04/04/2011 Principi generali della Medicina Nucleare Lezioni di Medicina Nucleare Dr. Angelo Del Sole Dr. Luca Tagliabue Prof. Giovanni Lucignani UOC Medicina Nucleare Dipartimento dei Servizi Diagnostici AO Universitaria S.Paolo Milano Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche Università di Milano • La Medicina Nucleare è una disciplina basata su tecniche in vivo e in vitro, per diagnosi e terapia mediante radionuclidi • La forma di energia utilizzata in medicina nucleare è quella emessa dai nuclei di atomi instabili (radioattivi) nel corso della loro trasformazione (decadimento) a forme stabili • Le tecniche di medicina nucleare possono essere classificate in tre categorie: 1) Tecniche di diagnostica per immagine 2) Tecniche di diagnostica in vitro 3) Tecniche terapeutiche Tecniche di diagnostica per immagini mediante radionuclidi Radiofarmaci • La medicina nucleare è prima di tutto una metodologia per l’indagine in vivo dei processi biochimici, fisiologici e patologici • Le tecniche di medicina nucleare permettono di ottenere risultati che nel processo di diagnosi, valutazione prognostica e follow-up vengono integrati con le informazioni derivanti dalle indagini morfologiche (Rx, TC, RM, Eco, endoscopie, ecc), di laboratorio e istopatologiche • Le indagini di medicina nucleare permettono di rilevare i processi patologici al loro esordio (elevata sensibilità) anche prima che il danno morfologico sia evidente, e di caratterizzare la natura delle lesioni sulla base di aspetti biochimici (elevata specificità) senza che sia necessario ricorrere in molti casi a tecniche invasive (bioptiche e/o endoscopiche). • Le immagini di medicina nucleare sono ottenute a seguito della somministrazione in vivo di composti marcati con atomi radioattivi. Tali composti, definiti radiofarmaci, si distribuiscono nel corpo secondo le regole della farmacocinetica • Le immagini derivano dall'esame della distribuzione nello spazio e nel tempo di un radiofarmaco costituito da un farmaco e da una sorgente di energia radiante • Alla base delle procedure di medicina nucleare in vivo vi é come requisito fondamentale la vitalità dell'organismo esaminato, necessaria affinché i radiofarmaci utilizzati possano distribuirsi nei tessuti, organi ed apparati, sulla base di processi fisiologici e reazioni biochimiche normali e patologiche. Radiofarmaci Radiofarmaci Carbonio DIETA INIEZIONE Glucosio Desossiglucosio Ossigeno Fluoro-18 Idrogeno Glucosio Anidride carbonica 18F-fluorodesossiglucosio Ciclo di Krebs Acqua Ciclo di Krebs Energia 1 04/04/2011 Radiazioni • I radionuclidi utilizzati a scopo diagnostico in vivo devono decadere con l’emissione di radiazioni elettromagnetiche (X, γ) rivelabili da strumenti posti all'esterno del corpo del soggetto studiato perché molto penetranti • L'emissione γ, caratterizzata da bassa energia lineare trasferita (LET), deve essere esclusiva o largamente prevalente sull'emissione di radiazioni corpuscolate (α α, β-) poiché queste ultime non sono utili per la formazione delle immagini diagnostiche e possono produrre effetti biologici indesiderati se presenti in quantità elevata Tecniche terapeutiche • Si basano sull’impiego di sorgenti radioattive artificiali non sigillate che determinano un’azione terapeutica che si fonda sulla cessione di energia radiante all’interno di determinati tessuti • Si caratterizzano per un accumulo attivo e selettivo per opera di processi biologici ben caratterizzati • I radionuclidi utilizzati a scopo terapeutico devono decadere con la emissione di radiazioni corpuscolate (α α, β-), non rilevabili dall’esterno, perché poco penetranti, ma ad alto LET, in grado cioè di danneggiare il tessuto irradiato, solo in prossimità della loro localizzazione Introduzione • La scintigrafia ossea valuta la fisiologia dell'osso e l'anatomia dello scheletro e rappresenta una delle applicazioni di Medicina Nucleare più comuni • La SPECT aumenta la sensibilità ed il dettaglio anatomico, attraverso la rappresentazione tridimensionale • Con il progredire della tecnologia, il ruolo dell'imaging nucleare nello studio dei pazienti cambia e dovrebbe essere considerato complementare agli esami radiologici, TAC e di