Traccia T1: Descrivere la costruzione della configurazione elettronica di un atomo Premessa Le modalità con le quali gli elettroni si configurano negli atomi sono regolate dalla Meccanica Quantistica, fondata su principi e leggi diverse da quelle proposte nell'ambito della Fisica Classica newtoniana. Pertanto, di seguito si riporta una breve descrizione dello sviluppo della nuova meccanica. 1. Breve descrizione della genesi e dei principi fondamentali della Meccanica Quantistica In Fisica Classica per determinare lo stato dinamico di una particella, è possibile misurare contemporaneamente e in principio in modo esatto posizione e quantità di moto dell'elettrone. Tuttavia, secondo le leggi dell'elettromagnetismo classico, una qualunque carica accelerata, come l'elettrone attorno al nucleo, perde energia per irraggiamento cadendo rapidamente sul nucleo, rendendo instabile qualunque atomo. Osservando in particolare le righe spettrali dell'atomo di idrogeno riscaldato e basandosi su lavori precedenti, Bohr propose il suo modello planetario dell'atomo di idrogeno, con l'elettrone che stabilmente può occupare solo orbite ben definite, calcolate mediante l'approccio classico. Tuttavia dovette introdurre una quantizzazione del momento angolare che può assumere solo valori interi di una grandezza fondamentale h = h / 2π (h = Costante di Planck). In questo modo trovò che anche l'energia dell'elettrone può assumere solo valori inversamente proporzionali al quadrato di numeri interi. A ciascun numero (numero quantico principale) corrisponde un'orbita fissa di raggio crescente. Nel riscaldamento del gas di idrogeno atomico, l'elettrone si colloca su orbite con raggio ed energia maggiore, tornando allo stato fondamentale emette energia in modo discreto, come osservato sperimentalmente. I risultati di questa nuova meccanica tendono asintoticamente ai risultati della meccanica classica nel limite di grandi numeri quantici (Principio di corrispondenza di Bohr). Tuttavia, in aggiunta alle sue caratteristiche ondulatorie (Huyghens, interferenza, diffrazione), la radiazione elettromagnetica esibisce caratteristiche di particella, come già osservato da Newton, Einstein (fotone), Compton. de Broglie introdusse una fondamentale e rivoluzionaria unificazione: le particelle possiedono anche caratteristiche ondulatorie e viceversa (dualismo onda-corpuscolo (interferenza degli elettroni di Davisson e Germer). Furono proposte due formulazioni equivalenti di una nuova meccanica: la Meccanica delle Matrici (Heisemberg, Born, Jordan) e la Meccanica Ondulatoria (Schrödinger) che sono particolari forme di una più generale meccanica quantistica sviluppata da Dirac. Una fondamentale conseguenza è il Principio di indeterminazione (Heisemberg) secondo il quale una particella non può occupare una posizione e possedere una quantità di moto che siano determinate esattamente e contemporaneamente anche a livello di principio. Il Principio di Heisemberg limita l'accuratezza della simultanea determinazione di altre coppie di variabili (chiamate coniugate o complementari) quali, in particolare, le componenti dei momenti angolari (non commutano tra loro). Dalla Meccanica Classica risulta, inoltre, che un elettrone in moto attorno ad un nucleo genera una corrente e quindi un momento magnetico orbitale. Anche questa grandezza risulta quantizzata (Stern-Gerlach). Alcuni esperimenti e il lavoro di Dirac mostrarono e giustificarono l'esistenza di una nuova grandezza fisica simile ad un intrinseco momento magnetico delle particelle (anche quelle non cariche elettricamente), che non ha un completo corrispettivo in meccanica classica (movimento attorno al proprio asse di una trottola carica, come analogia incompleta), chiamata spin. Tutte le particelle si possono suddividere in due grandi categorie: particelle con spin frazionario (elettrone S = ± h / 2 ) chiamati fermioni e particelle con spin nullo o intero (fotone S = 0 ), chiamati bosoni. Il Principio di Esclusione di Pauli stabilisce che un determinato stato può essere occupato da un solo fermione. 2. Leggi fondamentali Di seguito una breve descrizione delle principali leggi fisiche e matematiche utilizzate. 