati dalla costituzione genetica dell’organismo. Dobbiamo, prima di tutto, ricordare che ciò che apprendiamo sono le strutture utilizzate per rappresentare la musica: esiste sia una forma di acculturazione educativa, cioè un apprendimento che avviene a seconda della esposizione, durante l’infanzia, ai normali prodotti musicali della nostra cultura, sia un’educazione vera e propria che porta all’acquisizione di abilità specializzate. Le influenze, sia biologiche che sociali, sono ovviamente 48 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 comprese in una spiegazione completa della condotta umana. Nella cultura orale, le uniche guide sono le conoscenze attuali e la memoria. Per molte persone la scrittura viene ad essere fondamentale, la realtà è, sotto molti aspetti, mediata dalle loro notazioni; quel che può essere scritto e conservato è giusto e definitivo: nella cultura scritta, la memoria di una persona viene giudicata sulla base della registrazione scritta. Sfortunatamente, molte persone alfabetizzate ritengono che la vita o le conoscenze di una cultura che si basa sulla scrittura siano, in un certo senso, superiori a quelle di una cultura orale; per contro, sarebbe più corretto sostenere che la cultura orale e quella alfabetizzata sono differenti. La nostra scrittura alfabetica può portare ad un impoverimento della comunicazione: non è in grado di preservare informazioni significative nel ritmo, intonazione, tono e gesti, mentre riesce a custodire le informazioni fonetiche. Nelle culture orali, la musica viene trasmessa da un individuo all’altro ed è soggetta, come le conoscenze verbali, a variazioni nel tempo: all’interno di una cultura orale una esecuzione, spesso, non è uguale a quella precedente. In una cultura orale è impossibile che si possa ottenere lo stesso tipo di 49 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 conoscenze che si traggono da determinati brani, dopo ripetuti esami delle partiture, o ripetuti ascolti della stessa registrazione. Ma, nonostante tutte queste differenze, sussistono basi cognitive universali per la musica, che trascendono le singole culture? Anche se la tonalità non è assolutamente universale, i concetti di scala e di tonica, hanno delle analogie formali in molte culture. Inoltre, sembra che la suddivisione delle scale in gradi segua dei principi comuni nella maggior parte delle culture. Si è affermato che le componenti delle abilità musicali hanno precise localizzazioni cerebrali: alcune ricerche hanno portato alla conclusione che le funzioni intellettuali sarebbero localizzate in aree differenti del cervello. 3.4 Neurologia della musica La musica aiuta ad organizzare i circuiti neuronali di alimentazione nella corteccia cerebrale, soprattutto rafforzando i processi creativi dell’emisfero destro associati al ragionamento spazio-temporale. Sembra possibile che le attività cerebrali di un individuo si dissolvano, lasciando intatto il suo intelletto musicale. Intervenendo sull’emisfero sinistro, si provocano disturbi del linguaggio; mentre si causano danni al canto, agendo sull’emisfero destro. In realtà la musica racchiude sotto-abilità 50 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 logicamente indipendenti: non dobbiamo dimenticare che una regione di un emisfero cerebrale è qualcosa di molto ampio. Attraverso vari studi si è giunti alla conclusione che, anche se le lesioni all’emisfero destro danneggiano quasi sempre le funzioni musicali, le lesioni all’emisfero sinistro hanno quasi sempre gli stessi esiti. Quindi è semplicistico affermare che la musica si trova nell’emisfero destro: le attività musicali sono dissociabili e soggette a danni specifici, come quelle del linguaggio. Significativa è l’affermazione del musicologo tedesco H. Schenker, secondo cui a livello profondo, tutte le buone composizioni musicali, rivelano lo stesso tipo di struttura delle composizioni verbali, riuscendo a mostrare, almeno in parte, la natura affine delle intuizioni verbali e musicali. Non dobbiamo dimenticare, nell’analisi biologica del pensiero musicale, il ruolo cardine svolto dall’orecchio, o meglio dalle orecchie: come l’emisfero destro e quello sinistro operano in maniera diversa, così fa ciascuna delle orecchie. L’orecchio destro è dominante perché è in grado di trasmettere gli impulsi uditivi ai centri del cervello che regolano il linguaggio in maniera più veloce di quello sinistro; gli impulsi nervosi che derivano dall’orecchio destro 51 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 raggiungono direttamente il cervello sinistro dove si trovano i centri del linguaggio, mentre gli impulsi nervosi dell’orecchio sinistro, compiono un viaggio più lungo attraverso il cervello, che non possiede centri del linguaggio corrispondenti, e poi ritornano al cervello sinistro. Potremmo definire l’orecchio il direttore d’orchestra dell’intero sistema nervoso, che integra le informazioni fornite dal suono e organizza il linguaggio. Infatti il linguaggio, come elemento fondante dell’umanità dell’uomo, non può essere analizzato e studiato se non si tiene presente il ruolo determinante svolto dall’udito: è grazie all’udito che è stato possibile all’uomo, costruire il linguaggio. 