[46 ] LA PROVINCIA SPETTACOLI MARTEDÌ 10 GENNAIO 2012 [ TEATRO AUDITORIUM ] [ TEATRO MANZONI ] Due come noi Sunday,monday...Happy days Si ride in tre atti Fonzie e Richie si ritrovano a Cassano con la coppia Sabato il musical che riporta in vita tutti i protagonisti della mitica serie televisiva Solfrizzi-Savino CASSANO MAGNAGO (b. riz.) Favolosi anni Cinquanta americani. Le storie di ordinaria vita di provincia a Milwaukee sono esattamente quello che sembrano. A condirle una spensieratezza e un’allegria da pieno boom economico, tra macchine lunghe quattro metri e cinema all’aperto. Quelli sì che erano "giorni felici". Dalla domenica al sabato. Davvero uno spasso, a godersela tutta la settimana («grooving all week» citava la sigla del telefilm cult "Happy days"). E lo sapeva bene la famiglia Cunningham. Ora quei giorni felici ritornano. Con "Happy days", il musical di scena sabato alle 21 al Teatro Auditorium di Cassano Magnago in piazza San Giulio (informazioni allo 0331.200151). Così, per la prima volta in Italia, il piccolo mondo rétro della sitcom familiare del decennio a cavallo tra anni Settanta e Ottanta guadagna la scena grazie all’adattamento di Saverio Marconi per la Compagnia della Rancia. E il musical originale di Gary Marshall, su musica e libretto di Paul Williams assume una sua veste italiana grazie alla traduzione di Michele Renzullo, con liriche di Franco Travaglio. Un musical che è la versione on stage del telefilm. E all’appello non manca nessuno. Ci sono proprio tutti. Tra aspirazioni e sogni di giovani ragazzi. Il rosso Richie Cunningham (Luca Giacomelli) in primis, che nel telefilm sognava di lasciare la famiglia e suonare in una band; il papà Howard (Giovanni Boni); la svampita casalinga Marion (Sabrina Marciano); la sorellina Joanie, soprannominata "sottiletta" (Maria Silvia Roli); l’amico Potsie (Cristian Ruiz); Ralph Malph (Davide Nebbia); Pinkie, la ragazza in motocicletta. E naturalmente lui, l’inconfondibile Fonzie. Lui coi suoi pollici alzati, capelli impomatati, ciuffo sbarazzino, giubbotto in pelle, un super ego garantito da ultimo macho, insieme all’immancabile «Ehi!», ben oltre la semplice esclamazione. Sullo sfondo, il celebre "Arnold’s", il punto di ritrovo di tutta la combriccola. Il mito di Fonzie torna a noi con il simpatico viso di Riccardo Simone Berdini sulle orme di Henry Winkler, l’interprete "original" oggi 65enne con cui scambia mail. Riccardo, 27 anni, triestino con famiglia romana, non ha fatto troppa fatica: «ero già stato Pinocchio nel musical della Rancia racconta - è stato Marconi a chiamarmi. Comunque il provino l’ho fatto lo stesso: eravamo in quattro». Di sicuro il ruolo più ambito, quello di MILANO Arrivano due star delle tv per il primo spettacolo del 2012 al teatro Manzoni di Milano: da domani al 29 gennaio sarà, infatti, in scena "Due come noi", piece del britannico Michael Frayn con protagonisti Emilio Solfrizzi (nella foto), reduce dal successo della terza serie di "Tutti pazzi per amore", e Lunetta Savino, che è diventata famosa come Cettina in "Un medico in famiglia". Lo spettacolo, che riunisce tre atti unici scritti nel 1970 dall’autore di Rumori fuori scena (da cui è stato ricavato anche un film con Michael Caine) ha debuttato a Pistoia il 16 dicembre e sarà portato in giro per l’Italia (e a Lugano) fino alla fine di marzo. Poi Solfrizzi tornerà al cinema per la nuova commedia di Sergio Rubini, e Savino continuerà a teatro con il recital che ha già portato in scena l’estate scorsa. Si divideranno quindi le strade dei due attori che per la prima volta hanno recitato insieme nel film di Cristina Comencini "Matrimoni". Entrambi lavorano al