2.1. Modello classico dell'atomo ad un solo elettrone orbita circolare Consideriamo un atomo costituito da un nucleo con carica elettrica ' Ze ' (in prima approssimazione di massa infinita in modo che solo l'elettrone si muova) dove Z è il numero di protoni ed ' e ' è la carica di un elettrone. Un solo elettrone orbita lungo una circonferenza (per semplicità, ma si possono considerare anche orbite ellittiche) attorno al nucleo stesso. Per l'equilibrio dinamico newtoniano, considerando la forza di Coloumb come forza centripeta: Ze 2 v2 = m e r (4πε 0 )r 2 (1) Dove ε 0 è la costante dielettrica del vuoto; m e , v ed r sono, rispettivamente, la massa, la velocità dell'elettrone e il raggio della sua orbita. Dall'elettromagnetismo classico, l'elettrone accelerato perde energia. Di conseguenza i raggi delle orbite diminuirebbero fin quando l'elettrone non cade nel nucleo, determinando l'assurdo della non esistenza di atomi stabili. Bohr ipotizzò che l'elettrone su determinate orbite sia stabile e non irraggi. Come risultato un atomo di questo tipo può esistere solo in stati di energia E1 , E 2 , E 3 ... m En = − 2 2h 2 Ze 2 1 4πε n 2 0 (somma dell'energia potenziale coloumbiana e dell'energia cinetica dell'elettrone). Bohr postulò anche la quantizzazione del momento angolare orbitale (orbita circolare): L = mvr = nh n = 1,2,3,..... (2) In questo modo riuscì a spiegare in modo qualitativo ed in alcuni casi anche quantitativo le righe spettrali degli elementi. Tuttavia, discrepanze con le misure sperimentali dei valori calcolati delle righe spettrali e le considerazioni discusse nel paragrafo precedente, hanno condotto ad elaborare, in particolare la Meccanica Quantistica Ondulatoria. 2.2. Principali leggi della Meccanica Quantistica Ondulatoria Einstein per spiegare l'effetto fotoelettrico, utilizzando l'ipotesi di Planck sull'emissione e sull'assorbimento del corpo nero, introdusse l'ipotesi che la luce sia costituita da particelle chiamate fotoni, ai quali, però, è associata un' energia che dipende dalle caratteristiche ondulatorie della luce stessa: E = hν = h c λ (3) Essendo ν la frequenza associata al fotone (che determina anche il colore della luce stessa), c la velocità della luce nel vuoto e λ la corrispondente lunghezza d'onda del fotone. de Broglie estese la dualità onda-corpuscolo a tutta la materia non solo ai fotoni di luce, associando ad ogni particella con quantità di moto pari a mv la seguente lunghezza d'onda: λ= h mv (4) Heisemberg dedusse il Principio di Indeterminazione: ∆x ⋅ ∆p x ≥ h ; ∆y ⋅ ∆p y ≥ h ; ∆z ⋅ ∆p z ≥ h (5) Ossia il prodotto delle indeterminazioni della posizione e della corrispondente componente della quantità di moto non è mai zero ma al limite è comparabile con il valore di h : le traiettorie non possono essere determinate esattamente come indica la seconda legge della dinamica: a = F / m . Le componenti dei momenti angolari, l'energia posseduta da una particella e l'associato intervallo temporale, soddisfano lo stesso principio. Grandezze fisiche come posizione nello spazio, quantità di moto, energia, momenti angolari sono sostituiti da operatori matematici il cui prodotto (assimilabile al prodotto algebrico) non è sempre commutativo. Tutte le informazioni, inclusa la probabilità di trovare l'elettrone in una certa regione dello spazio, ottenibili o direttamente misurabili sono contenute nella soluzione ψ( x ) dell'equazione di Schrödinger e nei suoi auto-valori che formano un insieme discreto. 3) Regole per costruzione della configurazione elettronica di un atomo Dalla discussione riportata nei paragrafi precedenti, risulta in generale: a) l'elettrone si comporta come un'onda stazionaria; b) le orbite della meccanica classica sono sostituite dagli Orbitali, che non rappresentano dei cammini specifici, ma piuttosto delle probabilità di individuare l'elettrone in un determinato volume intorno al nucleo; c) per definire completamente la Funzione d'Onda, sono necessari quattro numeri quantici (a differenza del modello di Bohr con orbite sferiche per il quale è sufficiente un unico numero quantico n): c.1) numero quantico principale n = 1,2,3..... , indica il livello principale dell'energia dell'orbitale; può assumere valori interi positivi come per il modello di Bohr; c.2) numero quantico secondario l = 0,1,2,... (n- 1 ); indica una diversa forma dell'orbitale, associati solitamente ad una lettera: s, p, d, f. c.3) numero quantico magnetico ml = - l, (- l +1 ), (- l +2 ),….. 