3.5 Lo sviluppo ritmico-cognitivo dall’infanzia all’età adulta È bene rammentare che le abitudini cognitive assunte in età infantile ed adolescenziale hanno molta influenza durante tutta la vita. L’apprendimento, sino allo sviluppo di un’evoluzione cerebrale durante gli anni della scuola elementare, si manifesta attraverso movimento e associazioni emotive. Infatti, verso i 2/3 anni il cervello comincia a fondersi con il corpo, nel camminare, ballare e sviluppare un senso di ritmo fisico. Vero progresso neurale si verifica fra i 7 e gli 11 anni: il bambino sviluppa 52 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 abilità più complesse: ascoltare, elaborare informazioni visive, coordinare il movimento nel cervello e nella mente; le vie uditive rinforzano il linguaggio e l’ascolto. In questo stadio, il ponte fra la parte sinistra e destra del cervello, chiamato corpo calloso, si sviluppa completamente, permettendo ad entrambi gli emisferi cerebrali di essere in grado di rispondere contemporaneamente ad un evento. La maturazione della capacità della corteccia cerebrale fa sì che l’emisfero destro e quello sinistro acquisiscano delle specificità: l’emisfero sinistro è quello deputato al controllo delle capacità linguistiche, mentre l’emisfero destro è competente nell’analisi degli insiemi della musicalità e delle dimensioni spazio-temporali. Potremmo affermare che tra i due emisferi ci sia una differenza di ruoli netta, cui corrispondono due diversi modi di giungere alla comprensione della realtà: il sinistro sovrintende alla logica, il destro procede per analogia. Verso i 15 anni comincia a svilupparsi la consapevolezza di sé e discipline quali musica, arte, educazione fisica, sono importanti per completare l’integrazione corpo/mente. Ovviamente, alla fine dell’adolescenza, il cervello continuerà a svilupparsi sino ai primi anni dell’età adulta. 53 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Non dobbiamo dimenticare che la maggiore facilità di apprendimento dei giovani rispetto agli adulti va attribuita ai meccanismi di plasticità della corteccia cerebrale; inoltre oggi i ragazzi ricevono dai media molti più input che i propri padri: il quoziente intellettivo sale costantemente, addirittura di qualche punto ogni dieci anni. Abbiamo ribadito che, determinata musica può migliorare la capacità del cervello di percepire il mondo fisico, formare immagini mentali e osservare i cambiamenti negli oggetti. Quindi, la musica può influire sul modo in cui percepiamo lo spazio intorno a noi. Indi, sebbene funzioni del cervello più alte come, ad esempio, musica e ragionamento spaziale-temporale dipendano fondamentalmente da regioni localizzate e specifiche della corteccia, tutte le abilità cognitive più alte utilizzano una serie elevata dell’area corticale. Sembra che esista, sino ad oggi, un unico gene, Emx-2, in grado di influenzare la suddivisione delle aree funzionali della corteccia cerebrali. Tale gene è stato scoperto dall’Equipe dell’Ospedale San Raffaele di Milano: nel 1990 è stato ‘rinvenuto’ il gene che progetta e costruisce la corteccia cerebrale, gene Emx-2, piccolo frammento del Dna, che regola l’area del cervello in cui ha sede il pensiero astratto. 54 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 La corteccia cerebrale è divisa in aree funzionali specifiche: nell’uomo c’è quella per progettare il movimento, quella per eseguirlo, quella della parola pronunciata e quella della parola ascoltata; esistono poi aree associative che coordinano tutte le altre. Queste, sede del pensiero astratto, si trovano nella parte anteriore (frontale) della corteccia, mentre nella parte posteriore si trovano le aree visive. Il gene Emx-2 controlla la suddivisione di queste aree. Non tutti gli individui posseggono tale ‘elemento’ e, conseguentemente, hanno le aree del pensiero astratto più sviluppate di quelle uditive, in una parola ‘capiscono’ di più ma sentono di meno, situazione in cui grandi musicisti quali ad esempio Beethoven sono venuti a trovarsi, senza che questo motivo comportasse la perdita del loro ‘orecchio musicale’. Si può concludere dicendo che l’intelligenza può essere intesa come abilità di adattamento e quindi non è difficile accettare, sempre facendo riferimento al concetto di intelligenze multiple, l’intelligenza musicale, intesa come gestione dei vari livelli nervosi centrali (midollo spinale, tronco encefalitico, strutture neocorticali) del ricevimento e dell’invio dell’informazione musicale. 