cinema, in tv e ci tengono a ricordare la loro formazione teatrale: lei la scuola di teatro e i primi lavori, lui le migliaia di spettacoli di cabaret della coppia Toti e Tata, anche se ammette di essere al debutto, anzi «vergine» di piece teatrali vere e proprie. «Considero tv, cinema e teatro facce delle stessa medaglia - ha spiegato l’attore scelgo i ruoli di pancia, non a tavolino. Salto di palo in frasca e lo rivendico, perchè la gente non si faccia un giudizio precostituito». «Io ho iniziato con il teatro - ha aggiunto Lunetta Savino - e la tv è arrivata ancora più tardi rispetto a lui. Certo dopo la tv ho potuto fare teatro meglio, da protagonista e scegliendo i testi». Due come noi da questo punto di vista è una sfida, per delle vere «cinture nere della commedia», come il regista Leo Muscato ha definito Savino e Solfrizzi. I tre monologhi sono stati scritti per essere messi in scena insieme da una unica coppia di attori che in Nero e argento interpretano marito e moglie logorati dal loro bebè che non dorme la notte, che tornano a Venezia nella stessa camera d’albergo della luna di miele, in Mr. Foot protagonista è invece una moglie, che pur di comunicare con il marito, intreccia un dialogo surreale con il piede dell’uomo che per il resto ostenta indifferenza. In Chinamen, invece, affrontano cinque ruoli diversi raccontando di marito e moglie che devono gestire una cena a cui per errore hanno invitato persone che non si devono incontrare: una coppia che si è separata e il nuovo fidanzato della donna, un testo in cui i due attori interpretano cinque ruoli diversi. A CONFRONTO A sinistra gli attori della Compagnia della Rancia che sabato saranno sul palco del teatro di Cassano; sopra, i protagonisti del telefilm trasmesso negli anni Ottanta Arthur Fonzarelli, il bullo dal cuore gentile, trasgressivo, donne e motori, ma solo all’apparenza, cavaliere vecchio stampo, a cavallo della sua moto. "Happy days" fu uno straordinario successo della tv americana, con cla- morosi ascolti anche da noi. Ma che fine hanno fatto tutti? L’imbranato Richie (Premio Oscar Ron Howard) è diventato uno dei registi più importanti di Hollywood. Henry Winkler (Fonzie) è un produttore televisivo di successo, il pacioso Howard, Tom Bosley è morto un anno fa. La simpatica Marion (Marion Ross) ha lavorato in molti film per la tv. Anson Williams (Potzie) è regista televisivo. Mentre il suo compare Ralph Malph - Danny Most ha recitato in molti dei sui telefilm. [quella strana voglia di guardare al passato] di Barbara Rizzo Strani gli americani. E strambi anche noi italiani. Che per riuscire ad immaginare un futuro guardiamo al passato. Ai "Giorni felici" che furono. Con la malinconia di chi si guarda indietro per sentirsi solo più sicuro, oppure - forse più spesso - lo fa soltanto per auto compiacersi. Ora "Happy days" è semplicemente un musical, verrebbe da dire, e dal 1974 al 1984, in America è stato soltanto un telefilm, noto anche da noi. Ma quello che ci chiediamo è: perché tanto successo? Forse perché appartiene a quel filone nostalgico che mitizza il decennio 1953-1963 fra la fine della guerra in Corea e la vigilia della Guerra del Vietnam e che comprende, oltre all’ "Amercan Graffiti" di George Lucas, anche il film di John Milius "Un mercoledì da leoni" (1978). Non a caso è nato contemporaneamente alla capitolazione statunitense nel sud-est asiatico, quando il popolo a stelle e strisce voleva guardare indietro, a quell’America che godeva ancora della vittoria nella seconda guerra mondiale e che nonostante alcune pesanti contraddizioni (fra cui il maccartismo in apertura e l’assassinio di J.F. Kennedy in chiusura) aveva un invidiabile