Un esame di laboratorio
La glicemia
li zuccheri o carboidrati (composti da carbonio,
idrogeno ed ossigeno) sono presenti
nell’alimentazione sotto forma di disaccaridi (
due molecole di zuccheri semplici che sono
glucosio, galattosio e fruttosio), di polisaccaridi ( come gli
amidi: pane, pasta, riso ecc) o da composti costituiti da
zuccheri semplici combinati con diverse sostanze organiche
(glicoproteine, acidi nucleici).
Tutti gli zuccheri introdotti con la dieta, tramite la vena
porta ( è la vena che parte dall’intestino diretta al fegato)
giungono al fegato ove alcuni vengono subito trasformati
in glicogene, altri sono prima ridotti a glucosio e poi
assemblati anch’essi in glicogene.
Il glicogene epatico è una forma di immagazinizzazione
del glucosio che, in rapporto alle necessità dell’organismo
viene immediatamente messo a disposizione.
Il glucosio è elemento necessario al funzionamento
dell’apparato muscolare ed è il nutrimento unico delle cellule
cerebrali.
La quantità di glucosio circolante nel sangue di un
soggetto sano e digiuno da almeno 10 ore, oscilla tra 70
120 mg/dl di sangue. Il tasso di
glucosio nel sangue si dice glicemia.
Al mantenimento dei valori ottimali
della glicemia contribuiscono diversi
fattori: l’efficienza della funzionalità
del fegato e del rene e l’attività di
numerose ghiandole a secrezione
interna (pancreas, tiroide, surrene,
ipofisi).
Quando i valori della glicemia
scendono al di sotto di 40 mg/dl si
parla di ipoglicemia che se prolungata
nel tempo può arrecare gravi danni,
specie neurologici, fino al coma o
alterazioni metaboliche. Infatti per
sopperire alla prolungata carenza di
glucosio l’organismo lo ricava dai
grassi o dalle proteine con la
produzione finale di nocivi radicali
acidi.
Quando i valori superano
stabilmente i 140 – 150 mg/dl si parla
di iperglicemia.
Condizioni di alterazioni del
pugliasalute
normale
tasso glicemico
si hanno quando si
altera l’equilibrio tra gli
ormoni che abbassano la glicemia (insulina) e quelli che
l’innalzano ( ormone corticotropo – prodotto dall’ipofisi , alcuni ormoni corticosurrenali – prodotti dalle capsule
surrenali -, tiroxina – prodotta dalla tiroide-).
Esempi di causa di ipoglicemia sono l’insufficiente
apporto alimentare di zuccheri; disturbi intestinali (diarrea
profusa); malattie infettive (tifo, colera, sepsi); intensi e
prolungati sforzi fisici; alcune intossicazioni.
Esempi di cause di iperglicemia sono la disfunzione del
pancreas con alterata produzione di insulina (diabete mellito);
l’obesità; alcune malattie epatiche; alcune malattie renali.
La glicemia si esegue sul sangue prelevato da un soggetto
a digiuno da almeno 10 ore, e si dice glicemia basale.
Per meglio definire il tipo di sofferenza connesso al
metabolismo glucidico, oltre alla glicemia basale, si esegue
la glicemia da carico, consistente nel somministrare al
paziente una soluzione acquosa di glucosio (g. 075 pro kg.
di peso) e determinare la glicemia
ogni mezz’ora per 4 ore. Si ottiene
così la curva da carico che è diversa
tra il soggetto sano ed il diabetico.
Una variante alla curva da carico
è quella di controllare la glicemia
prima del pasto e poi dopo 1, 2, 3
ore dal pasto. Anche in questo caso
si ottiene una curva glicemica da
carico.
Per meglio precisare le
situazioni di alterato metabolismo
glucidico si ricorre alla
determinazione della emoglobina
glicosilata (combinazione di
glucosio con l’emoglobina dei
globuli rossi) che dà indicazioni su
un periodo di 6 – 8 settimane o
della fruttosamina (combinazione
di uno zucchero, il fruttosio, con
una proteina) che dà indicazione di
10 – 15 giorni dal prelievo.
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(A. Larocca)
febbraio 2004