55 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 IV Capitolo Patologie 4.1 Sindrome di Down La sindrome di Down è una delle più note patologie prodotte da un'anomalia negli autosomi. Il nome deriva da John Langdon Down che ha descritto la patologia nel 1862, usando il termine mongoloidismo a causa dei tratti somatici del viso dei pazienti che richiama quelli delle popolazioni asiatiche orientali, quali i mongoli. 1.1 Eziologia La sindrome di Down è causata dalla presenza di un cromosoma 21 in più (o parte di esso). Circa nel 95% dei casi, la causa di questa anomalia genetica è la mancata disgiunzione dei cromosomi che si verifica durante una delle divisioni meiotiche che portano alla formazione dei gameti di un genitore; ne consegue che lo zigote avrà un assetto di 47 cromosomi, con un cromosoma 56 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 21 soprannumerario in tutte le cellule dell'individuo affetto, anziché il normale numero diploide di 46 cromosomi tipici della specie umana. Per tale motivo questa patologia è anche chiamata Trisomia 21. La sindrome può essere causata anche da un altro tipo di mutazione: la traslocazione robertsoniana, in cui un braccio del cromosoma 21 si fonde ad un altro cromosoma acrocentrico (di solito il cromosoma 14) . Gli individui portatori di tale traslocazione sono fenotipicamente normali, ma presentano un'elevata probabilità di avere figli con sindrome di Down (forma familiare). La Sindrome di Down comporta situazioni diverse di rallentamento dello sviluppo, ma in genere non preclude possibilità allo stesso: è possibile una buona integrazione e convivenza, data la volitiva capacità di apprendimento. 1.2 Sintomi Nella maggior parte dei casi l'individuo ha: corpo basso e tozzo; collo grosso; macroglossia; ipotonia; plica palmare; 57 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Il ritardo mentale varia da forme più gravi a forme lievi nei mosaici genetici. Si ha maggiore sensibilità alle infezioni e spesso, disfunzioni del cuore e di altri organi: principalmente per tali motivi la vita media, senza interventi, non supera i 30-40 anni. Attualmente però la media si è innalzata sino a 60 anni, perché col progredire delle tecniche chirurgiche, molte anomalie cardiache anatomiche possono essere trattate con successo. Al downismo è associata un'amiloidosi Alzheimer-simile. 1.3 Prevenzione Quando si studiano casi di sindrome di Down dovuti a traslocazione, si trova di solito che un genitore, anche se fenotipicamente normale, presenta un cariotipo a 45 cromosomi. Uno di questi cromosomi è formato dai bracci lunghi del cromosoma 21 unito al braccio lungo di un altro cromosoma acrocaentrico (di solito il cromosoma 14), mentre i bracci corti residui si uniscono a formare un piccolo cromosoma acentrico che solitamente è instabile mitoticamente e viene perduto, ma poiché contiene geni non essenziali non si hanno conseguenze cliniche. Perciò ai genitori di un figlio affetto da sindrome di Down dovuta a sbilanciamento di traslocazione robertsoniana, si consiglia di procedere alla determinazione del loro 58 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 cariotipo; se l'uno o l'altro genitore sono portatori della traslocazione, essi vengono avvisati del fatto che vi è un aumentata probabilità di avere un altro figlio affetto da sindrome di Down. Da parecchio tempo si ritiene che la sindrome di Down, e un certo numero di altri effetti negativi legati alla nondisgiunzione, sia più probabile in bambini nati da donne non giovani. Le ragioni di questo fatto non sono chiare ma si è notato che sono in relazione con il tempo di permanenza dell'uovo nell'ovaio fermo nel diplotene della profase della meiosi 1 in cui si verifica scambio di frammenti di cromatidi tra due cromatidi non fratelli di cromosomi omologhi; la permanenza in questa fase di scambio determinerebbe l'amplificarsi di errori nella disgiunzione dei cromosomi durante l'anafase. Studi recenti hanno indicato anche che circa nel 5% di casi con sindrome di Down dovuta a non-disgiunzione il cromosoma in più deriva dal padre anziché dalla madre. 