tenore di vita. Non ultima la musica: il mitico brano di Bill Haley oltre la vasta gamma fra le innovazioni del momento (rock) e le melodie "canzonettistiche" appena precedenti. Poi se c’è un film che deve molto ad "Happy Days" quello è "Ritorno al futuro" (1985) di Robert Zemeckis, dove un teen-ager degli anni Ottanta va indietro nel tempo e piomba nel 1955. Da qui gli immaginari "felici giorni" e gli stereotipi che ne sono nati. E come agli americani, a noi italiani piace guardare indietro. Ai nostri contraddittori anni Cinquanta, quelli del "miracolo economico". Alla sua nascita, e al suo declino, quando l’America abbiamo cominciato a sognarla. [ TEATRO SOCIALE DI BUSTO ARSIZIO ] [ PODCAST RADIO2 ] L’Opera: che festa! Caccia ai biglietti La Boheme, Tosca e La Cenerentola: tre spettacoli in vendita a 60 euro Racconti inediti e riflessioni Cinque regali firmati dal Liga BUSTO ARSIZIO Ritorna in vendita da domani l’abbonamento "L’Opera, che festa!", che permette di acquistare, al prezzo di 60 euro, i biglietti per tre spettacoli musicali in cartellone al teatro Sociale di Busto Arsizio. Si tratta del musical "La Cenerentola", ispirato all’omonimo lavoro di Rossini, e dei melodrammi "La Bohème" e "Tosca" di Giacomo Puccini. Protagonista di tutti e tre le messe in scena sarà il Teatro dell’Opera di Milano, "prima compagnia itinerante di produzione di allestimenti completi di opera lirica in Italia". Sul palco, sotto la regia di Mario Riccardo Migliara, saliranno Luciano Ligabue come non lo avete mai sentito. Cinque puntate inedite, intime, di "Ora e allora", la striscia che Ligabue ha condotto su Radio2 con lo storico amico e manager Claudio Maioli e suo fratello Marco e che ha segnato il suo ritorno "on air" dagli studi Rai di via Asiago. Un successo tale, il podcast del programma da subito in vetta alla classifica Itunes, che la rete diretta da Flavio Mucciante ha deciso di programmare un regalo, per il nuovo anno, ai fan del rocker: cinque appuntamenti con racconti ancora inediti (da ie- anche l’orchestra Accademia UECO e la Corale lirica ambrosiana. Il primo appuntamento, quello con "La bohème", è fissato per giovedì 23 febbraio e porterà il pubblico a confrontarsi con una delle storie d’amore più celebri dell’opera lirica, quella tra il poeta Rodolfo e la dolce e delicata Mimì. Il compositore lucchese sarà al centro anche del secondo appuntamento in cartellone, "Tosca", che nella serata di giovedì 22 marzo permetterà ai melomani e non di riascoltare celebri arie del repertorio belcantistico come "Recondita armonia", "Vissi d’arte", "E lucevan le stelle". Originale e coinvolgente anche questo l’allestimento, intitolato "Un mondo dove Dio è assente". L’abbonamento "L’opera, che festa", in vendita fino a mercoledì 22 febbraio, prevede, infine, un vero e proprio esperimento scenico: la rilettura in chiave musical dell’opera buffa "La Cenerentola" di Rossini, che andrà in scena giovedì 10 maggio. Il botteghino del teatro, in piazza Plebiscito 8, è aperto mercoledì e venerdì, dalle 16 alle 18, e sabato, dalle 10 alle 12. È, inoltre, possibile riservare i propri posti, chiamando il numero 0331 679 000. ri al 13 gennaio alle 19.50), riflessioni e spunti raccolti negli extra del un nuovo ciclo, breve ma intenso, promettono. Si parlerà ancora della grande avventura di "Campovolo" che ha decretato il triplice successo di Ligabue, musicale, cinematografico e radiofonico. Campovolo è il concerto-evento tenuto dal rocker emiliano Luciano Ligabue il 10 settembre 2005 all’aeroporto di Reggio Emilia. Al concerto sono accorse più di 180.000 persone.Tutte le puntate saranno scaricabili gratis sul sito radio2.rai.it.