risonanza magnetica per una diagnosi efficace Tecniche di diagnostica in vitro • Somministrazione in vivo di radiofarmaci e sulla loro rivelazione in campioni biologici (sangue, urine,…) – Ad esempio misurando la concentrazione nel sangue e nelle urine di un tracciante esogeno somministrato per via endovenosa ed escreto per via renale è possibile ricavare informazioni sulla funzione renale • Prelievo di campioni biologici e il successivo esame mediante aggiunta in vitro di un composto radioattivo – ormoni, anticorpi, antigeni, e altri marcatori specifici per malattie. Queste procedure non richiedono la somministrazione di traccianti al paziente, ma l’uso di marcatori radioattivi, aggiunti in vitro al campione prelevato dal paziente Diagnostica in vivo L’apparato scheletrico Generalità • Fornisce informazioni fisiologiche che descrivono il flusso ematico ed il metabolismo osseo • Studio dell'intero apparato scheletrico • Alta sensibilità • Specificità piuttosto limitata, ma una diagnosi specifica può essere spesso ottenuta quando la scintigrafia viene correlata con esami radiologici od altre metodiche di imaging 2 04/04/2011 Radiofarmaci per scintigrafia ossea • I difosfonati marcati con tecnezio-99m sono i radiofarmaci di scelta per la scintigrafia ossea • Diffondono passivamente negli spazi extra-vascolari ed extracellulari e si depositano intorno alla matrice ossea • La quota di radiofarmaco che non viene legata, viene eliminata dal plasma per escrezione renale • Le immagini tardive mostrano il legame del tracciante alla matrice ossea, visualizzando l'intero apparato scheletrico • L'esame viene eseguito 2-3 ore dopo l'iniezione per ottenere un elevato rapporto osso/fondo, che garantisce una buona qualità dell'immagine • Maggiore è il flusso ematico e l'attività metabolica di una particolare regione ossea, maggiore sarà la concentrazione del tracciante Preparazione Tecnica • Scintigrafia ossea total body – Le immagini dell'intero scheletro vengono acquisite da due a cinque ore dopo la somministrazione del tracciante (20-30 mCi [740-1100 MBq] • Scintigrafia ossea trifasica – Al momento dell'iniezione endovenosa del tracciante viene acquisita una serie rapida di immagini su una regione di interesse (fase angiografica) – Immagini statiche dopo 10 minuti, (fase di blood-pool o di captazione dei tessuti molli) – Immagini tardive della regione di interesse (2-5 ore), + eventuale total body Indicazioni • Identificazione e follow-up di metastasi ossee • Non è richiesta alcuna preparazione specifica • Una buona idratazione può migliorare la qualità delle immagini Possibili situazioni problematiche • Bassa specificità – L’ipercaptazione del tracciante è il risultato di un incremento del flusso ematico e dell'attività osteoblastica – Processi non specifici • Persistenza di captazione – Una ipercaptazione può persistere per anni dopo un trauma, infezione od intervento chirurgico • Ritardata risposta osteoblastica – Nel paziente anziano sono necessari da 2 a 7 giorni per avere una positività della scintigrafia ossea dopo una frattura – Neonati di età inferiore ad un mese mostrano una captazione scheletrica meno intensa rispetto a quella dei bambini e degli adulti – K prostata, mammella, polmone, stomaco, rene, vescica; no mieloma multiplo, tiroide • Riconoscimento delle fratture ossee • Identificazione della causa di dolore osseo o del rachide, non spiegato con altre indagini • Significato di una lesione ossea rilevata con un esame radiologico • Diagnosi di necrosi avascolare • Riconoscimento della causa di dolore in sede di protesi ortopediche • Valutazione della vitalità di impianti ossei • Riconoscimento della causa di mancato consolidamento delle fratture • Diagnosi e follow-up della malattia di Paget • Riconoscimento della presenza di neuroalgodistrofia • Stima della maturità di ossificazioni eterotopiche prima ell'escissione chirurgica Identificazione e follow-up di metastasi ossee • Stadiazione iniziale – La conoscenza della presenza di localizzazioni metastatiche può condizionare il successivo trattamento – In presenza di alterazioni alla scintigrafia Rx. Se negativa, alta probabilità di lesione metastatica RM, biopsia • Valutazione in