sviluppo embriofetale

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SVILUPPO EMBRIOFETALE
1° MESE: compaiono gli abbozzi degli arti superiori e inferiori e del cuore; iniziano a pulsare
alcune cellule cardiache prima disordinatamente poi ritmicamente. Si costituisce il
cordone ombelicale.
Peso 1 – 2 g, lunghezza 0,6 – 0,8 cm.
2° MESE: lo sviluppo del cervello si accresce, gli arti si modellano e aumentano in lunghezza.
Inizia la formazione di arterie, muscoli e delle cartilagini delle ossa.
Peso 4 - 6 g, lunghezza 3 - 4 cm.
3° MESE: l’aspetto è umano, il cuore è completamente conformato e batte in modo sincrono. La
placente raggiunge il suo sviluppo definitivo. Comparsa dei caratteri sessuali.
Peso 20 - 25 g, lunghezza 10 - 12 cm.
4° MESE: inizia l’ossificazione dello scheletro, gli occhi e le orecchie raggiungono la posizione
definitiva. I movimenti sono perfettamente avvertiti.
Peso 130 - 150 g, lunghezza 15 - 18 cm.
5° MESE: la cute si ricopre di vernice caseosa, compaiono i capelli e le ciglia. Una lanugine
sottile riveste il corpo.
Peso 350 - 380 g, lunghezza 20 - 24 cm.
6° MESE: gli organi appaiono sufficientemente sviluppati e proporzionati. Comincia a formarsi
l’adipe sottocutaneo. Rallenta l’accrescimento staturale e aumenta quello ponderale.
Peso 750 - 800 g, lunghezza 26 - 28 cm.
7° MESE: gli atti respiratori si succedono regolarmente, le palpebre si aprono, la cute appare
raggrinzita e il sistema nervoso sufficientemente maturo.
Peso 1000 - 1200 g, lunghezza 34 - 36 cm.
8° e 9° MESE: inizia a scomparire la lanugine, la cute diventa liscia e assume la colorazione
propria, i testicoli completano la discesa nello scroto, l’accrescimento si completa.
Peso 2500 - 3200 g, lunghezza 45 - 50 cm.
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SVILUPPO EMBRIOFETALE PATOLOGICO
Il periodo embrionale e quello fetale rappresentano momenti delicati, la loro evoluzione può
essere condizionata da cause endogene ed esogene che provocano l’insorgenza di patologie o
disturbi anche molto gravi.
Le cause endogene sono mutazioni del patrimonio genetico (malattie genetiche); le cause di
queste mutazioni non sono sempre note, in piccola parte si tratta di cause fisiche (radiazioni) o
chimiche (farmaci, derivati industriali), ma il più delle volte si tratta di mutazioni spontanee.
Le malattie genetiche si suddividono in:
malattie geniche: sono anche chiamate unifattoriali riguardano un singolo gene e sono trasmesse
ai figli secondo le leggi Mendeliane. Esse possono riguardare i geni dei caratteri somatici o
autosomi (es. la fibrosi cistica, la fenilchetonuria, le talassemie) oppure i geni dei caratteri sessuali
o gonosomi.
malattie cromosomiche: dovute ad alterazioni numeriche o strutturali dei cromosomi. Si è
osservato che queste affezioni sono spesso associate al ritardo mentale (es. la Sindrome di Down)
ed inoltre che l’alto numero di aborti spontanei che si verifica in questi casi sta ad indicare che le
malattie cromosomiche sono spesso incompatibili con la sopravvivenza del feto e la possibilità di
portare a termine la gravidanza.
Le cause esogene che provocano danni al prodotto del concepimento si classificano in :
1. infezioni materne;
2. farmaci ed altre sostanze assunte dalla madre in gravidanza;
3. radiazioni ionizzanti applicate alla madre durante la gravidanza;
4. malattie endocrine e metaboliche materne;
5. carenze alimentari materne.
1. in questo caso gli agenti infettivi contagiano la madre e poi raggiungono il prodotto del
concepimento o attraverso il sangue (via ematica o transplacentare) oppure risalendo dalla vagina
(via ascendente) oppure più raramente discendendo dalle tube. Queste infezioni costituiscono la
causa di malformazioni in circa il 10% dei neonati. Gli effetti sul prodotto del concepimento
variano in funzione dei seguenti fattori:
 caratteristica e carica dell’agente infettante;
 condizioni della placenta;
 capacità di risposta anticorpale materna;
 grado di sviluppo dell’embrione o del feto;
 immunità passiva del feto di origine materna;
 tempo di incubazione fetale.