1.4 Trattamento Il trattamento può essere perseguito solo per le complicazioni della malattia, quali possono essere, tra le più frequenti, sordità, malattie cardiovascolari, leucemia, invecchiamento precoce e diabete 59 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 1.5 Si Aspetti operativi può lavorare sui singoli problemi individualmente. Il problema del linguaggio può essere superato portando regolarmente e assiduamente il soggetto da un logopedista specializzato. La tendenza ad ingrassare va contrastata con una dieta equilibrata e molta attività fisica. Infine il problema del ritardo mentale è il più importante da affrontare e il consiglio generale è quello di stimolare l'attività intellettiva del soggetto con molteplici attività fin dalla tenera età, senza pretendere grandi risultati. Un ruolo importantissimo è affidato ai primissimi educatori, genitori e i familiari stretti, che non devono mai smettere di insegnare anche le cose più ovvie. Gli affetti da questa sindrome presentano una socialità spiccata, quasi incontenibile. È quindi consigliato e significativo far leva su questo elemento come stimolo per l'apprendimento: quando parliamo di strutture educative, l'isolamento dalla classe di appartenenza, spesso è controproducente: demotiva il ragazzo e rende faticoso il mantenimento dell'attenzione. Altro stimolo molto forte si può ricevere da un animale domestico (cane, gatto, cavallo) con cui viene instaurata un'amicizia profonda, che consente al bambino affetto da sindrome di Down di superare alcune difficoltà in ambito 60 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 relazionale. La possibilità, inoltre di maturare la responsabilità verso un animale, è decisamente formativa e contribuisce alla maturazione dell'autonomia. L'uso di strumenti elettronici è produttivo. Come tutte le sindromi associate a ritardi mentali, infatti, anche il ragazzo affetto dalla sindrome di Down, è particolarmente sensibile alla ritualità delle azioni e dei comandi. Questo comporta anche una certa rigidità nell'apprendimento che deve destare l'attenzione degli educatori, poiché qualora il ragazzo abbia appreso un comportamento scorretto, diviene faticoso farne apprendere uno più adeguato. Per questo si consiglia di avere molta attenzione nell'insegnare azioni, frasi e comportamenti, eventualmente mostrare tutte le possibili strade e azioni da fare così che il figlio le apprenda subito tutte e poi utilizzi quella che secondo lui è più semplice. 61 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 1.6 Statistiche Grafico rappresentante i casi di trisomia-21 ogni 1000 nati in relazione all'età della madre. Il grafico mostra come la probabilità di avere un individuo affetto dalla sindrome di Down sia correlata dall’età della madre. Si nota, infatti, che, in media, la probabilità per donne di un’età compresa tra 20 e 24 anni è decisamente minore rispetto a quella di donne dai 45 anni in su. Il grafico può portare a delle inesatte affermazioni: il fatto che la probabilità sia così differente in relazione all’età della madre non deve far pensare che la maggior parte delle donne che partoriscono un figlio affetto da trisomia-21 sia d’età relativamente avanzata. Infatti, poche sono le donne che intorno ai 45 anni d’età decidono di avere un figlio. Quindi, i figli nati con trisomia-21 sono maggiormente partoriti da madri relativamente giovani, che 62 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 concepiscono di più rispetto a donne più avanti nell’età. Non si pensi inoltre che donne d’età inferiore ai vent’anni non partoriscano figli affetti dalla sindrome di Down, bensì che sono, in parte, irrilevanti per il grafico. 4.2 Tetraplegia La tetraplegia è una patologia provocata da lesioni alla colonna vertebrale, dall’interruzione delle vie ascendenti e discendenti del midollo spinale, per un trauma, un processo tumorale o un'ischemia determina una paralisi degli arti inferiori e nei casi più gravi, anche di quelli superiori. Le lesioni spinali possono essere complete o incomplete. Per incompleta si intende generalmente una lesione che consente al paziente di mantenere una parte della sensibilità o della possibilità di controllo motorio al di sotto del livello neurologico della lesione. Si parla allora di tetraplegia se la zona del midollo spinale colpita è quella cervicale, di paraplegia se invece la zona ad essere colpita è quella dorsale o lombare. Ai danni motori e sensitivi si aggiungono una serie di problemi viscerali tra cui la perdita di sensibilità e motilità degli sfinteri che comporta la difficoltà delle persone colpite da questo tipo di paralisi ad espletare le normali funzioni corporali, infatti nella maggior parte dei casi urinare spontaneamente diventa impossibile (vescica neurologica), lo sfintere vescicale essendo un 63 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 muscolo volontario non funzionando lo rende impossibile. Si deve in questi casi ricorrere all'utilizzo di un catetere estemporaneo che permette di svuotare la vescica completamente e al bisogno. Anche le funzioni intestinali sono compromesse, venendo a mancare parte dei muscoli addominali, la sensibilità e il controllo dello sfintere anale, muscolo volontario, la maggior parte delle persone deve ricorrere all'aiuto di manovre manuali per riuscire ad ottenere uno svuotamento dell'ampolla rettale. Oggi non esiste ancora una cura per la paralisi causata da danni al midollo spinale, esistono però studi di rigenerazione del sistema nervoso centrale, basati sulle cellule staminali. A supporto di questi studi, negli ultimi anni sono nate importanti organizzazioni no-profit per la raccolta fondi finalizzati al finanziamento della ricerca scientifica, fondate molto spesso da persone con lesione midollare. 