caso di indagini radiografiche equivoche • Valutazione dell’estensione della malattia – Sterno, coste e scapole sono di difficile valutazione all’indagine radiografica di routine, mentre la scintigrafia fornisce una chiara visualizzazione di queste regioni • Monitoraggio della risposta al trattamento • Flare phenomenon – 3-6 mesi dopo chemioterapia, terapia ormonale o radiante per metastasi ossee, possono essere osservate una aumentata captazione delle lesioni 3 04/04/2011 Metastasi ossee Lesioni metastatiche “fredde” • Carcinoma gastrico K mammella Artrosi Crollo vertebrale di n.d.d. Morbo di Paget Fratture costali • Interessamento dell’emibacino sinistro 4 04/04/2011 Infezione Apparato genitourinario • • • • • Scintigrafia renale sequenziale Scintigrafia renale sequenziale + test con diuretico Scintigrafia renale sequenziale + test al Captopril Scintigrafia renale statica Cistoscintigrafia Esiti settici di artroprotesi sinistra rimossa da circa un anno Introduzione • L’esame consiste in una serie di immagini dinamiche di un tracciante che viene rimosso dal plasma, transita attraverso i reni e gli ureteri fino a raggiungere la vescica. Radiofarmaci • 99mTc-DTPA – Organo critico: vescica – Dose effettiva: 1.3 mSv (3 mCi) – Filtrato • 99mTc-MAG3 – Organo critico: vescica – Dose effettiva: 1.6 mSv (3 mCi) – Secreto dalle cellule del tubulo contorto prossimale • Radionefrogramma • E’ la rappresentazione grafica del transito di tracciante attraverso ciascun rene – Fase angiografica – Tempo di picco – Fase di eliminazione Indicazioni • Studio della funzione renale separata • Insufficienza renale acuta – In aggiunta a US – Controindicazione per i mezzi di contrasto • Idronefrosi • Studio del rene trapiantato 131I-OIH – Organo critico: vescica – Dose effettiva: 1 mSv (0.2 mCi) – Secreto dalle cellule del tubulo contorto prossimale 5 04/04/2011 Calcolosi renale bilaterale Insufficienza renale • L'insufficienza renale clinicamente manifesta è sempre dovuta ad una malattia renale bilaterale, poiché un solo rene normale è sufficiente per mantenere una normale funzione escretoria. • Se viene eseguita una scintigrafia renale sequenziale, in caso di insufficienza renale la concentrazione parenchimale del radiofarmaco è compromessa e si osserva una debole visualizzazione del parenchima dei reni, che, in caso di insufficienza cronica, appaiono anche ipoperfusi e di dimensioni ridotte; inoltre, la ridotta funzione renale provoca una debole visualizzazione della vie escretrici. La scarsa capacità dei reni di concentrare il radiofarmaco causa la permanenza di notevole radioattività "di fondo" nei tessuti extrarenali, per tutta la durata dell'indagine. • Le curve renografiche presentano una riduzione della massima ampiezza proporzionale al grado di insufficienza, fino al quadro di curva piatta che si osserva nei casi più gravi Cisti renali + ipertensione Introduzione Scintigrafia renale sequenziale + test con diuretico (Lasix) • L’ostruzione ureterale porta alla idronefrosi (dilatazione dell’uretere, pelvi renale e calici) e alla nefropatia ostruttiva (danno renale irreversibile) • La scintigrafia renale + test con diuretico è l’unico esame in grado di valutare contemporaneamente la funzione renale e gli aspetti urodinamici • Si basa sulla stimolazione alla produzione di urina per effetto del diuretico. • Il MAG3 è preferibile rispetto al DTPA 6 04/04/2011 Tecnica Interpretazione Preparazione come nella scintigrafia renale sequenziale 1. Singolo studio: • • Somministrazione di Lasix (furosemide, 25-50 mg) 15 minuti dopo l’iniezione del tracciante 2. Studio basale/Lasix • Somministrazione di Lasix 15 prima del tracciante Radionefrogramma • L’interpretazione si basa sulla velocità di eliminazione del tracciante dal sistema collettore, quantificata dal T1/2 • La rapida eliminazione del tracciante dopo Lasix esclude la presenza di stenosi – T1/2 <10 -15min: normale – T1/2 15-20 min: dubbio – T1/2 >20 min: ostruzione Stenosi del giunto pielo-ureterale sin. Stenosi del giunto pielo-ureterale sin. Apparato gastro-intestinale Radionefrogramma Immagine statica post-minzione 7 04/04/2011 Apparato gastrointestinale • Studi di motilità – Studio del transito esofageo – Studio dello svuotamento gastrico • Studio del reflusso gastro-esofageo • Ricerca delle sedi di enterorragia • Ricerca di mucosa gastrica ectopica (diverticolo di Meckel) Transito esofageo - Indicazioni • Acalasia – Origine sconosciuta – Assenza di peristalsi nei due terzi distali dell’esofago – Aumento della pressione nel LES • Spasmo esofageo diffuso – Dolore toracico intermittente e disfagia • Sclerodermia – Malattia sistemica con coinvolgimento della muscolatura liscia – Dilatazione dell’esofago ed assenza di peristalsi • LES, polimiositi Transito esofageo • Non invasivo • Semplice • Quantitativo • Esami complementari: – Radiografia con bario – Manometria Transito esofageo - Tecnica • 99mTc sulfuro colloidale, 300 µCi (10 MBq) • Pasto liquido (10 mL) o semisolido • Preparazione del paziente – Digiuno – Posizionamento supino – Prove di deglutizione con bolo non radioattivo • Acquisizione – 0,5-0.8 sec/frame x 240 – Matrice 64 x 64 – Deglutizione in bolo del tracciante • Elaborazione – Tempo di svuotamento – Tempo di transito Transito esofageo - Interpretazione Ricerca di reflusso gastro-esofageo • Fisiologico • Non invasivo, ben tollerato • Quantitativo • Esami alternativi: – Endoscopia – pH-metria 8 04/04/2011 Reflusso gastro-esofageo - Tecnica Svuotamento gastrico normale • Digiuno • Procedura: – 150 mL di succo di arancia + 150 mL di HCl 0.1 N – 300 µCi (10 MBq) di 99mTc-sulfuro colloidale – Acquisizioni dinamiche » 30 sec. per il transito esofageo » 30-45 min. (manovra di Valsalva, compressione) Pasto liquido Cause di accelerato svuotamento gastrico Cause di rallentato svuotamento • Diabete mellito – Danno vagale nell’ambito della polineuropatia diabetica • • • • • • • Ipotiroidismo LES, dermatomiositi Traumi Gastroenteriti Iperalimentazione Intolleranze alimentari Alterazioni metaboliche – – – – Iperglicemia Acidosi Ipopotassiemia Ipercalcemia Pasto solido • Post-chirurgiche – Piloroplastica – Emigastrectomia • • • • Ulcera duodenale Gastrinoma Ipertiroidismo Farmaci – Ormoni tiroidei – Eritromicina Svuotamento gastrico - Tecnica • Tracciante: 99mTc-sulfuro colloidale » Fegato di pollo » Patê di fegato » Uova fritte » Acqua – Dual phase » 99mTc-sulfuro colloidale » 111In-DTPA – Ricerca delle sedi di enterorragia • Acquisizioni – Dinamiche per un tempo almeno uguale al tempo di emiriduzione dell’attività nello stomaco (2-3 ore) 9 04/04/2011 Introduzione • L’esame è in grado di localizzare sedi di emorragia in qualunque regione corporea, tuttavia è comunemente utilizzato per individuale sedi di emorragia intestinale al tratto distale dell’intestino. Radiofarmaci • 99mTc-globuli rossi autologhi – Richiede procedure sterili di marcatura – Tecnica in vivo, vivo/vitro, in vitro – Permette la ricerca di sanguinamenti per un tempo maggiore • 99mTc-sulfuro colloidale – Rapido accumulo nel sistema reticolo-endoteliale Tecnica • Globuli rossi marcati – 750 – 110 MBq (20-30 mCi) – Acquisizioni dinamiche per 30-60 min. – Acquisizioni statiche fino a 2-4 ore (eventualmente fino a 24h) • Sulfuro colloidale – 370 MBq (10 mCi), in dosi frazionate – Acquisizioni dinamiche per 20 min. Preparazione del paziente • Escludere un’emorragia del tratto gastrointestinale superiore con un sondino naso-gastrico o endoscopia • Un recente studio con bario potrebbe mascherare la sede di sanguinamento per via dell’attenuazione delle emissioni gamma • Non è necessario il digiuno per eseguire l’esame • Informarsi su eventuali precedenti interventi chirurgici che abbiano determinato alterazione della anatomia normale Interpretazione • Accumulo di attività intestinale che si muove nel tempo è indicativa di emorragia • Movimento in direzione anterograda o retrograda, per effetto stimolante dei prodotti di degradazione dell’emoglobina sulla mucosa • Indicazione della sede e del tempo in cui viene osservata la comparsa di attività Problemi potenziali • Sanguinamento in fase attiva – enterorragia di entità moderata (almeno 0.05-0.1 ml/min) nel momento in cui il tracciante si trovi nello spazio vascolare • Motilità – Dopo essere stravasato, il sangue solitamente si muove rapidamente lungo l’intestino in direzione anterograda o retrograda, rendendo difficile