0 , 1 , 2 ,…...(l −1 ), + l; è correlato all'orientazione nello spazio degli orbitali la cui forma è definita dal numero l; la sua quantizzazione deriva dalla necessità che l'onda associata all'elettrone sia stazionaria e di conseguenza individua quali orbitali di ciascun tipo possono esistere; c.4) numero quantico magnetico di spin dell'elettrone ms = ±1 / 2 ; determina il modo in cui gli atomi con elettroni spaiati si allineano rispetto alle linee di forza di un campo magnetico: parallelo (+) o antiparallelo (-). Schema 1 energia 3.1. Atomo idrogenoide ad un solo elettrone Gli Schemi 2 e 3 sono relativi all'atomo di idrogeno ad un unico elettrone. Nel primo è riportata la distribuzione dei livelli energetici degli orbitali, nel caso in cui l'elettrone fosse energeticamente eccitato (effetto fotoelettrico, urti e quindi gas caldi, etc.), mentre nel secondo, è riportata la configurazione dei possibili orbitali, con la loro descrizione qualitativa, considerando i primi tre numeri quantici e i primi tre livelli energetici. 4s 4p 4p 4p 3s 3p 3p 3p 2s 2p 2p 2p (5 orbitali) (7 orbitali) ----- ------4f 4d 3d 3d 3d 1s Schema 2 3d 3d z n = 1 ⇒ l = 0 ⇒ ml = 0 l'orbitale è distribuito simmetricamente; 1s y x z 0 ⇒ n= 2 ⇒ l = 1 ⇒ ml = 0 −1 ml = 0 +1 ⇒ ⇒ ⇒ 2pz ⇒ 2py 2s 2px y x z y x z y x z y x z y 0 ⇒ n = 3 ⇒ l = 1 ⇒ 2 ml = 0 ⇒ −1 ⇒ ml = 0 ⇒ +1 ⇒ − 2 −1 ml = 0 +1 + 2 3s 3 px 3 pz 3py ⇒ 3d x 2 − y 2 ⇒ 3d xz ⇒ 3d z 2 x z y x z y x z y x z ⇒ 3d yz ⇒ 3d x 2 − y 2 y x z y x z y x z y x z y x Schema 3 3.2. Atomo a molti elettroni In atomi a molti elettroni occorre considerare: • l'energia cinetica degli elettroni e la loro energia potenziale nel campo (attrattivo) del nucleo positivo; • la repulsione elettrostatica tra gli elettroni; • le interazioni magnetiche degli spins elettronici con i loro moti orbitali (interazioni spinorbita); • diverse altre interazioni (spin-spin, correzione radiativa e correzione per la presenza del nucleo di massa finita ed esteso, correzioni relativistiche, etc…) • per il Principio di esclusione di Pauli, i quattro numeri quantici relativi a qualunque due elettroni (fermioni) vincolati attorno al nucleo atomico non possono essere uguali. Non esiste un approccio analitico per risolvere il problema. Pertanto, sono stati proposti diversi metodi di approssimazione (Approssimazione del Campo Centrale, Determinanti di Slater, ThomasFermi, Hartree-Fock, etc…). Si ottengono delle forme di Funzioni d'Onda diverse da quelle ottenute per atomi idrogenoidi. Come risultato, i sottolivelli all'interno di un livello principale non possiedono la stessa energia. Inoltre, in atomi diversi dall'atomo d'idrogeno, l'ordine energetico non è determinato solo dal numero quantico principale. Gli elettroni si distribuiscono negli orbitali in modo da minimizzare l'energia totale dell'atomo. Nello Schema 4 le frecce indicano le modalità di riempimento degli orbitali da parte degli elettroni, mentre lo Schema 5 riporta qualitativamente la nuova distribuzione dei livelli energetici. 1s 2s 2p 3s 3p 3d 4s 4p 4d 4f 5s 5p 5d 5f 6s 6p 6d 7s Schema 4 4d 4d 4d 4d 4d 5s 4p 4p 4p 3d 3d 3d 3d 3d energia 4s 3p 3p 3p 2p 2p 2p 3s 2s 1s Schema 5 Per il Principio di Pauli, ciascun orbitale può essere riempito da soli due elettroni con spin di verso opposto. Nello Schema 6 si riporta l'esempio del Gallio e la modalità di riempimento di ciascun orbitale per la costruzione della configurazione elettronica di un atomo. [Ga](31): 1s 2 2 s 2 2 p 6 3s 2 3 p 6 4 s 2 3d 10 4 p1 1s 2 2s 2 2 p6 3s 2 3 p6 4s 2 3d 10 4 p1 Schema 6 Una ulteriore regola è quella di Hund: nel riempire gli orbitali di uguale energia, gli elettroni si collocano inizialmente con spin paralleli, uno per ogni orbitale, come per esempio nell'atomo di Azoto (N), Scema 7. [N](7): 1s 2 2 s 2 2 p 3 1s 2 2s 2 2 p3 Schema 7 Infine, si accenna alla possibilità che gli orbitali di uno stesso atomo si combinino tra loro generando degli Orbitali Ibridi.