1.7 Tetraplegia da lesione cerebrale Una lesione cerebrale in età infantile precoce (paralisi cerebrale infantile) o in epoche successive della vita provoca una tetraplegia se vengono danneggiate estesamente le aree encefaliche deputate al controllo della motilità volontaria. Nell'ambito della paralisi cerebrale infantile i termini tetraplegia e tetraparesi sono di fatto sinonimi, poiché la paralisi 64 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 completa del movimento (tetraplegia) in questa patologia è un evento rarissimo. I pazienti necessitano di un nursing quotidiano in quanto quasi totalmente non-autosufficienti negli spostamenti, nell'alimentazione, nel vestirsi e nell'espletare i bisogni fisiologici. 4.3 Cromosopatia del Settimo Con il nome di cromosoma 7 si indica, per convenzione, il settimo cromosoma umano in ordine di grandezza. Come di ogni autosoma, si hanno due copie anche del cromosoma 7. Il cromosoma 7 possiede all'incirca 158 milioni di nucleotidi. I due cromosomi 7 rappresentano all'incirca il 5,5% del DNA totale nelle cellule umane. Sul cromosoma 7 sono stati individuati circa 1200 geni. Si ritiene però possa contenerne fino a 1400. Il numero di polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) individuati è di oltre 600.000. 65 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Aberrazioni cromosomiche e genomiche Le seguenti condizioni sono causate da cambiamenti nella struttura o nel numero di copie del cromosoma 7: La Sindrome di Williams è causata dalla delezione di materiale genetico dal braccio lungo (q) del cromosoma 7. La regione eliminata viene localizzata nella banda 11.23 (ovvero del 7q11.23). Questa regione include più di 20 geni, i ricercatori credono che le caratteristiche della sindrome di Williams siano da imputare alla perdita di tali geni. Sebbene alcuni dei geni specifici della sindrome di Williams siano stati identificati, la relazione tra molti dei geni presenti nella regione eliminata e i sintomi della sindrome è sconosciuta. Altri cambiamenti nel numero e nella struttura del cromosoma 7 causano ritardo della crescita e dello sviluppo, ritardo mentale, tratti facciali caratteristici, anormalità scheletriche, problemi di locuzione ed altri problemi medici. Tra tali cambiamenti sono incluse, copie soprannumerarie di parti del cromosoma 7 (trisomia 7 parziale) o perdita di una copia di frammenti del cromosoma (monosomia 7 parziale). È stata riscontrata anche una struttura di cromosoma ad anello, detta cromosoma 7 ad anello. Un cromosoma di questo tipo si forma quando entrambe le parti distale del braccio lungo e corto si rompono e i rimanenti si saldano. Trisomia e monosmomia totale sono 66 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 incompatibili con la vita. 67 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Documentazione La documentazione è stata realizzata in itinere, svolta attraverso l'utilizzo di una scheda di ingresso, un protocollo da compilare a ogni seduta, e integrata con foto, riprese video, in momenti diversi degli incontri. Nel caso in cui sono stati ritenuti necessari momenti di P.T. è stata aggiunta un ulteriore scheda analitica, per ogni seduta, con la conclusione di un questionario per i genitori. Da quest’anno è stata ideata anche una scheda di lettura vocale, per alcuni casi, in quanto questo aspetto necessità di una lettura specifica, e non può essere correlato a quello della produzione musicale. Verifica Sono stati previsti momenti di verifica in itinere, per valutare la qualità e la validità dei risultati raggiunti e del percorso seguito; e per apportate le variazioni necessarie per una migliore fruizione del Project Work. Risultati e discussioni Durante gli incontri sono stati utilizzati tutti i generi musicali, all’interno dei gruppi, misti per età, patologia, che sono stati allo stesso modo una risorsa, e melodie in vari modi (maggiore, minore, dorico, misolidio, lidio, frigio, locrio, multitonale) con vari metri regolari e irregolari. 