l’esatto riconoscimento della sede di sanguinamento • Qualità della marcatura – 99mTc-pertecnetato (pertecnetato libero) viene secreto nello stomaco dalla mucosa gastrica, simulando un sanguinamento del tratto gastrointestinale superiore • Localizzazione – Il sanguinamento del piccolo intestino potrebbe essere difficile da diagnosticare per la presenza di peristalsi rapida 10 04/04/2011 Ricerca di mucosa gastrica ectopica • Il diverticolo di Meckel è localizzato nel tratto distale del piccolo intestino nel 1-3% della popolazione normale • Nella maggior parte dei soggetti è asintomatico • Cellule di mucosa gastrica ectopica sono presenti solo nel 10-30% dei casi di diverticolo di Meckel, nel 60% di quelli sintomatici e nel 98% di quelli che sanguinano. • La maggior parte di casi di diverticolo di Meckel sintomatico è rappresentato da pazienti con meno di 2 anni, mentre i sintomi sono rari in quelli con più di 40 anni. Mucosa gastrica ectopica - Tecnica • Il 99mTc-pertecnetato si concentra nella cellule della mucosa gastrica (anche ectopica) • 8-12 mCi [300-450 MBq] • Acquisizioni dinamiche e statiche per 30-60 minuti • Farmaci: – Bloccanti H2 (cimetidina, ranitidina) per os nei due giorni precedenti l’esame (oppure in vena un’ora prima) per incrementare la ritenzione di pertecnetato e ridurre la secrezione gastrica • Digiuno da almeno 4-6 ore Problemi potenziali • Secrezione gastrica – La normale secrezione gastrica dello stomaco che viene trasportata dalla peristalsi nel picco intestino può interferire nella interpretazione dell’esame Il linfonodo sentinella • Falsi positivi – Attività nel sistema urinario, ostruzione del tratto gastrointestinale, tumori o infiammazioni possono determinare un risultato falso positivo • Falsi negativi – Risultati falsi negativi possono essere dovuti alla presenza di una scarsa quantità di cellule di mucosa gastrica ectopica all’interno di un diverticolo di Meckel, oppure ad un rapido allontanamento del tracciante per sanguinamento Principio • Il concetto di linfonodo sentinella, dapprima applicato allo staging del melanoma, si basa sull'assunto che lo stato istopatologico del primo linfonodo sulla via di deflusso linfatica da una neoplasia, rappresenti una indicazione della diffusione metastatica alle stazioni linfatiche di drenaggio. Metastasi linfonodali • In caso di metastasi, un tumore si diffonde attraverso il sistema linfatico seguendo un percorso ordinato e progressivo, interessando in primo luogo i linfonodi più esterni o del "primo livello linfonodale". La positività del primo linfonodo raggiungibile è dunque il segnale di un coinvolgimento linfonodale, mentre la sua negatività può indicare l'assenza di malattia 11 04/04/2011 Linfonodo sentinella - Definizione Finalità • E' il linfonodo che per primo drena dell'area tumorale e l'assenza di un suo coinvolgimento consente di escludere l'esistenza di metastasi linfonodali • La procedura è minimamente invasiva: consente un risparmio in termini di morbilità rispetto alla tradizionale dissezione dei linfonodi, con complicazioni del 3%, contro il 35% quando si esegue la dissezione ascellare • Miglioramento dello staging del tumore: fra il 10 e il 25 % dei linfonodi giudicati negativi presenta in realtà delle micrometastasi quando l'esame viene effettuato con tecniche immunoistochimiche o con sezioni multiple. Si tratta di una ricerca lunga e dispendiosa se effettuata sull'intero pacchetto linfonodale asportato, ma che diviene più facilmente realizzabile sul linfonodo sentinella. Raccomandazioni generali • La corretta applicazione del metodo non può prescindere dalla collaborazione tra il chirurgo, il medico nucleare, il radiologo, e l'anatomo-patologo. Infatti ognuna di queste competenze ha un ruolo fondamentale nelle diverse fasi della procedura dalla corretta identificazione, all'isolamento e all'esame istopatologico del linfonodo sentinella. Solo attraverso l'ottimizzazione di ognuna delle diverse fasi si puo' raggiungere un ottimale standard di accuratezza • La localizzazione del linfonodo sentinella deve essere eseguita in donne nelle quali un esame agobioptico o citologico con agoaspirato abbia rilevato la presenza di un carcinoma mammario • I linfonodi ascellari devono essere clinicamente negativi • Da escludere: – lesioni radiologicamente e/o clinicamente multifocali o multicentriche – carcinomi mammari di voluminose dimensioni (ø >3 cm.) Tecnica • Iniezione – Particelle colloidali di albumina umana, di dimensioni comprese tra 20 e 80 micron marcate con 99mTc – Iniezione sotto il derma mediante ago da 25 G in corrispondenza della lesione mammaria – Se il tumore è in sede profonda, inoculo peritumorale – Massaggiare delicatamente per alcuni minuti la zona dell'inoculo per facilitare ed accelerare il drenaggio linfatico Tecnica • Imaging – La linfoscintigrafia può essere eseguita il giorno precedente l'intervento chirurgico o il giorno stesso una-due ore prima dell'intervento – La proiezione obliqua anteriore a 45°permette di distinguere meglio il punto di inoculo dal linfonodo sentinella ascellare – con l'aiuto di una sorgente puntiforme di 57Co si evidenzia la proiezione cutanea dello stesso linfonodo che viene segnalato con un marker indelebile cutaneo 12 04/04/2011 Tecnica LN sentinella • Impiego della sonda – Durante l'intervento chirurgico si utilizza una sonda per rilevare la radiazione gamma. La sonda viene passata molto lentamente e perpendicolare ai linfonodi del cavo ascellare per valutare il punto di maggiore emissione del segnale Altro LN Punto di inoculo Tecnica Tecnica • Tecnica chirurgica • Analisi intraoperatoria del linfonodo sentinella – Piccola incisione sulla linea di incisione per la dissezione ascellare e scollare il sottocutaneo – Muovere la sonda delicatamente all'interno della breccia chirurgica fino ad identificare il linfonodo che emette il maggiore segnale – Isolare e rimuovere il "linfonodo sentinella" – Esamina completamente il linfonodo evidenziando anche microaggregati di cellule tumorali – Richiede 40-50 minuti, per i casi risultati negativi – sezioni seriate consecutive del linfonodo ogni 50µ per un totale di 15 livelli – colorazione con ematossilinaeosina ecolorazioni in immunoistochimica con anticorpi anti-citocheratine Scintigrafia tiroidea Asse ipotalamoipofisi-tiroide 13 04/04/2011 Turnover dello iodio Azione degli ormoni tiroidei • Regolazione dell’espressione genica con sintesi di molecole proteiche ad azione enzimatica, strutturale ed ormonale • Effetto favorente la termogenesi ed il consumo di ossigeno • Effetti rilevanti anche sul metabolismo glucidico e lipidico stimolando tutti i processi atti ad incrementare la produzione di glucosio, acidi grassi, trigliceridi e colesterolo Patologie tiroidee • Ipotiroidismo – Primario – Centrale • Ipertiroidismo – M. di Graves/Basedow – Gozzo multinodulare tossico/Adenoma tossico – Altre cause (eccesso di iodio, tiroiditi, npl) • Tiroiditi • Gozzo – Endemico – Familiare – Sporadico Metodi diagnostici • Esami di laboratorio • Ecografia • Scintigrafia – Test di captazione tiroidea • Agoaspirato • Carcinomi – Papillare – Follicolare – Forme indifferenziate – Forme midollari Esami di laboratorio • T4, T3 – Correlate alla quantità di TBG, anziché allo stato funzionale della tiroide – ⇑ gravidanza, terapia con estrogeni, patologie epatiche – ⇓ sindrome nefrosica, cirrosi epatica, terapia glucocorticoide • fT4, fT3 Esami di laboratorio • TSH – Il TSH sierico, dosato con metodiche ultrasensibili di ultima generazione, rappresenta singolarmente il parametro più sensibile per accertare la condizione di iper o ipotiroidismo – come test singolo, risulta più adatto anche rispetto alle frazioni libere (FT4, FT3) – Correlato allo stato funzionale della tiroide – Misurate con tecnica RIA o metodi enzimatici 14 04/04/2011 Esami di laboratorio • Autoanticorpi – Anti-microsomi (AMA) – Anti-tireoglobulina (ATA) • Anticorpi tireostimolanti – LATS (Long Acting Thyroid Stimulator) – TRAb (Thyroid Receptor Antibody) • TG – ⇑ in molte patologie tiroidee – Marker tumorale Ecografia • • • • Definizione morfologica accurata Riproducibile Basso costo Indicazioni – – – – Conferma della presenza di noduli Caratterizzazione dei noduli (solido, cistico, calcifico) Controllo evoluzione di noduli Guida per agobiopsia • Calcitonina Scintigrafia • • • • Informazioni funzionali ed anatomiche Riproducibile Basso costo