Corso di aritmetica Lezione del 11.4.07 I numeri razionali Nella lezione precedente, abbiamo discusso la divisione come quella operazione che a dividendo e divisore associa quoziente e resto: a = q × b + r con 0 ≤ r < b. Adesso vogliamo discutere la divisione come l'operazione inversa della moltiplicazione (se divido a per b e poi moltiplico per b, riottengo a). Chiediamoci, per prima cosa, quando e' possibile eettuare la divisione -in questo senso- rimanendo all'interno di N (oppure di Z): a e' divisibile per b se e solo se a e' multiplo di b. Per esempio 12 e' divisibile per 6, ma 13 non lo e'. Questa condizione, espressa secondo la prima accezione del termine divisione, equivale a dire che il resto della divisione di a per b e' zero. Vogliamo costruire un insieme che contiene N e Z e nel quale sia sempre possibile dividere un numero per un altro diverso da zero; vogliamo anche che in questo nuovo insieme continuino ad essere possibili l'addizione, la sottrazione e la moltiplicazione. 1. La costruzione dell'insieme dei numeri razionali. Una frazione (con o senza segno) puo' essere interpretata come una coppia di interi (a, b) con b6= 0, dove a e' il numeratore e b il denominatore; dovremo poi dire quando due frazioni sono equivalenti. Partiamo quindi dall'insieme Z×(Z \ {0}) e introduciamo la relazione (fra coppie) (a, b)R(a0 , b0 ) se e solo se a × b0 = a0 × b. Questa relazione corrisponde alla normale equivalenza fra frazioni: per esempio, le frazioni (2, 3) e (4, 6) sono equivalenti in quanto la frazione (4, 6) si puo' semplicare in (2, 3). Ma osserviamo che 2 × 6 = 3 × 4. Controlliamo che questa relazione e' una relazione di equivalenza, secondo la denizione formale che ne abbiamo data nella lezione scorsa: - la relazione e' riessiva: (a, b)R(a, b) in quanto a × b = b × a; - se (a, b)R(c, d), allora (c, d)R(a, b): infatti si ha a × d = b × c e c × b = d × a; - se (a, b)R(c, d) e (c, d)R(e, f ), allora (a, b)R(e, f ): infatti si ha a × d = b × c e c × f = d × e e quindi, moltiplicando fra loro i primi membri e i secondi membri, a × d × c × f = b × c × d × e. I due membri di questa uguaglianza sono ambedue multipli di d × c e si possono dividere per d × c ottenendo a × f = b × e. Si chiama numero razionale la classe di equivalenza di una frazione; l'insieme dei numeri razionali si denota con Q e Q = {[(a, b)] : (a, b) ∈Z×(Z \ {0})}. 1 Notiamo che e' sempre possibile scegliere un rappresentante in ognuna di queste classi tale che a e b siano primi fra loro: questo corrisponde a scegliere una frazione ridotta ai minimi termini. a b Infatti le coppie (a, b) e ( mcd(a,b) , mcd(a,b) ) sono equivalenti e sappiamo che a mcd(a,b) b e mcd(a,b) sono primi fra loro. Per esempio, nella classe [(4, 8)] possiamo scegliere il rappresentante (1, 2). 2. Le operazioni in Q. Dobbiamo denire le operazioni fra numeri razionali e far vedere che sono estensioni delle stesse operazioni denite in Z. Poniamo [(a, b)] + [(c, d)] = [a × d + b × c, b × d] e [(a, b)] × [(c, d)] = [(a × c, b × d)] Poiche' queste sono operazioni fra classi di equivalenza, bisogna vericare che i risultati non dipendono dalla scelta del rappresentante della classe; le veriche non sono dicili, ma piuttosto lunghe e supponiamo di averle eettuate. Il passo successivo consiste nel ritrovare Z dentro Q. L'intero n puo' essere considerato come la frazione (n, 1) oppure come la frazione (2n, 2) e si potra' ritrovare n in Q come [(n, 1)]. La corrispondenza n → [(n, 1)] e' biunivoca e quindi non abbiamo perso per strada nessun elemento di Z. Presi due elementi n, m ∈ Z, possiamo sommarli in Z e ottenere n + m che si ritrova in Q come [(n + m, 1)], oppure possiamo interpretare n e m in Q come [(n, 1)] e [(m, 1)] e sommarli in Q, ottenendo [(n, 1)] + [(m, 1)] = [n × 1 + m × 1, 1 × 1]) = [(n + m, 1)]. Il fatto che nei due casi otteniamo lo stesso risultato esprime la compatibilita' dell'addizione in Q con l'addizione in Z. Si puo' procedere in modo analogo per la moltiplicazione in Q. Osserviamo, per inciso, che la denizione corretta di somma in Q e' quella data piu' sopra e non la seguente che potrebbe venire in mente: [(a, b)] + [(c, d)] = [(a + c, b + d)]; infatti, per esempio, (1, 2) e' equivalente a (2, 4), (2, 5) e' equivalente a (6, 15), ma (3, 7) non e' equivalente a (8, 19) poiche' 3 × 19 6= 7 × 8. L'insieme Q risolve il problema che avevamo posto all'inizio: dati i due numeri razionali x = [(a, b)] e y = [(c, d)] (con y 6= 0), il numero razionale z = [(a × d, b × c)] e' tale che z × y = x. Scriveremo z = x : y . 3. L'ordinamento di Q. E' possibile introdurre un ordinamento in Q osservando che se a e b sono concordi e la frazione (c, d) e' equivalente alla frazione (a, b), anche c e d sono concordi. Saranno positivi i razionali per i quali sono concordi le due componenti di un rappresentante qualsiasi. 2 Questo ordinamento estende l'ordinamento di Z e gode, inoltre, della proprieta' di densita': fra due numeri razionali diversi x e y , con x < y , esiste sempre un razionale v tale che x < v < y. Si vede allora che ci sono inniti razionali fra x e y . Questa proprieta' (che non vale per Z) puo' far pensare che i razionale siano piu' numerosi degli interi, mentre si dimostra che sono equipotenti a Z, vale a dire esiste una corrispondenza biunivoca fra Z e Q: i razionali sono numerabili. Gli insiemi numerabili sono quelli equipotenti a N e costituiscono i piu' piccoli insiemi inniti. Z e' numerabile. (A questo proposito, bisogna guardarsi dal pensare che tutti gli insiemi inniti siano equipotenti fra loro). 4. I numeri irrazionali e i reali. Semplici operazioni geometriche fanno uscire dall'ambito dei numeri razionali: per esempio l'ipotenusa di un triangolo rettangolo di cateto unitario oppure la circonferenza di raggio unitario hanno lunghezze che non si possono misurare con numeri razionali. Questi numeri vengono detti irrazionali e l'insieme unione dei razionali e degli irrazionali e' detto insieme dei numeri reali e denotato con R. L'insieme R e' in corrispondenza biunivoca con i punti della retta geometrica. Inoltre in R sono denite addizione, moltiplicazione, sottrazione e divisione che estendono le corrispondenti operazioni in Q. In R e' denito un ordinamento che estende quello di Q e per il quale Q risulta denso: fra due numeri reali x e y , con x < y, esiste un numero razionale v tale che x < v < y. 3