68 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 In una prima fase del progetto c’è stata una transizione dalle proposte tonali con melodie senza parole, alle proposte ritmiche con sequenze recitate con sillabe neutre. Inizialmente infatti la presenza delle parole distoglie il paziente dall'evento melodico o ritmico, concentrandolo su quello che è il suo linguaggio più familiare, quello verbale. Di fondamentale importanza è stata anche la varietà degli stili (va bene lo stile jazzistico, classico come quello melodico) e la varietà dei timbri vocali; tutto eseguito con grande espressione. In questo contesto ha sempre prevalso l’approccio Musicoterapeutico centrato sulla relazione, non come esercizio, finalizzato ad un apprendimento, semmai se c’è stato una forma di apprendimento è avvenuto attraverso le emozioni, l’esperienza sensoriale e l’attivazione dei processi sinestesici, dunque un preciso intervento mirato ad armonizzare la relazione, con l’ausilio musicale in tutte le sue forme. 69 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Conclusioni Il percorso proposto ha permesso all’utenza di sviluppare la sensibilità ritmico-musicale, dalla pratica dell’ascolto, come prima forma di conoscenza e assimilazione fino ad arrivare alla musica d’insieme, all’uso dei diversi linguaggi sonori che hanno delle componenti comunicative importanti. Il suono “accolto” nell’essere umano si muove e con-vibra nella Risonanza Sonoro-Emotiva dell’altro. Tutto è accaduto nella relazione tra i partecipanti con l’obiettivo di favorire la crescita armonica e la possibilità di esprimersi, e la musica favorisce ciò in ogni momento. Durante il Project Work ci sono stati dei momenti incredibili di risonanza, sonoro-emozionale attraverso forme musicali di pensiero, dall’esperienza del canto, della voce, della parola, alla relazione fra la musica e le emozioni, e che davvero la musicoterapia, visti i risultati ottenuti ha il potere di armonizzare gli aspetti della personalità e migliorare la qualità delle esperienze, con i suoni, attraverso modi e stili diversi. 70 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Documentazione Fotografica 71 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 72 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Appendice Di seguito si elencano le schede di lavoro che sono state pensate, strutturate per la raccolta di informazioni dei pazienti, al fine di una buona stesura dei progetti. 1) Scheda D’Ingresso Musicoterapeutica Data: ………… Cognome: ……………………… Nome: ……………….. Data di nascita: ………………… Luogo: …………………………….. Età: …………. Composizione nucleo familiare .……………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………. Nazione: …………………. Regione: …………………. Città: .…………… Indirizzo: ………………………………………………..Tel/Cell: ………… Sintesi Clinica - Data Diagnosi ………………………………………………………………………………. 73 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Programmazione della seduta ………………………………………………………………………………… Consenso a foto/video: ………………………………………………………. Carattere e personalità ……………………………………………………………................................ ............................................................................................................................ Comportamento e modalità ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Atteggiamento nei confronti: Ambiente ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Persone………………………………………………………………………… …..….……………………………………………………………….………… ………………………………………………………………………………… 74 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Descrizione della giornata: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Hobby - attività extrascolastiche: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Ulteriori terapie: ………………………………………………………………………………… Ricerca patrimonio sonoro: Rapporto con i suoni: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Suoni preferiti: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Suoni non graditi: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 75 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Strumenti preferiti: …………………………………………………………………….................... ............................................................................................................................ Strumenti che rifiuta: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Suoni e rumori prodotti: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Genere musicale preferito: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Cantanti o canzoni preferite: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Tempo medio dell’ascolto: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 76 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Ascolta radio - CD: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Espressioni sonore particolari: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Ambiente sonoro durante la gravidanza ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Rapporto della madre con la musica ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Rapporto del padre con la musica ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 77 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Suoni e canzoni percepiti nei primi anni di vita ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 78 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 2)Protocollo degli incontri di Musicoterapia Data: ..................... Paziente: ............................................................... Seduta n° .