Bassa dose di radiazioni Scintigrafia tiroidea (tecnica) • L’indagine si basa sulla capacità tiroidea di estrarre lo ioduro (I-) dal sangue e convertirlo a I2 per la sintesi degli ormoni tiroidei • Lo ioduro viene captato attivamente dalle cellule tiroidee • La concentrazione di iodio é dipendente dal TSH ipofisario Agoaspirato • Elevata accuratezza diagnostica in caso di positività per lesione maligna • Consente di ottimizzare gli interventi chirurgici • Permetto lo svuotamento di lesioni a contenuto liquido Radioisotopi per lo studio della tiroide Tc-99m Emivita KeV MBq Caratteristiche 6h 140 100 Facilmente disponibile Poco costoso Bassa dose al paziente I-131 8g 364 1.4 I-123 13 h 159 3.7 – 18.5 Relativamente alta dose Proprietà fisiche favorevoli Costo elevato Difficilmente disponibile 15 04/04/2011 Scintigrafia tiroidea Quadro di normalità Scintigrafia (interferenze farmacologiche) • • • • • • • • • Perclorato Tiocianato soluzione di Lugol T4 T3 Amiodarone dentifrici iodati ioduri e bromuri iodati mezzi di contrasto iodato ad uso radiologico Scintigrafia tiroidea – Indicazioni Iter diagnostico dell’ipertiroidismo 1. Ipertiroidismo: diagnosi della causa; calcolo della dose per radioterapia con I-131 2. Noduli tiroidei: caldi, freddi o isocaptanti Gozzo diffuso e nodulare: estensione, localizzazione e distribuzione relativa della funzione 3. Tiroiditi: estensione del processo flogistico ed evoluzione 4. Controllo post-chirurgico: tessuto ghiandolare residuo 5. Ipotiroidismo neonatale: ectopie o agenesia tiroidea Tireotossicosi ed ipertiroidismo • Tireotossicosi: eccesso di ormoni in circolo • Ipertiroidismo: aumentata attività di sintesi • • • • • • Gozzo tossico diffuso Gozzo multinodulare tossico Adenoma di Plummer Ipertiroidismo da eccesso di iodio Fase transitoria durante tiroiditi Tireotossicosi factitia Tireotossicosi ed ipertiroidismo Gozzo tossico diffuso 16 04/04/2011 Tireotossicosi ed ipertiroidismo Tireotossicosi ed ipertiroidismo Gozzo tossico diffuso Gozzo multinodulare Tireotossicosi ed ipertiroidismo Tireotossicosi ed ipertiroidismo Ipertiroidismo iatrogeno (amiodarone) Noduli • Noduli “caldi” – formazione ipercaptante anatomicamente ben definita unica o multipla; – spesso rappresenta il quadro scintigrafico di adenoma tossico, in cui la funzione e la crescita del nodulo sono indipendenti dal controllo ipofisario • Noduli “freddi” – sono aree circoscritte che appaiono ipocoptanti o non fissanti il radiofarmaco. – Nella maggior parte dei casi sono costituiti da cisti – Con minore frequenza sono carcinomi tiroidei Iter diagnostico del nodulo tiroideo Adenoma tossico (Plummer) 17 04/04/2011 Noduli “caldi” Tracciante: Tc-99m Noduli “caldi” Tracciante: I-131 Tiroiditi Noduli “freddi” • Insieme di malattie con carattere infiammatorio – Batteriche » AIDS – Virali » De Quervain – Autoimmuni » Tiroidite silente » Tiroidite di Hashimoto Storia naturale della tiroidite subacuta Tiroidite silente Fase acuta (ipertiroidismo) Fase di remissione (ipotiroidismo) 18 04/04/2011 Studio della tiroide ectopica Tiroide ectopica • Tiroide linguale – A livello del terzo posteriore della lingua, sulla linea mediana, funzionante; loggia tiroidea vuota • Cisti del dotto tireoglosso – Sulla linea mediana, non funzionante; tiroide normale presente • Tiroide ectopica – Nodulo funzionante sulla linea mediana Tiroide ectopica PARATIROIDI Marker Marker Tiroide linguale Tiroide ectopica e residuo linguale Iperparatiroidismo • Quadro clinico e metabolico derivante da un’eccessiva secrezione di PTH – Primitivo » 80-90% adenoma di una ghiandola » 15% iperplasia (MEN1 e MEN2a) » 1-3% carcinoma – Secondario » Compenso all’ipocalcemia cronica » Prevalenza >50% nei dializzati cronici Scintigrafia delle paratiroidi • Evidenza biochimica e/o ormonale di iperparatiroidismo: valutazione della presenza e della sede di paratiroidi iperplastiche o neoplastiche 19 04/04/2011 Localizzazione delle paratiroidi Scintigrafia delle paratiroidi (tecnica) • Traccianti – Tallio-201/Tecnezio-99m (sottrazione di immagine) – Tecnezio-99m-MIBI Scintigrafia delle paratiroidi Processi infiammatori Processi infiammatori • I processi infettivi ed infiammatori possono essere