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I possibili effetti si possono riassumere nel seguente schema:
agenti infettivi
madre
feto
aborto
morte intrauterina del feto
malformazione congenita
infezione manifesta
infezione intermedia
esiti a distanza
neonato sano
Le principali infezioni sono:
rosolia: questa malattia comunemente a decorso benigno, se colpisce la donna nel primo trimestre
di gravidanza è particolarmente pericolosa provocando nell’embrione ridotto sviluppo cerebrale,
sordità, deficit visivi; questi bambini alla nascita hanno in genere un peso inferiore ai 2500 g. La
frequenza e la gravità della trasmissione transplacentare è tanto più alta tanto più è bassa l’età
gestazionale. Per fetopatia rubeolitica si intende la possibilità che il virus rimanga attivo fino alla
nascita e oltre;
malattia citomegalica: questo virus (della famiglia degli herpes virus) è poco patogeno negli
adulti, nei quali spesso è latente. Al prodotto del concepimento passa essenzialmente per via
transplacentare e raramente per via ascendente. Vere e proprie embriopatie non sono note perché
il virus raggiunge il prodotto del concepimento dopo la 12° settimana, provocando nei casi più
gravi la morte del feto; se questo sopravvive si hanno tre possibilità: neonato sano e negativo alla
ricerca del virus; neonato che rivelerà a distanza di tempo gli esiti dell’infezione (conseguenze
neuropsichiche); neonato malato (basso peso, ittero, compromissioni neurologiche e oculari,
anemia);
herpes virus hominis: esistono due tipi di herpes virus simplex le forme labiali e le forme genitali
rispettivamente indicate con 1 e 2. Il prodotto del concepimento si può infettare per via
transplacentare, ascendente e per contaminazione durante il passaggio attraverso il canale
vaginale. La malattia connatale si può sviluppare in tre forme: forma generalizzata che provoca la
morte; forma localizzata che provoca encefaliti e danni oculari; forma asintomatica molto rara;
epatite di tipo B: la trasmissione dalla madre al feto può avvenire sia per via transplacentare
oppure molto più frequentemente al momento del parto per contagio diretto; in questo caso il
nascituro può manifestare una epatite acuta o molto più frequentemente diventare portatore
cronico. Se il passaggio avviene durante il periodo embrionale provoca quasi sempre l’aborto;
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tubercolosi: la trasmissione dell’infezione tubercolare al prodotto del concepimento è
un’evenienza rara. Può avvenire o per via transplacentare ematica ed essere generalizzata oppure
contaminare il liquido amniotico e localizzarsi nell’intestino e nei polmoni. Contrariamente alla
sifilide, la tubercolosi colpisce facilmente la placenta (provocando trombosi) e risparmia il feto;
sifilide: la trasmissione al prodotto del concepimento avviene per via ematogena transplacentare,
generalmente dopo il 5° mese di gravidanza; prima di questo periodo la placenta oppone una
efficace barriera. A differenza di altre malattie il contagio può avvenire per anni e quindi
interessare più gravidanze successive. Il contagio durante il parto è più raro. Le conseguenze
possono essere: morte intrauterina del feto, nascita di un feto vivo pretermine o a termine con le
seguenti manifestazioni: malattie cutanee, aumento della milza, rinite. Se la madre contrae la
sifilide durante gli ultimi due mesi di gravidanza il feto di solito rimane indenne ed anche in una
sifilide diagnosticata precocemente e ben curata;
toxoplasmosi: il Toxoplasma gondìì è il parassita dell’uomo più diffuso in natura, il gatto è il
principale responsabile della contaminazione ambientale. Il parassita ingerito dal gatto subisce nel
suo intestino dei passaggi fino a diventare una oocisti, che è eliminata con le feci e persiste anche
alcuni mesi nell’ambiente esterno e passare così attraverso un animale da macello o direttamente
all’uomo. L’84% delle donne in età feconda è già immunizzata. La trasmissione è solamente
transplacentare da toxoplasmosi contratta durante quella stessa gravidanza; il rischio fetale di
infezione aumenta con l’aumentare dell’età gestazionale, ma diminuisce la gravità delle infezioni
(presumibilmente perché aumenta anche il passaggio di anticorpi). Le conseguenze sono morte
fetale, neonati sani, neonati malati con i seguenti sintomi: idrocefalo, convulsioni, calcificazioni
endocraniche.
2. gli effetti dei farmaci assunti dalla madre in gravidanza dipendono dal farmaco e dalla fase
della gravidanza. Più pericolosi sono nel primo trimestre di gravidanza (periodo organogenetico) e
nel periodo prossimo alla nascita, anche durante il parto soprattutto se è pretermine. I danni in fase
fetale sono da correlare al fatto che le funzioni epatiche e renali del neonato sono immature e il
sistema nervoso ha una maggiore sensibilità.
3. il periodo di massima sensibilità alle radiazioni è quello fra la 3° e la 10° settimana; le
malformazioni più frequenti interessano il sistema nervoso e gli occhi ed inoltre aumenta la
predisposizione del nascituro a tumori e leucemie.
4. tra le malattie endocrine e metaboliche materne rivestono maggiore importanza il diabete e le
alterazioni della tiroide.
diabete: se la madre è gia diabetica in genere la patologia peggiora durante la gravidanza e dopo il
4° mese richiede una dose di insulina maggiore. Gli effetti possono comparire sia in caso di
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diabete conclamato sia in caso di prediabete. La principale caratteristica del neonato da madre
diabetica è la megalosomia, oppure sviluppare la cosiddetta embriopatia diabetica, con
malformazioni, che più frequentemente riguardano il cuore e le vie urogenitali. A distanza di
tempo nel bambino può insorgere la malattia.
Ipertiroidismo: si osserva nei neonati da madri ipertiroidee una forma di ipertiroidismo, che non
compare subito ma solo nei primi giorni di vita, non dovuto al passaggio degli ormoni tiroidei, ma
probabilmente al passaggio di immunoglobuline di tipo IgG. Nelle donne affette da ipertiroidismo
gli effetti sul prodotto del concepimento sono: aborto e parto pretermine.
Ipotiroidismo: aborto, malformazioni, gozzo congenito, morte intrauterina del feto.
5. la malnutrizione materna può causare effetto negativo sia direttamente per un ridotto apporto di
sostanze nutritive al feto, sia indirettamente per le ripercussioni sulla funzionalità placentare. Le
cause possono essere immediate (aborti, nati morti o di bassa peso) o a distanza (deficit staturo
ponderali e ritardi nello sviluppo intellettivo). Tutti gli organi del nascituro ne risentono, ma
sicuramente il più vulnerabile è il sistema nervoso (il peso del cervello è nettamente inferiore ed
anche il contenuto di DNA nelle cellule).
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