………………... Sintesi Clinica: ................................................................................................... Descrizione setting: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ 1 ............................................................................................................... 2 ............................................................................................................... 3 ............................................................................................................... 4 ............................................................................................................... 5 ............................................................................................................... 6 ............................................................................................................... 7 ............................................................................................................... 8 ............................................................................................................... 79 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Analisi di Partenza: Atteggiamento del Mt ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Atteggiamento del Paziente: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Strategia utilizzata: 1. Verbale: Direttiva Semi-direttiva Non direttiva 2. Non Verbale: Direttiva Semi-direttiva Non direttiva Brani: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Attività proposte: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Risposte: ............................................................................................................................ 80 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Modifiche per la seduta successiva: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Primo strumento usato: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Ultimo strumento usato: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ I più graditi: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Non usati: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ 81 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Motivazione: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Repertorio: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Contatto fisico: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Contatto visivo: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Livello interattivo: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Accetta proposte: 82 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Propone: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Risposta al silenzio: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Ascolto musicale e motivazione della scelta: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Dimensione prossemica: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ 83 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Esplorazione dello spazio (posture, atteggiamenti, stereotipie): ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Rapporto col terapeuta: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ Osservazioni conclusioni: ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ ............................................................................................................................ 84 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 3) Questionario Parent- training Data: …………… Genitore: ………………………………………………………………… Indagine Descrittiva dal punto di vista del bambino: Quali sono i comportamenti problematici osservabili? ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… Qual è lo scopo che vuole raggiungere il bambino? ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… Quali sono i probabili pensieri o i sentimenti del bambino? ……………………………………………………………………….…… ……….…………………………………………………………………… ………………..…………………………………………………………… Come vorrebbe il bambino che io reagissi? ……………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………. …………………………………………………………………………….. 85 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Indagine Descrittiva dal punto di vista del genitore: Quali sono i miei obiettivi a breve e a lungo termine in questa situazione? …………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………... …………………………………………………………………………... Quali sono i miei pensieri e le mie convinzioni riguardo a ciò che sta accadendo? ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… Quali sono i miei sentimenti? ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Come posso mettere in discussione i miei convincimenti irrazionali e quali possono essere alcuni pensieri razionali alternativi? ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………… Come posso agire per aiutare il bambino? ……………………………………………………………………………… ………..………………………………………………………….…………. ….…………………………………………………………………………... Considerazioni pratiche sull'attuazione ….…………………………………………………………………………... 86 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 4) Protocollo degli incontri di Musicoterapia “Parent-Training” Data: ……………………. Paziente: ………………………………………………………………………. Seduta n° …… Accompagnatore: ……………………………………………………….…….. Descrizione Setting: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Analisi di partenza: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………… Atteggiamento del Musicoterapeuta: ……………………………………………………………………………….... ............................................................................................................................ Atteggiamento del Paziente: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 87 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Atteggiamento del AC: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Strategia utilizzata con AC: 1. Verbale: Direttiva Semi-direttiva Non direttiva 2. Non Verbale: Direttiva Semi-direttiva Non direttiva Brani: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Attività proposte: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Reazione all’ascolto del Paziente: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 88 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Reazioni all’orientamento spaziale: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Reazioni al canto: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Attivazione motoria: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Coinvolgimento AC: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Risposta AC nel canto: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… 89 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Attivazione motoria AC: ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………… Interazione MT – AC: ……..……………………………………………………………………..…… …….…………………………………………………………………………... 90 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 5) Questionario Intermedio per i genitori Questionario Intermedio di Somministrazione di Musicoterapia per i Genitori “Le Forme del Pensiero Musicale” Nome: ................................. Cognome: ....................................................... Data: ………… Cosa ne pensa del percorso che abbiamo fatto in questi mesi? ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... Cosa le è piaciuto in particolare? ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... Cosa ha gradito meno? ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... Cosa è stato per il bambino più facile? E più difficile? ………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………….. 91 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Che benefici ha sentito da questi incontri? Da quali punti di vista? ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... ...................................................................................................................................... 92 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 6) Scheda di Analisi Canto-Terapeutica Data: ..................... Paziente: .......................................................................... Seduta n° ……………… Sintesi Clinica: ........................................................................................................ Scheda di Lettura Vocale: Esecuzione dei Vocalizzi (Altezza-Intensità-Durata-Intervalli): ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………….. Livello Espressivo: ………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………….. Livello corporeo: ………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………….. Livello Emozionale: ………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………….. Risonanza Vocale: ………………………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………….. Processo Vocale Finale: ……………………………………………………………………………………….. 93 ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UNIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES GIULIANA GALANTE – SST IN MUSICOTERAPIA - TERZO ANNO A.A. 2008 - 2009 Bibliografia Alvin, J, (1965), La musica come terapia, Armando, Roma, 1968. 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