insidiosi, occulti e sfuggire facilmente all’individuazione del clinico, così come possono avere una manifestazione dirompente con segni clinici allarmanti. • Spesso può risultare difficile localizzare o confermare la presenza di un processo infettivo, anche dopo attenta valutazione di dati anamnestici, esame obiettivo, colture ematiche e comuni indagini radiografiche. In questi casi la medicina nucleare può offrire numerosi strumenti. Traccianti per lo studio dei processi infiammatori • Leucociti marcati con 111In o con 99mTc-HMPAO • 67Ga-citrato • Scintigrafia ossea trifasica • 99mTc-Leucoscan (anticorpi monoclonali) 20 04/04/2011 Scintigrafia con leucociti marcati Indicazioni • Diagnosi di infezioni e ascessi nei tessuti molli in diverse sedi, ma in particolare nell’addome e nella pelvi. • Valutazione dell’estensione e della gravità di processi infiammatori intestinali • Diagnosi di ascessi postoperatori in pazienti con febbre e TC negativa o dubbia, pur in presenza di dati clinici altamente sospetti • Diagnosi di infezione in pazienti con tumore noto e febbre • Diagnosi di infezione di protesi vascolari • Diagnosi di osteomielite in pazienti diabetici con ulcerazioni croniche o in pazienti con scintigrafia ossea trifasica o RM non diagnostiche Scintigrafia con leucociti marcati con 111In o con 99mTc-HMPAO • I leucociti marcati con 111Indio o con 99mTc-esametazina (99mTc-HMPAO) si localizzano nei siti di infezione dei tessuti molli, nelle infiammazioni, negli ascessi e nelle osteomieliti • La scintigrafia con leucociti marcati è spesso utilizzata quando si sospetta un’infezione in assenza di segni di localizzazione, dopo TC negativa o dubbia o per una sospetta osteomielite Scintigrafia con leucociti marcati Radiofarmaci Scintigrafia con leucociti marcati Modalità di esecuzione • La scintigrafia con leucociti marcati con 111In e quella con 99mTcHMPAO sono le indagini di medicina nucleare più sensibili e specifiche per l’identificazione di infezione • La scintigrafia permette di evidenziare il fenomeno della migrazione dei granulociti neutrofili fino al sito di infiammazione o di infezione con una sensibilità dell’85-90% nelle infezioni dei tessuti molli • Il 99mTc-HMPAO subisce una maggiore captazione aspecifica intestinale che aumenta col tempo dopo la somministrazione ed anche un diffusa captazione polmonare di natura fisiologica dovuto alla lenta eliminazione • Il processo di marcatura dei leucociti prevede la separazione delle cellule dal sangue venoso del paziente per sedimentazione e centrifugazione e l’incubazione con 111In-ossina o con 99mTcHMPAO • La manipolazione del sangue deve avvenire in condizioni di sterilità • Dopo la marcatura, che richiede circa 1-1,5 ore, le cellule autologhe sono iniettate nel paziente attraverso una vena periferica; è somministrata un’attività di circa 0,5 mCi (18,5 MBq, dose per l’adulto) di 111In o 5-15 mCi (185-555 MBq, dose per l’adulto) di 99mTc • Le acquisizione delle immagini vengono eseguite 18-24 ore dopo la somministrazione di 111In (e fino a 48 ore, se necessario), oppure 1-4 ore dopo la somministrazione del 99mTc-HMPAO (e fino a 8 o 24 ore per infezioni ossee e polmonari) • Si può eseguire anche un’indagine SPET per migliorare la qualità delle immagini rispetto alla scintigrafia convenzionale. Scintigrafia con leucociti marcati Quadro di normalità Morbo di Chron Scintigrafia addominale in paziente di 27 anni affetto da morbo di Chron diagnosticato mediante esame istologico su pezzo operatorio (ampia resezione dell’ultima ansa ileale 5 anni prima ed anastomosi termino-laterale sul colon). Da qualche tempo ripresa di sintomatologia. Colonscopia negativa. 21 04/04/2011 Protesi di anca infetta (111In-oxinato) Scintgrafia ossea con 111In-oxinato leucociti autologhi marcati in infezione di artroprotesi con fistola cutanea Protesi di anca infetta (99mTc-HMPAO) Scintigrafia 99mTc-HMPAO-leucociti autologhi marcati, per sospetta infezione di artroprotesi coxo-femorale destra completa Osteomielite (111Indio) Esiti di pregresso trauma stradale Si noti il differente numero di lesioni e la maggiore intensità di captazione osservabili nelle immagini eseguite a 48 ore rispetto a quelle più precoci 22